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“ Benissimo, solo dovresti aggiungere "nelle foto che piacciono a me e in quelle che io scatto seguendo i miei criteri operativi" . Perché ci sono molti altri che invece non si interessano per nulla alla narrazione e cercano invece di strutturare le immagini seguendo schemi formali più o meno raffinati, alla maniera dei pittori suprematisti. Nella storia dell'arte non c'è stato solo il Picasso di Guernica, c'è stato anche Mondrian. Entrambi avevano le loro ragioni. „
Sì, se chiedi alla fotografia di essere assorbita dall'arte. No, se chiedi alla fotografia di essere se stessa.
“ Un mio spassoso compagno di scuola gay, invece, gira talvolta con una t-shirt su cui vi è scritto: “me ne sbatto della patata” „
Lo metterei in Parlamento al posto di quelli che hanno esultato per la tagliola alla legge Zan.
user225138
inviato il 10 Novembre 2021 ore 22:14
Canti Del Caos, io non nego che tu sia in grado di esprimere concetti in modo formalmente corretto, perfino raffinato, e che le tue opinioni abbiano una certa coerenza interna.
Ma sono opinioni che si fondano su postulati che non solo sono del tutto soggettivi, ma che nemmeno enunci in modo trasparente e chiaro.
I tuoi post si riducono, per chi li legge, ad un divertissement piuttosto vacuo.
“ I tuoi post si riducono, per chi li legge, ad un divertissement piuttosto vacuo. „
Per esempio l'ultima risposta che ho dato a 'Miopiartistica' è il suggerimento a chiedersi: esiste una peculiarità della fotografia?
Non mi sembra una risposta vacua. Perché Berengo Gardin quasi in ogni intervista dice: non ci tengo a essere considerato un artista. Evidentemente pensa che esiste una peculiarità della fotografia, non esiste solo dentro di lui, esiste come possibilità oggettiva della fotografia.
“ Ma sono opinioni che si fondano su postulati che non solo sono del tutto soggettivi, ma che nemmeno enunci in modo trasparente e chiaro. „
Non parto da postulati, ma da osservazioni. Il topic è nato da due osservazioni: - ho attribuito una fotografia a Jim Goldberg senza leggere la didascalia - ho notato che una fotografia, quella di Acheo, è stata accolta nel forum dove l'aveva pubblicata riducendola a un orizzonte pendente.
Quindi mi sono chiesto: - come è possibile riconoscere l'autore/autrice di una fotografia? e ho risposto che è possibile individuando una 'maniera' oppure una 'relazione' tra quell'autore/autrice e il mondo, tenendo ben distinti maniera e relazione. Cioè trasformandoli in due attrezzi per capire quello che accade.
- poi mi sono chiesto quanto le aspettative influiscono sulla possibilità di vedere l'immagine. E ho invitato a pensare quali sono questi condizionamenti introiettati, che non sono soltanto fatti di regole fotografiche, ma in modo ben più pervasivo dal nostro posizionamento sociale (genere, scolarizzazione, etnia, eccetera).
"L'organizzazione del frame inizia dal formarsi una conoscenza della cosa, padroneggiare l'argomento (già considerare il soggetto fotografato come un argomento è un bel salto rispetto al discorso comune sulla composizione). La composizione tout court a questo punto potrebbe prendere il nome di una delle fasi della retorica: la dispositio. Così la fotografia torna a essere narrazione.
Quindi, la butto lì un po' provocatoriamente: secondo me per imparare a comporre è meglio Cicerone di tutti quei manualetti dove si vedono figure martoriate da triangoli e linee accompagnate da didascalie astruse."
Se chiedessimo a ogni iscritto a questo forum quale sia la specificità estetica della fotografia con ogni probabilità otterremo centinaia di risposte differenti. Dopo di che alcuni si renderebbero conto di aver descritto cosa è la fotografia per loro mentre altri penserebbero di aver dato una risposta valida per tutti.
che discorso complesso. Il fotografo amatoriale per fotografare ha bisogno di convenzioni: regole convenzionali, soggetti convenzionali, inquadrature convenzionali e a volte le sue stesse foto sono una ripetizione di cliché, come dimostra ad esempio la pagina instagram di insta_repeat. Nei fotografi amatoriali prevale il soggetto: la bella donna, il bel panorama, il bel tramonto, la bella ripresa di un insetto o di un uccello, la bella foto di città, la bella foto del mendicante indiano barbuto. Il fotografo amatoriale evoluto eleva a potenza le stesse cose, magari spendendo interi stipendi in attrezzatura e viaggi, e in più si è costruito un bagaglio di espedienti per ottenere delle foto "wow" per ottenere riconoscimenti social o vincere concorsi. Poi ci sono i fotografi che cercano, a vari livelli, di dire qualcosa di proprio, di trovare "la propria voce", per usare un'espressione sentita da Giulia "Nausicaa" Bianchi. Se guardiamo la storia della fotografia tutti i grandi, dall'invenzione alla fotografia contemporanea, non cercano la bella foto, ma la propria voce. Nel momento in cui noi fotoamatori cerchiamo di fare le foto come uno qualsiasi dei grandi (o peggio, come il tizio visto sui social) stiamo mettendo da parte la nostra voce per farcela dare in prestito da loro. Siamo come quei cantanti che si presentano ai talent show pensando di fare bella figura cantando esattamente "alla maniera di" ed esibendo voci potenti, vibrati, sporcature che qualcun altro ha già esibito. Per esprimere invece qualcosa di originale, anche al nostro livello di fotoamatori, è necessario capire che la foto non la fa il soggetto, ma la fa il fotografo, e non un fotografo qualunque, ma noi stessi: con la nostra visione del mondo, le nostre peculiarità tecniche, la nostra cultura visiva, letteraria, musicale eccetera. Cioè con la nostra voce. Ma per tirare fuori questa voce occorre lavorare tanto, informarsi, leggere, sbagliare, dimenticare le convenzioni, mandare a quel paese la regola dei terzi, pensare, ripensare, trovare un tema, provarlo, cambiarlo. Occorre soprattutto lavorare non per scatti, ma per storie. Anche storie minime, ma storie, nelle quali le singole fotografie sono come le parole di una narrazione che acquistano senso solo insieme alle altre. Se guardiamo la fotografia contemporanea gli autori più quotati non sono quelli che cercano la foto "wow" o il consenso (il primo che mi viene in mente è Kenna), ma quelli che come Rinko Kawauchi, Soth e tanti altri lavorano sulla quotidianità, sulla foto apparentemente banale e soprattutto che con le foto cercando di dire qualcosa, non solo di ottenere un'immagine esteticamente accattivante.
Devo dire che immediatamente non avevo colto l'orizzonte storto e solo marginalmente la mancanza di spazio per la ragazza (cosa che però poi mi dà fastidio, come il mio avatar). Avevo invece colto la normalità della ragazza, e quindi la sua non convenzionalità fotografica, soprattutto le gambe un po' in fuori, valgismo paciocco, le spalle spioventi, tagliatelle. Tutto sommato nulla di complesso, un soggetto rassicurante, materno e, ovviamente, mediterraneo, italiano, che costitutivamente grida il suo rifiuto di ciò che le vuol far pensare il fotografo e ovviamente di tutti i discorsi del thread, un essere superiore, come sono generalmente le donne.
E' una questione che potremmo affrontare prossimamente, magari dedicandogli un topic perché sarebbe bello raccogliere tante opinioni e poi fare una sintesi.
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