| inviato il 14 Aprile 2016 ore 22:54
“ Gian Carlo!!!! Una rarità.....!!!! Una foto ad F.16.....qui si va avanti a 1.0-1.2-1.4.. Complimenti per la chicca. ? „ Questa ironia mi è piaciuta, e lo dico senza...ironia. Potrebbero cominciare a fare obiettivi senza i diaframmi, tanto ormai si usano solo alla massima apertura. Confesso, a volte lo faccio anche io ma in genere preferisco stare tra f5,6 e f11. |
| inviato il 14 Aprile 2016 ore 23:31
Del resto la fotografia di architettura e paesaggio si è sempre fatta a diaframmi chiusi. Ricordiamo il Group f/64 di cui fecero parte Ansel Adams, Edward Weston ecc., che propugnava la "straight photogrphy" in opposiozione al pittorialismo, e la scelta del diaframma chiuso (f/64 era il caso limite) era finalizzata a ottenere quel tipo di foto, con appunto la massima PdC: en.m.wikipedia.org/wiki/Group_f/64 Ho messo il link alla voce in inglese perché quella in italiano è sin troppo sintetica. |
| inviato il 15 Aprile 2016 ore 7:45
Quel gruppo è passato giustamente alla storia. Con il digitale quei diaframmi sarebbero pura follia. Si vedrebbero anche le tracce di polvere più microscopiche, anche su sensori nuovi di fabbrica, senza contare il fenomeno della diffrazione. |
| inviato il 15 Aprile 2016 ore 8:26
Disquisire su quale sia il giusto diaframma da usare in fotografia lascia il tempo che trova. Tranne certi generi il resto va a gusto personale. Io adoro scattare con diaframmi aperti ma di sicuro non vado a controbattere chi usa diaframmi chiusi per gli stessi generi che pratico io. |
| inviato il 15 Aprile 2016 ore 9:01
In teoria il diaframma giusto è quello che ti consente di realizzare la foto nel modo che desideri. In pratica si sa che generalmente la resa migliore si ottiene con le aperture medie. I professori consigliano di testare gli obiettivi mettendo la macchina sul treppiede, scattando una foto ad ogni diaframma e andando poi ad ingrandirle a monitor per vedere quali sono i limiti che non conviene superare. |
| inviato il 15 Aprile 2016 ore 9:04
Di sicuro l'ideale non è mai la tutta apertura nei luminosi |
| inviato il 15 Aprile 2016 ore 9:46
Se ti sentono i fan del 50L sei nei guai. |
| inviato il 15 Aprile 2016 ore 10:14
Stefano, a me quello che dicono i professori interessa meno zero per il semplice fatto che se un determinata lente mi restituisce un particolare mood a TA significa che la userò sempre (o quasi) in questo modo. Ho usato per anni l'85L II e non mi sono mai sognato di chiuderlo a f/5.6 solamente perchè i grafici MTF dicevano che rendeva al massimo da bordo a bordo.l'ho preso perché a 1.2 restituiva foto che a ME piacevano. Sono stati versati litri di sangue sul forum in merito a queste discussioni...ognuno è rimasto della propria idea. |
| inviato il 15 Aprile 2016 ore 10:21
“ ognuno è rimasto della propria idea „ Ed è giusto così, ognuno deve ragionare con la propria testa. Non siamo tutti uguali, quello che va bene per uno può non andar bene per un altro. Credo però che sia opportuno tenere separato il lato emotivo, che è soggettivo, da quello prettamente tecnico, che è oggettivo. |
| inviato il 15 Aprile 2016 ore 10:41
Sono assolutamente d'accordo con quanto espresso da Alessio. Se spendo una cifra X necessaria per portare a casa un ultraluminoso lo faccio perche' mi garba la sua resa a ta. Chiamiamolo mood, timbro, carattere o in qualunque altro modo il concetto e' quello. Se devo prendere un f/1,4 per usarlo a f/5,6 perche' i grafici mtf dicono che ha risolvenza migliore fino ai bordi credo si possa dire che ho sbagliato acquisto e un 28/300 sarebbe stato piu' azzeccato. |
| inviato il 15 Aprile 2016 ore 10:49
Il saggio dubita spesso e cambia idea. Lo stupido è ostinato, non ha dubbi. Conosce tutto fuorché la sua ignoranza. Akhenaton Aforismi a parte, non è drammatico imparare qualcosa, ampliare i propri concetti e, perfino, cambiare idea. A me la situazione sembra questa Uno ha in mente e ama il ritratto tutto a fuoco e la nitidezza, anche per vendere la foto a un profano, e parla solo di quello. L'altro ha in mente l'opposto, sfumature, sfocati, atmosfere, interpretazioni, gratificazione personale, e parla di quello. Ognuno continua a parlare di quello che vuole pretendendo di avere ragione. Entrambi non capiscono che pur parlando di ritratto stanno parlando di due cose completamente diverse. Quando si parla di un f1.0 o f1.2 e si mette in conto la nitidezza, qualcosina mi sa che non la si è capita |
| inviato il 15 Aprile 2016 ore 11:00
Leone Giuliano: fortunatamente il committente delle mie foto e' uno solo: la gratificazione personale. Dovendo accontentare solo quella mi permetto di fare il discorso prima fatto. Naturalmente non dimentico che la cosa e' e rimane soggettiva. |
| inviato il 15 Aprile 2016 ore 11:02
La Zeiss con la serie Otus è riuscita a conciliare il lato tecnico con le grandi aperture che notoriamente presentavano evidenti problemi di qualità. Poi si sa che certe aperture si usano veramente poco nei ritratti. |
| inviato il 15 Aprile 2016 ore 11:12
Un 28-300 a f5,6 è completamente aperto o quasi, un f1,4 quasiasi a f5,6 è già chiuso di alcuni diaframmi. La qualità di immagine quindi sarà decisamente migliore di quella offerta dal 28-300 alla medesima apertura. Detto questo è chiaro che i gusti sono soggettivi, ognuno ha i suoi e se li tiene. Leone ha fatto l'esempio dei ritratti. L'argomento è tra quelli che scatenano le discussioni più animate. Molti amano i ritratti scattati con grandangolari anche molto spinti, a me la deformazione dei tratti somatici fa pena. Come dicono nel dialetto di casa mia (BS) "tanti co, tante crape". |
| inviato il 15 Aprile 2016 ore 11:23
“ Gian Carlo!!!! Una rarità.....!!!! Una foto ad F.16.....qui si va avanti a 1.0-1.2-1.4.. Complimenti per la chicca. „ grazie, questo 20mm credo soffra poco la diffrazione, di fatto da il meglio di se a valori piuttosto chiusi Anche qui è a f16
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