| inviato il 19 Novembre 2019 ore 8:54
“ o si adegua l'organizzazione dell'attività commerciale o si cambia lavoro. „ Ok, ipotizziamo il cambio lavoro dei commercianti. Che succede? Il 100% dei commercianti cambia lavoro e va a fare il commesso al megastore...l'operaio (se trova) o il rigattiere. Crolla il tenore di vita delle famiglie dei dipendenti del commerciante.. che si trovano senza lavoro. Crollano i grossisti/importatori..non servono piu'.. la GD compra direttamente senza intermediari. Crollano i piccoli trasportatori. Non serve piu la distribuzione capillare in citta' Arriva solo qualche autotreno al megastore. Crollano i valori immobiliari dei negozi. Sfitti diventano un costo. Crollano i valori immobiliari degli appartamenti della zona.(se devo fare 20 km per fare la spesa e altri 20 per andare al nuovo lavoro tanto vale andare altrove.) Crollano i consumi energetici… nessun frigo.. nessuna insegna luminosa, nessun riscaldamento. Crollano i servizi nella zona… zero commercialista , zero consulente del lavoro.. zero veterinario, zero fiorista,zero medici , zero scuole zero tutto.. continuo? siamo davvero convinti che il crollo del piccolo commercio NON tocchi ANCHE IL NOSTRO ORTICELLO qualsiasi esso sia? |
| inviato il 19 Novembre 2019 ore 9:19
La capacità di adattamento è la qualità indispensabile nel sistema produttivo (e commerciale) per sopravvivere. Ed è così da secoli ...... Nell'ambito economico si ricorda il "paradosso dell'eccellenza", e cioè quando si fallisce pur essendo i più bravi. Lo ricordo perché il caso che si cita come esempio magistrale di questo tipo di fallimento è quello della KODAK, e quindi a noi vicino. La Kodak era la più brava a far pellicole, aveva una posizione dominante sul mercato mondiale, produceva utili significativi ...ma non si è accorta tempestivamente della nascita della fotografia digitale e ne ha sottovalutato lo sviluppo... per questo è fallita, pur essendo un potenza economico/industriale di grandissime dimensioni. Sono uscito, mio malgrado, dall'ambito fotografico solo perché la citazione economica riguarda proprio questo ambito. |
| inviato il 19 Novembre 2019 ore 9:25
in realtà, il "paradosso dell'eccellenza" si riferisce ad un fenomeno diverso, ma l'esempio della kodak resta comunque valido |
| inviato il 19 Novembre 2019 ore 9:31
Sai.. Kodak e' il classico esempio di quando un treno ti viene incontro e tu non puoi fare nulla. Se sei strutturato per produrre pellicole, sei un chimico. Difficile diventare dall'oggi al domani un produttore di silicio. Perche di quello si tratta. Trasformare una azienda chimica in una azienda in grado di produrre sensori digitali non e' possibile senza buttare via l'azienda esistente e ricostruirla da zero. Se hai nel tuo organico personale cieco, assunto proprio perche piu efficiente per lavorare in assenza di luce, difficile convertirlo in personale in grado di lavorare al cad. Ci hanno provato..e c'erano riusciti..tanto per dire io una Kodak digitale MedioFormato l'ho avuta. E bene che andava. (forse un po' lenta). Erano altri tempi… il venture capital era agli albori. Oggi la si farebbe fallire e dal saccheggio si ripartirebbe con una nuova azienda e fondi freschi. Loro hanno provato a fermare dolcemente e convertire. I costi per arrestare la vecchia fabbrica di pellicole li hanno tirati a fondo. Erano insostenibili.. E' mancata la visione politica e commerciale. Con Kodak e' stato fatto lo stesso errore che si commette oggi… |
| inviato il 19 Novembre 2019 ore 9:40
non sono conversioni semplici, è vero, ma tutto sommato nemmeno impossibili: la storia commerciale è piena di esempi di grosse realtà che si sono convertite a produrre altro per inseguire il mercato. Le divisioni fotografiche di Canon e Nikon, ad esempio, erano strutturate per produrre macchine a pellicola, di software sensori e display ne sapevano ancor meno di kodak probabilmente. Kodak è partita tardi e con poca convinzione, forse con l'idea che la pellicola avrebbe comunque mantenuto una certa supremazia tecnica rispetto ai sensori. |
| inviato il 19 Novembre 2019 ore 9:47
Canikon erano PRODUTTORI DI ELETTROMECCANICA. Non erano produttori CHIMICI. Sarebbe come dire ad un produttore di vernici di diventare un produttore di computer. Le linee di produzione muovono liquidi e solventi, i magazzini sono silos e serbatori. Capisci bene che SMONTARE TUTTO e RIFARE DA ZERO costa piu che PARTIRE DA ZERO ALTROVE? Il destino di kodak era segnato (soprattutto per la quantita' di dipendenti ciechi che impiegava) dall'avanzare dei tempi. Il piccolo commerciante e' in una situazione diversa a parer mio. O meglio.. e' nella stessa situazione ma la sua morte trascina giu sopratutto noi. A mio avviso, la morte del piccolo commercio e' la spoletta che mette NOI nella stessa situazione di Kodak. |
| inviato il 19 Novembre 2019 ore 9:50
la medio formato Kodak era una gran macchina. Non hanno avuto il coraggio di far fallire l'azienda e di farla sotto altro marchio… tanto per dire: negli anni 2000 una recensione: Il dorso digitale Kodak DCS Pro Back 645, una delle migliori realizzazioni nel campo della fotografia digitale per medio formato, 16 Mpixel e la compatibilit con Mamiya 645AF e AFD, Contax 645 e Hasselblad H1 fra le caratteristiche salienti. Purtroppo la Kodak ne ha interrotto la produzione da pochi mesi, nonostante ci crediamo che ancora sia reperibile sul mercato e che sia un ottimo investimento. e questa? non era una gran camera? www.juzaphoto.com/recensione.php?l=it&t=kodak_dcs_slr-n |
| inviato il 19 Novembre 2019 ore 11:00
@Angor Forse lei si riferisce al libro il "paradosso dell'eccellenza", di Mosby, che è una diversa sfaccettatura di quanto da me esposto. Questa è una definizione in larga parte condivisibile... “ Con il termine “paradossi dell'eccellenza” si vuole sottolineare il fatto che prestazioni eccezionali possono derivare solo da una forte capacità di governare gli squilibri, i conflitti e le tensioni. In effetti molte esperienze indicano che spesso le imprese eccellenti sono quelle in grado di creare valore dalle contraddizioni, di conciliare gli opposti, di vedere le opportunità insite nelle minacce, di apprendere le lezioni nascoste nelle sconfitte. „ Il caso Kodak rientra in pieno in questa casistica, in quando la Kodak aveva fatto degli approfondimenti sul digitale, arrivando alla conclusione che si sarebbe affermato in circa 10 anni. Però loro continuarono a investire sulla pellicola e sul suo miglioramento, sottovalutando la velocità di affermazione dell'innovazione (sintesi semplificata, non vorrei fare un articolo di economia). A memoria, mi sembra proprio che la SDA Bocconi citasse la Kodak nei suoi seminari nel senso da me indicato. @Salt La kodak poteva fare tutto quello che voleva; aveva le risorse economiche, finanziarie, umane e scientifiche per innovarsi e gestire la transizione dalla pellicola al digitale ma ha semplicemente scelto di non farlo. Torniamo comunque alla fotografia. |
| inviato il 19 Novembre 2019 ore 11:07
si, hai ragione: credevo ti riferissi al libro, infatti non mi tornava molto...comunque, per quanto valga il mio parere, concordo sulla tua analisi del caso kodak |
| inviato il 19 Novembre 2019 ore 11:20
@ Salt “ Il 100% dei commercianti cambia lavoro e va a fare il commesso al megastore...l'operaio (se trova) o il rigattiere. Crolla il tenore di vita delle famiglie dei dipendenti del commerciante.. che si trovano senza lavoro. Crollano i grossisti/importatori..non servono piu'.. la GD compra direttamente senza intermediari. Crollano i piccoli trasportatori. Non serve piu la distribuzione capillare in citta' Arriva solo qualche autotreno al megastore. Crollano i valori immobiliari dei negozi. Sfitti diventano un costo. Crollano i valori immobiliari degli appartamenti della zona.(se devo fare 20 km per fare la spesa e altri 20 per andare al nuovo lavoro tanto vale andare altrove.) Crollano i consumi energetici… nessun frigo.. nessuna insegna luminosa, nessun riscaldamento. Crollano i servizi nella zona… zero commercialista , zero consulente del lavoro.. zero veterinario, zero fiorista,zero medici , zero scuole zero tutto.. „ La visione è esatta. Purtroppo il cambiamento (irreversibile) è in atto dal 2008 (emersione della crisi). Senza buttarla in politica possiamo dire che: la trasformazione delle persone in numeri che non è riuscita al sistema comunista lo sta attuando il capital-liberismo esasperato. Del resto, l'essere umano con i suoi comportamenti è a priori di ogni forma social-politico-economica. L'essere umano vuole il potere e il controllo di tutto, la logica comportamentale è di tipo evoluzionistica e la ragione non basta a mitigare tale modo di agire e ragionare. Nella prefazione di un libro di Economia politica si legge: "Il danaro non è il fine ma il mezzo". Aggiungo: il danaro, da solo, non serve a niente. Orticello:certo che disfano il nostro orticello, anzi, fanno in modo che ogni piccolo "numero", per necessità contingente vada a rubare nell'orticello del vicino. Insomma la batracomiomachia dei poveri. Considerazione generale Cambiamenti radicali sono sempre avvenuti e sempre avverranno. Alcuni portano vantaggi positivi e in tal caso si percepiscono meno. Alcuni portano enormi svantaggi e in tal caso provocano grande disagio e timore. Una discreta porzione di noi ha una notevole avversione ai cambiamenti siano essi positivi che negativi. Certamente le popolazioni che hanno subito le invasioni barbariche hanno vissuto cambiamenti drammatici. Ogni guerra ha portato gravi sconvolgimenti. Il passaggio dal cavallo al treno e poi all'automobile probabilmente è stata osteggiata da molti Il passaggio dai buoi al trattore ha avuto la stessa sorte Altri esempi inerenti il campo Cinema-fotografico: Il passaggio dalla pellicola al digitale Il passaggio dalle cassette mini DV alle schede SD Il passaggio da Reflex a Mirrorless Gli esempi riportati sono sicuramente meno drammatici delle guerre e probabilmente hanno comportato più vantaggi che svantaggi. In qualunque caso un po' di resistenza la incontrano. La nostra situazione di "globalizzazione" comporta, silenziosamente, gravi sconvolgimenti. Personalmente non la vedo un grande vantaggio. Ma così è e noi "moscerini massificati" ben poco possiamo fare. |
user177356 | inviato il 19 Novembre 2019 ore 11:53
Io credo invece che il cambiamento sia sempre positivo. E lo dico avendo subito cambiamenti anche traumatici (ho licenziato a malincuore, sono stato licenziato senza malincuori, ho divorziato, ho cambiato radicalmente vita due volte, etc.). Alla fine, ne sono uscito più forte e più consapevole. E con molta più esperienza da trasmettere a mia figlia. Quello che per il bruco è la fine, per la farfalla è l'inizio. Ho spesso l'impressione che la specie umana non si renda conto di essere come tutte le altre, e attribuisca un'importanza eccessiva all'individuo. L'individuo partecipa all'evoluzione cercando di trasmettere i propri geni, se ce la fa ha vinto, altrimenti ha perso. La vita individuale non ha senso nell'ordine naturale, siamo noi ad avergliene attribuito uno (o molteplici), ha senso la sopravvivenza della specie. E la specie sopravvive anche alle crisi economiche, alle guerre, e a molto altro. Siamo pezzetti infinitesimi di un puzzle del quale non siamo in grado di capire alcunché, ma ci illudiamo di conoscerne il disegno e intuirne il fine. |
| inviato il 19 Novembre 2019 ore 12:25
Ho ricomprato la Nikon D850 alcuni giorni fa (la precedente mi è stata rubata a San Pietroburgo) sul web con garanzia quadriennale presso centro assistenza autorizzato, risparmiando ben 500 € rispetto al prezzo (cashback proposto da Nital) praticato dal mio negoziante vicino casa. Ognuno guarda il proprio interesse. Quoto Testarossa57 allorché, più sopra, precisa "Capisco che loro non possano fare i prezzi della rete, ma noi che spendiamo una marea di soldi cerchiamo di risparmiare è quello che loro ci danno non giustifica il surplus di prezzo…". |
| inviato il 19 Novembre 2019 ore 17:28
“ Purtroppo il cambiamento (irreversibile) è in atto dal 2008 (emersione della crisi). „ ...forse da molto prima, vedere il libro "Au bonheur des dames" di Emile Zola, è di prima del 900. |
| inviato il 19 Novembre 2019 ore 19:10
Mah. Tornando in tema, la mia impressione e' che sia finita la fase di relativo benessere europeo. In particolare quello Italiano. Certo, i cinesi stanno meglio che trenta anni fa.. Molti stati africani fanno incrementi di pil a due cifre… Naturalmente non e cosi per tutti. Non son mai stato negoziante, ma ho toccato con mano la depressione e la perdita di valore delle zone dove la maggior parte dei negozianti locali e' fallita o ha chiuso. Una panetteria, un macellaio,un sale e tabacchi, due bar, un casalinghi/ferramenta,una trattoria, bastano a tirare su un paesino, che altrimenti muore di abbandono. I negozi di materiale fotografico, a dirla tutta, sotto questo punto di vista, son obsoleti. Per quello che serve alla grande massa, basta un bel cellulare (rigorosamente mirrorless) ed hai soddisfatto chiunque. Restano i professionisti, che comunque spesso affittano o comprano in giro per il mondo, quando addirittura non lavorano in comodato d'uso. Probabilmente bisognera' rassegnarsi a vedere le citta' svuotarsi e diventare dormitori. |
| inviato il 19 Novembre 2019 ore 20:51
“ Probabilmente bisognera' rassegnarsi a vedere le citta' svuotarsi e diventare dormitori. „ Visione sempre più nitida. E' già così. E sarà sempre più così. (Salt non potevi essere cieco come i tizi della Kodak e lasciare ai più un po' di illusione di un cambiamento vs. un mondo migliore ? leggi la crisi è passegera ) |
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