| inviato il 21 Gennaio 2020 ore 16:02
Certo che io di tempo da perdere ne ho un bel po' ..... |
| inviato il 21 Gennaio 2020 ore 16:10
Remember... sei strano... Certo che forse scherzi... ma a volte anche gli spiritosi possono risultare sgradevoli. Non ti conosco, quindi la cosa non mi tocca particolarmente... Te lo dico così, spassionatamente. Ciao, Roberto |
| inviato il 21 Gennaio 2020 ore 16:24
“ Avrà uno staff che cura diversi aspetti della sua attività. Hanno fatto un errore, un blogger se ne è accorto e da lì è partita la solita caccia alle streghe. „ È il caso di ricordare che lo "scandalo" non fu per quell'errore, ma per il fatto, da lì poi emerso, che le fotografie di McCurry fossero oggetto di interventi ben oltre quelli consentiti da un approccio fotogiornalistico e che però solo in seguito a questa scoperta il fotografo dichiarò di essere uno "storyteller" e non più un fotogiornalista. |
user155906 | inviato il 21 Gennaio 2020 ore 16:27
“ Che ne dici utente dalle demoniache inclinazioni avatariane? „ non so, io me la rido sempre e non mi prendo mai sul serio |
| inviato il 21 Gennaio 2020 ore 16:46
“ non so, io me la rido sempre e non mi prendo mai sul serio „ Valà... Iron, grazie di esistere ... anche se Ramazzotti nel cantarlo si rivolgeva a precisa femmina. Ma io non te lo canto, te lo scrivo. EDIT: storyteller: 1 - narratore m. (f. -trice). 2 - (colloq) (liar, fibber) chi racconta fandonie (O storie), bugiardo m. (f. -a). Eloquente traduzione, a beneficio di chi si ferma alle pur belle apparenze, o si fa ammaliare dal bel fumo negli occhi, o non ha approfondito aspetti determinanti sull'autore in oggetto. Oppure se ne frega. Buon per lui/loro... Ma non per tutti. Riusciranno mai costoro a realizzarlo? N.B. La traduzione del punto 2, apparirà ora ben più evidente e appriopriata, anche per quanti meno accorti hanno inveito a lesa maestà, nel mio riassumerlo con "Sòla"? Domanda retorica, attendere qualcuno che qui faccia ammenda, è come aspettare un cavallo che abbai. |
| inviato il 21 Gennaio 2020 ore 17:26
e' vero, il reporter deve rispettare la realta'. SEMPRE. Poi voglio vedere quale reporter, quale giornalista riporti i fatti obiettivamente. Se ne esiste uno al mondo che sia in grado innanzitutto di vedere la realta', di interiorizzarla e di riportarla senza filtri, facciamogli il monumento. Non nascondiamoci dietro un dito… Ogni nostra fotografia NON documenta la realta'. Documenta il NOSTRO punto di vista. Spesso il nostro punto di vista viene "accecato" per ragioni morali o politiche. I reporter che hanno fotografato i politici europei, in marcia compatti a Parigi, dopo gli attentati, SAPEVANO CHE STAVANO riprendendo una marcia fasulla. Sapevano che la manifestazione vera si sarebbe svolta due ore dopo e che la marcia ripresa era solo per fare le fotografie. Hanno fotografato lo stesso e pubblicato. Anche se le fotografie erano false. Che facciamo? ritiriamo la licenza a fotografi,reporter e politici? Tutti loro sapevano e stavano creando un FAKE di portata mondiale. Questo e' solo un esempio tra i tanti possibili. Voglio dire.. non caschiamo dal pero. Siamo maggiorenni e vaccinati, sappiamo benissimo che spesso il reporter e' uno storyteller ben pagato. |
| inviato il 21 Gennaio 2020 ore 17:29
In effetti sul punto Salt ha pienamente ragione: la contraffazione della realtà non ha alcun bisogno di post produzione, ed è alla portata di chiunque... Per assurdo, il taroccamento potrebbe in alcuni casi essere addirittura più funzionale alla realtà che no |
| inviato il 21 Gennaio 2020 ore 17:38
“ Poi voglio vedere quale reporter, quale giornalista riporti i fatti obiettivamente. Se ne esiste uno al mondo che sia in grado innanzitutto di vedere la realta', di interiorizzarla e di riportarla senza filtri, facciamogli il monumento. Non nascondiamoci dietro un dito… Ogni nostra fotografia NON documenta la realta'. Documenta il NOSTRO punto di vista. Spesso il nostro punto di vista viene "accecato" per ragioni morali o politiche. „ “ In effetti sul punto Salt ha pienamente ragione: la contraffazione della realtà non ha alcun bisogno di post produzione, ed è alla portata di chiunque... „ Non concordo, anzi sono decisamente contrario. Il tema sulla realtà, su cosa sia, sui punti di vista, se esista persino, è però diverso, eguale ad altre discipline svolte con modalità diverse, e sarebbe OT approfondire. Evidenzio solo che ciascuna disciplina, dalla fotografia, al giornalista, etc, è sottoposta a regole etiche e deontologiche. Per superare la questione, dovremmo conoscerle, imparare quali sono e su quali ragioni si fondano. Una cosa, lecita e legittima, è avere una propria visione, idea, punto di vista. In fotografia cercare un taglio, una inquadratura, una espressione anzichè altre... Altro è "falsificare" fatti, eventi, atti documentali per sostenere le proprie tesi. |
| inviato il 21 Gennaio 2020 ore 17:42
“ È risaputo che McCurry costruisce tutti i suoi set con tanto di luci, macerie messe in scena e grazie ai sui assistenti talebani MrGreen stevemccurry.files.wordpress.com/2013/03/usa-10011nf3.jpg „ stevemccurry.files.wordpress.com/2013/03/usa-10011nf3.jpg Beh, mi pare che New York non sia ubicata in estremo oriente. E nell'occasione gli sia bastato uscir di casa, e che in quel dì settembrino non servissero le sue abituali messe in scena, nè quel particolare giorno fosse facilissimo assoldare modelli e figuranti, e neanche scomodare la solita sua troupe al seguito. Peggior esempio non poteva essere linkato. Mirko Fambrini sono sconvolto. Mi hai anticipato nello scrivere identica tua conclusione del caso. |
| inviato il 21 Gennaio 2020 ore 17:48
“ storyteller: 2 - (colloq) (liar, fibber) chi racconta fandonie (O storie), bugiardo m. (f. -a). „ Qui a Genova, "storyteller" si dice "contamusse". |
| inviato il 21 Gennaio 2020 ore 17:49
“ Non concordo, anzi sono decisamente contrario. „ Mirko, credo tu abbia travisato il senso, perché quello che ho scritto non è un'opinione, e ce ne sono riscontri importanti. Cosa che, in fondo, dici anche tu. Faccio un esempio, che sono più chiaro. Manifestazione, un milione di partecipanti. Pacifica. Vola un pugno (uno solo). Io fotografo solo quello. Certo, la foto non inventa nulla. Ma sto raccontando (giornalisticamente) la realtà? In concreto: pensa alla famosa copertina de L'Espresso su cui Eco costruì una certa tesi sulla fine del movimento. E' stato dimostrato, banalmente con altre foto da posizioni diverse, che la "realtà" non era proprio quella che appariva in foto. Eppure ha fatto storia. Quindi, per reatà, non intendo solo la riproduzione non alterata di qualcosa. Parlando di fotografia di carattere giornalistico, una foto non taroccata, ma che tramette suggestioni lontane dalla natura più evidente dell'accadimento, può essere assolutamente menzognera. Quanto, se intenzionalmente o meno... beh, quello dipenderà da ogni caso specifico. Edit “ Altro è "falsificare" fatti, eventi, atti documentali per sostenere le proprie tesi. „ Certo: io parlavo del fatto che, se lo vuoi fare, non serve necessariamente la post |
| inviato il 21 Gennaio 2020 ore 18:02
Anche se non sono Mirko, anche se qua mi sembra di essere suo gemello, appoggio in toto quanto lui scrive: “ Una cosa, lecita e legittima, è avere una propria visione, idea, punto di vista. In fotografia cercare un taglio, una inquadratura, una espressione anzichè altre... Altro è "falsificare" fatti, eventi, atti documentali per sostenere le proprie tesi. „ Francesco nello specifico del tuo esempio: “ Manifestazione, un milione di partecipanti. Pacifica. Vola un pugno (uno solo). Io fotografo solo quello „ Sulla possibile parzialità messa in atto da fotoreporter, ritengo possiamo tutti concordare, ma nel tuo esempio è come se nella citata manifestazione pacifica, il reporter si inventi, o paghi qualcuno per fotografare quel c@zzotto, quindi evento inventato e costruito ad hoc in quel contesto, e che non sarebbe successo spontaneamente. Questo si chiama falsificare, scorretto agire e deprecabile comportamento, e che non riguarda e nulla ha a che fare con la parzialità, il filtro o il punto di vista che sempre il fotografo ha. Un conto è selezionare su ciò che realmente avviene, altro è operare una finzione o una propria messa in scena. Terreno abituale del Mc Curry colorista. |
| inviato il 21 Gennaio 2020 ore 18:06
Remember, io non sono in disaccordo né con te né con Mirko. E' che mi state rispondendo a una cosa diversa da quella che ho scritto. Io ho detto che, per praticare la contraffazione della realtà, non è necessaria la post. Che letteralmente vuol dire che la puoi contraffare in entrambi i casi. Non sono entrato nel merito di alcun aspetto etico in quel ragionamento: dire che si puà fare una cosa senza difficoltà non vuol dire che si approva il fatto che 'sta cosa accada Non vedo il tema dell'opposizione, sinceramente... |
| inviato il 21 Gennaio 2020 ore 18:10
Seguendo il ragionamento di Francesco, andando al limite si potrebbe dire che: - è possibile travisare la realtà senza manomettere nulla, senza nessuna messa in scena e senza nessuna post - con una messa in scena ad hoc è possibile rappresentare meglio la realtà, ovvero in modo più efficace. |
| inviato il 21 Gennaio 2020 ore 18:11
Diciamo Roberto, che la seconda è normalmente più improbabile e deprecabile. Ma approfondendo certi ragionamenti di Eugene Smith, in fondo.... |
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