| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 14:19
Il tema implicherebbe un'osservazione del fenomeno fotografia in senso abbastanza generale, mi pare. E probabilmente la natura di un forum, semplicemente non permette di far questo. Frazionando tutto in mille aspetti particolari si può sostenere tutto e il contrario di tutto, dicendo fondamentalmente il vero. Con l'ovvio conseguente risultato. Il fatto che il 3d non porti a nulla a me pare del tutto naturale e inevitabile. E credo che l'autore lo sappia benissimo. Per cui l'esito mi pare uno: la questione di merito ci sarebbe ed è pure interessante. Ma in concreto ha probabilmente ragione che evoca l'esperimento sociale, come intento a monte... |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 14:49
A parte che la spiegazione della foto di benedusi l'ha messa benedusi stesso basta leggere Ma se siamo ancora a chiederci perché le donne nude nelle fabbriche sono foto del cacchio direi che è anche inutile discutere di fotografia. Aggiungerei che molte delle posizioni espresse qui sono molto più assolutistiche di quelle di benedusi ma se va bene a voi ok |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 14:54
Ma la questione non è chi l'ha messa ma la necessità di metterla. In questo senso vorrei che fosse approfondita la definizione di fotografia come comunicazione. |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 15:06
A 16 anni, nel Clan in formazione del gruppo scout Roma 41, li chiamavamo psicodrammi: qualcuno comunicava un'importante falsa notizia e tutti si regolavano di conseguenza alterando il proprio comportamento per un'ora o due. Poi c'era la dichiarazione di psicodramma (È tutto falso) e tutti si mettevano a ridere. Però ciascuno conosceva meglio chi erano gli altri: infatti nella falsa situazione di pericolo o avversità, tutti manifestavano di più chi erano realmente. |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 15:12
Interessante Claudio, mio figlio è uno scout ma non è ancora nel Clan. |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 15:14
I 2 anni più belli della mia gioventù li ho passati proprio lì |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 15:17
La foto ha una sua didascalia e ringrazio CamuSSino per averla messa, visto che non l'avevo mai vista e non sapendo il titolo della foto non so come avrei fatto a trovarla. Oltre a questa didascalia, qual'è lo scopo di una foto del genere? Che si potrebbe più definire (forse) privata e personale. Cosa comunica e vuole comunicare agli osservatori? Sì, i soggetti si sono messi a nudo, realmente e metaforicamente, per il proprio padre e marito. E quindi? Qual'è il concetto dietro a questa immagine? Cosa racconta? Un'idea di umiltà nei confronti di una persona deceduta? Una sorta di svuotamento fino all'essenziale per ricongiungersi con i valori importanti nella vita di una persona? O altro? Per questo chiedo, perché vorrei andare più a fondo in questa foto e capire cosa realmente significhi per l'autore e cosa possa significare per altri osservatori. “ Ma se siamo ancora a chiederci perché le donne nude nelle fabbriche sono foto del cacchio direi che è anche inutile discutere di fotografia. „ Sulla base di quali motivazioni? Diversamente è solo come affermare che sia più bello il colore blu, piuttosto che il verde o l'arancione. Se è sempre un discorso di raccontare una storia, anche una foto del genere può raccontare una storia. Oppure può avere una sua importanza per altri motivi ed essere una buona foto. |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 15:29
E' una foto che riguarda il loro privato, difficile che riesca ad esprimere un messaggio od un significato, ed anche con la didascalia continua a raccontare poco, viene solo usato l' espediente di mostrarsi in biancheria intima per colpire l'osservatore. Quella foto ha sicuramente un grande significato per l'autore, che rispetto assolutamente, ma dice assai poco agli altri, anche perché la perdita del padre è un esperienza che appartiene a tutta l'umanità ed è un evento assolutamente naturale. Ben più drammatica è la realtà di un padre che va al funerale del proprio figlio. Quindi da quella foto, che lui ha anche scelto fra le sue tante, non ne rimango assolutamente colpito...scusate la banalità, ma per me rappresenta la foto di due in mutande. l'unica cosa che la può contraddistinguere è il fatto che lui sia conosciuto, nemmeno poi così tanto, nelle cronache. Insomma e' allo stesso livello di un self della ferragni con fedez ed il loro pargolo. Io credo che il personaggio stia esaltando così tanto il suo ego che pretenda che una sua foto privata e famigliare debba per forza colpire gli osservatori. Non vedo altra lettura. |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 15:32
Ricordo ancora una volta, ma di nuovo parlando nel vento, che la fotografia vernacolare ha avuto una importanza vitale nello sviluppo di certi generi che ancora oggi si praticano.. Ma quella "delle mutande" non è nemmeno vernacolare, è sì una situazione privata ma profondamente simbolica (e per quanto mi riguarda veramente splendida). Però oh.. |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 15:36
Vi voglio fare un contro esempio con una mia foto personale e famigliare che ho tentato di spersonalizzare cercando di darle un semplice significato...ossia l'amore reciproco che lega una madre e figlio. Per poterla rendere non più personale ma cercare (spero di esserci riuscito io non valgo una ceppa come fotografo) di rendere il messaggio, per quanto semplice e banale, più universale.
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| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 15:47
Arci trovo la foto bellissima ma appoggia ciò che dice "Benedusi" Non l'hai scattata a caso perché "ti piaceva", ammetti tu stesso che aveva un significato ed un motivo già all'origine.. in più l'hai postprodotta per rafforzare il lato simbolico.. Appunto, quello che alcuni stanno cercando di spiegare da mille messaggi. Comunque se tu non avessi spiegato il contesto, per l'osservatore avrebbe potuto essere qualsiasi cosa e chiunque.. quindi si fa per le proprie cose quello che si accusa gli altri di fare.. Non è una critica né un attacco, semplice constatazione dei fatti |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 15:51
Aggiungo che quella è una di quelle foto che "avrei voluto fare io", per quello che conta ovviamente cioè nulla |
user177356 | inviato il 13 Ottobre 2019 ore 15:55
Scusatemi, scrivo dal telefonino e sono a nove ore di fuso orario dall'Italia. Riguardo al post del blog di Benedusi nel quale sbeffeggia chi gli ha inviato le sue foto per un giudizio, io ci ho letto altro: in invito serio ad una auto-critica che deve venire molto prima della critica altrui, e che presuppone studio, passione, umiltà, consapevolezza. Quando dice che il 90% del foto fa schifo ha ragione: la percentuale varia per ciascuno di noi, ovviamente, ma prima di chiedere un giudizio ad un professionista forse dovremmo cercare di ridurla al 50% o anche meno. Ma ripeto: bisogna essere critici acuti e capaci di sé stessi. Altrimenti, non saremo nemmeno in grado di capire le critiche altrui. Io mi sento un fotografo, non un Fotografo: ho fatto belle foto e sporadicamente (per un incrocio di fortuna e capacità) foto buone. Ma le seconde sono troppo poche. Sul fatto però che una foto buona debba per forza raccontare una storia non sono d'accordo. Ad esempio, questa foto non mi sembra racconti una storia (ma se mi sbaglio aiutatemi a capire) eppure non esiterei a definirla "buona":
 PS: quasi tutte le altre foto di Fan Ho raccontano storie, invece. |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 16:02
@TheRealB: Sulla prima parte del tuo intervento concordo in pieno, inoltre non capisco quelli che si sentono offesi da un post di una persona sul proprio blog.. diciamo che lo trovo singolare e non vado oltre. Io non mi sento affatto offeso, sarà che sono scemo io e furbi tutti gli altri. Per quanto riguarda invece la foto che hai proposto. Anzitutto la trovo FANTASTICA, però credo che si debbano fare dei distinguo. Benedusi non ha citato generi particolari, ha fatto un discorso assolutamente generico ed in quanto tale per forza di cose semplificato. La foto che proponi è oserei dire simbolista, la storia che racconta o che può raccontare è insita in sé stessa.. si auto rappresenta in un certo modo. Ed aggiungo che una foto così non si fa a caso né per caso.. quindi CVD |
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