| inviato il 20 Gennaio 2017 ore 11:10
“ ...eppure Paco mi sembrava di averlo scritto chiaro... „
Io ho capito benissimo quello che intendevi, ma tu non hai nemmeno risposto alla mia ipotetica soluzione.
I ritratti sono ritratti, indipendentemente dall'essere umano fotografato. |
| inviato il 20 Gennaio 2017 ore 11:22
Dopo aver letto gli ultimi post, confermo tutto quello che ho scritto nel mio post iniziale.
Cerca di capire meglio cosa vuoi tu dalla fotografia amatoriale, perchè c'è un'enorme differenza tra usarla come una via di sfogo per la creatività/stress rispetto ad usarla come mezzo per cercare la gratificazione. Nel primo caso, non hai bisogno del consenso degli altri. Ti basta il tuo giudizio e al più quello di chi ha partecipato (soggetto ritratto). Nel secondo caso, invece, la creatività è solo funzionale ad ottenere consenso e la condivisione, in tutte le sue forme, diventa una droga (social, genitori dei bambini, ecc...).
Buone scelte. |
| inviato il 20 Gennaio 2017 ore 11:34
Pippo, lungi da me il volerti offendere! Non era mia intenzione. Sei un bravissimo fotografo, tanto che potresti tranquillamente farlo per professione. Ci sono tanti fotografi professionisti che si sognano di fare foto come le tue. Il fatto che siano le ragazze a cercarti ne è la prova.
Mi riferivo al fatto che il ritratto cerca la verità del soggetto, cerca di carpirne l'anima, di rappresentarne la personalità.
La modella, invece, professionista o no, è un'attrice, che recita un ruolo, ruolo che le viene attribuito dal fotografo. E' il fotografo che sceglie dove fotografarla, come farla vestire, le dice in che pose mettersi, quali espressioni fare. Viene truccata e pettinata da persone esterne. E' finzione, recitazione. E se non sei tu a dirle come comportarsi, lo fa lei in base alla sua esperienza nel interpretare un ruolo. Questa per me si chiama fotografia fashion o glamour. E' un po' come la distinzione che fa Juza tra animali in cattività e animali in libertà.
Il ritrattista cerca i suoi modelli tra le persone vere, tra gli amici, per le strade, tra i vecchi che giocano a carte nei bar. Non cerca la modella figa, cerca la persona che ha tratti somatici, o caratteriali, interessanti. Sceglie se fotografarla senza che se ne accorga, se pensa che in quel modo risulti più naturale, o instaurando un rapporto di fiducia che la metta a proprio agio. Io anche se fotografo in studio, non uso un illuminazione che sia congeniale al progetto che ho in mente, magari già decisa da tempo, come si fa nel fashion, ma uso un illuminazione che valorizzi e accentui quelle caratteristiche che ho percepito della personalità del soggetto. Scatto molte foto per finta, ma quella che cerco realmente e quella da scattare in quell'attimo di distrazione in cui la persona ritratta non si aspetta che io scatti. Perché così la foto è più vera. Magari può sembrare sottile la differenza, ma per me è enorme. |
| inviato il 20 Gennaio 2017 ore 11:41
...detto anche "Glamour", ben distinto dal ritratto. Glamour, così come Boudoir, sono due categorie mancanti su Juzaphoto e non si sa mai dove mettere le foto. Finiscono in "Ritratto e Moda" o in "Nudo", ma non sarebbero pertinenti a queste categorie. |
| inviato il 20 Gennaio 2017 ore 11:44
Ecco lo spunto di beawolf lo trovo interessante.
Lorenzo nella vita ci vuole equilibrio, magari fino ad ora l'ago della bilancia pendeva solo verso pippo... ma sacrificare una parte di se importante per amore significa non amare se stessi alla fine... |
| inviato il 20 Gennaio 2017 ore 12:08
mi tocca quotare motofoto.
imprevedibile la vita !  |
| inviato il 20 Gennaio 2017 ore 12:11
Allora cambio hobby. Vendo tutto e passo all'uncinetto. |
| inviato il 20 Gennaio 2017 ore 12:22
“ Cerca di capire meglio cosa vuoi tu dalla fotografia amatoriale, perchè c'è un'enorme differenza tra usarla come una via di sfogo per la creatività/stress rispetto ad usarla come mezzo per cercare la gratificazione. Nel primo caso, non hai bisogno del consenso degli altri. Ti basta il tuo giudizio e al più quello di chi ha partecipato (soggetto ritratto). Nel secondo caso, invece, la creatività è solo funzionale ad ottenere consenso e la condivisione „
Per me in questa frase c'è tutto. Quoto al 100% Poi, al di là delle tue motivazioni, resto del parere che due persone mature e consapevoli dovrebbero essere in grado di trovare compromessi accettabili per entrambi e non costringere una delle due parti alla totale rinuncia. |
| inviato il 20 Gennaio 2017 ore 12:25
@No Motofoto... fai ritratti a chi fa l'uncinetto.... |
| inviato il 20 Gennaio 2017 ore 12:28
Voi scherzate mai io settimana prossima devo fotografare macchine da cucire con modella che cuce... |
| inviato il 20 Gennaio 2017 ore 12:30
Piuttosto dimmi come fai a trovarne così tante e belle , che a convincere mia moglie poi ci penso io.
Scherzi a parte, la situazione è difficile ma non disperata. Prova ad allargare i tuoi interessi fotografici in modo da confondere le acque 
PS. qual'è il segreto ? |
| inviato il 20 Gennaio 2017 ore 12:32
Ho solo una domanda per Pippo, che se poi ritiene esaurito il discorso va bene: la gelosia è esclusa dal tuo discorso? Questo dei ritratti fotografici è l'unico momento a creare la tensione tra voi? |
| inviato il 20 Gennaio 2017 ore 12:50
Secondo me il problema di tua moglie non è quello che è suuccesso (quindi, inutili le testimonianze a tuo favore) ma quello che potrebbe succedere. Che è un po'più difficile da certificare. Alla fine, è una questione metà di fiducia (sai solo tu se te la meriti ed è inutile che ce lo racconti, ti crediamo sulla parola e poi sarebbe come l'oste che dice che il vino è buono...) e metà di carattere (quello di tua moglie, e li ci sono solo tre soluzioni: serena convivenza, fuga ai Caraibi o femminicidio....consiglio la prima, escludo la terza).
Secondo me, hai una chance: coinvolgi tua moglie nel tuo hobby, falla partecipare, trovale un ruolo. Si renderà conto che la macchina fotografica frapposta tra te e la modella è più ostica di un filo spinato. Poi, se si diverte avrete una cosa in più da condividere, se si stufa magari ti lascia in pace. Non è detto, ma non vedo altra possibilità.
Se non quella di cambiare completamente genere. All'insaputa dei parenti, ovvio. Se ti dedichi alla foto sportiva, troverebbero modo e occasione di malignare anche su te e tutti quei bei giovanotti aitanti che ti ronzerebbero attorno... |
| inviato il 20 Gennaio 2017 ore 13:38
A volte le proprie compagne si avvicinano alla tua passione per controllarti, ma se non è la loro passione dura poco |
| inviato il 20 Gennaio 2017 ore 14:13
“ Mi riferivo al fatto che il ritratto cerca la verità del soggetto, cerca di carpirne l'anima, di rappresentarne la personalità.
La modella, invece, professionista o no, è un'attrice, che recita un ruolo, ruolo che le viene attribuito dal fotografo. E' il fotografo che sceglie dove fotografarla, come farla vestire, le dice in che pose mettersi, quali espressioni fare. Viene truccata e pettinata da persone esterne. E' finzione, recitazione. E se non sei tu a dirle come comportarsi, lo fa lei in base alla sua esperienza nel interpretare un ruolo. Questa per me si chiama fotografia fashion o glamour. E' un po' come la distinzione che fa Juza tra animali in cattività e animali in libertà.
Il ritrattista cerca i suoi modelli tra le persone vere, tra gli amici, per le strade, tra i vecchi che giocano a carte nei bar. Non cerca la modella figa, cerca la persona che ha tratti somatici, o caratteriali, interessanti. Sceglie se fotografarla senza che se ne accorga, se pensa che in quel modo risulti più naturale, o instaurando un rapporto di fiducia che la metta a proprio agio. Io anche se fotografo in studio, non uso un illuminazione che sia congeniale al progetto che ho in mente, magari già decisa da tempo, come si fa nel fashion, ma uso un illuminazione che valorizzi e accentui quelle caratteristiche che ho percepito della personalità del soggetto. Scatto molte foto per finta, ma quella che cerco realmente e quella da scattare in quell'attimo di distrazione in cui la persona ritratta non si aspetta che io scatti. Perché così la foto è più vera. Magari può sembrare sottile la differenza, ma per me è enorme. „
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