| inviato il 22 Marzo 2019 ore 19:52
Allora perché non sostituiamo il concetto di fotografia come arte con quello di fotografia d'autore? Dare una definizione di arte mi sembra impossibile come per K. di fronte al Castello |
user39791 | inviato il 22 Marzo 2019 ore 20:29
E che sia fotografia d'autore. |
| inviato il 22 Marzo 2019 ore 20:39
Mi piace!!! |
| inviato il 22 Marzo 2019 ore 20:44
Questo si, anche nel cinema il termine è molto usato. |
| inviato il 23 Marzo 2019 ore 10:47
Secondo me c'è proprio anche una parte di fotografi propriamente artisti, Gursky, Sugimoto, ecc., ma non so come descriverli, ne quanto potrei essere influenzato esternamente dal contesto. Anche perché, come ho già scritto, il mondo dell'arte deve essere pieno di compromessi, di prostituzione intellettuale e personale. Per personale ovviamente non intendo sessuale ma relativo al proprio lavoro, ho sentito molte volte di "protégé" quasi costretti a continuare a fotografare in un certo modo, solo per compiacere la cerchia che li circonda. E magari facendo dei lavori assolutamente folli, tipo una fotografa fa (non ricordo il nome, scusate) quotatissima in Italia, che sta facendo faville facendosi filmare dalle telecamere di sorveglianza pubbliche (quelle a cui puoi accedere da pc senza vincoli), sempre nella solita posa, sempre più o meno con i soliti vestiti, e un collaboratore prende lo screenshot dello schermo pc. BAM, mostra su queste foto. Sinceramente, anche no. C'è un limite alla spiegazione su cui crei un lavoro fotografico prima che diventi super×la. |
user39791 | inviato il 23 Marzo 2019 ore 12:07
In effetti ci sono dei limiti che non andrebbero superati. Direi di andare avanti con il proporre due fotografi. Paolo mi sembra che abbia detto che li vuole proporre lui. |
| inviato il 23 Marzo 2019 ore 14:35
Io vorrei proporre William Eggleston e Luigi Ghirri. Cos'hanno in comune ? Credo soltanto il colore. Epoche leggermente diverse. Due continenti, due mondi, due culture molto diverse tra loro. Mi interessano perché la Fotografia a colori, fino a un certo periodo, era snobbata dalla Fotografia 'colta'. Con un approccio molto diverso entrambi hanno dato alla fotografia a colori uno spazio, ma, soprattutto, un'impronta che ha suscitato molto interesse. A suo tempo avevamo parlato anche di Shore e di Parr. Ma suggerirei di concentrarci su questo statunitense e questo italiano. Lascio due link molto generali, per ora. Ovviamente è benvenuto ogni ulteriore contributo su questi autori. www.google.com/search?q=william+eggleston+photography&client=firefox-b www.google.com/search?q=luigi+ghirri+foto&client=firefox-b-d&tbm=isch& Aggiungo di possedere un libro: " William Eggleston - From black and white to color " - ed. Steidl, portatomi da mio figlio dagli USA. Ci sono molte foto e qualche pagina di testo a livello di saggio. Se trovo qualcosa di interessante, lo comunico. Su Ghirri ho " Lezioni di Fotografia " ed. Quodlibet, un testo abbastanza noto e diffuso. |
user39791 | inviato il 23 Marzo 2019 ore 15:33
Paolo sono due autori molto interessantì appena riesco posto qualcosa su di loro. |
| inviato il 23 Marzo 2019 ore 16:13
Ghirri gioca molto sul paesaggio, sugli elementi, rispetto a eggleston che riusciva a prendere fotografie di roba comune e in qualche renderle interessanti. Due mostri. |
user39791 | inviato il 23 Marzo 2019 ore 16:34
Due mostri sacri della fotografia a colori. Uno però usa colori iper saturi mentre l'altro dei colori molti tenui, quasi desaturati. Tutti e due a modo loro hanno rivoluzionato la storia della fotografia. Eggleston in un periodo in cui imperava la filosofia del "momento decisivo" portò l'attenzione sul banale. Ghirri ha stravolto la concezione della fotografia paesaggistica. |
| inviato il 23 Marzo 2019 ore 17:45
Si potrebbe dire che la loro autorialita' coincide con l' innovazione. In entrambi noto la scelta ( più decisa in Eggleston) di cercare e rappresentare l' ordinario, Matteo ha detto il banale, io aggiungerei l' impoetico, come assolutamente degni di essere soggetti autorevoli. Ma vorrei, col vostro aiuto, approfondire questo tema. Non era la prima volta che oggetti di uso quotidiano assurgessero a soggetti degni di attenzione ( penso sd es. a Weston...), ma qui ci troviamo davanti alla scelta di rendere protagonista il banale, che è un altro tipo di scelta. Ciò può avvenire quando un autore si rende conto di dover aprire una nuova pista, dato che le precedenti hanno esaurito le loro possibilità, o c'è anche altro? |
| inviato il 23 Marzo 2019 ore 18:02
Tutte le fotografie di questo mondo sono foto d'autore. Tutte le foto infatti hanno un autore. |
| inviato il 23 Marzo 2019 ore 18:09
Io di differenze tra Eggleston e Ghirri vedo anch'io il colore. Di tutti e due, le foto sono banali, solo che quelle di Eggleston sembrano fatte da Kodakchrome o da negativi kodakcolor , ma stampate con bagni usurati, quelle di Girri sono slavate e senza definizione. Mi chiedo e non so darmi una risposta, del perchè qualcuno consideri questi due fotografi, degni di nota. |
| inviato il 23 Marzo 2019 ore 18:36
Esatto è questo il punto perché sono degni di nota e hanno avuto una così grande influenza sulla fotografia? Lo scopo del topic è anche provare a capire e ampliare il punto di vista |
| inviato il 23 Marzo 2019 ore 19:09
io penso abbiano avuto amici e conoscenti che avevano una reputazione come critici e da lì è venuta la fama. Insomma l'importante è conoscere qualcuno che conta, il Picone della situazione. |
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