| inviato il 13 Settembre 2020 ore 18:28
Uhm Schyter grazie dell'informazione, ma francamente da pellicole per fotografia aerea, di bassa sensibilità per giunta, mi aspettavo di più... anzi molto di più |
| inviato il 13 Settembre 2020 ore 19:15
e beh ... sono russe... e poi mica tanto bassa sensibilità. |
| inviato il 13 Settembre 2020 ore 19:17
“ @Bergat ... se posso permettermi, hai dato una risposta non a tema con il topic riferito ai preset... „ lo so benissimo che ero fuori tema, ma era solo una rimembranza degli anni 80, che non aveva niente a che fare del preset |
| inviato il 13 Settembre 2020 ore 19:21
“ Certo che quelle Hasselblad che si facevano superare da digitali da 2 Mpixel dovevano avere seri problemi; oppure ce li aveva il laboratorio. „ la seconda che hai detto. Diffati in linea di massima per il colore facevo diapositive e per il B/N sviluppavo e stampavo da solo, con ben altri risultati. |
| inviato il 13 Settembre 2020 ore 19:27
Ma che pellicole russe, fatti le giapponesi
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| inviato il 13 Settembre 2020 ore 19:33
“ il problema era da ricondurre a un'unica causa comune al 95% dei laboratori stessi: ossia la totale, completa, assoluta incompetenza del personale! „ perfettamente vero. Ricordo che nel 1969 usavo la mia rolleiflex planar e il laboratorio Kodak dove portavo le mie pellicole negative a colori a sviluppare e stampare, avevano dei cartelloni con le stampe fatte sulla luna degli astronauti. Chiaramente quelle erano nitide, le mie fatte con la rolleiflex erano un millesimo della definizione e qualità dei loro cartelloni. Per cui capii che dovevo fare solo B/N o dia, se volevo avere una qualità prive di difetti e se utilizzavo ektachrome potevo anche svilupparmele e intelaiarmele da solo. |
| inviato il 13 Settembre 2020 ore 19:44
E certo Bergat, alla fine era la stessa cosa di quando il 20x30 lo pagavi X o Y... lo pagavi X e ti ridavano la solita stampa automatica, lo pagavi Y, che in genere era il prezzo della X moltiplicato per tre, e ti ridavano la stampa con l'ingranditore alla fine non era proprio la stessa cosa eh... |
| inviato il 13 Settembre 2020 ore 19:48
E quindi anch'io ho risolto proiettando, e riducendo le mie incursioni nella sezione "stampe colore" unicamente a quelle situazioni nelle quali la stampa era del tutto imprescindibile |
| inviato il 13 Settembre 2020 ore 20:03
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| inviato il 13 Settembre 2020 ore 20:18
Per esempio, io che per una mia fissa scatto solo in jpg, faccio estesissimo uso di questi: nikonpc.com/ Caricabili come picture style nella D300 e D700, ne ho fino a 9 residenti in reflex e scelgo cio' che mi convince di piu' a seconda della scena che mi si para davanti. Mi diverto un sacco e ottengo effetti speciali con zero sforzo. Consapevole di ogni limite. |
| inviato il 13 Settembre 2020 ore 21:23
@Schyter Per GOOGLE TRANSLATOR devo provare con CHROME, con SAFARI su MAC in effetti non sempre tutto funziona. Però il primo tentativo è fallito: CHROME dovrebbe tradurre in automatico, ma non me lo fa ... Comunque la richiesta era più per coerenza: camera russa con ottica russa, mirino russo e pellicola russa! Abbinamento molto simpatico per grande estimatore di fotocamere di Grande Madre Russia!!!... Del resto per me la foto analogica oggi è sperimentazione, anche se ogni anno 3-4 foto gradevoli mi saltano fuori. Forse per sbaglio ... Comunque complimenti ancora a tutti per questa bella e tranquilla discussione. Non come quella dei digitali duri e puri che si accaniscano tra CANONIANI, NIKONISTI e SONISTI nelle ridicole battaglie all'ultimo pixel, ogni volta che esce un modello nuovo. Il bello della foto analogica è che la fotocamera più vecchia che uso spesso (non quella che ho, quella che uso spesso) è un LEICA I° del 1930, trasformata in II° dalla casa a WETZLAR nel 1932 con tanto di certificato. Lei fa le stesse foto della fotocamera analogica più recente che ho: la MINOLTA DYNAX 7 (della fine del secolo scorso) che è una reflex AF motorizzata da 6-7 FPS che ha di meno rispetto ai mostri odierni solo il fatto che i punti di messa a fuoco saranno una ventina (non mi ricordo) rispetto all'intero fotogramma di oggi. Il principio tra le due (LEICA e MINOLTA) è lo stesso e la vera differenza la fanno ottica e pellicola: le fotocamere a pellicola sono, in pratica: - UNA CAMERA OSCURA; - UN OTTURATORE e BASTA!!!... Poi la differenza la fa il sensore, pieghevole e mono uso: cioè la PELLICOLA. Qui sta la non sottile differenza tra ANALOGICO e DIGITALE ... |
| inviato il 13 Settembre 2020 ore 21:51
@Tonyrigo camera Soviet con ottiche Soviet, mirino Soviet, esposimetro Soviet e pellicola russa. Poi ci sarebbe la Sputnik famosa tank per sviluppo alla luce in stile Rondinax (Lab-Box) e tante altre cose... ma diventerei logorroico. Oltre a raccattare improbabili rumente soviet (anche se qualche pietra miliare l'ho pure trovata ....) mi interessa particolarmente la parte storica, praticamente sconosciuta ai più. E qui le storie curiose ed interessanti sono davvero tante ed in progress ... della foto-ottica sovietica in realtà si conosce solo la punta dell'iceberg. |
| inviato il 13 Settembre 2020 ore 22:04
Qui cogli una cosa di mio grande interesse: la storia della fotografia russa! In verità mi interesse della storia della fotografia in genere, ma quella russa mi affascina, perchè è l'unica nazione oltre a Germania e Giappone (ed Italia, nel dopoguerra) ad aver fatto dei pezzi strabilianti. Accidenti, mi sono accorto però che l'esposimetro SOVIET mi manca, oltre alla pellicola. Cosa cerco? CdS direi, perchè al SELENIO è un terno al lotto con la cellula ... A suo tempo avevo fatto uno studio, ma poi ho abbandonato il progetto. Dammi un consiglio. Cosa cerco? |
| inviato il 13 Settembre 2020 ore 22:26
Tony mi elenchi le fotocamere strabilianti sovietiche o russe? Io ricordo solo copie dozzinali |
| inviato il 13 Settembre 2020 ore 22:38
Un eccellente esposimetro (eccellente è da riferirsi agli standard soviet) CdS per luce riflessa (ed incidente) con un angolo di campo abbastanza ridotto è sicuramente lo Sverdlovsk 4 ... si trova facilmente sulla baia; alcuni addirittura nuovi nella loro proletaria scatola per pochissimi €. Ne vale la pena. In realtà tra quelli al selenio che spesso risultano cadaverici, la percentuale di funzionanti del modello Leningrad 8 è molto alta. E' un buon esposimetro con una discreta scala anche per condizioni di scarsa luce. Poi se si vuole esagerare, perchè si applica il SZ, c'è il top di gamma... dicasi Rapri E201; esposimetro spot da 1° (secondo alcuni 0.8°). |
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