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Nitidezza in CameraRaw vs Photoshop


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avatarsupporter
inviato il 05 Maggio 2015 ore 20:44

Ma con il filtro Camera Raw (proprio il filtro nel menù filtri di PS) non si agisce tipo Raw sul JPG?

avatarsenior
inviato il 05 Maggio 2015 ore 21:11

I comandi sono i soliti, solo che c'è meno margine che sul raw. Io uso capture o phocus x aprire i raw, poi col plug-in camera raw vado a fare altre correzioni che con camera raw si fanno prima e meglio

avatarsupporter
inviato il 05 Maggio 2015 ore 21:15

Grazie Husqy! :)

avatarsenior
inviato il 05 Maggio 2015 ore 21:17

Fireshoot no, sebbene sembri folle stiamo parlando di aprire le ombre di un determinato raw con ACR ed ottenere del rumore cromatico, più di quanto acr sia in grado di rimuovere.
E di contro, sviluppare il raw senza aprire del tutto le ombre e poi lavorarlo in PS generando meno rumore, meglio gestibile.

Un caso da "eccezione che conferma la regola" ovviamente. Nel rimanente 99.99999% dei casi questo non è vero.

Ho tirato fuori l'esempio non per divagare o fare il fenomeno (nè la foto nè la lavorazione sono state fatte da me) ma per dire che conoscendo a fondo il comportamento degli strumenti si sa anche quale sia la scelta più efficace. E alle volte, seppur rare, queste sono all'opposto di ciò che si potrebbe immaginare.


avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2015 ore 0:00

@Shambola
Quindi dici che quella foto di cui parli risulta meglio recuperabile nelle ombre in PS che nel formato nativo RAW. Mi piacerebbe vedere questo RAW e testarlo personalmente. ;-)

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2015 ore 0:48

Se ti capita di incrociare di persona oppure online Marco Olivotto chiedigli di mostrarti le due versioni!
;-)

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2015 ore 10:18

@Shambola, il raw di cui parli è per caso fatto con D800/810? io sul raw (quando serve) apro le ombre, ma non del tutto, il resto dell'apertura lo faccio poi su photoshop tramite il plug-in camera raw. Questo perché "qualsiasi" comando su ps o acr dato a step invece che tutto insieme rende meglio e degrada meno l'immagine.

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2015 ore 15:23

X Shambola

Il RAW è un file di dati, non è una immagine, e sono dati praticamente originali, catturati dal sensore, e su fotocamere da 35 mm la precisione di ricostruzione del segnale originale è di 14 bits, mentre sul MF si arriva ai 16 bits.

Una volta che si converte in UN DETERMINATO file immagine il RAW, uno non ha fatto altro che scegliere una immagine che ha certe caratteristiche tra le infinite immagini contenute in QUEL RAW, infinite immagini che possono avere caratteristiche anche diverse assai da quella ben precisa immagine che uno ha scelto per la conversione in file immagine.

Tornando all'apertura delle ombre, se si opera sul RAW, aprendo le ombre, scelgo una immagine diversa da quella che ha ombre chiuse, sempre dal RAW, e la scelta la faccio su un pacchetto di dati che è, matematicamente, un insieme infinito e limitato, limitato dalle caratteristiche del sensore.

Quel pacchetto di dati del RAW E', matematicamente, SEMPRE E COMUNQUE PIU' AMPIO dei dati raccolti in fase di conversione di RAW in quell'UNICA e ben precisa immagine, ossia in quel determinato file immagine, anche se si usa per file immagine un Tiff a 16 bits in ProPhoto RGB: questa disponibilità di un numero minore di dati per la manipolazione, porta a limiti molto più ristrettivi rispeto alla manipolazione dei pacchetto di dati del RAW, molto più ampio.

In altre parole, se decidi di "aprire" le ombre, si ha qualità d'immagine migliore ( gamma dinamica, cromatismo maggiori e rumore minore) operando sul RAW invece che su un file immagine.

Se uno è ostico ai concetti matematici, al solito, basta fare qualche prova pratica e la matematica diviene inesorabilmente confermata.

Una cosa importante va fatta notare: quando si aprono molto le ombre, la trattazione del segnale, ossia la trattazione sia del RAW che del successivo file immagine di conversione, in un neologismo, il "workflow" che va dal RAW all'immagine finita, va fatta in modo COMPLETAMENTE diverso ( in Camera RAW ed in Photoshop, in entrambi) dal modo nel quale si tratta una immagine normale, senza grandi aperture delle ombre, e questo è dovuto al fatto che il workflow DEVE tener conto del peggioramento delle curve caratteristiche del sensore che si verifica quando il sensore opera in quella condizione di scarso segnale.

In basso segnale, ossia nelle ombre, il sensore lavora molto male rispetto a come lavora in presenza di segnale levato, ossia nelle luci: il lavorare "male" tecnicamente si taduce in:
- Minor segnale utile

- Segnale utile degradato come fedeltà cromatica e con minor gamma dinamica

- introduzione di una immagine spuria addizionale sovrapposta all'immagine originale, ossia il rumore, che altro non è che una immagine introdotta dal sensore e dall'elettronica della fotocamera.

Come lavora il sensore ai vari livelli luminosi è dato dalle curve caratteristiche del sensore, i valori di gamma dinamica, gamma cromatica e presenza di rumore che il sensore è in grado di fornire al variare del segnale utile.

Ad esempio, la gamma dinamica, la precisione di ricostruzione del segnale e la sensibilità ai colori hanno decadimenti molto rilevanti, importanti e visibilissimi in stampa, andando a lavorare anche solo pochi diaframmi ( 2 - 3) sotto un livello di luminosità buona media: nelle ombre perdo contrasto, perdo colore e quel colore che resta è oltretutto falsato rispetto al colore che il sensore riceve, falsa i colori nelle ombre ( dominate marrone verdastra): l'immagine non è vivace ed ha colori perfidi

In fotografia in bassa luce, il rumore NON E' PRATICAMENTE MAI un problema, non lo è mai: il problema vero è invece l'appiattimento dell'immagine e la perdita di fedeltà cromatica.

Il workflow di fotp in bassa luce DEVE cercare di recuperare al meglio quelle perdite del sensore, il che comporta che sia COMPLETAMENTE diverso dal workflow normale.

Se in una fotografia, ad esempio di paesaggio, c'è forte diversità d'illuminazione tra un'area ed un'altra di una immagine, di norma si privilegiano le ombre in fase di conversione di RAW e si fanno due processi separati di workflow tra luci ed ombre sul file immagine.

La gestione dello sharpening, non fa ecccezione, e si opera in modo diverso e con parametri diversi, in zone di bassa luce.

Saluti cordiali.



avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2015 ore 16:47

Per Alessandro Pollastrini.
Intanto grazie: le tue spiegazioni sono tecnicamente molto interessanti e, insieme a quelle di altri utenti, hanno fatto in modo che questa discussione diventasse una delle (se non "la") discussioni più interessanti lette in questo forum.

Se in una fotografia, ad esempio di paesaggio, c'è forte diversità d'illuminazione tra un'area ed un'altra di una immagine, di norma si privilegiano le ombre in fase di conversione di RAW e si fanno due processi separati di workflow tra luci ed ombre sul file immagine.


Secondo te, avrebbe senso, in caso di forti diversità di illuminazione, convertire dal raw al tiff due immagini separate (una per aprire le ombre e una per chiudere le luci) e poi unirle in Photoshop, o conviene, comunque, convertire una sola immagine lavorando nel contempo su ombre e alte luci?

La seconda domanda riguarda il fatto di poter convertire il raw in tiff a 16 bit utilizzando il programma Canon Digital Photo Professional. Dopo la conversione il file verrebbe comunque lavorato in Photoshop. Purtroppo, per motivi legati all'incompatibilità di alcuni programmi, non posso installare sul mio Mac l'ultima versione di Camera Raw per aprire i raw della mia fotocamera e sono costretto ad aprirli con Digital Photo Professional.

Grazie.

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2015 ore 17:54

Lupolu, quello che dici in realtà ha senso se vuoi recuperare solo delle zone spot, di alte o basse luci, e non vuoi stare a fare maschere su camera raw ma le vuoi fare direttamente in photoshop. A livello di qualità invece è la stessa cosa, solo che fai prima

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2015 ore 18:43

@Alessandro: Siamo d'accordo su tutto. La scienza non è in discussione nè lo è la teoria.

Non vorrei che il mio discorso aprisse una deriva da dito invece che luna però. Lo scopo, così come lo è stato di chi mi ha mostrato questo comportamento, è dimostrare che ci sono condizioni per cui quello che faremmo di norma non è applicabile, o meglio: c'è qualcos'altro che funziona meglio.

E' altrettanto ovvio che, conoscendo gli strumenti, si sappia come dimostrare l'esistenza di queste condizioni particolari, ma lo scopo è dimostrativo, serve a dire "non è sempre vero". Non certo a fare revisionismo in un raffronto raw/jpg.

Infatti non ho mai detto che è il RAW ad offrire meno opportunità in questo caso specifico, ma bensì ACR che in quella condizione genera più rumore cromatico di quanto riesca a contenerne. E che quindi in quella determinata condizione è stato preferibile aprire meno in ACR e lavorare più in PS.

Tutto qua.


avatarjunior
inviato il 06 Maggio 2015 ore 19:21

@Alessandro P.
Queste conoscenze approfondite che tu hai non solo sulla nitidezza, ma sulla gestione generale di una immagine digitale, si trovano descritte in uno o più libri? Potresti citarne qualcuno (o tutti)?
Grazie

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2015 ore 19:53

Alessandro mi piacerebbe partecipare al gioco della foto della centrale nucleare... per vedere se riesaco ad avvicinarmia quello che fai tu con i miei metodi

Però il file raw su Mediafire è sparito o mi sbaglio io?

avatarjunior
inviato il 06 Maggio 2015 ore 20:04

Io voglio i tutorial di Alessandro Pollastrini!
Sopratutto riguardo la post-produzione dedicata alla stampa che non so una cippa ;-)


avatarsenior
inviato il 07 Maggio 2015 ore 10:23

X Giovanni bg
"Però il file raw su Mediafire è sparito o mi sbaglio io? "

Io non ho toccato nulla su Mediafire: adesso sono impossibilitato ad accedervi, ma verifico domattina.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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