| inviato il 01 Dicembre 2022 ore 23:30
Salve a tutti vorrei cominciare a fare delle prove di stampe a contatto partendo da un negativo da file digitale stampato su acetato, qualcuno sa consigliarmi su qualche tipologia di lucido da usare? |
| inviato il 01 Dicembre 2022 ore 23:58
Pictorico OHP sono da sempre considerati i migliori. Il prezzo probabilmente risulta un po' altino. Da non sottovalutare e forse per iniziare sono i più adatti visto che costano meno, i Fixxons . www.fixxons.com/negative-film |
| inviato il 02 Dicembre 2022 ore 7:58
Grazie Schyter, è adatto anche per stampe a contatto classica su carta fotografica analogica agli alogenuri? (nel sito dice: for non silver-print processes..) |
| inviato il 02 Dicembre 2022 ore 18:39
non so ... se il sito nn la reputa adatta... Di fatto si potrebbe provare; magari non si avrà il massimo della qualità, ma credo che cmq qualcosa dovrebbe uscire. Non vedo perchè nn dovrebbe funzionare. |
| inviato il 03 Dicembre 2022 ore 19:38
Ztampare su una pellicola per poo stanpatlq xon prpcesso chimico? E se quella linkata non ê adarga per questo scopo..chr scopo ha? Chiedo senza polemica che magari nn ho capito nulla Un saluto |
| inviato il 05 Dicembre 2022 ore 0:24
Marco si stampare un file digitale su un acetato per poi fare una stampa a contatto con processo chimico tradizionale o per fare una stampa a contatto con antiche tecniche tipo Cianotipia, Van Dick, Platino palladio e molte altre.. Il prodotto linkato sembra nato specialmente per queste ultime ma dovrebbe essere adatto pure per la stampa agli alogenuri.. Perchè farlo? per avere un output analogico da un file digitale; Nel mio caso questo procedimento sarebbe pure giustificato dal fatto che sto facendo un progetto ripreso per lo più in analogico medio-formato e stampato argenteo ma alcune immagini dello stesso ce l' ho invece in digit. allora per avere uniformità di supporto finale delle stampe.. |
| inviato il 05 Dicembre 2022 ore 2:04
Grazie della rispsota..ma la latitudine di posa o gamma dinamica dir si voglia non é determinata dalla stampa a pignenti sull acetato? |
| inviato il 05 Dicembre 2022 ore 6:35
Non vedo l'utilità pratica, oltre che reale, di una complicazione del genere. Alla fine un processo di questo tipo non potrà mai restituire un "sapore" chimico a un file digitale, al limite potrà abbassarne la qualità, questo certamente si, ma come si suol dire: se uno nasce tondo non muore quadrato! Io stamperei tranquillamente i diversi originali seguendo, per tutti, quella che è la propria filiera lavorativa naturale. Le stampe avranno una "impronta" diversa? E chi se ne frega! uno va a visitare una mostra per godersi delle belle fotografie... non per giudicare delle stampe! |
| inviato il 05 Dicembre 2022 ore 7:39
Molto spesso viene usato per ingrandire ad esempio un negativo 35mm (24x36) in un negativo di dimensioni generose (A3 - A4) per poi stampare a contatto... Specialmente con le AT (antiche tecniche). Diventa comodissimo per la gomma bicromatata a più colori dove si realizzano più negativi (uno per ogni colore con densità diverse regolate digitalmente) poi messi a registro per la stampa a contatto. |
| inviato il 05 Dicembre 2022 ore 7:42
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| inviato il 05 Dicembre 2022 ore 14:48
Continuo a non vederne l'utilità pratica. Ingrandire di 64 volte un negativo formato Leica per poter avere un negativo di 20x30 cm. significa, sic et sempliciter, riaverne un negativo sgranato tamquam una stampa di pari dimensioni! In altre parole un negativo 24x36 mm è piccolo per fruirne degnamente, mentre una stampa 20x30 cm la si può osservare comodamente. Il problema dell'ingrandimento di un qualsiasi negativo è la perdita di qualità legata direttamente all'accrescimento dell'originale, che ovviamente non si ritrova in una stampa a contatto, ma se la stampa a contatto è troppo piccola per essere pienamente fruibile non è che ingrandendo il negativo, per poi stamparlo a contatto, ne aumenti la qualità... perché quella peggiorerà sempre e comunque visto che, tanto in un modo quanto nell'altro, ci sarà comunque un aumento dimensionale dello stesso originale. Quindi: cui prodest? |
| inviato il 05 Dicembre 2022 ore 14:57
“ Ingrandire di 64 volte un negativo formato Leica per poter avere un negativo di 20x30 cm. significa, sic et sempliciter, riaverne un negativo sgranato tamquam una stampa di pari dimensioni! „ A me è parso di capire che Pierpier voglia partire non da un negativo analogico ma da un foto digitale, stampare l'immagine digitale (eventualmente convertita in negativo) su un supporto trasparente di formato tipo 20x30, per poi stampare in analogico per contatto. Lo scopo sarebbe avere tutte le immagini sullo stesso tipo di supporto. |
| inviato il 05 Dicembre 2022 ore 16:01
Esatto Filippo! |
| inviato il 05 Dicembre 2022 ore 16:30
“ Esatto Filippo! „ Con i mezzi a disposizione e con le mie (scarse...) capacità, credo che se provassi, avrei qualche problema nella gestione dell'immagine "negativizzata" da stampare su acetato e faticherei ad ottenere un'immagine finale su carta fotografica "analogica" uguale a quella stampata direttamente da file su carta per stampanti fotografiche. |
| inviato il 05 Dicembre 2022 ore 18:16
nelle Antiche Tecniche l'ultima cosa importante è la perdita di qualità ... (come si intende normalmente). Provate a cercare immagini (bellissime) realizzate con le AT e vi renderete conto che i "parametri" (nitidezza, grana etc etc) così come li conosciamo comunemente, se ne vanno bellamente a quel paese. Non sono cero quelli i parametri importanti. Ovviamente partendo da una foto dgt è meglio ancora. |
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