| inviato il 13 Febbraio 2020 ore 19:57
Io mi chiedo se conoscere l'argomento con un livello di approfondimento come quello proposto da alcuni serva a qualcosa visto che poi dobbiamo stimare come è nella pratica. |
| inviato il 13 Febbraio 2020 ore 19:58
@Ooo - “ di solito grandi animali percepiscono bene le basse e viceversa. „ Dipende dalle dimensioni della coclea e del timpano... “ l'area più sensibile è quella compresa tra 3K e 5k Hz, si presume per la migliore percezione ed interpretazione del vagito del neonato. „ Si certo. C'è da dire che la banda telefonica va da 300 a 3500 Hz per questo motivo. E' la porzione di spettro più definita in assoluto, da qualsiasi soggetto. Comunque il primo standard per la Hi-Fi secondo le norme DIN stabiliva 50 -15000 Hz con 1% di distorsione. Ecco la distorsione è il parametro fondamentale per la percezione sonora, perchè produce battimenti che vengono uditi a frequenza più basse.... ma qui si apre un discorso enorme, e già così siamo molto OT. |
| inviato il 13 Febbraio 2020 ore 20:00
“ Io mi chiedo se conoscere l'argomento con un livello di approfondimento come quello proposto da alcuni serva a qualcosa visto che poi dobbiamo stimare come è nella pratica. „ io credo sia fondamentale, altrimenti non si capisce mai una cippa. Non a caso a inizio discussione è stato fatto un distinguo fondamentale tra macro e foto generica, con tutte le conseguenze del caso. Sapere cosa e perchè ti garantisce un approccio corretto nella scelta del corredo, dell'ottica da montare, e ti permette di capire gli eventuali errori che non ti portano al risultato sperato |
| inviato il 13 Febbraio 2020 ore 20:03
Io ho fatto un esempio semplice semplice basato su 1 sola variabile sui due formati: la distanza dal soggetto. Uso entrambi i formati ed ho sempre ottenuto quello che voglio. |
| inviato il 13 Febbraio 2020 ore 20:08
@Walther - Sono d'accordo, ma vorrei aggiungere che la foto va guardata nel suo insieme della composizione... Mi spiego: andare a cercare con la lente d'ingrandimento i particolari negli angoli, sono a mio avviso seghe mentali! Secondo me, non c'è niente di più sbagliato nella fotografia come mettere negli angoli particolari a fuoco, non fanno altro che distrarre l'attenzione dal soggetto principale. |
| inviato il 13 Febbraio 2020 ore 21:31
Walther, concordo al 100%. |
| inviato il 14 Febbraio 2020 ore 15:52
quoto Walther59, avete mai osservato attentamente uno scatto focheggiato sull'iperfocale, altro mito vintage, constatando che in effetti quanto più distante non fosse poi così "a fuoco" ? In condizioni di osservazione diverse da quelle che hanno portato a definire una presunta distanza iperfocale, la percezione del fuoco sarà differente. Anche se la evocate, come gli spiriti, la PDC continua a non esistere, è una percezione ... o se preferite, ne esistono infinite manifestazioni |
| inviato il 14 Febbraio 2020 ore 15:56
La pdc esiste in concordanza alla accettazione di un definito cerchio di confusione. |
| inviato il 14 Febbraio 2020 ore 16:01
@Bergat eccoci, quindi siccome il CdC può essere scelto - nota bene, scelto e non definito, perché non si tratta di una grandezza fisica determinata da fattori unicamente oggettivi, fisici, ma in parte soggettivi - in centomila modi diversi, non hai una PdC, ma nei hai centomila e in definitiva nessuna. E' un concetto simile alla relatività Pirandelliana. |
| inviato il 14 Febbraio 2020 ore 16:08
Beh non tanto. Il cerchio di confusione è un valore scelto in sede di progettazione di un ottica a seconda delle specifiche più o meno restrittive del costruttore, ma dipendente dal formato per cui quelll'ottica è destinata. Scegliere infatti per esempio un cerchio di confusione più grande di 0.027 per un 'ottica per un formato 24x36, significa mettere una seria ipoteca alla considerazione che quella lente non sia effettivamente un fondo di bottiglia. E viceversa scegliere valori più piccoli significa creare un' ottica di qualità migliore. it.wikipedia.org/wiki/Circolo_di_confusione |
| inviato il 14 Febbraio 2020 ore 16:11
“ Anche se la evocate, come gli spiriti, la PDC continua a non esistere, è una percezione ... o se preferite, ne esistono infinite manifestazioni „ Io penso che per quanto attiene il post e quello che nella pratica interessa a tutti, continuare a dire che la PDC non esiste quando continuamente la modelliamo a seconda dei bisogni sia una grossa perdita di tempo. Immagino che qui la lezione di fisica non sia di alcuna utilità per quel che concerne la domanda all'origine. |
| inviato il 14 Febbraio 2020 ore 16:18
No la fisica c'entra e tantissimo. Parliamo di sistemi ottici di progettazione indici di rifrazione ecc ecc |
| inviato il 14 Febbraio 2020 ore 16:20
“ No la fisica c'entra e tantissimo. Parliamo di sistemi ottici di progettazione indici di rifrazione ecc ecc „ Vai a leggerti la domanda all'origine. A parità di ottica e diaframma... Se metti i due formati su un cavalletto con un 50mm, a TA, a distanze diverse tali da compensare il diverso angolo di ripresa. Cosa noterai (PERCEPIRAI) di diverso in maniera evidente e non scientifica tra le due foto? |
| inviato il 14 Febbraio 2020 ore 16:23
ci torno subito e ti dico. |
| inviato il 14 Febbraio 2020 ore 16:31
Visto allora! Un'ottica Apsc ha un cerchio di confusione più restrittivo dovendo registrare l'immagine in una porzione di sensore più piccola, quindi ha una profondità di campo teoricamente maggiore per considerare un cerchio ancora un punto. Ma dovendo essere quell'immagine ingrandita di più per avere la stessa dimensione di stampa, la profondità di campo utile si riduce al medesimo valore di una ff. P.S. A di la del vanto di cui si fanno scudo i proprietari di ff, senza pensare che allora quelli che adoperano formati maggiori cosa sono? |
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