| inviato il 05 Maggio 2022 ore 12:29
La formula esplicitata in Rtot è: R tot = ( R a)*( R b) / sqrt( ( R a^2 + R b^2) ) Però vale con solo due termini, la formula con più di due termini si complicherebbe molto. Penso sia ovvio però: sqrt = radice quadrata ^2 = elevato al quadrato |
| inviato il 05 Maggio 2022 ore 12:40
“ Ecco perché la cosa non mi torna del tutto: in altre parole come si scende, da un totale (seppur del tutto teorico) di 240 lp/mm a sole 72 lp/mm? „ Le risoluzioni non si sommano, altrimenti ci sarebbe il paradosso che più elementi in serie metti e più aumenta la risoluzione. La risoluzione cala ogni passaggio perchè ogni elemento aggiunge un degrado più o meno grande; cioè se un elemento ha un certo limite di risoluzione, quello successivo non può incrementarlo, ci aggiunge il suo. |
user28666 | inviato il 05 Maggio 2022 ore 12:51
“ in sostanza una sorta di 1+2=3, pertanto se il PRO è 80 lp/mm, e il PRP è 160 lp/mm il PRT è 80+160=240 lp/mm, insomma è una cosa un tantinello grossolana e alla fine non so se sia del tutto corretta „ no, il potere risolvente si abbassa. Per semplicità, se il Leica da ripresa ha 100lp/mm ed il Kodak da proiezione ne ha 50lp/mm ne viene che 1/( R totale)^2 = 1/(100)^2 + 1/(50)^2 cioè R totale sarà 45 lp/mm il famoso collo di bottiglia che abbassa la risoluzione. |
| inviato il 05 Maggio 2022 ore 16:10
Allora ragazzi supponiamo di aver un obiettivo, con una risoluzione di 80 lp/mm, che impressiona una pellicola con un potere risolvente 160 lp/mm. Ora, per cortesia, fatemi un calcolo (il più elementare possibile) che mi porti a sapere quante coppie di linee/mm quella pellicola EFFETTIVAMENTE registrerà. |
| inviato il 05 Maggio 2022 ore 17:29
..circa 72 lp/mm in base alla formula di Rolubich Questo partendo da una mira ottica a contrasto 1:1000, difficile da riscontrare nel mondo reale. Anche in quel caso, secondo me basta un calo di contrasto introdotto dalla catena ripresa-proiezione, e non le vedi piu' (in una proiezione dove si sta ad almeno 3m). L' occhio cioe' non vedra' piu' 2 linee, una bianca ed una nera, ma una sola linea grigia. OT: In digitale la mia d700 non ci arriva nemmeno a registrare dettagli cosi fini. Una full frame 24mpx il minimo sindacale |
user77830 | inviato il 05 Maggio 2022 ore 18:58
PaoloMcmllx“ In ogni caso, molti anni addietro, un mio amico aveva le stesse tue granitiche certezze... fino a che non gli ho mostrato le Velvia impressionate col 300 alla Fluorite „ Una fotografia vale più di mille parole! Le prove, mostraci le prove; coraggio, mostra ordunque il decantato mirabile effetto della fluorite. Attendo con ansia fiducioso: non ti mollo! |
user77830 | inviato il 05 Maggio 2022 ore 19:02
  Ha! Ha! Ha! Teoria - Matematica - MTF - Formula di Katz - Tutti argomenti che c'entrano molto poco con la fotografia chimica. La fotografia deve esprimere bellezza, interesse ed elargire magìa...tanta magìa. |
user77830 | inviato il 05 Maggio 2022 ore 19:07
PaoloMcmlx “ Come tutte le diapositive del resto! „ NO! Solo le mie vivono di luce propria; le tue necessitano di intenso fascio di luce con potente ottica da proiezione, altrimenti le evanescenze non potranno emergere... |
| inviato il 05 Maggio 2022 ore 19:19
Ok... quando mi avanza un poco di tempo vado a raccattare fra le dia di vent'anni addietro, allorquando cioè usavo ancora il sistema FD, ne ripesco tre o quattro, le invio a Diego per farmele scansionare con l'Hasselblad e poi le posto qui per la tua gioia. Il tutto poi per dimostrarti una cosa che non ha bisogno di essere dimostrata perché è risaputa dal 1968! Ma stai scherzando? Facciamo così: tieniti pure le tue certezze, farlocche peraltro, che io mi tengo le mie, ricordati solo una cosa però: quando nel 1968 Canon, con i primi due obiettivi alla Fluorite risolveva, alla radice, il problema dell'Aberrazione Cromatica residua Leica si baloccava ancora con i tripletti acromatici... uno su tutti il famoso Telyt "Grenoble"... ossia quello fatto apposta per le Olimpiadi Invernali di quell'anno! E queste non sono chiacchiere da forum... questa è Storia! |
user77830 | inviato il 05 Maggio 2022 ore 21:16
Non credo sia necessaria una scansione ad elevatissimo livello per dimostrare la qualità di una DIA...guarda le mie Velvia digitalizzate con Nikon D800. Infine, mai creduto o pensato che Leica potesse essere esente da errori, anche pesanti. Ma in ogni caso a me poco importa di Leica in sé; mi è sufficiente poter utilizzare le sue formidabili ottiche che mi regalano Velvia sensazionali, uniche e rare. |
user77830 | inviato il 05 Maggio 2022 ore 21:25
PaoloMcmlx “ Ma se stai annaspando in un bicchier d'acqua! MrGreenMrGreen „ Annaspare io? Ma non credo proprio! Siete voi che siete in difficoltà. Siete voi che continuate a battere sull'ottica da proiezione, quando a me non interessa. Siete voi che non avete ancora presentato alcuna fotografia a dimostrazione della vostra valenza. Siete voi che vi siete trincerati dietro alla impossibilità di poter postare foto decenti poiché sul monitor si vedrebbero male e che perciò potrebbero essere criticate. Io ho sempre presentato fotografie senza vergognarmene, beccandomi pesanti critiche che, però, mi hanno molto divertito e rallegrato Voi siete in difficoltà e non sapete come comportarvi. Sembrate Vladimir ed Estragon...vado o resto? posto o mi sposto?  Un caloroso saluto dal vostro Godot... |
user77830 | inviato il 05 Maggio 2022 ore 21:36
PaoloMcmlx “ lla fine, come sempre, se si parla con dei dati oggettivi è sempre meglio. Prendiamo due obiettivi a caso: il Canon EF 100/2,8 macro USM e il Leica APO macro Elmarit R 100/2,8 e, tralasciando di elencare tutti i dati per una mera questione di spazio disponibile, diciamo che alla MMaF risolvono: il Canon 74/62 lp/mm a TA contro 70/70 del Leica; e 83/73 lp/mm a 5,6 contro le 78/78 del Leica APO. Le prestazioni fra i due obiettivi quindi risultano essere abbastanza simili, anche se appare chiaro che la risoluzione in assoluto più alta è appannaggio del Canon, mentre la uniformità di resa è migliore nel caso del Leica. A questo punto è evidente che questi valori di risoluzione, molto alti in entrambi i casi, producono delle diapositive comunque assai nitide che però, per essere fruibili da noi osservatori, dovranno necessariamente passare attraverso l'ultimo collo di bottiglia costituito, per l'appunto, dall'ottica da proiezione! Ma se le prestazioni del Leica si strozzano passando attraverso il Kodak 85/2,8 - circa 50 lp/mm - mentre quelle del Canon fluiscono libere e ariose attraversando un Super Colorplan da 70 lp/mm, appare evidente che a prescindere dalla presunta -assai presunta invero - superiorità di un obiettivo sull'altro col Kodak, nella migliore delle ipotesi, ritroverai sullo schermo 50 lp/mm mentre ne riavrai, a patto ovviamente di averle ben registrate sulla diapositiva, e +/- ce l'hai, l'assai superiore bellezza di 70 lp/mm. Questa è la nuda realtà dei fatti... poi è chiaro che ognuno è libero di pensarla, e di cantarla, come meglio gli aggrada ma i dati, ripeto, questi sono e questi restano ;-) „ Di sicuro le Velvia migliori e più godibili saranno le Velvia impressionato con Leica; non ho il minimo dubbio, in quanto conosco molto bene le carenze delle EOS. Ed è causa di tali carenze sofferte dalle EOS - 100USM compreso - che le Velvia da esse impressionate, dovranno forzatamente essere proiettate con il miglior obbiettivo possibile, pena riduzione o, addirittura, occultamento alla visione degli elementi più lontani dalla linea di fuoco...EOS è piuttosto carente all'infinito...quasi quanto le lenticchie russe...laddove, invece, Leica eccelle spudoratamente e smisuratamente. Delle Velvia con Leica mi astengo...voi non le conoscete. |
| inviato il 05 Maggio 2022 ore 23:15
Qui si passa con disinvoltura dalla fisica alla metafisica. Prendo per buona la cifra di Paolo che assegna al Kodak 85/2.8 una risoluzione di 50 lp/mm, abbastanza verosimile (lasciando perdere gli obiettivi Leica che hanno impressionato le Velvia e se siano meglio o peggio delle ottiche Canon). Se nella scena ripresa c'erano alcuni dettagli che si traducevano sulla Velvia in 60 lp/mm, questo Kodak non li sa riprodurre nitidi, letteralmente non li proietta fedelmente. Cosa sono 60 lp/mm? Sono 120 linee per mm sommando le bianche alle nere di una mira monocromatica. Sono risoluzioni alla portata di pochi obiettivi intorno ai 100mm (anche i supertele, ma lì il problema è l'aria). Bisogna considerare che la risoluzione di un obiettivo è potenziale, ai fini della proiezione è più importante la quantità di dettagli della scena inquadrata. Se non ci sono dettagli fitti puoi così impiegare ottiche risolventi, sulla pellicola finiscono i dettagli conformi alla scena, non altro. Quindi è comprensibile che Nocti sia contento del suo "catorcio" Kodak: è abbastanza che nelle sue Velvia ci siano solo dettagli inferiori a 50 lp/mm. Poi indubbiamente altre qualità faranno preferire obiettivi di proiezione migliori del Kodak, ma in termini di dettagli resi in proiezione la situazione è questa. Un distinguo. Quando si parla di linee/mm siamo nel dominio spazio. Quando si parla di lp/mm siamo nel dominio frequenze spaziali perché lp (coppia di linee) non è altro che un periodo completo. In effetti molte volte plottano MTF con cicli/mm invece di lp/mm sull'asse delle ascisse. |
| inviato il 06 Maggio 2022 ore 3:09
@Rolu la tua formula è un esempio di quadratura. Che si compongono in quadratura sono diversi tipi di rumore. Da lì nascono le MTF proposte dall'ing tedesco Otto Schade della RCA USA negli anni Cinquanta. 50 lp/mm sono 100 linee per mm. In un mm ci sono 1000 µm, facendo 1000/100 si ottiene 10µm per una linea singola perché il numero delle linee è un numero puro adimensionale. Abbandoniamo la Velvia per un attimo e passiamo ad un sensore digitale. Nyquist impone che per ricostruire 50 lp/mm ci vuole un sensore capace di 100 linee/mm. Questo comporta che il sensel sia grande 5µm di lato. Questo 5µm non è altro che il "rumore", cioè l'indeterminazione della risoluzione. Se il sensel fosse infinitamente piccolo non esisterebbe l'indeterminazione della risoluzione. Schade ha riassunto tutto questo in una espressione molto potente in cui compaiono i soli fattori essenziali nella fotografia digitale, cioè lunghezza d'onda, F (f/ per noi) e dimensione d in µm del sensel quadrato. Mi scuso per l'inglese:
 Traduzione: assumendo che l'inverso della risoluzione sia "rumore", Schade ha introdotto le MTF. Non bisogna spaventarsi per l'integrale. Se si ha l'MTF in grafico si calcola facilmente. Esiste fortunatamente una relazione semplificata in ottimo accordo con la precedente:
 Holst è un consulente dei militari USA. |
user28666 | inviato il 06 Maggio 2022 ore 7:42
Cioè combinando un obiettivo e supporto per la registrazione dell'immagine, la risoluzione totale è data dal diaframma in uso, dalla dimensione del fotosito e dalla lunghezza d'onda della luce nel visibile che assumiamo essere mediamente 0.5um (500nm). Quindi per qualsiasi obiettivo che sia Leica o Kodak, impostato il diaframma, la risoluzione dipende dal sensore CCD o dalla pellicola (detector limited region). Giusto così, giocando con la fantasia, ma forse capisco male quelle equazioni. |
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