| inviato il 17 Dicembre 2019 ore 17:31
1dx mk1 neanche da prendere in considerazione? Con pochi scatti ossia meno di 50k i prezzi dovrebbero essere sui 2000€ a scendere.. |
| inviato il 17 Dicembre 2019 ore 17:44
Se la modalità video non interessa, e non si lavora spesso con combinazioni di ottiche ed extender con apertura di f8, la 1dx può essere una buona alternativa alla 1dx mark II. Vi sarebbe anche la 1dc, che si trova a cifre simili alla 1dx, e offre una modalità video per certi versi più avanzata di quella della 1dx mark II (anche se non è presente il dual pixel cmos), con Canon log, modalità di registrazione super35mm, presa per le cuffie, uscita clean hdmi. Il problema è che il marketing di Canon è riuscito a rovinare un prodotto che avrebbe potuto essere molto più versabile: infatti, qualche anno fa sulla 1dx hanno reso disponibile un firmware che aggiungeva alcune funzioni e migliorava le prestazioni autofocus. cpn.canon-europe.com/content/news/firmware_2_0_3_enhances_the_eos_1d_x Avrebbero potuto prevederlo anche per la 1dc, visto che le componenti hardware per la parte fotografica sono identiche, ma non è mai stato fatto... E' l'unica ragione per cui ho preferito la 1dx alla 1dc, che per tutto il resto risultava superiore. |
| inviato il 17 Dicembre 2019 ore 18:50
2000 euro per una 1Dx purtroppo diventa quasi anacronistico. Una A9 (si bisogna guardare la concorrenza "attuale") usata si trova anche a poco meno di 2500 euro ed è molto più evoluta. Purtroppo noto che i prezzi delle reflex sono irragionevolmente alti, ma è solo una mia idea. |
| inviato il 17 Dicembre 2019 ore 19:01
La 1dx si colloca su un altro piano, dato che se si cerca una reflex è anche per il mirino ottico, e una mirrorless non soddisfa tale requisito. Viceversa, se si cerca una mirrorless, non ha alcun senso considerare una 1dx. E' un confronto non corretto anche lato costi, visto che le foto non si scattano con la sola fotocamera, per cui entrano in gioco anche ottiche e accessori, e se si parla di superteleobiettivi le cifre in gioco non sono affatto basse. I cambi di sistema sono quasi sempre un bagno di sangue economico, soprattutto se vi sono di mezzo dei superteleobiettivi. Per il resto, una reflex costa mediamente più di una mirrorless dato che vi sono più componenti meccaniche ed elettromeccaniche, e la cosa si riflette anche sul prezzo di listino: questo soprattutto su un modello professionale, dove tali componenti vengono progettate per avere una lunga durata. |
| inviato il 17 Dicembre 2019 ore 21:40
Nico, l'ho scritta "semplice" perché la maggior parte delle persone non scrive codice e non hai idea di cosa comporti. Ma il concetto non cambia: l'algoritmo di un AF altro non è che codice. Dato un problema si scrive una sequenza di poperazioni che porta alla soluzione. Si scrive come qualsiasi altro pezzo di codice. Tu mi sembri convinto che si tratti di qualcosa di estremamente difficile, secondo me non lo è. E lo scrivo perché di problemi, tutti diversi, ne ho affrontati, e risolti, tantissimi. Scritto questo, non è che sei tu che non hai idea di quello che scrivi? |
| inviato il 17 Dicembre 2019 ore 22:05
Hbd concordo solo l'aspetto relativo al mirino ottico. Per me per alcuni generi è ancora infinitamente migliore mentre per altri diventa quasi penalizzante. Diciamo che l'ideale sarebbe un ibrido |
| inviato il 17 Dicembre 2019 ore 22:05
@Alvar Spieghiamo meglio: cosa è un algoritmo di calcolo? E come risolve un problema di calcolo del punto futuro di maf in un sistema af? |
| inviato il 17 Dicembre 2019 ore 22:22
Realizzare una buona meccanica alle aziende costa molto di più che sviluppare firmware . Costa molto di più l'industrializzazione del prodotto, test affidabilità, sviluppo, riparazioni eventuali (gestione magazzini ricambi) ecc. Sostituire la meccanica riducendola ad uno sputo ma gestita da microprocessori e fimware vari , costa molto meno in produzione e molto più si ricava in marketing e vendita. Dopotutto costano molto meno masse bibliche di sviluppatori di software cingalesi che manodopera specializzata che assembli con precisione molti pezzettini meccanici. Alla fine si ottiene un prodotto considerato evoluto per mille trojate non indispensabili, mille lucine e funzioni, ma però sempre instabile e mai definitivo per poterlo aggiornare quando gli fa comodo rendendolo obsoleto o nella peggiore delle ipotesi inutilizzabile (obsolescenza programmata). Insomma un prodotto che permette di controllare e pilotare masse di utilizzatori che devono dipendere esclusivamente dal brand. Una buona macchina meccanica (Contax, Leica ec..) quando è giunta alla perfezione, non fa più comodo alle aziende e quindi bisogna sotterrarle. Succede in tutti i settori, vedi in primis automotive. Con questo non voglio dire di essere contrario alla tecnologia, ma di essere molto critico quando vengono annunciate rivoluzioni o presunti upgrade che a fronte di un forte impegno economico non offrono un tangibile miglioramento delle prestazioni o risultato finale My two cents. |
| inviato il 17 Dicembre 2019 ore 22:24
Shhhh non lo disturbare, sta scrivendo l'algoritmo, tra un mese lo rilascerà tanto non è difficile... |
| inviato il 17 Dicembre 2019 ore 22:44
...speriamo che con l'algoritmo si riesca a fare un primo piano ad un neutrino che sfreccia al Cern di Ginevra e che arrivi prima di quello partito dal tunnel Gelmini che parte dal Gran Sasso (salvo traffico in adriatica) |
| inviato il 18 Dicembre 2019 ore 11:11
Claudio, per decidere come spiegare intanto cos'è un algoritmo "generico" dovrei sapere se tu sai qualcosa di software, tanto per decidere come impostare il discorso per riuscire a far comprendere quello che scrivo. Se sei realmente curioso in merito ti contatto in MP e ti lascio il cell, e a voce provo a spiegare. Nico, non so TU che algoritmi hai scritto nella tua carriera, io cose difficili le ho scritte, e molte volte ho "ereditato" porcheria scritta da altri, e, dopo il mio passaggio, più o meno lungo, da porcheria è diventato codice "pulito" ed efficiente. In un caso particolare la velocità di esecuzione di una acquisizione dati da banchi di prova è aumentata di tre ordini di grandezza. Per chi non conoscesse il significato di ordine di grandezza, significa, non tre volte più veloce, ma 1000 volte più veloce. E con questo, su cui se vuoi puoi anche riflettere, ti lascio e non ti risponderò più. |
| inviato il 18 Dicembre 2019 ore 15:50
Temo che sia ben arduo lavorare sugli algoritmi dell'autofocus senza conoscere approfonditamente il protocollo di comunicazione tra ottica e fotocamera, in tutte le sue varianti (che cambiano a seconda dell'ottica e della fotocamera in uso), nonché la parte hardware. Tra l'altro, la parte di apprendimento automatico utilizzata sugli autofocus è oramai sempre più avanzata, visto che sui sistemi mirrorless (e anche su alcune reflex) vi è il riconoscimento automatico di pattern (volti, occhi ecc.): se non si hanno conoscenza approfondite di machine learning, deep learning e intelligenza artificiale temo che sia piuttosto difficile fare un buon lavoro. Inoltre, l'area af utile (o i punti e sensori af attivi, per le reflex) varia a seconda dell'ottica, dato che la vignettatura e aberrazioni impattano negativamente sulle prestazioni dell'autofocus. Anche qui, le conoscenze utili per studiare il problema vanno ben oltre la parte informatica. |
| inviato il 18 Dicembre 2019 ore 16:56
HBD, dal tuo intervento finalmente comprendo l'equivoco di fondo: ovviamente intendo che questo lavoro va fatto possedendo TUTTA la documentazione ... non intendevo affatto rifare il lavoro del team Sigma per capire come funziona! Sarebbe follia. Intendevo, avendo documentazione e sorgenti attuali, diventa un lavoro "normale" testare ed estendere del software. In queste condizioni diventa un lavoro come un altro. |
| inviato il 18 Dicembre 2019 ore 17:40
Non è solo questione di documentazione, ma anche di competenze specifiche, che non si acquisiscono necessariamente in poco tempo. Leggendo la documentazione del sistema eos non si diventa di certo esperti di elettronica o di ottica, tuttavia tali conoscenze sono comunque necessarie per comprendere l'origine di certi problemi associati alla messa a fuoco, anche per valutare se la soluzione sia fattibile via software o se sia necessario intervenire sulla parte hardware. |
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