| inviato il 19 Ottobre 2022 ore 21:42
Ale grazie per il tuo intervento. Ecco appunto, mi aspettavo di toccare questo argomento che ho sempre tenuto da parte pensando "prima o poi lo studierò". Il concetto a grandi linee mi è chiaro e il tuo esempio è molto efficace. Un ottimo spunto per fare delle prove. Se non ho capito male il discorso è che esistono dei valori LAB ritenuti "corretti" per determinare il colore di qualcosa, ai quali ci si può allineare intervenendo su temperatura e tinta ma la loro efficacia dipende dal contesto della foto. Contesto determinato dalla luce in quel momento immagino, dato che nella foto sopra è evidente che il colore del cielo non ci azzecca con il resto della scena. E in questo caso come faresti la correzione? avvicinandoti più o meno alla tonalità e al contrasto di origine? |
| inviato il 19 Ottobre 2022 ore 22:14
Dipende tutto dai casi e dal risultato che vogliamo. Margulis non dà valori LAB rigidi. Come puoi leggere nello schema, dà indicazioni sul rapporto che dovrebbero avere i due canali del colore. L'importante è aver presente che nel convertitore muovere Tinta e Temperatura muove i valori dei canali LAB A e B. Nell'esempio "malfatto" ho forzato il blu del cielo come forse stai cercando tu. Ma in questo caso non puoi virare tutta la foto altrimenti i colori di tutto il resto diventano innaturali. Quindi lavori a zone. E allora si inizia a notare che qualcosa non va, in particolare nel confronto acqua-cielo. Una soluzione per andare nella tua direzione potrebbe essere quella di forzare un po' il blu, ma poco... Insomma non puoi stravolgere completamente la luce calda di un tardo pomeriggio con il sole quasi al tramonto... Forse se tu hai scattato con il sole a picco avrai meno difficoltà... Personalmente nel mio esempio avrei lasciato il cielo com'era... |
| inviato il 19 Ottobre 2022 ore 23:14
@Ale grazie anche da parte mia. Sei stato chiarissimo |
| inviato il 20 Ottobre 2022 ore 3:34
Il colore del cielo non è qualcosa di predefinito, ma varia in funzione di diversi fattori, sia spaziali che temporali. Pertanto, è possibile che tra uno scatto e l'altro i colori del cielo siano diversi...perché sono effettivamente variati. A parte questo, il sistema visivo umano è estramente sofisticato e riesce persino a surclassare i sensori delle fotocamere su alcuni aspetti, come la gamma dinamica. Tuttavia, non è uno strumento molto accurato per valutare criticamente i colori: vedasi, ad esempio, la questione del contrasto simultaneo, per cui colori identici tra loro possono apparire diversi - visivamente - a seconda dei colori limitrofi. Per quanto concerne i metodi di intervento, ho seguito svariati corsi di Dan Margulis, e non ha un algoritmo predefinito, in base al tipo di problema da gestire. Ha sviluppato un sistema denominato ppw (picture postcard workflow), che si delinea in tre fasi, ma il modo in cui agisce in ciascuna di esse può variare - e in modo sostanziale - a seconda della foto. Nel corso degli anni ha rivisitato continuamente il suo metodo di lavoro, e infatti ha scritto diversi libri, oltre a cambiare il contenuto dei corsi. Comunque, suggerisco di scaricare il pannello ppw per photoshop (sulle versioni attuali va installato manualmente), dato che contiene diverse funzioni molto interessanti. www.moderncolorworkflow.com/free-resources Ecco, nei citati corsi online che ho visionato, disponibili su kelbyone (ve ne sono anche altri, su differenti piattaforme di elearning, ma ovviamente hanno un costo), vi sono delle sezioni abbastanza estese dedicate all'uso di Lab. Questo richiede necessariamente photoshop, dato che lightroom non consente di cambiare lo spazio colore in Lab: è al più possibile avere la lettura dei valori Lab dei singoli pixel, invece di RGB, ma non si possono fare le correzioni sui singoli canali Lab. Questo vale anche per i cursori del bilanciamento del bianco citati in messaggi precedenti (tinta e temperatura colore), intervengono non solo sui canali a, b, ma anche su L. Questa è una limitazione enorme, dato che ci si gioca la maggior parte del potenziale di Lab: specificamente, il canale L contiene solo informazioni sulla luminanza, mentre quelle sui colori sono contenute nei canali a,b. Posso quindi modificare il colore senza intervenire sulla luminanza, mentre in RGB le due cose sono strettamente correlate. Ad esempio, se passo da 50R 0G 0B a 100R 0G 0B ho un rosso molto più intenso, ma ho anche aumentato la luminosità del rosso. In Lab posso invece passare da 20L 40a 0b a 20L 80a 0b, intervenendo solo sul colore. Più in generale, si possono definire dei colori che sono ben al di fuori dai confini di Adobe RGB: ad esempio 0L 100a 0b è un rosso molto intenso, ma che è al contempo anche nero, avendo luminanza zero. Questi sono i cosiddetti colori immaginari, che di per sè potrebbero sembrare di scarso interesse, ma consentono a Lab di attuare delle correzioni che in RGB sono fuori portata. Tornando al discorso del cielo, con Lab si possono effettuare delle correzioni molto più mirate che in RGB, agendo sui canali a,b senza toccare la luminanza. Questo, sia per gestire le eventuali dominanti che per agire sulla saturazione dei colori. Poi, ovviamente anche in RGB si può fare molto, e in certi casi può essere preferibile a Lab. Ecco, sui corsi di Dan Margulis vi sono un paio di osservazioni: - per una sua scelta personale, imposta photoshop in modo da visualizzare gli istogrammi in modo speculare, rispetto a come si vedono normalmente. Questo può risultare ostico, almeno all'inizio. - la maggior parte dei corsi sono molto datati, e risalgono a 10-15 anni fa. Vengono quindi utilizzate delle versioni oramai obsolete di photoshop, e prive di molti automatismi e funzioni che sono invece presenti su quelle odierne. |
| inviato il 20 Ottobre 2022 ore 7:49
I colori del cielo per me.... sono quelli che a me piacciono.. Il resto non mi interessa Perché ci deve essere un BLU/CELESTE giusto e uno sbagliato.....? |
| inviato il 20 Ottobre 2022 ore 8:56
Io putroppo non afferro la necessità di uniformizzare il colore del cielo su tutta una serie di foto, il colore del cielo e una variabile che fa parte dell'illuminazione globale della scena e anche dell'interesse delle foto, in ambito cinematografico posso concepirlo perchè si girano le scene in posti, in giornate e magari in paesi diversi e poi al montaggio si deve far credere allo spettatore che si tratta dello stesso tempo e luogo ma vorrei capire da dove nasce questa esigenza di uniformità in fotografia sia pure su una serie....lo domando per semplice curiosità |
| inviato il 20 Ottobre 2022 ore 8:59
La domanda è: esiste un metodo per ottenere un azzurro "profondo" ma allo stesso tempo non artefatto? Usare una Ektachrome 64 |
| inviato il 20 Ottobre 2022 ore 9:34
Oggi con il digitale si scatta, tanto poi si corregge in post, e la cosa sarebbe anche un'idea se poi: A. si è capaci a correggere B. ci si ricordasse com'era la scena realmente senza dover correggere a caso Senza entrare nel merito di LAB, RGB e metodi comunque più avanzati, alcune delle foto che hai elencato tu come "cieli artefatti" si vede che sono post prodotte ma almeno hanno una certa incidenza con il pianeta terra che hanno sotto (luci simili, colori sgargianti tutti assieme, nuvole riflesse nell'acqua che hanno bene o male lo stesso colore) mentre in qualcuna di quelle che reputi "verosimili" si può dire che "Houston, abbiamo un problema" tra cielo e terra. C'è una tecnica giusta o una sbagliata? Com'era la situazione in quel momento? Che ora del giorno era? Se ti viene proprio il problema del colore del cielo, la luce del sole verso mezzogiorno, in una giornata serena, senza che ti abbagli dentro al sensore è attorno ai 5200/5300 Kelvin per la fotocamera, imposta quella in camera o in post produzione e da lì procedi, una volta sistemato il cielo vai con il resto; non è il metodo ottimale (per il mio personale workflow) ma se il problema è il cielo prima lo risolvi e prima passi oltre! |
| inviato il 20 Ottobre 2022 ore 11:04
Va bé, Max ma questa é un'altra storia, io quasi sistematicamente imposto la WB a 5200° tinta 0 per le foto in luce diurna é un vecchio riflesso derivato dalle diapostive per rendermi conto e restituire la "vera" luce con tutte le dominanti dovute al clima, l'ora, la latitudine e longitudine, ecc...che raramente attenuo solo quando sono veramente eccessive a certe ore fra giorno e notte, ma vorrei capire quel'é la necessità di uniformizzare il colore di tutti i cieli di una serie di foto? é una domanda del committente? che so dico cose a caso non ne ho ma minima idea nella mia ignoranza...se é il committente che lo domanda certo i soldi sono soldi ma gli puoi anche spiegare che forse non é assolutamente necessario o addirittura controproduttivo (come hai fatto notare crea problemi d'incoerenza nella foto)...dico sempre cose a caso eh, non ho la minima idea del perché si desideri tutto uniformizzare |
| inviato il 20 Ottobre 2022 ore 11:21
“ Leo45 „ Non ne ho la più pallida idea, se giri la fotocamera la luce è già differente alla stessa ora e nello stesso luogo quindi averne di uguali magari anche a giorni di distanza non avrebbe senso, se non, appunto, su esplicita richiesta del cliente... |
| inviato il 20 Ottobre 2022 ore 11:23
ma infatti...mi dev'essere sfuggito qualcosa |
| inviato il 20 Ottobre 2022 ore 12:23
Ale_Z lo spunto sulla gestione del colore tramite tinta e temperatura è molto interessante, ho fatto qualche prova tenendo sotto controllo i canali L A e B, funziona alla grande e previene dominanti strane. Hbd grazie per l'intervento molto articolato (e molto complesso), prima o poi proverò a lavorare il colore direttamente in LAB (bisogna solo avere tempo ) “ I colori del cielo per me.... sono quelli che a me piacciono.. Il resto non mi interessa Perché ci deve essere un BLU/CELESTE giusto e uno sbagliato.....? „ A me non piacciono i cieli con dominanti sbagliate, da qui il motivo del 3D. “ Io putroppo non afferro la necessità di uniformizzare il colore del cielo su tutta una serie di foto „ Hai frainteso oppure mi sono spiegato male. Concordo sul fatto che il colore dipende dalla zona del cielo fotografata, ovviamente la tonalità e la luminosità dell'azzurro varia in base a diversi fattori, ma varia in un determinato range, se esci da questo range avrai una dominante da correggere, da qui la mia domanda: come correggere l'azzurro in modo da ottenere un risultato verosimile e coerente tra tutti gli scatti della serie? Il cliente non ha chiesto nulla a riguardo ma in post produzione, intervenendo in modi diversi sulle foto in base a come sono state scattate, alla luce, alla direzione, ottengo a volte dei risultati non coerenti tra loro. Ale Z e Hbd hanno afferrato il concetto e risposto alla domanda, seguendo i loro consigli si risolve questo problema. |
| inviato il 20 Ottobre 2022 ore 13:18
Ah ok grazie del chiarimento. |
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