| inviato il 29 Ottobre 2024 ore 18:33
“ pure quelli che si rodono il fegato „ non è proprio una bella premessa, per avviare una discussione che si chiede essere "argomentale". |
| inviato il 29 Ottobre 2024 ore 20:18
Hai ragione... corretto. |
| inviato il 29 Ottobre 2024 ore 23:45
Premessa, non ho nulla contro le Leica M, soprattutto meccanica e a pellicola, mentre sono critico invece sulle SL e digitali in genere. Non uso e non userò mai più una Leica M perchè non è la fotocamera che fa per me. Le Leica sono comunque oggetti belli. I modelli dedicati, limited edition non sono una esclusiva di Leica, anche altre case lo hanno fatto, devo avere una Contax G1 150 years ed un alta Contax a edizione limitata. Se le edizioni Leica hanno sul mercato una buona commerciabilità ed accrescono il valore del modello ben vengano. Potrebbero essere anche una forma di investimento. Gli altri brand secondo me con le edizioni limitate hanno fatto un buco nell'acqua: perchè quando l'interesse collezionistico diminuisce le edizioni limitate valgono come le edizioni normali; ad esempio per Contax l'interesse è evaporato. Detto questo la Leica M non è un sistema che fa per me per uso digitale o a pellicola, ma come oggetti, mi ripeto, fotocamere meccaniche sono ben fatte e sicuramente da piacere possederle. Io posseggo solo una umile M3, ma ho 2 SL, a rullino , funzionanti e una SL per ricambi. Le SL le ho usate ai tempi della pellicola preferendole di gran lunga alle R3, R4 una delle quali devo avere ancora abbandonata da qualche parte, perchè meccaniche. Decidendo di investire una edizione limitata potrebbe aver senso ma non riuscirei a resistre alla voglia di "aprirla" e giocarci pur essendo sicuro che non ci farei nessuna foto. Mi piace collezionare e sicuramente la Leica M mi potrebbe interessare, soprattutto come corpi non come lenti, perchè non la userei. L'investimento per le Leica rispetto ad altro materiale meccanico da collezione è notevole questo ne frenerebbe sicuramente da parte mia gli acquisti ( una Contax A costa 1/5 di una Leica G). |
| inviato il 30 Ottobre 2024 ore 8:21
però, sinceramente, non vedo di cosa si dovrebbe discutere: è evidente che nelle leica e, a maggior ragione in queste edizioni limitate, il valore non sia in una migliore qualità del risultato, tanto quanto come si dice spesso, non si compra un rolex perchè segna l'ora in modo migliore o una borsetta di coccodrillo perchè contiene meglio le cose. Anzi, per quanto i rolex siano tra i migliori orologi meccanici non hanno minimamente la precisione di un banale orologio al quarzo qualità e considerando le forme spesso assurde delle borsette di moda, direi che l'aspetto funzionale è proprio l'ultimo dei pensieri per questi oggetti. idem per le leica: tecnicamente, dal punto di vista fotografico, non offrono nulla in più rispetto ad una normale ml. Mentre cambia se metto sulla bilancia anche il corpo, i materiali, le finiture e, perchè no, anche il pregio del marchio. Però, appunto, sono aspetti "non tecnici", non credo sia possibile farne un discorso che esuli dalla soggettività. |
| inviato il 30 Ottobre 2024 ore 8:41
Una discussione con ottime premesse. Uno può essere tanto fotografo, quanto collezionista di fotocamere, nulla da eccepire (io lavoro nel settore del collezionismo da oltre trent'anni e sono collezionista io stesso...). Restando nell'ambito fotografico, trovo che chi decidesse di collezionare fotocamere, debba pensare a crearsi un proprio progetto culturale ovvero un ambito, vasto o ristretto che sia, nel quale profondere i propri sforzi di studio, di ricerca e di... spesa. Facendo il caso personale, ancora tredicenne, decisi di collezionare le onorificenze civili e militari della ex-monarchia austroungarica, dapprima ovviamente con l'aiuto di mio padre che soprattutto mi regalava libri per studiare l'argomento. Ora che navigo verso i settant'anni, posso dirmi molto soddisfatto. Chi è collezionista, tende comunque ad allargarsi ed ecco che da studente in un paese socialista, mi divertivo a frequentare un negozio di fotografia frequentato da miei coetanei, ammirando cosa riuscivano a fare loro, con le FED, le Zorki, le Lubitel e le Zenit... Io avevo già la Kiev tipo-Contax che comprai da liceale e che lassù era considerata una fotocamera "da ricchi". Guardando le vetrine dell'usato in quel grande negozio, mi colpirono le "panoramiche" Horizont e ne comprai una che ho ancora... e poi un'altra Kiev a telemetro, ma degli anni 50 e lì nacque la fascinazione per le fotocamere e le ottiche dell'Est Europeo, in particolare sovietiche; collezione che divenne sistematica, alla caduta dell'URSS, allorché fiere e mercatini erano dominati da venditori russi e polacchi che portavano di tutto ed anche le rarità, costavano poco più che una miseria. Tolto qualche pezzo che decisi di tenere "per ricordo" (ad es.: la mitologica Kiev-1947), vendetti la collezione senza rimpianti, anzi traendone un notevole guadagno, tra il 2002 ed il 2007, ciò contribuendo significativamente all'acquisto della casa dove abito e dove mettemmo su famiglia. Fatto l'esempio personale, verrei al caso specifico: Leica. La casa di Wetzlar, per la qualità media dei suoi prodotti ed una sapiente promozione, ha saputo diventare un oggetto del desiderio e già nell'anteguerra, la "Luxus" fu ricercatissima ed oggidì quando ne apparisse una autentica, l'aggiudicazione finisce sui giornali... Nonostante le traversie del marchio, Leica esiste e resiste, producendo fotocamere digitali di ottima qualità rimanendo forse l'unica casa a produrre una fotocamera a pellicola, altrettanto di qualità. Per i collezionisti, essa produce numerose serie speciali: non stupisce che per i settant'anni dell'attacco M, essa abbia creato una fotocamera in serie speciale e limitata, dal costo mostruoso; non stupisce che essa sia già esaurita. Ma io ho un diverso approccio: una collezione dovrebbe essere composta da pezzi che abbiano un significato, non necessariamente essendo "solo" delle Limited Edition . Ecco che quindi, trovare una Leica M3 in buone condizioni, con ancora il sigillo in cera " L " al bocchettone, ci indica che dalla sua costruzione, essa non sia mai stata "aperta", rendendola quindi un raro pezzo da collezione (e da uso aggiungerei, pur non dando eccessiva fiducia ai tempi lenti); o trovare una Contax-III della Kriegsmarine, i cui strapazzi estetici da soli, sono un racconto di storia; tornando a me, il desiderio di mettere assieme alcune delle fotocamere italiane che possiamo definire innovative; Rectaflex, o la magnifica Janua (che al suo tempo fu meglio di qualunque Leica), la curiosa "Gamma" dei Rossi di Roma, con l'otturatore a lamelle semicilindriche in anticorodal , dal tipico rumore allo scatto, la "Sonne" di Pordenone, la ISO "Standard", costruita quassù in Trentino e che dire della "Ducati"?... E questo è solo un esempio di vero collezionismo: ognuno potrà darvi la propria impronta e connotazione. Le recenti Leica "serie speciale", in realtà non hanno nulla di speciale, se non la finitura ed il prezzo... invero notevole. Buon per la Casa Madre, che vede subito esaurite queste fotocamere... e ripenso al fiasco di vendita delle Nikon S3 "Year 2000", che pure hanno una componente storica notevolissima, pensando al lavoro di "reverse engineering" per poterle mettere in produzione... Una Leica speciale, per me?... Quella che un caro amico, grandioso collezionista (ed utente) Leica, mi offrì: un corpo Leica IIIf, splendidamente restaurato e riverniciato in nero (ma con "red Logo") da Shintaro Yaginuma, che ho poi corredato con un Summicron rientrante, cromato, naturalmente. Una Leica nelle trasformazioni del bravissimo Shintaro è oggi ricercatissima, sia per la qualità del lavoro, che per l'unicità della finitura. Poi, alla fine, con cosa mi trovo meglio a fotografare? con la Kiev4A, naturalmente; o la Contax-II di mio nonno. |
| inviato il 30 Ottobre 2024 ore 8:48
“ i rolex siano tra i migliori orologi meccanici non hanno minimamente la precisione di un banale orologio al quarzo qualità „ direi che non è una "cosa" solo di Rolex...nessun orologio meccanico è preciso come un quarzo. Ce ne sono certificati Cosc, quindi molto molto precisi ma col quarzo vinci più facile e con un radio controllato ancora di più, ma vuoi mettere? A me non scoccia regolare l'ora una volta ogni tanto se il mio orologio meccanico gira 2/3sec gg più lento o veloce |
| inviato il 30 Ottobre 2024 ore 10:45
l'esempio, stra abusato, del rolex è solo per evidenziare come esistano oggetti nati inizialmente come strumenti ma che oggi si comprano non solo per la loro funzione e, in alcuni casi, persino a prescindere dalla funzione: un rolex d'oro, ha un valore anche se completamente distrutto e, quindi, non in grado di assolvere alla funzione dello strumento. Prima di tutto, non fosse altro che per il materiale con cui è costruito. Ma poi anche perchè parte del valore iniziale è di tipo collezionistico: immagino che il primo esemplare di qualsiasi modello rolex uscito dalla fabbrica abbia valore anche se completamente a pezzi. Così come d'investimento: chi compra un rolex a 20000 euro oggi, sa che tra 10 anni lo rivende almeno all'equivalente. E c'è poi la componente di soddisfazione nell'uso di un oggetto ben costruito, di valore o anche solo bello da vedere. L'unica, ma è proprio l'unica, cosa che mi infastidisce quando si parla di Leica, è il presupposto per cui qualsiasi fotografo la vorrebbe e, di conseguenza, che chiunque non consideri Leica come il punto finale di qualsiasi percorso di crescita fotografica sia semplicemente invidioso di chi "può" comprarle. Ma non è affatto vero. A me non interessa l'aspetto collezionistico e mi interessa solo relativamente la qualità costruttiva del corpo. Una macchina fotografica la uso solo per farci foto...schifose e banali che siano, ma valuto un corpo macchina solo in base agli strumenti che mi mette a disposizione per fare le foto e il risultato che si ottiene. Da questo punto di vista, Leica non mi offre nulla in più rispetto agli altri competitor. Tranne, forse, la monocrome...ma anche in questo caso, se considero i costi, piuttosto valuto di far modificare una ML normale: 10% della spesa e 90% del risultato mi sono sufficienti. |
| inviato il 30 Ottobre 2024 ore 10:50
Enzo C. Ottimo esempio quello della Nikon S2 "Year 2000". Le fotocamere Italiane quali la Rectaflex non sono mai quotate come una Leica, fosse così venderei volentieri la mie. In ogni caso nel collezionismo il valore di un oggetto viene attribuito anche in ba alla cultura del comprtore io non essendo un fan Leica non ho mai sentito parlare di Shintaro Yaginuma. |
| inviato il 30 Ottobre 2024 ore 10:55
Angor Purtroppo la modifica di un corpo macchina a Monchrome non è facile, sono a conoscenza solo qualche modifica che elimina con strumenti meccanici la matrice bayer, se tu hai dei link di chi effettivamente sia in grado di fare la modifica in modo seri me li giri? Esistono come alternative la Pentax K3 Monochrome e le Siqma foveon. |
| inviato il 30 Ottobre 2024 ore 11:19
OT: non conosco nessun sito che lo faccia...in una discussione mi pare del 2020 era stato indicato un sito, ma a cifre finali che erano simili a comprare direttamente una leica M....tipo 7000 euro per una sony, tanto per dire. Può essere che tenti io stesso l'esperimento, dato che ho una vecchia 450 che avevo convertito IR...siccome voglio passare a ML anche per l'IR, a questo punto la 450 sarebbe sacrificabile. |
| inviato il 30 Ottobre 2024 ore 17:59
Cito da Gainnj: “ Ottimo esempio quello della Nikon S2 "Year 2000". Le fotocamere Italiane quali la Rectaflex non sono mai quotate come una Leica, fosse così venderei volentieri la mie. In ogni caso nel collezionismo il valore di un oggetto viene attribuito anche in ba alla cultura del comprtore io non essendo un fan Leica non ho mai sentito parlare di Shintaro Yaginuma. „ Neppure io sono un fan Leica , anzi, benché le conosca abbastanza bene. E tantomeno mi accodo alle svenevolezze cui assistiamo per qualunque borborigmo arrivi da Wetzlar. Se dovessi essere "fan" di qualcosa di fotografico, lo sono per le Zeiss Ikon Contax e relative ottiche, per la Contarex nelle sue varie declinazioni e naturalmente per le fotocamere ex-URSS, in primis la Kiev discendente (non copia, discendente !) della Contax di Zeiss. Shintaro Yaginuma fu un fantastico artigiano giapponese (credo sia ancora vivo, ma da anni non lavora più), che eseguiva ottime riparazioni su apparecchi Leica a telemetro; cosa questa non interessante per noi, visto che in Italia abbiamo già eccellenti riparatori e fino a poco più di una decina d'anni fa erano ancora attivissimi Sammartino e Casanova a Genova (SamCa). Shintaro divenne famoso per le sue "ridipinture" di qualunque corpo macchina. La parte del leone le ebbero le Leica, che lui riverniciava secondo il gusto del committente, con una cura ed una precisione caratteristica del miglior artigianato giapponese; nel contempo lui le revisionava in maniera certosina nella parte meccanica ed ottica. Dopo mesi e mesi di trepidante attesa (in qualche caso anche oltre un anno), si aveva in mano un apparecchio fantasticamente revisionato e soprattutto riverniciato in livrea del tutto personalizzata; solitamente in nero, o "hammertone". Ne conosco una IIIg riverniciata in "bianco ghiaccio" per un conoscente appassionato di viaggi polari... Ma la più bella che io conosca, uscita dalle mani del nostro Giapponese, è una Contax-II ridipinta in grigio-ardesia ("Steingrau" per i tedeschi), obbiettivo compreso... Le fotocamere Italiane: mio nonno, appassionatissimo fotografo già prima della guerra, ebbe modo di conoscere l'Avv. Corsi ed acquistò una delle prime Rectaflex, usandola intensamente: me ne parlò tanto, al punto che col tempo ne volli trovare una (ed ora ne ho qualche esemplare, compresa una "sperimentale"). Ma pensare alle nostre altre realizzazioni in campo fotografico, è culturalmente esaltante ed è per questo che col tempo ho riunito un piccolo gruppo delle "italiane" più significative: tutte, devono però essere funzionanti e restaurate in maniera tale da poter essere usate al meglio delle loro caratteristiche: la "vetrina" per me è il posto peggiore ove far languire una fotocamera. Se poi un giorno tu ti stancassi della tua Rectaflex... |
| inviato il 31 Ottobre 2024 ore 7:55
La prima Leica limited edition risale al 1929 con la Leica Luxus su base Leica I e questo dimostra come da sempre Leica ha investito sul mercato del collezionismo www.wetzlar-historica-italia.it/Leica%20I.html Poi per non parlare delle numerose serie limitate della M6 … qui sotto potete vederne solo alcune www.wetzlar-historica-italia.it/2013corpi.html Quindi nulla di nuovo sotto al sole di Wetzlar e chi si meraviglia e grida allo scandalo dimostra di non conoscere la storia della casa tedesca |
| inviato il 31 Ottobre 2024 ore 9:48
Mi spiace contraddire quanto riportato nello splendido sito wetzlar-historica-italia.it (che resta globalmente uno dei migliori in assoluto sul tema), ma la Leica "Luxus" fu prodotta non già quale pezzo da collezione, ma quale fotocamera "di distinzione", per pochi fortunati. In altre parole, essa era una versione costosissima, di una fotocamera di per sé già assai costosa. La "Luxus", proprio per il ristretto numero di esemplari prodotto, è poi diventata oggetto di desiderio da parte dei collezionisti, affascinati da questo apparentemente semplicissimo apparecchio, la cui produzione fu invece destinata a fotografi assai benestanti che volevano qualcosa di più. Essa era a catalogo normalmente, ma realizzata su ordinazione; non in edizione "numerata". Carl Zeiss Jena, ad esempio, produsse dei binocoli da campagna e da teatro anche in versione dorata e rivestiti in simil-lucertola (sembra quasi lo stesso rivestimento delle Leica Luxus), messi a catalogo come l'identico prodotto "normale", ma ad un prezzo più che doppio. Restando nella casa di Jena e Dresda e poi di Stoccarda, nessuna Contax fu mai realizzata in versione dorata se si eccettua -ma è poco più che una leggenda- una Contax-IIa donata da Zeiss Ikon a Konrad Adenauer, dalle mani di Heinz Küppenbender. Leica d'oggi, mi si perdonerà l'ardire, a forza di serie speciali ed esemplari commemorativi il cui scopo è solo speculativo, è diventata un po' noiosa. |
| inviato il 31 Ottobre 2024 ore 9:59
@Enzo C. È sempre un piacere leggere i tuoi post relativi alla storia della fotografia. Grazie |
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