| inviato il 07 Novembre 2017 ore 17:19
Concordo sulla sudditanza in particolare e l'import di usi e costumi a scopiazzamento |
| inviato il 07 Novembre 2017 ore 17:46
“ mi piacciono i titoli in dialetto ogni tanto „ Attento a non presentarli nella Regione sbagliata |
| inviato il 07 Novembre 2017 ore 18:02
Mb339 - è vero sarebbe davvero bello che si parlasse e si scrivesse meglio la nostra lingua mentre noto un certo decadimento non solo nell'uso dei congiuntivi ma in generale. Parlare bene l'italiano dovrebbe essere un dovere ma forse dovremmo tenere in conto anche di chi insegna l'italiano : le maestre ? Avete mai sentito parlare le maestre (e non parlo dell'accento regionale) . E in casa quale italiano si parla ? Per farla breve e per dirla all'inglese "garbage in gargabe out " che significa che quello che ottieni è quello che hai messo dentro. Gian Carlo F - non è che Mussolini ha fatto solo castronerie, certo chiamare il cachemire casimiro è stato troppo ma mi pare che considerare ogni cosa fatta durante il ventennio come un errore sia a sua volta un errore. Secondo me sarebbe tempo di giudicare il passato con un occhio obbiettivo e non legato a schemi preconcetti. Scrivo questo perché in questi giorni ho letto il libro di Giampaolo Pansa - La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti; illuminante per chi non ha vissuto (come me) in quei tempi. |
| inviato il 07 Novembre 2017 ore 18:16
“ Gian Carlo F - non è che Mussolini ha fatto solo castronerie, certo chiamare il cachemire casimiro è stato troppo ma mi pare che considerare ogni cosa fatta durante il ventennio come un errore sia a sua volta un errore. Secondo me sarebbe tempo di giudicare il passato con un occhio obbiettivo e non legato a schemi preconcetti. Scrivo questo perché in questi giorni ho letto il libro di Giampaolo Pansa - La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti; illuminante per chi non ha vissuto (come me) in quei tempi. „ Volevo solo dire che estremizzò troppo quella cosa. In Alto Adige dei vecchi mi raccontavano che volevano anche cambiare i nomi sulle tombe dei morti, se uno si chiamava Josef perché mai dovevano scrivere Giuseppe? Detto questo, so benissimo che il fascismo ha fatto cose che la nostra dissestata repubblica non se le sogna nemmeno di notte. Pensa, mio padre che era stato un partigiano, mi diceva sempre che se non fossimo entrati in guerra ci sarebbe stato ancora il regime perché il consenso era enorme, poi mi elencava quello che non era giusto ecc. ma, alla fine, mi diceva sempre: "ricordati però che Mussolini è morto povero!", ti sto parlando degli anni '50 io ero un bambino, ma le sue parole mi riecheggiano ancora nelle orecchie. Quell'insegnamento e quel monito lo ho pienamente capito solo da adulto, negli anni '80 |
| inviato il 07 Novembre 2017 ore 18:50
Gian Carlo F : Anch'io ho un esempio simile : mia madre è nata in Francia da genitori italiani: è stata battezzata come Jeanne e poi durante il fascismo ha dovuto cambiare il nome in Giovanna. Ora sulla sua tomba è ritornato il nome Jeanne. Durante un incontro con amici giornalisti abbiamo evocato l'idea che la migliore soluzione per gli italiani (e non solo) sia un dittatore giusto e onesto ; quindi meglio così che quel bordello che ci troviamo in parlamento dove ci sono tizi che hanno cambiato casacca numerose volte per loro interesse personale . Però queste cose rimangono in incontri diciamo "privati" mentre ufficialmente non si possono dire. Ti faccio un esempio : gli italiani hanno lasciato l'Eritrea nel 1941 , io sono stato due volte in Eritrea per onorare mio padre che era marinaio nella Regia Marina e che è stato a Massawa nel 1935-36. Molti ricordano ancora con ammirazione gli italiani , quello che hanno costruito e fatto durante i pochi anni di loro presenza. Nessuna cita gli inglesi che sono arrivati nel 1941 e ci sono rimasti per molti anni fino all'indipendenza (e che si sono portati in India una teleferica che partiva di 2400 metri di Asmara e in 100 Km arrivava al mare di Massawa) . Purtroppo c'è un atteggiamento negativo aprioristico verso quel passato che impedisce di giudicare serenamente e senza preconcetti . |
| inviato il 08 Novembre 2017 ore 9:18
mah, che dire? Viaggiamo a miliardi, sparati su una palletta che e' meno di uno sputacchio nell'oceano. Sarebbe ora, a mio avviso, di ridimensionare un po' tutte queste smanie di autarchia. Sempre a mio avviso l'incapacità di comunicare divide e crea solo problemi. Non dico che certe arti/tradizioni/lingue non possano essere coltivate, ma volerle appioppare all'uso comune in nome di non si sa bene quale ragione o difesa di valori per me e' poco sensato. Valori quali? quelli che ti facevano morire di fame e di freddo? No, perche' abbiamo volentieri dimenticato tutti i dialetti medievali, eppure erano espressione di tempi e luoghi interessanti, epici ed indimenticabili. Non sono le Parole Nuove come: penicillina, astronauti, gps, internet, etc etc.. che hanno cambiato il mondo. E' il Mondo che sta cambiando... Poi e' ovvio, nella transizione dal dialetto ad una lingua comune gli strafalcioni sono inevitabili e il ridicolo sempre in agguato. Non per questo sono da stigmatizzare. Trovo invece ridicolo e superficiale chi rileva lo strafalcione e non vede il progetto che sta dietro all'errore. |
| inviato il 08 Novembre 2017 ore 9:32
Salt : ti spiacerebbe spiegare cosa intendi ? Il thread ha come titolo : vi prego ...usiamo la nostra bellissima lingua. E chi ha mai scritto di autarchia ? La lingua è il mezzo con il quale comunichiamo , tu ne conosci altri ? L'uso corretto del linguaggio (vale per l'italiano come per qualsiasi altra lingua) è non solo opportuno ma necessario. Tu hai scritto “ Trovo invece ridicolo e superficiale chi rileva lo strafalcione e non vede il progetto che sta dietro all'errore. „ . Scusa ma di quale progetto parli ? |
| inviato il 08 Novembre 2017 ore 9:46
La nostra lingua va difesa, usata, sentita come un immenso valore, pur riconoscendo il valore utilititaristico delle altre, come opportunità comunicativa. Ci sono paesi senza storia come gli Stati Uniti che ci invidiano il nostro patrimonio e che si inventano di tutto per crearsi una storia che non c'è (ed evitiamo di importare loro usanze solo a fini commerciali, Halloween è una di quelle). Aggiungiamo pure la loro lingua (che poi pure import è) ma tuteliamo la nostra che è un bene inestimabile. |
| inviato il 08 Novembre 2017 ore 10:11
Tuteliamo la nostra lingua... va benissimo. Qual è la nostra lingua? il calabrese? il Valdostano? Senza andare tanto indietro, mio nonno usava termini e modi di dire che oggi sono come minimo considerati obsoleti. Era medico, ed ha perso una moglie per un'otite che non e' stato in grado di curare. Poveretto..non conosceva la parola antibiotico. Perche' l'ANTIBIOTICO non era ancora stato scoperto. Ha dovuto imparare termini nuovi come RADIO, TELEVISIONE,REGISTRATORE MAGNETICO,SULFAMIDICO, AUTOSTRADA, ASTRONAUTA, SATELLITE, RADAR, NUCLEARE, DDT, INSETTICIDA, AIDS,CEROTTO,INSULINA...e perfino REGGISENO (brevettato nel 1914). INTERNET per fortuna sua non l'ha dovuto imparare perche e' mancato nell'83' Insomma... mi pare che dire "tuteliamo la nostra lingua" oltre che inutile, lasci il tempo che trova. Cesaregiancarlo, parlo dell'inevitabile progetto (eticamente condivisibile o meno) che sta dietro alle parole di ogni politico... |
| inviato il 08 Novembre 2017 ore 10:17
Amo TUTTI i nostri dialetti e tutti fanno l'italiano. La varietà e diversità e' un valore. Il monotema oltre che monotono e' un disvalore. |
| inviato il 08 Novembre 2017 ore 10:28
Bello slogan... Comincia ad usare i sensori prodotti in Italia per le tue fotografie...e poi vediamo il disvalore. Da quando la comunicazione e' considerata un disvalore? Da quando l'integrazione e' diventata nociva? La lingua ,se non sbaglio, serve principalmente per comunicare. Cosa ce ne facciamo OGGI di una lingua parlata da duemila persone? I dialetti servivano in passato per formare clan ed alzare barriere di razza e commerciali. E' li' che vogliamo tornare? I dialetti sono Storia e percio' vanno studiati e conservati. Ma sono anacronistici. In nome della conservazione della Varieta', prova a presentare il risultato dei tuoi ultimi dieci anni di studio ad una platea di scienziati parlando il calabrese stretto (o il piemontese sciasso). Credo otterrai solo di non essere compreso. |
| inviato il 08 Novembre 2017 ore 10:30
“ Sarebbe ora, a mio avviso, di ridimensionare un po' tutte queste smanie di autarchia. „ ma cosa c'entra l'autarchia? In Italia ci abbiamo messo quasi un secolo per far parlare e capire a tutti gli italiani questa lingua, ancora oggi molte persone hanno difficoltà ad esprimersi in italiano (es. in Veneto dove si continua a parlare il dialetto) ma quantomeno lo capiscono. E' una conquista ed una necessità per qualsiasi Paese. Ora qualcuno, per far vedere che è "evoluto" o un "uomo di mondo", usa termini soprattutto inglesi per esprimersi. E' sbagliato perché in molti quella lingua non la conoscono e, anche se la conoscono, non ne apprezzano sicuramente le sfumature e, quasi sempre, non le apprezza nemmeno chi le usa, l'errore più grave su questo fronte lo commettono sicuramente i nostri politici, che usano l'inglese a sproposito, per confondere le idee ai più con dei termini poco chiari, lo fanno a bell'apposta per ingannare i cittadini. Poi, visto che viviamo in un mondo globalizzato, inventiamoci pure una nuova lingua comune, tipo l'Esperanto, ben venga, sarebbe bellissimo! La stupidaggine enorme, a mio modesto parere, oggi è questa sudditanza linguistica (quindi anche culturale) verso chi ha ben poco da insegnarci su tutti i fronti. |
| inviato il 08 Novembre 2017 ore 10:35
La lingua e' anche storia, dietro un termine dialettale c'è un mondo. La sfida non è uniformare semplificando il tutto ma riuscire ad integrare le diversità. Bisogna far parlare tra loro sistemi eterogenei non renderli omogenei. Quindi ben venga l'arido inglese, snello ed efficiente ma solo come collante. Se i sensori li facessero in Italia non potrebbe che farmi un gran piacere per ovvi motivi. |
| inviato il 08 Novembre 2017 ore 10:39
“ La stupidaggine enorme oggi è questa sudditanza linguistica (quindi anche culturale) verso chi ha ben poco da insegnarci su tutti i fronti. „ Come non quotare! |
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