| inviato il 06 Agosto 2023 ore 21:12
@ibicus nelle tabelline del 16 veniva messo un 1/30 per il fatto che era una 25 asa. Per lo stesso motivo per cui una 50 asa veniva calcolata con 1/60 e una 100 asa con 1/125. La reciprocità non c'entra nulla |
| inviato il 06 Agosto 2023 ore 21:54
Nelle pellicole a colori il difetto di NON reciprocità ( dizione, a mio parerexpiù corretta) ***************************** E no Claudio... due negazioni affermano! DIFETTO di Reciprocità oppure EFFETTO di Non Reciprocità |
| inviato il 06 Agosto 2023 ore 22:04
ibicus nelle tabelline del 16 veniva messo un 1/30 per il fatto che era una 25 asa. Per lo stesso motivo per cui una 50 asa veniva calcolata con 1/60 e una 100 asa con 1/125. La reciprocità non c'entra nulla ************************************ Giustissimo! All'epoca della Regola del 16 i mezzi (e i terzi) di tempo non li avevano ancora inventati |
| inviato il 06 Agosto 2023 ore 22:07
“ basta guardare le millanta fotografie di uccelli, ora anche di insetti, in volo... non ne trovi una - che sia UNA - che presenta anche solo un minimo di mosso residuo neppure sulla punta delle ali! Francamente sembrano tutte imbalsamate... senza contare che restituiscono la sensazione, assai sgradevole, di sembrare fatte di plastica. „ Seguo sempre attentamente le tue osservazioni Paolo. L'effetto plastica da una parte può dipendere da i programmi di denoise, dall'altra da un eccesso di maschera di contrasto e la mancanza di mosso ovviamente dai tempi di scatto, raramente al di sotto di 1/2000 di secondo. Questo perché in questo tempo siamo ossessionati dalla ricerca della nitidezza, possibilmente come se il soggetto fosse fermo. Questa moda/tendenza dipende a sua volta dal tentativo di realizzare foto mai scattate prima. |
| inviato il 06 Agosto 2023 ore 22:27
Hai ragione, Paolo, mi è scappata Ma, al di là delle parole, mi sembra che non molti abbiano portato esperienze dirette e rimedi. Io mi comportavo con sviluppo negativi e dia nel modo riferito. Altri hanno qualcosa da riferire??? Qualcuno che sviluppava e stampava? BN, colore? A parte le solite formuletta empiriche... @ Claudio Cortesi: capisco decisamente le tue ragioni. È inevitabile che i mezzi tecnici influenzino anche l'estetica |
| inviato il 06 Agosto 2023 ore 22:30
Ho citato l'effetto Schwarzschilds per fare balenare ai profani il sospetto che nelle cinetiche di reazione può esserci anche marcata dipendenza dal tempo ASSOLUTO. Con 1/30s non c'entra Schwarzschilds, è chiaro? Escludo di avere preso la vacca per le balle nel 1969 quando avevo già superato una dozzina di esami a chimica industriale, da qualche parte l'ho letto e messo in pratica ("fotografare"? molto probabile, allora Ciapanna non aveva ancora dato i numeri che avrebbe dato più tardi, anzi era un affermato fotografo di macro con 6x6). La regola del 16 non c'entra niente, avevo una cellula al Se incorporata nella Vito. |
| inviato il 06 Agosto 2023 ore 22:50
L'effetto plastica da una parte può dipendere da i programmi di denoise, dall'altra da un eccesso di maschera di contrasto e la mancanza di mosso ovviamente dai tempi di scatto, raramente al di sotto di 1/2000 di secondo. Questo perché in questo tempo siamo ossessionati dalla ricerca della nitidezza, possibilmente come se il soggetto fosse fermo. Questa moda/tendenza dipende a sua volta dal tentativo di realizzare foto mai scattate prima. ******************************* Si Claudio, chiaramente l'"effetto plastica" è più legato alla post produzione che al tempo ultraveloce, anche perché la ricerca a volte ossessiva della nitidezza porta un pochino a eccedere con la post. In ogni caso però io credo che un eccesso anche nella ricerca del congelamento del mosso enfatizzi molto questa sensazione, ragione per cui, e qui mi rivolgo in modo particolare proprio a te caro Claudio che in questo campo sei da tempo un decano, io sono dell'avviso che sia ormai giunto il momento non dico di invertire questa tendenza, ma quantomeno di ridurla un po' anche perché, lo dico in tutta franchezza, un minimo di mosso alla fine pure ci vuole che diamine... |
| inviato il 06 Agosto 2023 ore 23:33
“ [/@Paolo sei nato nel 1960. Scattavo dia a partire dal 1969 e facevo il secondo anno di chimica industriale alla Statale. Da "Fotografare" avevo preso il suggerimento che per le dia Kodak 1/30s fosse il tempo ottimale. È anche l'idea di McCurry per i suoi ritratti, a rischio di mosso.] „ infatti, non si era parlato di regola del 16. Cosa intendi con cinetiche di reazione? |
| inviato il 07 Agosto 2023 ore 0:19
Cito un libro che sto leggendo: 'uno scatto è un attimo, un battito di ciglia che ferma un istante della nostra vita e lo consegna al futuro senza possibilità di replica. Specie allora, quando non esisteva la miriade di immagini digitali in grado di riprodurre una sequenza infinita di momenti, troppi per non diventare irrilevanti.' Il punto secondo me oggi è proprio l'irrilevanza dell'eccesso di immagini. Citando sempre lo stesso libro: 'Oggi siamo bombardati da una miriade di immagini. Ci piovono addosso da ogni mezzo di comunicazione, siamo assuefatti a qualsiasi novità o stranezza che vorrebbe accalappiare la nostra pigra attenzione: provano ad attirarci con filtri fotomontaggi e trucchetti vari, ma è sempre piú difficile che qualcosa ci colpisca davvero o addirittura ci faccia pensare" Con i mezzi oggi a disposizione, cerchiamo la perfezione tecnica perché è più facile da raggiungere rispetto all'emozione di un'immagine anche imperfetta. E allora sfruttiamo la tecnologia a nostra disposizione e una disponibilità economica decisamente superiore a quella della metà del secolo scorso, quando i fotografi erano artisti che scattavano con quello che avevano nel cuore e non con quello che avevano in mano. |
| inviato il 07 Agosto 2023 ore 6:34
Con i mezzi oggi a disposizione, cerchiamo la perfezione tecnica perché è più facile da raggiungere rispetto all'emozione di un'immagine anche imperfetta. E allora sfruttiamo la tecnologia a nostra disposizione e una disponibilità economica decisamente superiore a quella della metà del secolo scorso, quando i fotografi erano artisti che scattavano con quello che avevano nel cuore e non con quello che avevano in mano. ******************************************** Non lo so. Che oggi si ricerchi un po' troppo la perfezione tecnica, troppo spesso anche esageratamente fine a se stessa, siamo d'accordo ma in compenso questa è una "malattia" dalla quale, tutto sommato, si può facilmente guarire... basta volerlo. Per la disponibilità economica non sono del tutto d'accordo, perché se è vero che negli anni '50 c'erano forse meno soldi di oggi, quantomeno da spendere in beni voluttuari, è anche vero che pure adesso certe cose non te le regalano di sicuro. Per il binomio fotografo/artista infine beh... non posso parlare degli anni '50 perché sono nato nell'ultimo anno di quel decennio, e neppure dei '60 perché ero troppo piccino, ma nei '70 posso assicurarti che di immondizia fotografica, in giro, ce n'era tanta anche allora... nonostante il fatto che la fotografia non fosse iperinflazionata com'è oggi. |
| inviato il 07 Agosto 2023 ore 7:32
“ @Fernando80 dice che è ia pellicola che produce arte. Mah, direi di più l'artista, quei pochi che lo sono ovviamente „ Come non essere d'accordo... però il digitale, con l'inflazione di immagini mediocri, dà un'impressione di distanza dall'arte molto forte. |
| inviato il 07 Agosto 2023 ore 7:49
Più che altro il digitale ha fatto diventare tutti fotografi. Mentre il numero degli artisti non ha ovviamente la stessa crescita esponenziale. Il digitale ha reso più semplici molte operazioni e ha creato così un abuso di effetti è modifiche il più delle volte esagerate |
| inviato il 07 Agosto 2023 ore 8:02
è un discorso fatto molteplici volte, il digitale non è meno artistico della pellicola, e che nelle centinaia di migliaia di foto pubblicate si perdono, aggiungiamo anche che foto buone vengono rese finte da un'eccessiva perfezione nella post produzione |
| inviato il 07 Agosto 2023 ore 8:19
Nitidezza contrasto pulizia dell'immagine. Queste grandezze, portate all'eccesso, plastificano l'immagine. Con la fotografia chimica non si potevano/possono esasperare: dopo lo sviluppo di una diapositiva le tre grandezze sono per sempre immodificabili. Ma si può fare anche il contrario col file digitale: si può aprire il raw e svilupparlo in modo da deplastificare l'immagine, prendendo a modello la diapositiva. Attualmente sto usando profili colore velvia/astia/provia nello sviluppo. Il punto delicato sono i cursori che modificano, rendendolo più intenso, il colore. Davanti agli infiniti effetti possibili, si diventa come bambini davanti alla dispensa di barattoli di marmellata.... |
| inviato il 07 Agosto 2023 ore 8:54
“ sono dell'avviso che sia ormai giunto il momento non dico di invertire questa tendenza, ma quantomeno di ridurla un po' anche perché, lo dico in tutta franchezza, un minimo di mosso alla fine pure ci vuole che diamine... „ Sì. Bisogna utilizzare gli strumenti senza abusarne. Oggi I sensori (utilizzando I programmi di denoise) permettono di usare sensibilità di migliaia di iso al prezzo di una modesta riduzione delle sfumature di colore. Chi scatta foto d'azione segue a testa bassa questa possibilità. Bisogna fare un passo indietro. Poi c'è il parametro della gamma dinamica e della conseguente apertura delle ombre. Sarà pur vero che l'occhio umano legge bene nelle ombre, ma aprire le ombre appiattisce l'immagine e determina colori/contrasti innaturali dentro le ombre stesse: se in teoria con la fotografia digitale si può trasformare/migliorare l'immagine, questo vuol dire anche che si può peggiorarla anche molto. |
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