| inviato il 25 Gennaio 2018 ore 10:18
ecco non avrei pensato così tanti scatti, sono molto interessato, non facciamo scadere la disccussione in Post si o post no |
| inviato il 25 Gennaio 2018 ore 10:23
“ non facciamo scadere la disccussione in Post si o post no „ Basta non rispondere a chi tirerà fuori la solita tiritera Altra domanda: sovra/sotto esposizione? Movimento zoom? |
| inviato il 25 Gennaio 2018 ore 10:50
secondo me sovraesposte anche per gestirle più facilmente |
| inviato il 25 Gennaio 2018 ore 10:53
“ neopittorialismo „ Trovo questo termine azzeccato Comunque sono presenti gondole e onde dei canali (oggetti in movimento) e questi sono più, o meno, definiti in base alla zona. Questo vuol dire che ha lavorato per zone, e gli scatti per le parti in modimento sono ravvicinati (perchè sono anche loro più scatti). Guardando la complessità delle geometrie sui edifici direi che abbia scattato diverse volte da un punto più o meno uguale, secondo me, su più giorni con varie situazioni atmosferiche. Ipotesi: Ha scattato 5-10 scatti al giorno per una decina di giorni? Puo essere? Azzardo anche un'altra ipotesi: La variazione del punto di ripresa non varia di molto (stimo, ma sono pessimo a stimare, da 1 a 4 metri) e ha sempre puntato alla stessa direzione (quindi con uso del cavalletto). Nella prima foto con il teleobiettivo infatti non ha variato tanto e la foto è risultata più "pulita" e dettagliata; al contrario l'ultima ha una ripresa più grandangolare e il risultato è più "confusa", sopratutto nelle costruzioni vicine Mie ipotesi ovviamente, mi sono un po' sbilanciato |
| inviato il 25 Gennaio 2018 ore 11:36
Scusate ma non lo capirete mai. Può aver fatto in tanti modi diversi (ad esempio multiesposizione in camera o fatta in post ?) ma dalla foto finale non lo capiremo mai. E sono convinto che ci siano più strade per arrivare a questo risultato, alcune più semplici e alcune molto difficili. Comunque un gran bel lavoro, riuscire ad utilizzare una macchina fotografica come un pennello è un mezzo espressivo molto interessante, seppur non certo una novità, cosi come abbiamo anche visto il contrario con splendidi risultati. |
| inviato il 25 Gennaio 2018 ore 12:03
Sono d'accordo con quello che ha scritto Max. Ci sono sicuramente iter diversi per arrivare a questi risultati. Oltre agli scatti multipli, si potrebbero usare dei gel o addirittura mischiare piú tecniche e forme espressive (fotografia + pittura), come ci ha mostrato di recente Iris Hutegger. Riguardo al numero di fotografie e i metodi di fusione, lo si puó comprendere solo provando, perché ci sono dei microdettagli che possono essere gestiti in piú modi. Vorrei invece aggiungere una sintesi personale. In questi casi non ho interesse nella tecnica, ma nel sapere che la fotografia offre possibilitá incredibili. Tuttavia, con la stessa sinceritá, debbo ammettere che seppure il risultato estetico sia intrigante, concettualmente questi lavori li trovo poco interessanti e piatti. Un conto é farsi ispirare dall'aspetto pittorico che la Natura talvolta riesce a mostrare, provando a darne un'interpretazione personale, cercando di raccontare qualcosa, un altro é copiare di sana pianta i lavori di un altro autore, facente parte di una branca espressiva differente. In sostanza, non essendo un fan dell'esercizio stilistico fine a se stesso (con l'aggravante della scopiazzata in questo caso specifico), non riesco ad apprezzare nella loro totalitá questi lavori. D'altronde quando io stesso casco in questo loop puramente dimostrativo, mi rimane un senso di vuoto e impersonale che mi da poca soddisfazione. Un saluto a tutti! |
| inviato il 25 Gennaio 2018 ore 12:24
Zeppo: Non intendevo "sminiure" nulla, anzi! Parlavo di computer grafica di alti livelli con la quale sono convinto che si può arrivare al risultato voluto. Basta pensare cosa riescono a farti vedere in certi film dove "creano" dal nulla scenari che sembrano reali.... Visione per visione.... |
user4758 | inviato il 25 Gennaio 2018 ore 12:29
ok Roberto, ma capirai che scatti come quelli di Fox non sono pura e semplice post-produzione; c'è dietro un gran lavoro per cercare la location giusta, all'ora giusta, il punto di ripresa azzeccato, ecc... ed è sicuramente più "semplice" e meno costoso che ricorrere ad un team Hollywoodiano d'effetti speciali! |
| inviato il 25 Gennaio 2018 ore 12:30
Posso essere d'accordo sul discorso di non emulare pedissequamente altre forme espressive, però certe tecniche possono benissimo costituire la base per successivi lavori dall'esito inaspettato e perciò originale; questa di Masuyama mi intriga parecchio |
| inviato il 25 Gennaio 2018 ore 12:34
concordo con daniele, tutto va rivisto e rielaborato, ma certe possibilità sono interessanti e non è detto che si vada a parare li |
| inviato il 25 Gennaio 2018 ore 13:17
“ Posso essere d'accordo sul discorso di non emulare pedissequamente altre forme espressive, però certe tecniche possono benissimo costituire la base per successivi lavori dall'esito inaspettato e perciò originale; questa di Masuyama mi intriga parecchio „ Si, certo Daniele. Infatti, l'ho scritto. Tuttavia in questi casi, se effettivamente trattasi di un composito di sole fotografie, la tecnica potrebbe talmente complessa che nemmeno lo stesso autore potrebbe essere capace di ricreare lo stesso identico risultato. Tutto ció deve stimolare alla sperimentazione, non necessariamente a scervellarsi per capire esattamente come ha ottenuto questi lavori Masuyama. |
| inviato il 25 Gennaio 2018 ore 14:25
Tratto dal sito di Masuyama: “ Caspar David Friedrich and J.M.W.TURNER In this work, Masuyama engages in an exploration of passages across time, space and art history. These photomontages are made after the 19th Century painters Caspar David Friedrich (German, 1774-1840) and J.M.W. Turner (British, 1775-1851), who both traveled widely across Europe and documented their journeys in paintings. Returning to the sites that Friedrich and Turner captured over 160 years ago, before the invention of the camera, Masuyama takes several thousand photographs. With these images, he composes reproductions of the original paintings out of thousands of images, building the painterly atmosphere and light out of his contemporary photographs. The finished photomontage is mounted on a lightbox, illuminating his composite image from within. Masuyama animates these historical, often iconic artworks with a new contemporary resonance, calling upon their shared universality while simultaneously pointing to the unique, individual lens of his own time and place. „ in effetti non so se la singola foto/lightbox sia un composito di centinaia di fotografie ma in questo sito sembra di capire così www.fiaf.net/agoradicult/2015/01/25/hiroyuki-masuyama-il-sublime-ingan “ Come detto sono centinaia e centinaia di fotografie ( l'autore è arrivato ad assemblare anche 600-700 foto) di edifici, muri, gruppi di persone, che ci restituiscono in una sorta di continuum perfettamente equilibrato, la sua personalissima interpretazione delle opere d'arte del maestro inglese, superando in tal modo la dimensione documentaria della fotografia e abbattendo lo spazio temporale. „ |
| inviato il 25 Gennaio 2018 ore 16:03
“ capisco che possa piacere, ma veramente penso che la macchina fotografica a sto punto non serve, basta la computer- grafica „ . 100000% d'accordo. Concordo che, in questi casi, la fotocamera è il ripiego di chi non sa dipingere. |
user90373 | inviato il 25 Gennaio 2018 ore 17:11
Ultimamente mi è balenata l'idea chi il gesto creativo non sia equivalente al gesto interpretativo, può essere? |
| inviato il 25 Gennaio 2018 ore 17:33
“ 100000% d'accordo. Concordo che, in questi casi, la fotocamera è il ripiego di chi non sa dipingere „ Io invece sono convinto che gli autori che raggiungono questi livelli sappiano tenere in mano perfettamente anche un pennello, proprio perché la loro comprensione di come ottenere quel risultato è talmente profonda che non sarebbe possibile senza conoscere quel tipo di pittura anche da un punto di vista tecnico-pratico. Questo non significa che io approvi l'emulazione in quanto tale; come ho scritto sopra, potrebbe tuttavia costituire la base di partenza per esplorare nuove strade dai risultati imprevedibili; in fondo anche il "mosso artistico" è molto pittorico, ma nelle opere migliori mantiene anche una forte connotazione fotografica. |
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