| inviato il 01 Luglio 2020 ore 13:14
Apprezzatissimo tentativo Ramon. |
| inviato il 01 Luglio 2020 ore 13:16
@biga E' ritenuto tra i grandissimi esponenti della street contemporanea. Se non sei daccordo prenditela con l'elite culturale mondiale www.brucegilden.com/#/new-page-2/ |
| inviato il 01 Luglio 2020 ore 13:20
Gaga. Apprezzo il link. Ora mi spieghi perché sarebbe street? |
| inviato il 01 Luglio 2020 ore 13:21
“ Intanto complimenti. Io lo definirei un reportage. Quale tra i vari elementi a tuo parere lo identificherebbe come street? „ Grazie. Per me è street in quanto, appunto, fatto per strada (anche se “strada “ in senso lato) e documenta singoli momenti Di vita di persone in un determinato ambito. Il reportage, dal mio punto di vista, è un lavoro che spazia anche in altri ambiti (architettura e costumi del posto, cibo, particolarità territoriali ecc). Peraltro molti portfolio Presentati per me sono reportage e perciò fuori tema, perché non raccontano una storia ma descrivono ambienti. A essere rigorosi o, almeno, così mi hanno insegnato. “ Il tuo atteggiamento mi sembra corretto. Hai presentato una "serie" Molti autori di street stanno proponnedo serie, convergento così in qualche modo al reportage Facci sapere se vinci ;-) „ Grazie. No, non vincerò te lo anticipo già ora. Ho visto alcuni lavori che giudico ottimi o comunque più meritevoli del mio. |
| inviato il 01 Luglio 2020 ore 13:21
“ Per me assolutamente no. E se rileggi il nostro primo confronto ti accorgerai che io ne sostenevo l'inutità mentre tu, che sembri già aver cambiato idea, l'importanza „ assolutamente no. Una cosa e cercare i contorni, assottigliare la linea di confine, altro è poter escludere anche sole poche piccole cose. “ “ In questo caso soccorrono altri fattori che si percepiscono con le foto e non con le parole.” Un po' comoda come posizione... se ci sono altri fattori che puoi cogliere li puoi anche individuare e indicare. „ la via maestra è all'interno dei paesi, prima si cammina in periferia per arrivarci... “ Le foto che hai linkato sono ritratti „ il dubbio è il modo per trovarla. “ Scusami Mirko, mi sembri una persona intelligente. Comprenderai quindi che non è che le faccine sorridenti ti autorizzino a essere supponente . „ prosit... |
| inviato il 01 Luglio 2020 ore 13:24
Ti concedo una certa eleganza nel non dare risposte. Devi essere un grande estimatore di Monicelli |
| inviato il 01 Luglio 2020 ore 13:36
Ernesto Bazan Un autore contemporaneo italiano che ho scoperto in questi giorni. Lo trovo veramente bravissimo, Le sue fotografie raccontano tantissimo, hanno molto phatos, ottimamente composte. Lui si definisce un reporter ma alcune, ma forse anche molte, delle sue fotografie, a mio avviso, se prese singolarmente possono essere inserite nella street photography. I due mondi hanno quindi aree in comune bazanphotos.com/ |
| inviato il 01 Luglio 2020 ore 13:46
Alla fine mi pare che la definizione, ammesso che si possa chiamare così e dato per scontato il luogo pubblico, sia "reportage con una sola foto" e il disciplinare potrebbe essere riassunto in "soggetto ignaro di essere ripreso" e "soggetto inserito nell'ambiente e in relazione con esso". Ovviamente oltre a frasi romantiche che non la definiscono ma che mostrano amore per essa. La street un po' come l'araba fenice? Correggetemi se ho capito male. PS devo comunque dire che la discussione è interessante e ha offerto link a fotografi e siti decisamente utili e meritevoli di attenzione |
| inviato il 01 Luglio 2020 ore 13:46
Gaga. Prendiamo per comodità la prima foto. E diciamo subito che innegabilmente si tratta di ritratto ambientato. Quindi quello è il genus: ritratto ambientato. Da quello che ho capito qui si vorrebbe sostenere che esiste una species denominata “street” (che parrebbe tra l'altro attraversare trasversalmente i diversi generi caratterizzandoli in modo tipico). E chiedo, visto che in via di astrazione sembriamo non arrivarci, nella pratica, in quella foto, cosa la rende street. Prego chiunque si senta in qualche modo coinvolto emotivamente a livello personale e quindi incapace di essere costruttivo ed educato di non rispondermi |
| inviato il 01 Luglio 2020 ore 13:48
Concordo Mario. Sicuramente ottimi spunti nei link postati |
| inviato il 01 Luglio 2020 ore 13:49
Biga, premesso che non amo Gilden, dal mio punto di vista sono ritratti all'aperto, fra l'altro neanche ambientati perché manca, appunto, il rapporto con l'ambiente. Ma, lo sottolineo, è un mio parere |
| inviato il 01 Luglio 2020 ore 13:51
@signor mario Come già detto prima, ora molti autori definiti e che si definiscono streeters stanno lavorando e proponendo delle serie. Non solo più foto singole. www.lensculture.com/2020-lensculture-street-photography-award-winners Nel momento che qui in juza ci si masturba a cercare una definizione la cultura va avanti |
| inviato il 01 Luglio 2020 ore 13:52
E allora diciamolo... work in progress... |
| inviato il 01 Luglio 2020 ore 13:54
“ Non solo più foto singole”. Secondo qualcuno (non ricordo che fosse l'amico che ha postato questa considerazione) il progetto era connotato imprescindibile per essere street |
user19933 | inviato il 01 Luglio 2020 ore 14:11
“ Da quello che ho capito qui si vorrebbe sostenere che esiste una species denominata “street” (che parrebbe tra l'altro attraversare trasversalmente i diversi generi caratterizzandoli in modo tipico). E chiedo, visto che in via di astrazione sembriamo non arrivarci, nella pratica, in quella foto, cosa la rende street. „ Il gusto di un'epoca. È l'unico parametro oggettivo di fatto, perché prende equivalente distanza sia da chi produce che da chi consuma “fotografia street”. Tutti gli altri approcci o privilegiano l'intenzionalità in chi produce (vedi la mia precedente provocazione) o privilegiano il riconoscimento in chi consuma (il blind test scientifico). In una società di massa, poi, facilmente il gusto di un'epoca diventa moda, brand commerciale, etichetta, cliché. Ma queste derive consumistiche nulla tolgono al concetto di “gusto“ in senso stretto, che racchiude in se una sorta di sensibilità artistica che si sviluppa in certo modo piuttosto che in un altro a seconda dei periodi storici. La fotografia, per sua stessa natura, è invischiata fino al midollo nel tempo. La pittura è un po' più libera, non dovendo attingere forzatamente al dato reale, anche se oramai i processi cross-over sono sempre più frequenti e la fotografia stessa, da "medium" a se stante, è diventata una specie meta-medium, cioè medium "ponte" tra altri medium. La sua sbandierata democraticità è anche la sua condanna, in questo senso. |
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