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Sei sicuro che stampino dal negativo o fanno sempre la scansione, cosa più probabile
user120016
inviato il 10 Settembre 2020 ore 22:57
@Japko, ben lungi da me parlare per dogmi ma se una stampa digitale da scansione è migliore della stampa chimica (da ingranditore) dello stesso negativo, ci deve essere un problema con la stampa chimica... Non so se si tratta di stampa colore o BW ma in entrambi i casi il problema potrebbe essere legato all'ottica scadente dell'ingranditore, ad errori nel processo di messa a fuoco ed esposizione della carta o magari uso scorretto dei filtri o ancora bagni inadeguati o carta economica... Insomma, se una stampa da ingranditore non vince qualitativamente (ed a mani basse, aggiungerei) contro una scansione, più che merito dello scanner, direi che è demerito dello stampatore chimico.
Non e' detto Domenico. Dipende dallo scanner e dagli algoritmi utilizzati per trattare l'immagine digitale.
Oggi si riesce ad ottenere una immagine a fuoco partendo da un negativo sfocato. Cosa impossibile se lavori solo in pellicola.
user120016
inviato il 11 Settembre 2020 ore 7:48
@Salt, non ho molta esperienza di scanner per cui ti credo sulla parola. Però davvero mi fa strano che una scansione dia più qualità dell'ingranditore. Ad ogni modo sarei curioso di sapere da Japko che scansione usano e che stampa chimica fanno. I due sistemi andrebbero paragonati alla pari, altrimenti c'è un bias di selezione in partenza...
In realtà una fotografia sfocata è del tutto inutilizzabile, ovvio che se ne fai una scansione e, manipolandola in pp, riesci a metterla +/- a fuoco anche se con la scansione dovessi perdere (come avviene) il 50% delle informazioni presenti sul negativo già solo per il fatto di essere +/- a fuoco sarebbe comunque meglio del negativo sfocato!
Ma se prendi un negativo perfetto e lo stampi, nei limiti di ingrandimento ottimale della singola pellicola, con l'ingranditore ottieni la massima qualità ottenibile; se invece quel negativo lo scansioni perdi comunque un mare di dettagli fini... senza contare le sfumature (sia cromatiche che nei passaggi luce/ombra) che da INFINITE diventano FINITE... drammaticamente finite anzi!
Leone, perdonami, ma non ho capito se scherzi o fai sul serio!
Ti ho già spiegato chi pagava: l'IGDA. Poi, intendiamoci, tu sei liberissimo di non credermi, e detto francamente non me ne frega niente che tu mi creda o meno, ma i numeri sono quelli che ti ho riportato.
Ah, dimenticavo: visto che non mi credi, e ripeto: sei liberissimo di farlo, sappi che hai perso una buona occasione per imparare qualcosa che non conoscevi
Oh Leone, a proposito: ma tu lo sai come funzionava l'aggiornamento dell'archivio iconografico di una editore delle dimensioni dell'IGDA ai tempi della pellicola vero?
Rickym, perdonami, ma dal momento che non sai di cosa parli, come del resto anche Leone Giuliano intendiamoci, non ti è passato per la mente che avresti fatto meglio a tacere?
Comunque visto che sei tanto informato rivolgo anche a te la domanda che ho appena posto all'attenzione di Leone: sai come lfunzionava un archivio iconografico negli anni '80?
“ Salgado in un intervista disse che nel 1991 in Kuwait fece 200 rullini in 40 giorni. „
e credo lo raccontasse come se fosse un'eccezione ed il suo record assoluto.
Ma se avesse proceduto a quella media per il resto dell'anno: 200 rullini / 40 giorni = 5 rullini al giorno => 5 * 36 = 180 foto/giorno => 180 * 220 giorni lavorativi = 39.600 foto all'anno.
Ma si sa, Salgado nel suo picco era un dilettante rispetto allo zio Antonio che si sparava "100/120.000 fotogrammi di media tutti gli anni"! Ma si sà, Salgado scattava solo con la mano destra mentre zio Antonio le usava entrambe per produrre di più.
Elio e le storie tese stan già pensando ad una remake di Mio cuggino chiamato Zio Antonio:
“ Comunque visto che sei tanto informato rivolgo anche a te la domanda che ho appena posto all'attenzione di Leone: sai come lfunzionava un archivio iconografico negli anni '80? „
L'Archivio Fotografico dell'Istituto Geografico De Agostini, dal 1913 al 2007, è costituito da una raccolta di circa 500.000 foto e immagini: praticamente lo zio Antonio dal 1913 al 1918 chi ha costruito l'archivio, al ritmo di 100.000 foto all'anno, e poi per i 90 anni successivi hanno campato di rendita.
Rickym hai fatto male i conti, un fotografo lavora 365 giorni l'anno, i matrimoni e le cresime ci sono anche nei festivi quindi fanno 65700. In un altra intervista Salgado ammise che non poteva avere più rullini perché li comprava tutti lo zio Antonio
“ non sai di cosa parli, come del resto anche Leone Giuliano „
Paolo, non è che mi interessi più di tanto, ma quando uno la spara così grossa, lasciami almeno la libertà di non crederci
Fatta salva sempre la tua buona fede, visto che parli di altri e in altri tempi, credo più probabile tu possa ricordare male, o essere stato male informato, o non esservi capiti bene.
Purtroppo, caschi proprio male, perchè faccio proprio l'editore dal 2000, e so esattamente come vanno queste cose. Una casa editrice che paga le trasferte, o fornisce il mezzo, o , sempre solo per l'auto, deve pagare un costo al km, fino a qualche anno fa era 0.52€/km, il che significa almeno 60.000€, o l'equivalente in lire, cioè decine di milioni. Poi altre decine di milioni per le pellicole. Poi le spese di viaggio, pernottamenti, pranzi, cene, altre decine di milioni. E fin qui sono solo costi, tuo zio ancora non ha guadagnato nulla, c'è da mettere in conto anche la sua remunerazione. Che sicuramente, se non si tratta di un fattorino, è superiore ai costi.
Per non parlare poi del discorso tempi, come ho già detto.
Credimi, anche se mi dai così facilmente di quello che non sa di cosa parla, te lo dico amichevolmente, non sta in piedi
Ah già, dimenticato che mentre faceva le 100.000 foto all'anno lo zio antonio si sparava anche 200.000 Km/anno.
200.000 Km/anno ad una velocità media di 60 Km/h (già molto alta, confrontatela con il vostro computer di bordo) sono (200.000 / 60) 3333,3 ore di guida in un anno che, sui 220 giorni lavorativi medi sono 15 ore al giorno alla guida e quindi te ne restano 9 per tutto il resto.
Considerando che almeno 6 ore a notte di media devi dormire, 45 minuti ti servono per il pranzo ed altrettanti per la cena ed un'ora solo per i bisogni fisiologici (di qualsiasi tipo); restano 30 minuti al giorno in cui sostituire i rullini ed approvvigionarsi del materiale.
A questo punto è evidente che le 100.000 foto/anno le abbia fatte tutte al volante ad una velocità media di 60 Km/h.
A questo punto non possiamo che concludere che l'ottimo zio Antonio, con una mano sul volante e l'altra sul cambio, un piede per l'acceleratore e l'altro per freno e frizione, non potesse che avere un qualche leveraggio che gli permettesse di collegare direttamente il pisello al cavo di scatto remoto delle macchine fotografiche.
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