| inviato il 23 Gennaio 2024 ore 20:58
Le IA nella fotografia ormai sono una realtà. La fotografia ha però il potere, che non ha l'IA, di raccontare la realtà, per cui avrà sempre una sua ragione d'essere. Ma la fotografia surreale non racconta la realtà, la inventa. E' fotografia creativa. Che fine farà l'artwork, il fotomontaggio e tutte le altre varie manipolazioni analogiche o digitali attraverso le quali fino ad oggi si è espressa la fotografia surrealista ? Siamo davvero ai titoli di coda ? Sarà davvero sostituita dalle immagini generate tramite IA ? Oppure no ... |
| inviato il 24 Gennaio 2024 ore 0:25
Si. L' IA sostituirà tutta la fotografia "artistica" e " creativa". Resterà quella documentaristica, che si dovrà difendere dai taroccamenti che sono quasi coevi alla nascita della fotografia ma che con l'AI saranno ben più insidiosi. Quella che resterà insostituibile sarà la fotografia più importante: quella dei nostri ricordi, delle persone care ecc. |
| inviato il 24 Gennaio 2024 ore 1:54
L'argomento ha un proprio perchè e tuttavia ritengo che la risposta (ovvero se sarà sostituita dalle immagine) è abbastanza semplice. Essendo un genere concettuale, soggetto a manipolazioni sin dai tempi dell'analogico, ritengo sia abbastanza irrilevante che il risultato finale (l'immagine finita) provenga da una fotocamera e poi successivamente elaborata o generato tramite promt da una AI. Ovviamente vi sarà chi continuerà ad usare i metodi del passato e chi utilizzerà quelli che arriveranno, il tutto in funzione sempre dell'uso di uno strumento-mezzo (che sia A, B, o C ha poca importanza) per arrivare ad un fine che è l'espressione finale. Probabilmente una volta presa confidenza con i nuovi strumenti le possibilità di esplorazione saranno più veloci e richiederanno minor tempo (anche solo per preparare un set) potendo pertanto gli autori concentrarsi sullo sviluppo del concetto e non della realizzazione. Tuttavia è comprensibile che alcuni continueranno ad usare gli stessi strumenti che hanno sempre usato e con i quali hanno maggior confidenza per non perdere tempo a ripartire da zero, oltre al fatto che uscire all'aria aperta con una fotocamera genera sensazioni diverse dallo stare innanzi ad un pc e parlare con lui.. |
| inviato il 24 Gennaio 2024 ore 2:13
Non sostituirà niente finché ci sarà la voglia e lo stimolo di affrontare e vivere il processo creativo tramite la fotografia come base strumentale di partenza. Chiaramente in molti casi si hanno i limiti fisici per mettere insieme un set da cui estrapolare una foto surreale (come la tua) o comunque per replicare situazioni immaginate coi rispettivi elementi reali a disposizione (nel mio caso è successo di dover scartare idee proprio per questo), quindi l'AI potrebbe essere una tentazione per sopperire a tali limiti. Ma, personalmente, non mi darebbe lo stesso ricambio energetico che si ha col metodo fotografico. Oltre al fatto che l'AI è uno strumento ancora complicato da controllare. Poniti pure delle domande, Nico, ma vai avanti per la tua strada. C'è bisogno di lavori come i tuoi. |
user198779 | inviato il 24 Gennaio 2024 ore 5:39
L'AI ancora non è in grado di replicarne nessun essere vivente umano e non . Probabilmente in un lontano futuro esisterà come una intelligenza alternativa alla nostra . |
| inviato il 24 Gennaio 2024 ore 8:07
Il surrealismo è un movimento nato diversi anni fa e molti considerano che il suo apice sia già passato malgrado prosegua nel presente. Ammetto di non avere le conoscenze di un critico o storico dell'arte anche perchè la mia formazione è tecnica e non artistica. Io penso che l'impatto possa essere molto forte perchè per me il surrealismo è nell'idea non nel mezzo e conseguentemente con il perfezionamento dell'ai vedremo lavori validi fatti sfruttandola. La questione però secondo me è più sottile perchè molti si fermano all'estetica. Sappiamo tutti che da fontana di duchamp in poi tutto può essere usato per creare arte. Ma l'artista detentore dell'idea a sempre avuto un'aura di autorialità che conferiva anche senso all'opera. Quello che faceva andy warhol era tranquillamente riproducibile, ma fu contattato da moltissime aziende per chiedergli di collaborar alle loro pubblicità con offerte monetarie molto elevate, quello che volevano non era la tecnica, ma la sua aura di autore. Ecco io credo che l'AI debba essere considerata un banale mezzo e non bisogna dare a questo mezzo un aurea autoriale che non avrebbe senso. L'opera in se e ovviamente anche quella surrealista nasce da un concetto, non basta che ti esca qualcosa di visivamente valido dall'AI |
| inviato il 24 Gennaio 2024 ore 9:31
L' Auorialità è un altro aspetto molto delicato. Hai toccato un tasto importante, Matteo. Ho letto di IA-Artists che usano accompagnare al loro nome l'indicazione dell'IA ad es. (nome inventato) "Jason Suarez with Midjourney". Dovrei dunque trasformarmi in "Klizio with Dall-E" ....(sempre per fare un esempio). Beh sarebbe già un bel passo avanti rispetto alla equiparazione pura e semplice tra Artwork fotografico e Artwork artificiale. L'autorialità si lega a doppia mandata con un altro aspetto molto importante per me: la meraviglia. Non dell'idea in sè, non dell'effetto WOW (come un paesaggio un un ritratto di una bellissima ragazza e così via)... Ma del "ma come hai fatto ?"; questa semplice domanda del tutto umana, che nasce, da sempre, dalla ammirazione per le capacità umane. Da sempre, da quando esiste l'arte. Immagina una splendida ballerina androide (identica al suo referente umano). Immagina una scultura commovente come le "Dame Velate" di Antonio Corradini, ma fatte da una stampante 3d. Una foto angosciante come quelle di Misha Gordin ma realizzata con una IA. La voce di Donald Fagen riprodotta tale e quale da un computer. Sarebbe davvero la stessa identica cosa ? Conterebbe davvero solo l'idea ? |
| inviato il 24 Gennaio 2024 ore 11:01
Certo che non conterebbe solo l'idea. Sì può dire che ti sei già risposto da solo. Te li vedi i lavori di un Garcin creati freddamente con prompt e PS? Tutto quel processo creativo andrebbe a farsi friggere. Ma è proprio quello il bello, sia per chi lo fa che per chi osserva. Se tieni conto del fattore autorialità, questo è un punto imprescindibile. |
| inviato il 24 Gennaio 2024 ore 11:54
Klizio tu ci hai riflettuto? La mia domanda è se la tua produzione cambierà considerando i cambiamenti tecnologici in atto e in che direzione stai pensando di andare |
| inviato il 24 Gennaio 2024 ore 12:03
Temo molto che la "fotografia surreale", così come la fotoillustrazione creativa - 3D e non - si trovi nella stessa situazione delle lampade a basso consumo dei, mi pare, primi anni duemila (cioè quelle a fluorescenza) che hanno avuto un relativamente breve momento di gloria prima di essere soppiantate integralmente dai moderni LED, ove questi ultimi sono le AI. |
| inviato il 24 Gennaio 2024 ore 12:25
sulla fotografia credo avrà un'impatto maggiore che sulla pittura |
| inviato il 24 Gennaio 2024 ore 16:35
“ Klizio tu ci hai riflettuto? La mia domanda è se la tua produzione cambierà considerando i cambiamenti tecnologici in atto e in che direzione stai pensando di andare „ Forse prima o poi mi diletterò con le AI. Ci pure provato con una piuttosto scarsa con risultati parecchio deludenti. Ma anche se fosse stata perfettamente elaborata sarebbe stata comunque finta, non mi avrebbe dato la stessa soddisfazione di una fotografia (seppur artwork). Giusto per scrupolo eccola ...
 E poi .. cercare cianfrusaglie, girare i posti, preparare i set, a volte penso che la fotografia sia una scusa per fare tutto ciò, piuttosto che il contrario. Ora tocca a te ... tu cosa farai ? Sarai disposto ad utilizzare AI-models ? O preferirai humans-models ? |
| inviato il 24 Gennaio 2024 ore 16:48
partendo dal presupposto che l'AI viene addestrata su di un database ricavato da campionamenti umani. Ma sopratutto considerando che l'AI e' ricorsiva. Cioe' sfrutta le sue elaborazioni precedenti (filtrate dall'umano che sta davanti al monitor) per generare le nuove. Si puo' calcolare in quante generazioni il sistema si avvitera' in una melassa uniforme senza alcun grumo di innovazione. C'e' da dire che pero' ripongo molta fiducia nella fantasia dell'umano che interagisce con la macchina. La vera entita' pensante in grado di innovare e produrre un'idea. Sara' il mestiere del futuro creare con l'AI.. Esattamente come oggi si crea rovistando negli scassi e cercando la luce. Solo un umano puo' disporre dell'intuizione necessaria per rompere uno schema. Una consuetudine. Certamente non l'AI che, invece, portera' l'uniformita' nel lavoro di tutti. Alzera' lo standard minimo richiesto. Ma lo fara' mettendo chiunque in grado di produrlo. E' ora di lucidare le idee...e partire, lancia in resta. I mulini a vento attendono impazienti. |
| inviato il 25 Gennaio 2024 ore 8:21
Ho provato un po' a giocare con ai ma non ho pazienza di diventare bravo e se non ci lavori bene escono solo cose banali. Però ho iniziato a giocare con la fotografia ibrida www.juzaphoto.com/me.php?pg=316768&l=it#iniziopaginagalleria Mi piace e sto iniziando a ragionare sempre più a ritratti legati alla persona, che hanno significato proprio perché quella persona é nello scatto. La cosa che ho notato é che prima si tendeva a cercare sempre più la perfezione, il ritocco preciso e fine per non avere il minimo difetto ora inizia a esserci una controtendenza dove si mostra l'imperfezione per evitare di confondersi con ai Anche se ho visto un paio di fotografi che si dilettano anche di ai che stanno iniziando a chiedere ad si di inserire delle imperfezioni e anche se non siamo ancora ai livelli fotografici i miglioramenti dei software sono evidenti Soprattutto poi se non ci si accontenta della pappa pronta ma si usa ai per composit o si lavora la foto successivamente i risultati iniziano a essere validi Questo mi porta a riflettere sulla strada da intraprendere, sto valutando anche l'autoritratto per una serie di motivi personali |
| inviato il 25 Gennaio 2024 ore 10:51
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