| inviato il 29 Marzo 2016 ore 22:16
“ due considerazioni. La prima e' che in qualsiasi forma di linguaggio, la verità non e' un concetto assoluto. La seconda e' che pur esistendo una realtà oggettiva, e' inevitabile la sua interpretazione soggettiva. „ da incorniciare. |
| inviato il 29 Marzo 2016 ore 22:47
Due:La seconda e' che pur esistendo una realtà oggettiva, e' inevitabile la sua interpretazione soggettiva. " vedi sopra. Verità è la realtà oggettiva stessa nel caso della fotografia. ' L'immagine in sé non racchiude nessun significato se non l'immagine stessa. Inquadratura, luce contrasto tonalità sono concetti che esistono dentro di noi e partecipano, concorrono e competono insieme a quello che poi diventerà interpretazione soggettiva. |
| inviato il 29 Marzo 2016 ore 22:52
Tre: nella comunicazione il concetto di verità vacilla solamente quando entra in ballo proprio l'interpretazione. Il linguaggio univoco, perfetto, non esiste. Neanche e soprattutto in informatica scusate ho un passato da nerd. Ma una verità esiste e sta in chi il messaggio lo invia. Se non ricordo male dovrebbe essere anche una delle leggi fondamentali della comunicazione quella della responsabilità del messaggio. |
| inviato il 29 Marzo 2016 ore 23:02
per una efficace comunicazione, l’emittente dovrebbe accertarsi che il ricevente abbia integrato tutta l’informazione che era stata inviata. Questo implica che una verità in partenza, esista. O no? |
| inviato il 29 Marzo 2016 ore 23:03
Parlo da solo.... |
| inviato il 29 Marzo 2016 ore 23:09
è un difetto di comunicazione web, tu parli parli, ma non sai come gira dall'altra parte. “ per una efficace comunicazione, l’emittente dovrebbe accertarsi che il ricevente abbia integrato tutta l’informazione che era stata inviata. „ |
| inviato il 30 Marzo 2016 ore 9:04
Quanto bugia c'è nel ritratto? Ve ne mostro uno che a me piace molto, non me ne vogliate se non mi soffermo sulle foto postate da Giuliano.
 Questo ritratto non è affatto bugiardo, la pittura a cavallo tra il 400 e il 500 prevedeva una cura maniacale dei dettagli. Al di là della tecnica innovativa rispetto al ritratto a tre quarti (Leonardo aveva ruotato anche il busto), bisogna sottolineare una cosa: lo sguardo della dama. Si dice che la tavola avesse un'altra metà che ritraeva il suo amante, Ludovico il Moro. Del resto l'espressione del viso, l'intensità dello sguardo e quel sorriso appena accennato lasciano trasparire un'emozione in punta di labbra. Questo ritratto non è affatto bugiardo, è una magnifica opera d'arte che dice la verità in una maniera profonda e indelebile. |
| inviato il 30 Marzo 2016 ore 9:20
Fai bene a non soffermarti sulle mie foto e a portare un parallelo con la pittura (con gli audio video no dai... ) Ma non sono pienamente d'accordo nel merito: “ Si dice che la tavola avesse un'altra metà che ritraeva il suo amante „ beh io non sapendolo interpretavo diversamente lo sguardo ritratto: mi sembrava rivolto ad un'orizzonte di speranza piuttosto che ad un'amante... e se non fosse vera questa diceria dell'amante li affianco ? Come ti ho appena dimostrato si interpreta in modo differente e si è portati ad attribuire "verità assolute" in base alle nostre conoscenze... ossia tornando al post "ricostruiamo e reinterpretiamo l'immagine aggiungendo tutto ciò che ha a che fare con l'attimo in cui la guardiamo e la storia che abbiamo vissuto nel frattempo" in questo caso le conoscenze che abbiamo maturato nel frattempo Qualcuno ad esempio conoscendo risvolti differenti (ipotetici), tipo che l'amante in realtà la tradiva, potrebbe scorgere nello sguardo molta severità e una sorta di desiderio di vendetta latente... Ecco che l'immagine cambia ancora in base alle nostre "conoscenze". |
| inviato il 30 Marzo 2016 ore 9:41
L'interpretazione personale è una cosa diversa dal chiedersi se il ritratto è bugiardo o veritiero. Rimaniamo sul nostro esempio, di questo dovresti considerare un altro aspetto storico e cioè che Ludovico il Moro aveva ricevuto all'epoca il titolo onorifico di cavaliere dell'Ordine dell'Ermellino. E di qui consegue l'analisi di cui ti ho accennato prima, dell'amante e di tutto il resto. Se non conosci a fondo la storia di un ritratto la tua interpretazione di "speranza" (in questo caso), risulta non comprovata da nulla se non dalle tue emozioni. Per questo risulterebbe troppo facile, e secondo me anche un po' superficiale, avvalorarla del fregio di giudizio storico sulla veridicità del ritratto. La nostra mente è umanistica, mentre la fotografia è naturalistica. Sono due cose ben distinte, solitamente noi vediamo le cose non per quelle che sono ma per quello che noi siamo in quel momento. Raffaele |
| inviato il 30 Marzo 2016 ore 9:42
C'è anche da fare un distinguo fra pittura (ritrattistica) e fotografia “ il ritratto mente anche sull'istante: per esempio catturando un espressione a cui possono essere attribuiti diversi significati „ mentre per realizzare quell'espressione l'autore del quadro ci ha lavorato magari per mesi... si pensi all'espressione della Monna Lisa ... catturata come fosse un'istante irripetibile, ma in realtà visualizzata solo dal genio di Leonardo prima di essere su tela. “ solitamente noi vediamo le cose non per quelle che sono ma per quello che siamo noi in quel momento. „ E infatti! “ la tua interpretazione di "speranza" (in questo caso), risulta non comprovata da nulla se non dalle tue emozioni „ Esatto! sono le emozioni in continuo divenire che modificano l'interpretazione... P.s. essendo io (in questo momento ) piuttosto ignorante in quanto ad arte pittorica do interpretazioni differenti... ma mi fermo qui Prosegui tu Raffaele, se credi, per ogni ulteriore spunto o riflessione! Grazie |
| inviato il 30 Marzo 2016 ore 10:14
Addirittura signore ed ermellini!!!! Questo 3d entrerà negli annali |
user14286 | inviato il 30 Marzo 2016 ore 12:55
“ Questo ritratto non è affatto bugiardo, è una magnifica opera d'arte che dice la verità in una maniera profonda e indelebile. „ ma non è affatto vero. quale verità?... è un ritratto, e ciascuno gli attribuisce il senso più opportuno. come tutti i ritratti. non esiste verità, nel ritratto, semmai oggettività, che è diversa cosa, e che in fotografia ha pressapoco valore nullo. |
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