| inviato il 22 Novembre 2018 ore 7:58
Ecco le foto dell'autore che ha postato Mirko Fambrini sono l'esatto esempio di quello che intendo io quando penso alla street come reportage o foto documentaristica, o il contrario, foto documentaristica come street. Non sono generi che possono essere completamente separati, mi diapiace per chi ha la fissa di catalogare tutto, ma è così. Poi che ci possano essere foto prevalentemente di reportage e non street questo è giusto e ci sta, ma non ditemi che sono assolutamente generi da separare sempre e comunque. Detto questo grazie per la segnalazione, non conoscevo l'autore, davvero molto bravo |
| inviato il 22 Novembre 2018 ore 8:52
Sono diverse le finalità ed i criteri di lavoro. Il reportage è sviluppato attraverso più foto e si prefigge di mostrare, raccontare, documentare e via dicendo. Le foto devono essere collegate tra loro come i capitoli di un libro. Nella SP il testo è libero, non devo necessariamente raccontare qualcosa. La SP vive di singole (anche se sempre più insistono su progetti). Questo non può escludere che vi siano zone fluide di interscambio, perchè è nella genetica comune di entrambe le cose, un po come padre e figlio (ma la madre? ) Quando una foto singola di un più ampio lavoro di reportage è completa può avere una forte valenza SP, come se fosse un capitolo particolarmente riuscito bene e ti colpisce maggiormente. Il rischio di questo è che una singola possa sminuire le restanti e non valorizzare pertanto l'insieme, come se chi legge una poesia si ricordi una singola strofa ma non il contenuto della poesia stessa. |
| inviato il 22 Novembre 2018 ore 9:08
“ "Alla fin fine la street non è un racconto?"...per me si per altri no. Punti di vista differenti „ Quello che mi interesserebbe della street è un racconto, un filo conduttore, fatto per fotografie di varia umanità, presente fisicamente o presente come strutture sociali o meno. La foto della vecchietta spettinata in mezzo alla stradacon un dito nel naso, due ragazzini che si baciano su una panchina, non mi dicono molto, se non sono contestualizzati. A me sembra che la street non sia altro che una sottosezione del reportage “ E credo sia ora di dire basta a HCB „ Ora passata, concordo. |
| inviato il 22 Novembre 2018 ore 9:53
. "A me sembra che la street non sia altro che una sottosezione del reportage"... anche qui ci sono vedute diverse. Io la considero una sottosezione del reportage... ma è un mio punto di vista. |
| inviato il 22 Novembre 2018 ore 15:08
Racconto filo conduttore... allora stai parlando più di storytelling (Stile Alec Soth per capirsi) che di street. Per quanto riguarda il fotogiornalismo... ci sono delle differenze, pur se come è stato detto in alcuni casi punti di convergenza. Una differenza sostanziale è che spesso per contestualizzare una foto di reportage serve un testo scritto che indichi il luogo, descriva la guerra, spieghi i motivi degli scontri. Nella street il legame col testo è praticamente nullo. Su HCB... parlarne come esempio di street secondo me confonde anche se in tantissime foto ci ricade... il suo genio comunque non si è limitato solo al saper cogliere il momento decisivo nella composizione ma anche spesso a riuscire a descrivere con i suoi scatti persone e situazioni in maniera "completa". |
| inviato il 25 Novembre 2018 ore 0:36
Per capire cosa è la street, bisogna andare ad una mostra di un simpaticissimo signore di 70 anni. Si chiama Gianni Berengo Gardin. www.thingsiliketoday.com/foto-piu-belle-di-gianni-berengo-gardin/ E' per me, insieme ad Ivo Saglietti, uno tra i più grandi fotografi italiani. Ivo è più orientato al reportage, mentre molti scatti di Gianni sono tipicamente street. Ma di altissimo livello. Anche se lui probabilmente non sa nemmeno che cavolo sia, la "street"! |
| inviato il 25 Novembre 2018 ore 6:00
“ ... un simpaticissimo signore di 70 anni. Si chiama Gianni Berengo Gardin. „ GBG settantenne? ... Il tuo post non farebbe una piega se lo avessi scritto nel 2000. Comunque sì, come da titolo... basta con la street. Sarebbe ora di fare un po' di square, di bridge e di field. |
| inviato il 25 Novembre 2018 ore 12:31
Scusa hai ragione, di anni ne ha ormai 88... |
| inviato il 25 Novembre 2018 ore 16:27
Gardin, Scaglietti, Colombo sono solo alcuni nomi italiani che hanno saputo documentare con le loro immagini la società e non solo.Ogni foto famosa che possiamo osservare appartiene ad un lavoro di reportage. Anche le immagini di Gilden appartengono a progetti ben precisi e questo fa la differenza con quelle di alcuni fotografi street italiani che cercano di scopiazzarlo. Gilden ha idee chiare, non sembra ma i suoi scatti più famosi fanno parte di reportage. I nuovi guru della street hanno cambiato un po' le regole e la cosa m'interessa poco perchè non amo etichette. Da un mio punto di vista le immagini che non raccontano pur se belle sono fine a se stesse e hanno poco valore. |
| inviato il 25 Novembre 2018 ore 16:41
Berengo Gardin e la street sono su galassie lontanissime...per me |
| inviato il 25 Novembre 2018 ore 18:36
Anche per me. È reportage, la street era considerata una parente stretta. I nuovi autori per quanto possano essere bravi non raccontano nulla, tutto si basa sui giochi d'ombra, strutture urbane e scene divertenti casuali quasi sempre simili e privi di racconto non solo metropolitano. Gardin e altri con i nuovi autori sono galassie lontanissime senza dubbio. |
| inviato il 25 Novembre 2018 ore 19:13
Come si può classificare questo autore? Forse non ha senso classificarlo. Molte delle sue immagini sono street, sono singole, come sono le foto di street, perlomeno non le presenta come fossero parte di un reportage o di un storylelling come oggi si dice. Comunque a me piace molto e trovo che ogni sua singola immagine racconti molto. Tutte scattate in Russia e rigorosamente tutte con l'iphone www.instagram.com/dcim.ru/ |
| inviato il 25 Novembre 2018 ore 20:07
Fotogiornalismo. Peccato non abbia un sito personale. Instagram lo trovo ottimo per scoprire autori molto bravi ma come sai le immagini vengono postate spesso senza un criterio(ed è normale) per cui visitare il sito ci si ha un'idea più precisa sull'autore...in questo caso non è possibile... peccato. Ho avuto modo di visionare diversi fotografi russi, tutti molto bravi. Grazie per la segnalazione |
| inviato il 26 Novembre 2018 ore 3:46
A proposito di autori russi, merita certamente il plauso l'utente che nella pagina precedente ha segnalato appunto quel fotografo-cirillico, particolarmente interessante e pressochè sconosciuto dalle nostre parti o ai più. Molto meglio lui ad es., che entrambi gli italiani della Magnum (Scianna escluso), alias Pellegrin e Majoli, con quest'ultimo a mio parere autentico miracolato... che addirittura ricopre il ruolo di presidente. Anche se per ricoprire tale ruolo, avrà certamente ben altre qualità che esulano dalle capacità fotografiche. Ma come autori mi lasciano piuttosto perplesso... se si pensa che Magnum rappresentava da sempre il top se non l'Olimpo degli autori contemporanei... Evidentemente la crisi ha colpito pure lì, nelle nuove generazioni. “ I nuovi autori per quanto possano essere bravi non raccontano nulla, tutto si basa sui giochi d'ombra, strutture urbane e scene divertenti casuali quasi sempre simili e privi di racconto non solo metropolitano. Gardin e altri con i nuovi autori sono galassie lontanissime senza dubbio. „ VincèV. Mi trovo completamente d'accordo con quanto hai esposto, in merito alla street dei giorni nostri. Tra autori di nuovo grido, e occhiate che ho dato alle foto che hanno raccolto premi e riconoscimenti tra vari concorsi internazionali... che dire, sembra che l'attuale trend sia quello di ritrarre più che altro le curiosità estemporanee. Simpatiche immagini, molte sul genere di "paperissima", altre certamente particolari, coincidenze varie, "frame" non facili da estrapolare, con buon colpo d'occhio, pazienza e colpo di fortuna, ma dopo averne visionate anche 2 o 3 dozzine, pur divertenti esauriscono subito lì ogni interesse, o che inducono a pensare ok basta così. Mi chiedo come facciano quegli autori anche piuttosto gettonati, a scorrazzare giorni, mesi e anni, sempre nella loro ricerca di quelle curiosità lì. Sai che 00. Alla fine, anzi a ben presto, svanisce il simpatico e prevale la monotonia seguita dalla noia. Quantomeno è quello che a me è risultato. Beh, se la street attuale passa per essere relegata ad essere solo quello... allora viva il reportage, sempre e comunque. |
| inviato il 26 Novembre 2018 ore 7:55
"Beh, se la street attuale passa per essere relegata ad essere solo quello... allora viva il reportage, sempre e comunque."...pienamente d'accordo |
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