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"La fotografia rappresenta la realtà" e Berengo-Gardin


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avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2023 ore 14:16

art21.org/watch/extended-play/jeff-wall-an-impossible-photograph-short

Dice che ciò che si vede nelle sue foto è successo. Il perché sia accaduto è irrilevante. È stato accidentale, inscenato, ricostruito? Non ha importanza.

E poi: negli altri media, come la pittura, la scultura, il teatro, il cinema, ecc. nessuno si chiede se sia successo davvero, questo vale solo per la fotografia.



Penso che ci sia una differenza tra i fotografi che si considerano artisti visivi e quelli che vogliono documentare e cercano di attenersi alla verità. A prescindere dal fatto che ci riescano o meno.

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2023 ore 14:33

E poi: negli altri media, come la pittura, la scultura, il teatro, il cinema, ecc. nessuno si chiede se sia successo davvero, questo vale solo per la fotografia.
Anche la fotografia, almeno quella autoriale, sta andando verso la direzione delle altre discipline creative, e non da ora. La fotografia cambia, si modifica, reagendo così all'enorme inflazione globale di fotografie e alle immagini create dall'intelligenza artificiale. Questo dimostra che la fotografia è viva e vegeta e che ha ancora tanto da esprimere

avatarsenior
inviato il 26 Agosto 2023 ore 17:12

Ma se è fotografia il metodo è solo qualcosa di reale che ha emesso o riflesso fotoni. Sennò è grafica

E infatti, la famosa doppia esposizione di Gustave Le Gray postata da Matteo è ottenuta esattamente in questo modo; difficile affermare il contrario, a maggior ragione dal momento che non c'era altro modo per restituire un'immagine davvero realistica.
E in effetti, chi all'epoca avesse osservato una delle tante foto con l'esposizione lunga e l'acqua "setosa", avrebbe detto che quella foto tutto era tranne che reale, mentre mi gioco la testa che la maggior parte dei primi osservatori di quella doppia esposizione di Le Gray abbia esclamato qualcosa del tipo: "finalmente una foto della realtà".
D'altronde, a pensarci bene, cosa se ne faceva la gente dell'epoca di una "realtà" fotografica in cui potevi apprezzare solamente il cielo, ma non il mare, o viceversa il mare, ma non il cielo, quando andando di persona sul posto potevi osservare entrambi perfettamente e in un colpo d'occhio unico?
Ed è lì che nacque il dilemma se per realtà dovessimo considerare quella che vedono i nostri occhi o quella che poteva rimanere impressionata sulla pellicola, perché è palese che si trattava di due realtà differenti; quindi è normale che già all'epoca entrambe le scelte fossero accettate.

avatarsenior
inviato il 29 Agosto 2023 ore 4:37

@Remember.. vero però rimane sempre una foto di un pomodoro. senza dubbi


Insieme a :


Faccio un ultimo tentativo, poi alzo bandiera bianca Sorriso
La foto rappresenta la realtà di quella faccia del pomodoro.
La menzogna sarà di chi andrà ad usare quella foto (non necessariamente l'autore) per dire : <<guardate come sono sani questi pomodori>>


Anche se desumessi che quella è la realtà del pomodoro, anteriormente, fino a farti venire voglia di addentarlo, ecco che siete caduti a piè pari nell'illusione della vostra inconfutabile realtà.
Infatti quell'ortaggio ritratto non era altro che della plastica o della cera. Sorriso

Per l'ultima volta ribadisco che considerare realtà quella catturata da una fotografia, non è altro che teoricamente vero.

Ma la teoria evapora di fronte alla pratica.
Ovvero dal momento che i fruitori restano gli umani, i cui cervelli interpretano, e per essi interpretare una foto è cosa imprescindibile, per cui ne deriva che la pura e ipotetica univoca realtà vada farsi benedire o friggere, e a tutti gli effetti sia illusoria e fondamentalmente non esista.

Per concludere il tuo issare bandiera candida temo non basterà, come resa.

Infatti dopo esserti arreso, sarai incatenato e relegato nelle segrete di un maniero, sostenuto a pane e acqua, ed in compagnia di ragni, scarafaggi e topi. MrGreen

avatarsenior
inviato il 29 Agosto 2023 ore 7:08

e a tutti gli effetti sia illusoria e fondamentalmente non esista.

Mi ricorda l'errata convinzione che una fotografia possa raccontare una storia.

avatarsenior
inviato il 29 Agosto 2023 ore 7:32

Lo fa come lo fanno i disegni e la scrittura.
Écun linguaggio non completo, ma nessun linguaggio é in assoluto quello che più approssima la nostra idea.
Anno fa uscì l'opera di Joseph Kosuth con l'opera Una e tre sedie che riflette proprio su questo

user236140
avatar
inviato il 29 Agosto 2023 ore 10:58

Il fatto è che quelli bravi vedono, e poi mostrano, con una fotografia. Quelli meno bravi immaginano, e poi mostrano con la grafica. E si incazzano perché quelli più bravi non hanno bisogno di fare grafica e dicono che la fotografia è altro. Così è più chiaro?


Bellissima!
Me la metto da parte

user236140
avatar
inviato il 29 Agosto 2023 ore 11:11

Alcune di quelle foto sono state effettuate con ottica normale, altre con medio tele.


senza minimamente conoscere le foto famose citate (viste molti anni dopo qui su Juza), ho assistito molti anni fa a uno di quei passaggi durante una breve vacanza a Venezia, e devo dire che la visione era impressionante anche ai soli occhi Eeeek!!!

credo all'epoca avessi una bridge e può essere che abbia scattato una foto (la vado a cercare), facilmente in grandangolo altrimenti non ci sarebbe rientrata la scena dato che ero a breve distanza dal canale

Eccola





scattata a 6 mm ovvero 36 mm eq

Ricordo che guardandola sfilare ho pensato che sarebbe basato un Capitan Schettino (allora sconosciuto Eeeek!!!), o anche solo un qualche guasto a devastare l'intero centro di Venezia, data la scarsissima distanza tra il mastodonte e la terraferma

avatarsenior
inviato il 12 Settembre 2023 ore 9:58

Alex Majoli, maestro di reportage di fama internazionale, per chi non lo conoscesse, dice: "La fotografia è in realtà una grande bugia"

www.ravennaedintorni.it/societa/2023/09/08/intervista-alex-majoli/


avatarsenior
inviato il 12 Settembre 2023 ore 13:02

"La fotografia è in realtà una grande bugia"


Credo che si debba leggere l'intero paragrafo:

«Per molto tempo la fotografia, specialmente in Italia, è stata considerata l'illustrazione delle parole scritte dai giornalisti, con la differenza che la fotografia mostrava delle cose realmente successe, mentre le parole potevano inventare. C'è sempre stato uno scontro fra queste due arti, quella del parlare e quella del fotografare. In realtà, se ci pensiamo, anche la fotografia è una grande bugia. In un'ideale agorà in cui tutti devono trovare una forma per raccontare la verità, la fotografia è forse quella che porta più ambiguità perché si è obbligati a osservare attraverso lo sguardo del fotografo, che è sempre soggettivo. Certo, la fotografia ritrae un fatto realmente accaduto, ma sempre secondo l'interpretazione di chi la osserva; questi è sia il fotografo che la realizza, sia l'osservatore che la contempla, il quale attribuisce ad essa significati diversi anche in base al proprio vissuto e al proprio bagaglio emotivo».

avatarsenior
inviato il 10 Ottobre 2023 ore 10:39

Ieri ho rivisto questo documentario. Suppongo che il post all'inizio si riferisca ad essa.



E sì, si può cercare di portare ciò che è davanti alla telecamera nel modo più puro possibile e mostrare anche cose che non può registrare in un modo diverso. Ma il successo dipende dallo spettatore. Capisce la foto o non la capisce. Come racconta nel film, i bambini delle scuole cinesi non capivano o interpretavano male le sue immagini perché erano nati in una cultura completamente diversa.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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