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composizione e lettura di una foto (3)


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avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2018 ore 11:22

Mah io credo che la composizione sia uno dei tanti mezzi per raggiungere il fine, non credo che si possa valutare un lavoro di una vita solo parlando di tecnica, quella serve per raggiungere il messaggio dato
Ma analizzando singola foto credo che composizione possa influire molto sul messaggio

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2018 ore 11:30

Ma analizzando si gola foto credo che composizione possa influire molto sul messaggio


Indubbiamente

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2018 ore 11:34

La composizione è una cosa. La focale o l'espressione formale sono un'altra.

Ok. Confermo. Questione di termini ;-)

Nella mia testa pensavo che "espressione formale" e "composizione" fossero sinonimi o quasi.
Che poi tra l'altro molti fotografi che non fanno "staged photography" non parlano di composizione ma piuttosto del come "risolvere" o "prelevare" lo scatto. Assimilando il significato di comporre a quello di disporre attivamente parti della scena. Ma anche qui questione di termini...

Argomento, anzi sottto-argomento chiuso Cool

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2018 ore 11:41

Probabile Opisso che anche io non sia preciso. Sorriso

Per fare un esempio, possiamo avere un autore che predilige un'espressione formale fortemente "rigorosa", ma che talvolta, pur rimanendo tale, si esprime con una composizione estremamente dinamica oppure totalmente statica.

E' una banalizzazione ovviamente, ma giusto per calibrarsi sui concetti.

avatarjunior
inviato il 06 Aprile 2018 ore 12:04

Si sta ritornando ai ritratti di thomas ruff a quanti vedo.... molto bene...

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2018 ore 12:12

Francesco detta così mi viene da dire gregory crewdson

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2018 ore 12:28

Lo conosco poco Labirint, ma mi pare che la sua personalità formale sia chiarissima.
Nel suo caso mi pare che anche i criteri di pura composizione siano piuttosto costanti.
Dovrò approfondire: grazie per la segnalazione. Sei una miniera carissimo! Sorriso

avatarjunior
inviato il 06 Aprile 2018 ore 12:32

Vorrei sapere da voi un giudizio su queste due foto messe in paragone
www.artribune.com/wp-content/uploads/2013/01/5.Tina-Modotti-Calle-Mess

www.artcurial.com/sites/default/files/styles/840_width/public/lots-ima

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2018 ore 12:38

Tina va inquadrata: nel suo personaggio e nella sua epoca. Oltre che nel suo rapporto con Weston.

Lei è "guerra", è rivoluzione. Questo è il suo quid fotografico, umano, storico. Perfino la sua morte.
Poi però c'è una certa idea di sperimentazione (per esempio sulle alte luci, e credo che i suoi fiori ne risentano) e bisogna considerare che la concezione di "forma" in fotografia è agli albori.
Mettici il rapporto con Weston e tutto si colloca perfettamente...

Aggiunta: non mi ero accorto che i link erano due... Miverrebbe da dire che restiamo nell'amore per la forma e che Mapplethorpe è l'evoluzione della specie Sorriso

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2018 ore 12:41

Ho aggiunto... non mi ero accorto fossero due link...

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2018 ore 13:46

La ricerca delle forme, proporzioni e luce giusta è bella, possono essere fiori, nudi o peluche... Basta che siano ben fatte.

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2018 ore 13:47

Ma a parte la contestualizzazione, non conosco la Modotti e pochissimo Mapplethorpe, così ad occhio non mi sembrano compositivamente o meglio, formalmente così simili. Accostabili certamente ma...

Lo scatto della Modotti sembra suggerire e giocare più con lo spazio introno al soggetto. I fiori lambiscono gli estremi e visivamente colpisce più il gambo e lo sfondo dei fiori stessi.Con una sensazione complessiva di "vita" ma anche di "leggerezza."
Quello di Mappelthone sempre più tecnico, rigoroso*, ogni minimo dettaglio contribuisce alla resa. Uno "studio" che sembra trascendere il significato stesso di studio.
Poi appunto, non conoscendo i due fotografi, e ignorando gli intenti sto andando un po' a ruota libera...
Probabilmente chiunque, in prima battuta, non li assimilerebbe alla stessa mano.

*Non che no lo sia anche quello della Modotti: parlo della sensazione che mi restituisce.

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2018 ore 13:55

Mappelthone è chiaramente molto pulito e rigoroso, la differenza sta proprio nella produzione di Mappelthone, è presente un suggerimento verso gli organi sessuali,in altre immagini è più evidente e famosa era la sua affermazione secundo cui non c'era differenza tra fotografare un fiore o un c.azzo

user148740
avatar
inviato il 06 Aprile 2018 ore 15:01

secondo me centra anche il senso di colpa e la redenzione anche se inconscia.
ma non diciamoglelo perchè si incazza di sicuro

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2018 ore 15:19

Scusate se faccio la mia ennesima digressione (se volete non filatemi: non mi offendo ;-))...
Vi voglio riproporre questo link:
www.jnevins.com/szarkowskireading.htm
In pratica è il testo del libro "The Photographer's Eye" di John Szarkowski (famoso direttore del MOMA).
Il libro cartaceo (che possiedo) oltre alla succinta parte testuale si compone di un corredo di fotografie ad esempio.
Ebbene, continuo a menarvela perché qui c'è veramente la base di quali sono gli "strumenti" peculiari della fotografia che l'autore può (deve) sfruttare per veicolare il suo messaggio.
Note bene i commenti sono sostanzialmente i miei e potrei aver mal interpretato il senso originale di John Szarkowski.
Insomma solo un "breve" specchietto, leggetevi il link!

1) The Thing Itself
In pratica come dicevo prima. La fotografia per quanto neutra diventa una specie di "ready made" dove la foto del soggetto inquadrato trascende, va oltre, al soggetto rappresentato stesso. Il soggetto e la foto sono due oggetti "legati" ma diversi. In pittura questo legame è molto più labile e può essere inesistente.

2) The Detail
Il fotografo isola gli elementi che ritiene essenziali "significandoli". Non crea storie ma ritaglia "simboli" da iconizzare.

3) The Frame
Il Frame ha limiti precisi. Il fotografo scegliendo cosa includere crea una relazione tra gli oggetti presenti e il frame stesso. Una relazione che prima dell'inquadratura non era presente.
Qua forse potrebbe rientrarci il discorso della sezione aurea. Mi sembra il punto più accostabile alla pittura.
Anche se a livello pratico la relazione si crea prelevando la scena e non costruendola/componendola.

4) Time
Oltre alla relazione spaziale col soggetto anche il tempo riveste un suo preciso significato.
La foto si relaziona "fisicamente" non solo con lo spazio ma anche con un segmento di tempo ben preciso.
Frammento congelato di realtà che non sempre corrisponde a quello che l'occhio percepisce (vedi esempio del cavallo in corsa).
...the thing that happens at the decisive moment is not a dramatic climax but a visual one. The result is not a story but a picture

5) Vantage Point
Ovviamente la scena impressa si relaziona al punto di vista della macchina.
Ma non solo: come la fotografia si imparano a sfruttare punti di vista "nuovi" non precedentemente esplorati dalla pittura. (Qui, ancora più necessario leggersi l'originale)

Tornando in Topic... tutto questo non aiuta direttamente a fare o a leggere una fotografia...
Ma fornisce dei mattoncini sui quali ragionare sugli strumenti fotografici a nostra disposizione. Il libro è datato ma sono quelli che utilizziamo ancora oggi, più o meno consciamente, quando facciamo una foto.






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