| inviato il 18 Marzo 2019 ore 10:55
Ah, a proposito di stringere gli occhi: avete una pur vaga e occasionale esperienza con la retroproiezione? |
| inviato il 18 Marzo 2019 ore 12:18
Paolo io ho appena preso un 65" e credo vada alla grande, si perde qualcosa nelle inquadrature verticali ma.. si sa... |
| inviato il 18 Marzo 2019 ore 16:27
ok, indubbiamente, dimensione proiettabile/risoluzione e colori di una dia perfetta sono superiori alla visione digitale. ma sono le uniche due caratteristiche, a fronte di tante altre decisamente migliori nel digitale. Anche solo rimanendo in termini di pura immagine, la luminosità e il contrasto di un OLED non sono nemmeno paragonabili alla proiezione e, credo, nemmeno alla retroproiezione. Forse, se uso qualche mega lampada da qualche 10000 lumen, ma a quel punto dove finisce il contrasto? |
| inviato il 18 Marzo 2019 ore 17:01
Angor ... con la retroproiezione ritorni pari pari sulla scena ripresa, in controluce poi ... beh, in controluce è anche meglio dell'originale! In ogni caso, tanto per chiarire di cosa parlo: hai presente una normale proiezione fatta con dei Kodak Ektapro dotati delle migliori ottiche in circolazione il tutto su uno schermo che più perfetto non si può? Bene ... se tutta quell'Iradiddio la confronti con una retroproiezione (pure se ottenuta per il tramite di un proiettore da due soldi munito di un'ottica da un soldo e mezzo) fa semplicemente piangere! |
| inviato il 18 Marzo 2019 ore 17:08
Anche perché, credimi sulla parola (ma se vuoi posso dimostrartelo in qualsiasi momento), la questione non è la luminosità della lampada e/o il contrasto di un oled ... la questione è che sono proprio le infinite sfumature di luce e ombra, e anche e soprattutto dei colori, della diapositiva a essere semplicemente irragiungibili da parte del digitale ... quando osservi la progressione di queste sfumature ti accorgi davvero che, al confronto, un oled (o quello che vuoi) tutt'al più può fare la figura di un cartone animato. |
| inviato il 18 Marzo 2019 ore 17:15
Scusate se non ho letto tutto. Io ho notato che le dia più vecchie di mio padre, fatte negli anni "70 che lui mandava rigorosamente a Milano per lo sviluppo (vedi frammento del mio avatar) hanno tenuto molto meglio delle mie fine anni "90 inizio anni 2000. Milano faceva questa differenza ? |
| inviato il 18 Marzo 2019 ore 17:17
La differenza la fa l'accuratezza dello sviluppo... e poi anche il genere di pellicola. |
| inviato il 18 Marzo 2019 ore 17:19
ho dia su EPR64 il cui colore degenerava appena dopo qualche mese (in genere diventavano verdognole) ed altre ancora perfette dopo oltre 30 anni. Colpa dello sviluppo sbagliato |
| inviato il 18 Marzo 2019 ore 21:41
Le diapositive colore chiaramente non sono eterne, in ogni caso esistono pellicole che per loro stessa natura sono più soggette a un deterioramento evidente già dopo pochissimi anni, e altre che invece durano molto di più. Per esempio le Agfachrome Professional RS 50 e 100 durano davvero pochi anni, una decina al massimo; le Ilfochrome e le 3M/Scotchchrome molto meno, cinque o sei anni. In genere le Kodak Ektachrome hanno una durata molto più estesa, una ventina d'anni tranquillamente, così come peraltro anche le Fujichrome ... le Kodachrome poi sono eterne, ne esistono risalenti alla metà degli anni '30 e sono ancora perfette. Tutto ciò, manco a dirlo, a fronte di un trattamento molto accurato. |
| inviato il 18 Marzo 2019 ore 22:01
Ma poi quale è la vita necessaria ? A mio fglio interesserà avere svariati tera di mie foto ? |
| inviato il 18 Marzo 2019 ore 22:20
Confermo quanto scritto da Paolo sulle durate. Il mio cruccio sono state le Agfa, le ho usate parecchio perchè avevano dei colori che mi piacevano molto, ma si sono deteriorate parecchio. Per fortuna che con il digitale si riese a fare dei recuperi che hanno del miracoloso |
| inviato il 19 Marzo 2019 ore 10:46
La Agfachrome 50 RS Professional era in effetti una bella pellicola, ma già negli anni '80 era un po' fuori tempo massimo. Vantava dei grigi eccellenti, con un ottimo equilibrio cromatico, la saturazione non era esaltante ma bastava una sottoesposizione sistematica di 1/3 di stop ed era pressoché perfetta per la proiezione purtuttavia aveva dei grossi limiti quanto a finezza di grana, francamente esagerata per una 50 ASA, e nel non esaltante potere di risoluzione. Insomma poteva andar bene nella moda e nel ritratto ma era scadente nel paesaggio, nello sport e nella naturalistica. Questo senza contare la decisamente ridotta durata nel tempo. |
| inviato il 22 Marzo 2019 ore 11:16
“ tutte „ Nooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!! |
| inviato il 22 Marzo 2019 ore 11:53
ho letto velocemente quasi tutto, e spero di non aver saltato qualcosa di simile da quello che voglio dire, in ogni caso, non riesco neanche ad immaginare giancarlo come potrei sentirmi a fare una cosa del genere, ma non voglio neanche aumentarti i sensi "di colpa" però io sono nato nell'epoca digitale, e se non fosse stato per quelle scatolette grigie nascoste negli armadi non mi sarei forse appassionato alla fotografia, non avrei costruito una camera oscura nella nuova casa, non avrei frequentato persone molto più anziane di me, non avrei frequentato mercatini dell'antiquariato e appassionato al cosidetto vintage.. da qui, la mia idea è mutata, di molto, riguardo la fotografia, perchè senza dubbi il digitale è comodo, perfetto, facile, economico e tutto quello che sappiamo, ma le fotografie sono quelle la, quelle che tocchi. la mia compagna è un'educatrice, abbiamo organizzato dei laboratori di rayogrammi e abbiamo fatto vedere delle dia proettate, io guardavo lo sguardo di bambini di 5-6 anni, e capivo che quella fotografia non morirà mai. comunque, ognuno fa le sue scelte e sono sempre giuste, se butti via altro però avverti prima |
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