| inviato il 08 Luglio 2025 ore 17:52
Le statistiche urlano che la fotografia non vale più nulla. Come siamo arrivati a tutto questo? - FOTO Cult share.google/AN3fDRGXQ6kSWrnCY |
| inviato il 08 Luglio 2025 ore 18:17
Diverse ragioni, sicuramente va analizzato il fatto che la fotografia ha ampliato i suoi scopi, si é passati a usarla per memorizzare il nome di una via, fotografare uno scontrino ecc... Nulla di male anzi un evoluzione prevista MA... Tempo fa in una discussione parlai di pubblicazione più consapevole, provare a capire quando é il caso di pubblicare e quando non si aggiunge nulla, avevo citato per esempio penelope umbrico Solo una discussione e un confronto, nulla di che. Ho scatenato il putiferio venendo attaccato al grido io pubblico quel che mi pare e non accetto censori Ecco siamo qui perché non c'é consapevolezza, non c'é pensiero dietro quel che si fa e si condivide ma soprattutto non si vuole avere |
| inviato il 08 Luglio 2025 ore 19:00
“ Come siamo arrivati a tutto questo? „ E' quello che succede quando una cosa è troppo semplice da fare ed è alla portata di tutti. Il tutto condito da un po' di superficialità e dalla voglia di apparire (perchè molti scatti vengono fatti per ostentare qualcosa,dal viaggio,al vestito nuovo,al cane di razza) E ovviamente il carburante di tutto sono i social Ma penso che questa sia la natura umana,se fosse successo 2000 anni fa non sarebbe cambiato nulla |
| inviato il 08 Luglio 2025 ore 19:47
La quantità è una cosa, la qualità è un altra. Se poi consideriamo che la maggior parte sono foto ricordo, selfie, familiari e amici (non certo pensate per mostre d'arte), moltiplicato per ogni abitante della terra, ecco spiegato il numero di quella statistica, che in se dice una cosa ovvia, e francamente irrilevante. Le foto artistiche avranno sempre un valore superiore a un selfie in vacanza, così come un dipinto avrà sempre un valore superiroe a uno scarabocchio. Ovviamente c'è bisogno anche di un pubblico che, si spera, sappia disitnguere un dipinto da uno scarabocchio |
| inviato il 09 Luglio 2025 ore 18:14
Non vedo cosa ci sia da urlare. Tre elementi: costo 0 della foto costo 0 della comunicazione comunicazione senza confini. Invitavi a casa qualcuno, prendevi il faldone delle foto del matrimonio o della comunione del pupo e le rendevi pubbliche. Se invischiato: proiettore e diapositive e via con le dia dei Caraibi. Ci volevano soldi e pazienza. Oggi faccio la foto al pacco di biscotti che vorrei comprare, la metto sulla lista della spesa in comune fra me e mia moglie su WA e, il primo che va a far la spesa, la compra. Stesso dicasi per la parola. xche', cool!, emoji, meme, etc. tutto molto semplificato, ridotto all'osso cosi' come il significante. Si sopravvive. Sulla superficie. Eppure, cosi' come uno puo' conservare sullo scaffale, che ne so', straniero alla terra di Bach, alla stessa stregua si possono conservare ed aprire all'uopo le foto di pinco o di pallino, ovvero ammirare gli impressionisti etc. Social etc. sono un mezzo. La soluzione e' sempre una ed una sola: Etica ed Educazione. |
| inviato il 09 Luglio 2025 ore 18:41
“ E' quello che succede quando una cosa è troppo semplice da fare ed è alla portata di tutti. „ “ costo 0 della foto „ Appunto. E' la Democrazia bellezza. |
| inviato il 09 Luglio 2025 ore 18:44
beh costo zero della foto vediamo.... c'è chi se la cava con poche centiania di euro, e chi spende cifre considerevoli per scattare. Aggiungi i costi del gestore di rete fissa o mobile, dell'energia elettrica, non direi costo zero. Quasi quasi conviene di più la pellicola |
| inviato il 09 Luglio 2025 ore 19:14
“ beh costo zero della foto vediamo.... c'è chi se la cava con poche centiania di euro, e chi spende cifre considerevoli per scattare. Aggiungi i costi del gestore di rete fissa o mobile, dell'energia elettrica, non direi costo zero. Quasi quasi conviene di più la pellicola;-)Confuso „ mmmm.Giusta osservazione. |
| inviato il 10 Luglio 2025 ore 3:13
“ Ma penso che questa sia la natura umana „ Per quanto il conformismo, in tutte le sue forme, faccia pensare a delle cause antropologiche intrinseche nel comportamento umano, credo comunque che sia più una questione legata alla cultura delle grandi masse che induce a preferire le dinamiche maggioritarie anche per evitare il senso di esclusione e disadattamento. Nell'era dei social e dell'accesso globale alla rete, l'immagine non assurge nemmeno più a elemento di rappresentazione (che comunque, in ambito artistico/filosofico, quello della rappresentazione, è già un tema discusso e irrisolto da ormai un secolo...ma è un altro discorso), ma funge da status di puro presenzialismo...dove non si bada nemmeno più a quello che una foto o un'immagine implica, a cosa dice di noi (e a noi), agli altri, a quale sia la sua funzione. C'è uno svuotamento ed un annichilimento devastante delle potenzialità individuali. Perché, forse mai come ora, è diventato più importante "esserci", sentirsi parte di qualcosa, fosse anche solo un'identità virtuale parallela che ci dà l'illusione di evadere dai problemi della vita quotidiana. Esserci qui ed ora, senza impegno, a costo di rinunciare ad avere un pensiero. Preferiamo credere di non essere mai parte di un problema...perché "se il mondo va così io non posso farci niente...ma ho comunque il diritto di esistere". Tante volte anche sul forum leggiamo che l'iper produzione e la condivisione compulsiva è un "non problema"...perché, chiaramente, finché ognuno ha la possibilità di opinare, non diventa nemmeno necessario farsi delle domande su noi stessi e le dinamiche che ci inglobano. Con la scusa del divertimento, non solo scattare ma anche il pubblicare viene preso alla leggera. Non c'è filtro o riflessione tra la pratica dello scattare e la condivisione. Sono due fasi di uno stesso processo. Scatto ergo pubblico. Come se, per il solo fatto di essere amatori che hanno l'hobby o la passione per le macchine fotografiche, fossimo esenti da quello che succede fuori dal nostro giardinetto. Fatto sta che l'immagine ha smesso di far riflettere, di essere un mezzo di "resistenza"; la sua grossa influenza viene subita e assorbita solo quando crea delle tendenze più o meno virali da seguire, emulare, supportare acriticamente. Fotografia, nella sua massima accezione, si riduce al mero e fugace godimento che non lascia assolutamente nulla di utile per interrogare il nostro sguardo. È un coma perpetuo intervallato da regolari sterili apprezzamenti che durano il tempo di una scrollata. Rincorse al possesso e consumo di oggetti che non servono ad altro che a placare un vuoto sottostante che non vogliamo nemmeno più riconoscere. Ma voi continuate pure a chiedervi che macchina od obiettivo aggiungere al corredo... |
| inviato il 10 Luglio 2025 ore 6:18
“ Parlando di numeri complessivi, nel 2024 circolavano nel mondo 14,3 trilioni (cioè miliardi di miliardi) di fotografie. „ sono numeri impressionanti, di gran lunga peggiori di quelli che stimavo un esempio c'e l'ho in casa, ho una figlia di 19 anni, per lei la fotografia non ha nessuna valenza simbolica ma é una istantanea della giornata da condividere, magari in mezzo a tutte quelle immagini fatte e postate ci sara pure qualcosa di buono, ma valla a trovare e proprio questo il problema, mancando un filtro a monte, cosa che avveniva prima dell'era social, pure qualcosa di buono si perde nella produzione iperbolica |
| inviato il 10 Luglio 2025 ore 8:05
Amen. Il problema non è la fotografia. Il problema è molto più profondo e la fotografia è solo una conseguenza. “Il nulla dilaga” |
| inviato il 10 Luglio 2025 ore 9:37
Scianna dice che la sua fotografia vuole rappresentare la realtà. Toscani voleva cambiare la società con la fotografia (?!). Per questo dava più fastidio. Ricordiamoci come hanno estrapolato una sua frase infelice sul ponte Morandi. |
| inviato il 10 Luglio 2025 ore 10:16
Quasi quasi conviene di più la pellicola ******************************************** Non esageriamo. Per l'acquisto e lo sviluppo di un rullino di diapisitive occorre spendere da 40 a 45 €, cui aggiungere ovviamente il/i proiettore/i, ottiche, schermi, accessori vari come telai, telecomandi etc etc e la corrente elettrica... cambiamo discorso dai! |
| inviato il 10 Luglio 2025 ore 17:02
Da una parte si è verificato un aumento esponenziale di spazzatura caricata in rete, dentro la quale è praticamente impossibile trovare qualcosa di buono... Dall'altra parte si verifica però anche una diminuzione drastica di materiale "di qualità" che viene caricato online per convidivisione, perchè a tanti, troppi, la voglia di buttare qualcosa di buono nel mucchio di spazzatura è passata da un pezzo... Non che sia per forza un male. Anni e anni fa, se mi sembrava di produrre qualcosa di buono, mi veniva subito voglia di condividerlo da qualche parte in rete, e forse lì un po' si andava a perdere... Oggi invece, se ritengo di aver prodotto qualcosa di buono, me lo stampo e me lo tengo in casa, appeso a qualche parete o in qualche raccoglitore! |
| inviato il 10 Luglio 2025 ore 17:35
In realtà c'é tantissimo materiale di qualità caricato on line, ma non sempre é facile trovarlo, molto più spesso si trovano cosa banali perché più ricercate |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 253000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |