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Risotto funghi e salsiccia


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avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2015 ore 22:19

L'ha portato bartolini..
Che fai nella vita Andrea?

avatarsupporter
inviato il 08 Novembre 2015 ore 22:26

Perchè le produzioni del veronese ? e quelle del mantovano ( che in effetti è in Lombardia ;-) ) ? reggiano ? modenese ?

avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2015 ore 22:27

Anche sardo..
E calabrese (sibari)

user16612
avatar
inviato il 09 Novembre 2015 ore 8:33

Eccolo qua!Sorriso mi fischiava un orecchio e mo' ho capito perchéMrGreen
Andrea purtroppo fino a Vercelli mi è difficile, ma tutto sommato è un problema relativo. Da qualche anno ho intrapreso una ricerca di materie prime direttamente dai produttori con attenzione particolare alla qualità sia nella produzione che nella lavorazione. Di solito "scovo" queste realtà investendo un po' di tempo delle vacanze grazie anche al fatto che tutta la famiglia si è appassionata a questa ricerca. Compriamo a distanza carni, olio, legumi, patate, farina (ci facciamo il pane in casa con la pasta madre), farina di mais (siamo pur sempre polentoni), pecorino, vino... Per tutte queste cose i super non mi vedono da anni.
Per il riso avevo (ho) un contatto nella mia regione ma per vari motivi non si è ingranato. Col Capo ci siamo incrociati per puro caso qui e quando trovo un prodotto sano, buono e al giusto prezzo io mi appassiono!

avatarsenior
inviato il 09 Novembre 2015 ore 9:45

@Capotiumph:
Che fai nella vita Andrea?


Il libero professionista in ambito logistica e organizzazione. Mi occupo principalmente di razionalizzazione flussi logistici, pianificazione produzione e controllo costi (sempre in area logistica, approvvigionamenti e servizi. Non appartengo all'invisa categoria dei "tagliatori di teste").

Perchè le produzioni del veronese ? e quelle del mantovano ( che in effetti è in Lombardia ;-) ) ? reggiano ? modenese ?


Il riso si fa un po' dappertutto, non dimentichiamo Rovigo e Ferrara, ma giusto un po'...non è proprio la stessa cosa, se non sbaglio tra Pavia, Vercelli e Novara (non so se ci casca dentro anche Milano-Parco Agricolo Sud, in effetti di riso ce n'è molto anche li) si fanno qualcosa come i due terzi del riso prodotto in Europa...non è proprio la stessa cosa...
NO-PV-VC lo chiamano il triangolo del riso...

avatarsenior
inviato il 09 Novembre 2015 ore 9:56

@andrea: credevo ti occupassi di agricoltura anche tu..

avatarsupporter
inviato il 09 Novembre 2015 ore 9:57

Non sono assolutamente d' accordo, non mi interessa la quantità e non si può nemmeno dimenticare che la cosa più preziosa che abbiamo in Italia dal punto di vista dei prodotti alimentari e di conseguenza culinario, sono la diversità e l' eccellenza...
Il vialone nano che, come ho già detto per me è il top, si produce tra Verona e Mantova ed a tal riguardo trovo assurdo il viano nano veronese IGP perchè da sempre il mantovano è terra di produzione di questo riso e mi sembra una furbata politico/commerciale

avatarsenior
inviato il 09 Novembre 2015 ore 10:04

Verissimo memy! E qui ce ne sarebbe da dire....

avatarsenior
inviato il 09 Novembre 2015 ore 10:09

@andrea: credevo ti occupassi di agricoltura anche tu..


Ci sono stato in mezzo per più di 10 anni: mi occupavo prima di formulazione mangimi (ruolo assistente), poi di analisi e controllo qualità (capo laboratorio), poi per un breve periodo di assistenza tecnica agli allevamenti, in Sildamin, uno dei maggiori mangimifici del Nord Italia, poi caduto in disgrazia e incorporato nel gruppo Purina, che successivamente ha venduto a Cargill il ramo feed, mantenendo in casa il Petfood.

avatarsenior
inviato il 09 Novembre 2015 ore 10:18

non mi interessa la quantità


Non è questione solo di quantità, ma di dimensione globale del settore. In economia, di solito, dove c'è quantità c'è anche iniziativa, cultura, competenza, ricerca, innovazione, miglioramento, sviluppo.

In Europa il riso lo fanno da sempre anche in Camargue, ma è un caso che i risi migliori e lo sviluppo più vitale vengano dall'Italia?
E' un caso che i vini migliori (nb, non parlo delle quattro etichette internazionali di 500 euro al pezzo, parlo dei buoni prodotti alla portata di tutti) vengano tuttora da Francia e Italia, nonostante la concorrenza che da più parti si sta sviluppando?
E' un caso che l'Italia sia e rimanga il punto di riferimento dei cosmetici e divida con la Francia il ruolo di faro della moda?
E' un caso che le scarpe di gran lunga migliori siano le nostre?

La quantità è un vantaggio - non da poco - per lo sviluppo della qualità.

avatarsupporter
inviato il 09 Novembre 2015 ore 10:38

Scusa ma non capiscoEeeek!!! io stavo dicendo una altra cosa...
Io sono un fermo sostenitore del made in Italy tanto più quando si parla di alimenti ma sono anche convinto ma prendendo ad esempio la Francia, l' Italia è imbattibile proprio per la varietà..................
Io non scelgo in base alle quantità prodotte e certamente non lo fai anche tu;-)
E poi sinceramente non si può derubricare la produzione di riso del veronese, del mantovano o del ferrarese ma anche quella tra il reggiano ed il modenese ad aree secondarie di produzione sia pur certamente quantitativamente inferiore rispetto a quella vercellese, pavese o novarese.

A scanso di equivoci con questo non voglio assolutamente dire che a Vercelli, Pavia o Novara manchino le eccellenze:-P:-P:-P

avatarsenior
inviato il 09 Novembre 2015 ore 10:45

Io seguo..
Ma intanto apprezzo che puntiate sulla qualità del Made in Italy .
La qualità non prescinde dalla quantità e viceversa.

avatarsenior
inviato il 09 Novembre 2015 ore 10:56

non si può derubricare...ad una piccola produzione...


I concetti di piccolo o grande sono assolutamente relativi. Dipendono dall'entità in questione, ma ancor più dal termine di paragone assunto.

E quello su cui discuto non è il valore della diversità e della varietà, è il concetto di irrlilevanza che si può intendere trasparire - non so quanto in maniera voluta - dai tuoi argomenti, rispetto al valore della quantità.
Non voglio minimamente contestare il binomio diversità-ricchezza, dissento dall'eventuale messa in conflitto tra qualità ed economia di scala, anzi, di solito e sempre di più, è nella forza della quantità che si riesce a difendere e valorizzare, quando se ne prende coscienza, le nicchie di qualità e particolarità.

Poi, che il Vialone Nano sia il massimo dei risi è una rispettabilissima opinione.
Per me, non esiste il riso migliore a prescindere dall'uso che se ne fa, a partire dalla differenza tra le varità indiche e le japoniche.
Per i risotti, la schiacciante maggioranza dei cuochi e dei gastronomi ritengono superiori le varietà superfino...non è che anche qui si possa dar ragione alla maggioranza, pur rispettando le voci fuori dal coro?
Non possiamo neppure dire che il vialone nano sia una nicchia misconosciuta, una particolarità ignota ai più, in tutti gli ipermercati ne troviamo di almeno due-tre marche differenti...

avatarsupporter
inviato il 09 Novembre 2015 ore 11:19

" Poi, che il Vialone Nano sia il massimo dei risi è una rispettabilissima opinione. "

ovvio, io non parlo certo in senso assoluto, e parlo sempre per me....;-)

avatarjunior
inviato il 09 Novembre 2015 ore 13:53

Capotriumph,
io il riso Venere lo conosciuto casualmente andando tra Gattinara e Vercelli comprando vino grappa e riso propio da un produttore di riso biologico a carattere familiare non conoscendo ma curioso ne acquistai .... oro lo compro sempre ( sempre dal produttore casalingo ) e quando lo preparo solo il profumo che si sente nell'aria mentre cuoce è meraviglioso .
Ovviamente non è l'unico riso che acquistiamo .
Eugenio

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