| inviato il 08 Marzo 2023 ore 19:24
Per un progetto che prevede l'uso dello stativo e scene a basso contrasto la Pan F va bene. Provala in Ilford Perceptol, a 25 iso. I tempi per le varie diluizioni (da stock a 1+3) li trovi sul bugiardino Ilford. |
| inviato il 08 Marzo 2023 ore 22:05
Quello che veramente mi sfugge è la ragione di tanta ricerca (analogica) per poi ottenere un risultato digitale. Capirei se a conclusione del ciclo si ottenesse una stampa "chimioanalogiargentica" che per la condivisione abbisogna necessariamente del passaggio digitalizzante, ma riprodurre e/o scansionare il negativo per poi invertirlo, aggiustarlo, e pubblicarlo mi sembra un lavoro che se fatto esclusivamente in formato numerico darebbe risultati probabilmente migliori in modo più diretto e semplice. |
| inviato il 08 Marzo 2023 ore 22:47
“ Quello che veramente mi sfugge è la ragione di tanta ricerca (analogica) per poi ottenere un risultato digitale. Capirei se a conclusione del ciclo si ottenesse una stampa "chimioanalogiargentica" che per la condivisione abbisogna necessariamente del passaggio digitalizzante, ma riprodurre e/o scansionare il negativo per poi invertirlo, aggiustarlo, e pubblicarlo mi sembra un lavoro che se fatto esclusivamente in formato numerico darebbe risultati probabilmente migliori in modo più diretto e semplice.” Non ho una risposta precisissima ma la mia sensazione è conclusione (del tutto discutibile) è che con il processo analogico/digitale ottengo risultati che non riuscivo ad ottenere con il solo digitale con la 6d. Uso tuttora La 6d e faccio anche scatti in parallelo con l analogico ma per alcune foto mi piace di più la pellicola. Per altre L analogico. |
| inviato il 08 Marzo 2023 ore 22:48
“ Per un progetto che prevede l'uso dello stativo e scene a basso contrasto la Pan F va bene. Provala in Ilford Perceptol, a 25 iso. I tempi per le varie diluizioni (da stock a 1+3) li trovi sul bugiardino Ilford.” Grazie per il suggerimento Verificherò anche quella pellicola |
| inviato il 08 Marzo 2023 ore 23:35
@Ettore Io utilizzo un processo ibrido, negativo grande formato + scansione + stampa plotter, perché è il modo migliore e più semplice che ho trovato per vedere in stampa quello che ho pensato. Partendo da una file non riesco a convertire in bn come vorrei, in una filiera analogica 100% mi viene difficile effettuare i ritocchi che ho in mente. Quindi per mia semplicità ho deciso di procedere con un metodo ibrido. Per me ha senso questo metodo, eccome. Io stesso fatico a vedere la differenza, dietro ad un vetro, tra una stampa da ingranditore e una da plotter dallo stesso negativo scansionato. Non sto in questo caso tenendo in considerazione il piacere del processo analogico, che apprezzo moltissimo, sto solo valutando il risultato finale e la semplicità nel raggiungerlo. |
| inviato il 09 Marzo 2023 ore 7:48
“ @Luca.ballotta Io utilizzo un processo ibrido, negativo grande formato + scansione + stampa plotter, perché è il modo migliore e più semplice che ho trovato per vedere in stampa quello che ho pensato. Partendo da una file non riesco a convertire in bn come vorrei, in una filiera analogica 100% mi viene difficile effettuare i ritocchi che ho in mente. Quindi per mia semplicità ho deciso di procedere con un metodo ibrido. Per me ha senso questo metodo, eccome. Io stesso fatico a vedere la differenza, dietro ad un vetro, tra una stampa da ingranditore e una da plotter dallo stesso negativo scansionato. Non sto in questo caso tenendo in considerazione il piacere del processo analogico, che apprezzo moltissimo, sto solo valutando il risultato finale e la semplicità nel raggiungerlo. „ Va tutto bene “ tanto quel che conta è il risultato „ anche tenendo conto del fatto che c'è chi partendo da un file si impegna per ottenere una stampa tradizionale adducando motivazioni simili al suo: “ perché è il modo migliore e più semplice che ho trovato per vedere in stampa quello che ho pensato. „ |
| inviato il 09 Marzo 2023 ore 8:04
Quello che veramente mi sfugge è la ragione di tanta ricerca (analogica) per poi ottenere un risultato digitale. Capirei se a conclusione del ciclo si ottenesse una stampa "chimioanalogiargentica" che per la condivisione abbisogna necessariamente del passaggio digitalizzante, ma riprodurre e/o scansionare il negativo per poi invertirlo, aggiustarlo, e pubblicarlo mi sembra un lavoro che se fatto esclusivamente in formato numerico darebbe risultati probabilmente migliori in modo più diretto e semplice. Concordo al 110%. Il processo misto può avere un valore nel caso della diapositiva che, orfana del Cibachrome, non può essere stampata se non previa scansione, ma nel caso di un negativo, sia colore che bianconero, la scansione porta inevitabilnente a un impoverimento del negativo proporzionale alla qualità della scansione. E se si tiene debito conto del fatto che pure nel caso della scansione a tamburo, da sempre e da tutti ritenuta la migliore, a detta di Henning Serger si perde il 30% del dettaglio presente sul negativo, appare chiaro come questo sia un processo fortemente riduttivo, in termini qualitativi, rispetto alla filiera classica con la stampa da ingranditore. |
| inviato il 09 Marzo 2023 ore 8:09
Ovviamente lo stesso vale anche nel caso della stampa da file figitale "originale" che, ovviamente, sarà sempre migliore di un file digitale ottenuto dalla scansione di un originale chimico. Negativo o positivo che sia. |
| inviato il 09 Marzo 2023 ore 10:50
secondo me ognuno fa quello che vuole delle proprie foto. L'unica questione è che per valutare un negativo non si può prendere la scansione come metro di paragone, perché non ha il minimo senso. Ugualmente per valutare pellicole o sviluppi non servono le scansioni delle foto ottenute, ma è molto più utile una curva o dei test in ambiente controllato e con un significato tecnico. Il tutto con buona pace dei numerosissimi recensori di pellicole che affollano l'internet. |
| inviato il 09 Marzo 2023 ore 10:51
Ma alla fine è meglio mettere un filtro nd che doversi portare sempre il cavalletto e non poter scattare foto a cose che si muovono. La mia scelta Scusa eh... ma non fai prima ad andare in giro con due corpi, uno caricato a 100 ASA e l'altro a 800? Oltretutto al "prezzo delle patate" a cui si trovano oggi tanti corpi a pellicola... |
| inviato il 09 Marzo 2023 ore 12:12
“ Scusa eh... ma non fai prima ad andare in giro con due corpi, uno caricato a 100 ASA e l'altro a 800? Oltretutto al "prezzo delle patate" a cui si trovano oggi tanti corpi a pellicola...” Si questa è la soluzione che ogni tanto uso e la più sensata. Però doppio peso e ingombro da portarmi a spasso per ore nei boschi a volte è troppo. E poi dovrei cambiare lente Nel discorso di usare il processo misto digitale analogico in linea di massima sono d accordo anche io che ha poco senso. Lo sto sperimentando da un paio di annetti ora e mi ci diverto. ma a poco senso. Se domani dovessi partire per il giro del mondo, mi porterei la 6d e non la pellicola. La pellicola per me ha senso perché mi diverto e mi è utile per capire il bianco e nero. Le mie conversioni in bianco e nero ora hanno senso. Non sono più quegli accrocchi che mi uscivano prima. Detta in un altra direzione: a me scattare con pellicola in bn è stato utile per capire il bn anche in digitale |
| inviato il 09 Marzo 2023 ore 13:23
Pure io sono "ibrido" scatto a pellicola (35mm) sviluppo ed acquisisco con uno scanner (che reputo decente nell'ambito amatoriale, Reflecta 10T). Ottengo dei file digitali tiff che importo in LR, riquadro per portarli al formato esatto, spuntino se ci sono imperfezioni e poco altro. Ogni tanto stampo tramite Lab digitale, formato 20x30. Sono ben consapevole che il risultato non è il medesimo della stampa chimica. Perché lo faccio? Intanto perché mi diverto, poi perché non ho la possibilità di mettere su una CO per la stampa. Scatto solo BN perché la pellicola è un modo (magari sbagliato, ma tant'è) di capire il BN anche in ottica digitale, dove anche qui oramai converto quasi tutto in BN. A mio modesto parere, funziona anche questo approccio, in base ai miei risultati. Di solito, tranne occasioni dove la pellicola BN non va proprio (sport, qualche cerimonia fatta da amatore...) mi porto appresso una macchina a pellicola ed una digitale, con 4/5 lenti fisse che posso usare su entrambe. In alcune occasioni, tipo passeggiata metropolitana o anche viaggetto, mi porto dietro solo la pellicola. Da ultimo, faccio pochi scatti anche con il digitale ma con la pellicola la % di scatti che "salvo" è decisamente maggiore. Mi capita di fare 30 scatti in digitale senza salvarne uno, su un rullino da 36 invece una dozzina buona viene fuori. Penso anche di avere capito il perché, al netto di composizione "povera" o errori tecnici di esposizione/fuoco il digitale ha bisogno di essere sviluppato esattamente come la pellicola, per tirare fuori quello che si ha in mente. Grazie a questa consapevolezza, ultimamente sto riprendendo vecchi scatti in questa ottica. |
| inviato il 09 Marzo 2023 ore 13:39
“ @Carlmon ........ Lo sto sperimentando da un paio di annetti ora e mi ci diverto.......... ......Detta in un altra direzione: a me scattare con pellicola in bn è stato utile per capire il bn anche in digitale ....... „ “ @Enrico Chiambalero ........Perché lo faccio? Intanto perché mi diverto,............ ........Scatto solo BN perché la pellicola è un modo (magari sbagliato, ma tant'è) di capire il BN anche in ottica digitale...... „ A questo punto sarei curioso di sapere dov'è insito il divertimento e dove l'utilità per meglio comprendere il digitale, trattandosi di cose dalle basi ben diverse. |
| inviato il 09 Marzo 2023 ore 13:48
Una delle mie (STRAMPALATE) teorie: la tecnologia della fotografia digitale nasce, se non ricordo male, nel 1981 con la Mavica Sony. Per un bel pò "la polvere restò sotto il tappeto", fino a che, nel 2001 (+ o -) con un "ACCORDO DI CARTELLO" (tutte quante le Case uscirono INSIEME -che combinazione!- con le "digitali". Ricordo un'impressionante demo Canon in un centro Mediaworld!) "esondarono" sul mercato. Boom di vendite; ubriacatura generale ... fino a che ... fino a che ... il mercato si saturò, ed ... arrivarono i fototelefonini. As a result: crollo dei volumi di vendita > il 90-95% negli ultimi 12 anni (si, lo so: ci sono stati ANCHE il Covid, la guerra in Ucraina, ecc.). L'ingordigia, la cupidigia, resta uno dei "Peccati Capitali"! Ora io mi chiedo: se la transizione fosse stata più graduale (dorsi digitali sulle reflex analogiche precedenti e, soprattutto, ricerca e conseguente offerta di scanner ad alte prestazioni/costi abbordabili ... A quale livello qualitativo saremmo potuti giungere, in tutti questi anni, sui due prodotti che ho indicato?) quante chiusure/fallimenti si sarebbero potuti evitare? Il mio amico Paolo, qui sopra, con la consueta puntualità, ricorda la (prematura e compianta) fine del Cibachrome: una delle ragioni (anche se non l'unica!), ad esempio, per la quale decisi di passare al digitale ... Amen! GL |
| inviato il 09 Marzo 2023 ore 16:02
“ dove l'utilità per meglio comprendere il digitale, trattandosi di cose dalle basi ben diverse. „ Le basi sono diverse (per certi versi opposte) per quanto riguarda il mezzo, ma il segnale è sempre la luce. Con la pellicola vi è molto meno "controllo" e questo mi serve. |
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