| inviato il 13 Maggio 2019 ore 19:31
Mi chiedo, forse un pò oziosamente, come avrebbe tradotto il concetto Vaccari avendo a disposizione una scatola con foro stenopeico. Ma ripeto, non ho letto il libro e qualsiasi mio dubbio è fuori luogo. Interessante, comunque. Grazie |
| inviato il 13 Maggio 2019 ore 19:32
“ Quindi si parlava della rete , ecco oggi serve a questo, a connettere le moltitudini che si fanno forza e si danno risposte semplici e rassicuranti per problemi complessi „ Torno a quello che disse Giacomelli: "La fotografia è una cosa semplice a condizione di aver qualcosa da dire" Con pazienza e applicazione anche una scimmia può imparare le funzioni di una macchina. Quando invece devi comunicare attraverso la fotografia le cose si fanno più complicate. I manuali non bastano più. |
| inviato il 13 Maggio 2019 ore 19:35
“ Mi chiedo, forse un pò oziosamente, cosa avrebbe tradotto il concetto Vaccari avendo a disposizione una scatola con foro stenopeico. Ma ripeto, non ho letto il libro e qualsiasi mio dubbio è fuori luogo. Interessante, comunque. Grazie „ Non saprei, ma nella mia esperienza personale ho trovato dei punti di contatto interessante. Anche con alcuni esperimenti con il foro stenopeico. ciao |
| inviato il 13 Maggio 2019 ore 19:35
Credo che i concetti di Vaccari siano molto interessanti Arco. Ma credo che diventino davvero perniciosi proprio quando si entra nell'idea... di aver cose da dire. Perché lo sai bene: per un Giacomelli che così dichiara, millemila si sentono vicini a lui, come avviene col "poeta". Ma in realtà sono vicini solo tra loro, di solito E credo una cosa, che forse non era chiara all'inizio. Secondo me questa riflessione dovrebbe riguardare ognuno, ma dentro di sé. Cioè: io per me. Nel momento stesso in cui ci sentiamo fuori e il problema sono "altri", allora abbiamo già perso |
| inviato il 13 Maggio 2019 ore 19:40
“ E credo una cosa, che forse non era chiara all'inizio. Secondo me questa riflessione dovrebbe riguardare ognuno, ma dentro di sé. „ concordo pienamente Mauro |
| inviato il 13 Maggio 2019 ore 20:28
“ " Ridotto ai minimi termini il programma dell'apparecchio è il seguente: primo, mettere in immagine le possibilità che racchiude, secondo, servirsi a questo scopo di un fotografo, salvo nei casi limite di automazione completa, terzo, diffondere le immagini così ottenute affinchè la società sia con l'apparecchio in un rapporto di feedback, permettendogli così di migliorarsi progressivamente, quarto, produrre immagini sempre migliori " „ Queste poche righe mi hanno fatto tornare alla mente Hal di "2001 Odissea nello spazio" Pensandoci, la riflessione che ho fatto è la seguente. L'uomo rischia di diventare la macchina, inserito all'interno di una rete come se fosse un Borg, con il costante bisogno di uniformarsi agli altri, alla continua ricerca dell'approvazione dei propri simili, e questo non vale solo per la fotografia. La rete detta stili, mode, ci dice cosa piace e cosa non piace, ed il fotografo così come l'uomo , segue degli schemi ovvero dei codici che portano ad un determinato risultato, ecco appunto la macchina. E quella che dovrebbe essere la macchina? La macchina diventa lei stessa il fotografo, perchè "conosce" la tecnica per far si che l'uomo/macchina raggiunga il risultato. Come liberarsi da questa rete e non diventare un Borg? Cercare fortemente di restare umani, con le nostre debolezze i nostri desideri e soprattutto il nostro spirito critico, in altre parole evitare laddove necessario di conformarsi alla moltitudine. PS ovviamente quanto sopra è un'iperbole, volendo restare nello spirito del topic. |
| inviato il 13 Maggio 2019 ore 21:25
Non so se ho capito bene, sarebbe come dire che ogni realizzazione umana, arte e fotografia compresa, e' condizionata pesantemente dagli strumenti e dal materiali usati... New York, per esempio, senza cemento armato non sarebbe stata edificata (e nemmeno progettata direi). Ma tutto cio' mi sembra piuttosto ovvio, non vedo sinceramente il problema... Liberta' e' poter fare scelte fra diverse opzioni, noi possiamo scegliere la nostra attrezzatura e la possiamo utilizzare come meglio ci aggrada, non siamo soddisfatti dellle prestazioni del digitale? Esiste ancora il rullino, non ci soddisfa manco quello? Dipingiamo a olio, acquerello, china, carboncino... non ci soddisfa neanche questo? Dipingiamo con quel che capita creando "murales". L'uomo di Altamira poteva solo dipingere i muri della sua grotta, era molto meno libero di noi, ma questo non gli ha impedito di realizzare capolavori di ineguagliabile valore; forse la creativita' e' altra cosa... |
| inviato il 13 Maggio 2019 ore 22:10
Ripeto Un pro ha il pieno controllo della sua fotocamera o meno ? Per me anche per osmosi , usandola prima o poi la conosce a pieno. E lì finisce l'ipotesi della dominanza dell'apparecchio sull'uomo e comincia il tema dell'uso. Per l 'amatore è diverso, non la sfrutta , non domina l'apparecchio, non ha gli automatismi se la usa poco e cerca nella filosofia un conforto o una virtù... infatti un discorso come questo del topic messo in tavola avrebbe questa conseguenza pratica: L'amatore si procura una macchina più arretrata, meno potente, risparmiando. Inoltre sarebbe anche virtuosamente più vicino alla fotografia in quanto meno dominato dal mezzo , e più concentrato sull'esprimere un concetto . Tutto quindi rema a suo favore. E difatti è pieno di queste valutazioni sul forum. È una baggianata autogratificativa. Tecnica, espressività, mezzi tecnici sono su binari separati dove l'ideale sarebbe esser più avanti possibile su tutti, perché nessuno intralcia gli altri, anzi si aiutano a vicenda |
| inviato il 13 Maggio 2019 ore 23:04
@ Bruno.... restando in termini di iperbole, direi che il ragionamento è decisamente in topic @ Alessandro, che dirti: tu dici "poter fare", "poter scegliere", e io sono d'accordo Poi la Germania "poteva" non seguire Hitler, noi "potremmo" coltivare amore e pace, ma parrebbe che questo non basti. Comunque quelle di Flusser sono teorie, e quindi potrebbe avere torto, questo è fuor di dubbio. Semplicemente, io le trovo convincenti, e sono cauto nel professarmi "libero" nelle "mie" scelte. Ma parlo per me |
| inviato il 13 Maggio 2019 ore 23:05
“ Ripeto Un pro ha il pieno controllo della sua fotocamera o meno ? Per me anche per osmosi , usandola prima o poi la conosce a pieno. E lì finisce l'ipotesi della dominanza dell'apparecchio sull'uomo e comincia il tema dell'uso. „ Avevo capito. Forse parliamo di cose diverse |
| inviato il 14 Maggio 2019 ore 3:19
Ah ok ... allora niente ciau |
| inviato il 14 Maggio 2019 ore 9:29
“ La capacità di fare belle foto dipende invece dal fotografo." „ www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3185117&l=it Per fare una foto come questa ci vogliono attrezzature. Più della metà dei fotografi di questo forum fa fotografia naturalistica, in cui la qualità del file ripreso è indispensabile se si vogliono ottenere buoni risultati. Ho letto volentieri molti interventi di questo 3d ma trovo una certa tendenza a generalizzare. I generi fotografici sono tanti e diversi. Per esempio anche chi fa macro o paesaggi ha il must dell'attrezzatura. In uno scatto come questo fatto con una 7d e un vecchio 300 duplicato si vede tutt'altro dettaglio e qualità di colore www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=619639 La passione tecnologica diffusa sui forum di fotografia ha anche qualche ragione, talvolta non è semplice consumismo. Per chi invece fa ritratto e reportage fotografico, oppure street, è diverso. Ancora di più per chi usa la fotografia come uno strumento della propria creatività. Ma questa è una minoranza, piccolissima rispetto agli utenti che pubblicano i propri scatti in internet e piccola rispetto ai comuni utenti di questo forum. |
user39791 | inviato il 14 Maggio 2019 ore 9:36
Credo che il nocciolo del problema sia non diventare schiavi delle proprie attrezzature, scimmie varie comprese. Dopodiché esistono generi fotografici dove le attrezzature contano molto poco e altri generi fotografici dove contano molto. |
| inviato il 14 Maggio 2019 ore 9:39
Claudio io ho interpretato il discorso diversamente, non prendere la mia risposta come una critica o una polemica ma come un tentativo di confronto. Quelle foto sono complesse, serve attrezzatura, trovare il soggetto, avere pazienza, appostarsi magari fare anche tanta strada, ma io vedo il punto un po' diverso. Posso restare alla semplice documentazione cercando sempre dettaglio migliore, minore rumore ad alti ISO che magari servono per congelare il soggetto in un ambiente in cui la luce non sempre è quella perfetta o magari posso fare qualcosa in cui il fotografo è più presente nello scatto Perchè pongo l'accento su questa differenza? non per critica ma perchè nel secondo caso l'attrezzatura è il mezzo per raggiungere un'obiettivo ben prefissato, non è la gara a chi ha la piuma più nitida. Spero di essere riuscito a spiegare il mio pensiero, cioè non è una guerra agli obiettivi costosi dicendo che non servono, ma credo che il topic sia un ragionamento più complesso legato al fotografo che spesso non ha nulla da dire e segue l'attrezzatura più costosa solo per avere una maggior nitidezza |
| inviato il 14 Maggio 2019 ore 9:49
Intendo dire che un uso intellettuale dei mezzi fotografici rappresenta una stretta minoranza e questo è un semplice fatto. Bisogna accettarlo. La maggioranza dei fotografi usa la fotografia come svago nei viaggi e nel tempo libero avendo come necessità il riposo della mente e dello spirito. Trovo che un mondo pieno di scatti in volo come i miei e delle bellissime foto di Arconudo sarebbe piuttosto noioso. Bisogna accettare anche la massa con i propri vizi e difetti culturali. Tutto qui. Per il resto c'è molto consumismo e idolatria delle attrezzature, ma questo è diffuso in tutta la nostra società. Ed era diffuso anche negli anni '70 per quanto riguarda l'alta fedeltà, come qualcuno ha già detto. |
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