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Chi mi aiuta ad apprezzare Ghirri?


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avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2016 ore 15:03

Labirint però sinceramente vedere delle foto che assomigliano a dei quadri (che non mi piacciono minimamente) non mi fa cambiare giudizio sinceramente. Anzi mi viene da pensare che oltre a fare foto che non mi piacciono le hanno pure copiate da dei quadri che non mi piacciono.

avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2016 ore 15:21

ma il fatto che non ti piacciano poco conta, non è il punto, il punto è che le foto hanno un senso e sono in un estetica legata a quel periodo, estetica e concettualità diffusa nell'arte e non solo nella fotografia.
La questione non è: avrei potuto farla io, ma perchè ha fatto quegli scatti?

avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2016 ore 16:29

La bellezza è negli occhi di chi guarda.

E' una cosa così semplice che mi irrita un po' sentire quelli che citano trattati d'arte, lezioni di fotografia, l'accademia e roba del genere. Sarebbe come dire: sposate le cinesi, sono donne bellissime, anzi le più belle; non siete d'accordo? Allora siete ignoranti, dovete prima studiare il manuale di Sun Tzu e poi ve ne renderete conto.
Oppure, se non ti piace quella musica, quella canzone etc. devi leggere il libro su come capire la musica. Non funziona così.

Se si vuole fare accademia ben venga, ma con poca autocelebrazione e più sostanza.

Allora, per gli accademici, se già hanno approfondito il tema vorrei anch'io una risposta. Dunque, se la bellezza è negli occhi di chi guarda, io vorrei sapere quale stato d'animo ha l'estimatore di quel genere di foto?
Lasciamo da parte la compatibilità genetica di specie che deve esserci a prescindere.


Ghirri è la trasfigurazione tramite rarefazione di ogni segno di vita del ricordo,banale e quotidiano.
è la capacita' e la possibilita' che qualsivoglia soggetto possa emergere nella sua dimensione metafisica,spettrale oltre lo specchio del divenire.



Mi piace questa definizione. In pratica è un fotografo della normalità, della banalità rappresentata alla perfezione.
Allora mi chiedo, quanto triste dev'essere la vita di chi lo apprezza? Per godere della normalità bisogna desiderarla. O si è troppo felici o lo si è troppo poco. Ovviamente il discorso si può espandere parecchio, per questo chiedevo a chi potrebbe averne studiato qualcosa.
Senza offesa per nessuno. Io stesso mi sono trovato in certi periodi a far foto su quella linea. Ho fotografato anche la mondezza a bordo strada. Indubbiamente in quel periodo non ero molto felice.
Ho ascoltato per anni gli Afterhours e poi dopo aver smesso mi son chiesto: ma ero io triste o era la loro musica che mi faceva un effetto depressivo?

Se l'arte fa leva sulle emozioni è qualcosa di immediato, si basa sulla nostra natura e si sintonizza col nostro stato d'animo. A posteriori si può cercare di capire come funziona ma non si può applicare il ragionamento inverso. La natura funziona per conto suo, sia che noi ne capiamo il meccanismo o no.






avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2016 ore 16:55

Io eviterei di essere così categorico.. È stato detto pagine addietro che il movimento di cui faceva parte Ghirri tra gli altri si poneva l'obiettivo di rappresentare la normalità nella sua perfezione in contrapposizione estetica e sostanziale alla fotografia urlata e sopra le righe del periodo.

In questo non vedo traccia di depressione od altro, come non la vedo nel fatto di studiare od interessarsi a fenomeni anche molto differenti tra loro.
Se ho letto il "Main Kampf" cosa sono? Nazista? E se ho letto oltre a quello anche il "Che fare" di Lenin cosa sono? Nazista e Comunista a giorni alterni? O sono solo interessato alle cose della Storia?

Inoltre, mi pare che si faccia parecchia confusione tra il conoscere, studiare ed apprezzare ed il "mi piace" "non mi piace" ottenendo così un bel minestrone.

Tra l'altro l'apprezzare non porta automanticamente al "piacere", posso apprezzare storicamente un gruppo musicale o tranquillamente essere consapevole dell'importanza che ha avuto nella storia della musica senza per questo che mi piaccia.. o viceversa per estremo.

avatarjunior
inviato il 18 Agosto 2016 ore 18:00

unque, se la bellezza è negli occhi di chi guarda, io vorrei sapere quale stato d'animo ha l'estimatore di quel genere di foto?


Se osservarsi le foto che ho postato io in uno stato d'animo triste sicuramente la tristezza passerebbe, trasmettono serenità, l'emozione che trasmette un'opera non è uguale per tutti.
Se guardo le foto di Labirint devo essere sincera non mi trasmettono nulla.
Apprezzare un'autore non significa accettarlo in toto ma anzi ......
Certo è che se ho la curiosità di capire cosa lo ha spinto a quello scatto mi documento e non mi limito a dire mi fa c.........
"l'urlo" di Munch non credo sia apprezzato come dipinto (piuttosto bruttino per me) ma per ciò che l'autore voleva trasmettere.


avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2016 ore 18:02

Windof, il tuo ragionamento è apparentemente persuasivo, ma secondo me non coglie pienamente nel segno perché pretende di assegnare valore a un'opera sulla base di stati emotivi singolari che, oltretutto, per definizione sono mutevoli nel tempo.
Posso dirti che, pur non essendo particolarmente depresso, personalmente vedo "bellezza" nelle immagini di Ghirri? Vedo la bellezza della semplicità delle cose e delle atmosfere nelle quali peraltro, essendo di nascita emiliano, sono cresciuto. Vedo quelle nebbie che ho respirato per anni (e tuttora spesso respiro), percependone da sempre una sorta di inquietante, e riposante, fascino. Vedo la normalità, presentata in modo semplice, ma in un racconto che non è per nulla banale.
Apprezzo molto peraltro e tra gli altri, anche la musica e i testi delle canzoni di De André. Guarda caso poeta e cantore degli umili e dei semplici. I suoi testi generalmente sono tutto meno che allegri, eppure raggiungono vette di lirismo che personalmente trovo commoventi (ma non depressive, al contrario, spesso energetiche).
Tu ti domandi quanto triste deve essere la vita di chi apprezza Ghirri. Sbagli, a mio modesto parere prospettiva. Non è la vita più o meno triste la discriminante. E' la sensibilità. Che in ciascuno di noi è diversa e che ci fa amare cose diverse. Poi, se uno vuole, con la cultura e lo studio può portarsi a comprendere la grandezza anche di chi non ci piace (che probabilmente non per questo inizierà a piacerci. Non capisco per esempio l'opera più recente di un'icona come Steve McCurry, ma non per questo ne nego le indubbie qualità). Ma alla base c'è sempre una sensibilità, per cui io amo atmosfere morbide, pacate e intimiste e tu magari adori l'esatto opposto. Ma il bello è che in uno stesso animo, possono convivere anche sensibilità differenti. Per cui, a Ghirri, che mi piace assai, affianco senza pudori o vergogne autori molto diversi, e che parimenti apprezzo, quali, per esempio Erwitt, fotografo dell'ironico e certo moto distante dal nostro.
Non pretendo di convincere nessuno a farsi piacere le sue opere. Ma sarei felice se qualcuno, prima di giudicarle con aggettivi così netti o tranchant, si ponesse qualche interrogativo in più.

avatarjunior
inviato il 18 Agosto 2016 ore 18:03

Ho fatto un po' di casino con il cell, fino a "foto?" è quote

avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2016 ore 18:08

Si continua a confondere gusti personali con un analisi di un autore e il suo cammino.
I quadri di Pollock a me non piacciono, ma non dico che lui è un fallito o sono falliti le persone a cui piacciono le sue opere.

user35763
avatar
inviato il 18 Agosto 2016 ore 18:22


@ Windolf la bellezza è negli occhi di chi guarda.

E' una cosa così semplice che mi irrita un po' sentire quelli che citano trattati d'arte, lezioni di fotografia, l'accademia e roba del genere. Sarebbe come dire: sposate le cinesi, sono donne bellissime, anzi le più belle; non siete d'accordo? Allora siete ignoranti, dovete prima studiare il manuale di Sun Tzu e poi ve ne renderete conto.
Oppure, se non ti piace quella musica, quella canzone etc. devi leggere il libro su come capire la musica. Non funziona così.

Se si vuole fare accademia ben venga, ma con poca autocelebrazione e più sostanza.

Allora, per gli accademici, se già hanno approfondito il tema vorrei anch'io una risposta. Dunque, se la bellezza è negli occhi di chi guarda, io vorrei sapere quale stato d'animo ha l'estimatore di quel genere di foto?
Lasciamo da parte la compatibilità genetica di specie che deve esserci a prescindere.


mi trovi abbastanza d'accordo nel considerare che la fruizione di un opera non puo' essere interamente subordinata a storia e ismo-pensiero sull'opera stessa,
cose che fanno discipline di studio a se.

In tal caso avrebbe solo una funzione secondaria e didascalica,illustrativa a quei concetti estetici;
ridotta e limitata ad essere irrimediabilmente datata come i suoi superati,musealizzati ismi di riferimento,perderebbe ogni dimensione di classicita',di attualita' perenne.
Non saprebbe camminare da sola e necessiterebbe di continue stampelle,sovrastrutture accessorie.

Penso che alcune opere intimiste,meditate,complesse ecc. piu' che bagaglio di nozionismi sembrano richiedere un approccio specifico di quel tipo che nei "tipi psicologici" (un classico di C.G.Jung di facile e piacevolissima lettura)si definisce come sensitivo introverso;
tipologia che caratterizza cio' che generalmente chiamiamo "esteta",il critico,il collezionista.

Un opera richiede d'essere conosciuta non(solo)nel senso di dover sapere la rava e la fava del perchè e del percome di una corrente o di un ismo,
ma conosciuta con il guardarla spesso e a lungo.
Contemplarla fino all'interiorizzazione.

Va frequentata, come in una lenta scoperta.

Ghirri ci chiede "soltanto" questo.

Cosa che del resto ognuno di noi nel mostrare il propio lavoro desidera no?

avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2016 ore 18:31

Sarà che ho vissuto per la mia giovinezza nella bassa padana, in cui le tonalità dei paesaggi richiamano per la maggior parte dell'anno le fotografie di Ghirri: la nebbiolina in inverno e l'umidità in estate "desaturano" i colori e la luminosità, lattigginosa, aumenta l'effetto.

Il minimalismo, nelle cose di tutti i giorni, rende la sua fotografia quasi metafisica.

Più che "depressione" a me trasmettono "delicatezza": lo stesso non posso dire di McCurry o di altri "ipersaturatori".

Giusto per capirsi, non mi dispiacciono neanche quelli, anzi, le mie foto tendono più a loro che a Ghirri.

Aggiungo, però, che non sempre le cose piacciono al primo sguardo: magari anche senza fare nulla per volerlo, si cambia e quello che prima si aborriva diventa incredibilmente piacevole.

Con Ghirri a me è capitato questo, chissà che questo cambiamento non avvenga anche in qualcun altro...

avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2016 ore 18:44

Si continua a confondere gusti personali con un analisi di un autore e il suo cammino.
I quadri di Pollock a me non piacciono, ma non dico che lui è un fallito o sono falliti le persone a cui piacciono le sue opere.


Sì ecco, appunto..

Ed a questo si aggiunge la contrapposizione tra "cultura" e "mi piace".
Nessuno dice che ad un primo sguardo ma anche ad un secondo e ad un terzo una foto od un'opera possa non piacere.. per mille motivi: istinto, sensazioni, estetica, vattelapesca.

Allora se è così e lì ci si ferma, il gioco è finito ed è finito anche il discorso. Non mi piace. Punto.

Dopodichè, se arriva quello che ti dice " e pero dovresti leggere capire studiare ecc." non significa che egli tolga il diritto a chichessia di non farsi piacere quel'opera o quell'autore.. ciò che si dice è "Ok non ti piace, MA..." e quello è il gradino successivo che comunque nessuno ci costringe ad affrontare.

Poi si può tranquillamente restare della propria opinione iniziale, non muore nessuno ma soprattutto non è quello il nocciolo del contendere.

user35763
avatar
inviato il 18 Agosto 2016 ore 19:08

Io adoro Stephen King,ho letto e conservo tutti i suoi romanzi;
datemi una sdraio in terrazzo e una sua raccolta di racconti e sono la persona piu' soddisfatta del mondo.

Ma no ho mai letto due volte un suo libro;è cosa improponibile.

Mi piace e me lo gusto con sollazzo assai piu' di un Cioran o Leopardi,ma lo Zibaldone l'ho letto,riletto e lo rileggero' un infinita' di volte ancora.

C'è roba piacevolissima che funziona una sola veloce volta ed è subito bruciata,e roba che sembra inizialmente poco appetibile ma che riesce ad accompagnarti senza esaurirsi assai piu' lungo.
Tutto qua' credoSorriso

avatarsupporter
inviato il 18 Agosto 2016 ore 21:18

Effettivamente penso che a fissarsi sulla contrapposizione "mi piace" o "non mi piace", riguardo a Ghirri non porta da nessuna parte.
Ho maturato la convinzione che, se da una parte il fine delle sue fotografie non era certo quello di un effetto lassativo, dall'altro non penso che lui ci tenesse a che i suoi scatti facessero esclamare al più alto numero possibile di persone "Wow... che foto sutpendissime!!! Questo Ghirri è ganzissimo!!!". Per dirla tutta penso che di fare il "piacione" con le sue foto fosse l'ultimo dei suoi pensieri.
Nel caso di Ghirri, per capire quale fossero le sue finalità, disponiamo di uno strumento privilegiato. Ed è questo libro, già più volte citato, oltretutto reperibile a un buon prezzo:
https://www.amazon.it/Lezioni-di-fotografia-Luigi-Ghirri/dp/8874623127
In cui parla di ciò con parole chiare e semplici, in tono asciutto, senza reticenze e senza enfasi.
Lo sto rileggendo attentamente (quindi ringrazio chi ha aperto il topic, che me ne ha dato l'impulso) visto che che la prima lettura che ho fatto di questo testo temo che sia stata un po' frettolosa.
Ad esempio, qui racconta come è nato uno dei suoi il suo primi libri, Kodachrome (1970-1978):
























Penso che confrontare questo (di Kodachrome) e altri progetti di Ghirri, chiaramente esplicitati nel testo in questione, con le fotografie che ne ne sono scaturite possa essere ben più interessante che dichiarare se le foto in questione ci piacciono o meno.

Se troverò il tempo tornerò sull'argomento proponendo altri passaggi del testo di Ghirri.

avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2016 ore 21:41

A me Ghirri era piaciuto senza sapere che fosse lui. guardavo e riguardano le foto di un album musicale dei cccp. erano state scattate tutte da lui. mitico

avatarjunior
inviato il 19 Agosto 2016 ore 7:33

Non dimentichiamo anche gli strumenti adoperati dal Ghirri...e quelli che usiamo oggi...

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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