| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 2:17
Salve a tutti, in casi di luce naturale diurna in cui si ha ampia gamma di scelta, che diaframmi meglio usare per paesaggi in cui tutto sostanz. all' infinito? In un vecchio libro di Andreas Feininger che lessi da ragazzo mi ricordo spesso diceva che la massima nitidezza la si ha due/tre diafram più chiusi dell' apertura massima della lente, chiudendo di più aumenti la pdc ma cala la nitidezza.. Mi riferisco ad immagini tipo questa: www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=4120945 |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 7:09
i paesaggi si scattano di solito a f/8 o f/11, quando la nitidezza è quasi al massimo e la diffrazione ancora non morde tanto. Volendo migliorare la nitidezza sul piano di fuoco è meglio lavorare con due diaframmi di chiusura rispetto a tutta apertura per le lenti classiche (es. f/4 per gli obiettivi f/2), e con un diaframma con le lenti moderne (es. f/2.8 per gli f/2), però in tal caso si riduce la profondità di campo. La messa a fuoco va fatta in un punto intermedio della scena, dove sono presenti i maggiori dettagli o che rappresenti il fulcro visivo dell'inquadratura. La foto poi si guarda nel suo complesso ed è di solito percettivamente accettato che i fili d'erba in primo piano siano leggermente sfocati, così come il fatto che lo sfondo sia lievemente meno nitido del piano di fuoco. Non è escluso l'utilizzo creativo dello sfocato, ma si tratta di un tipo di narrazione della scena profondamente diverso dal paesaggio classico, a volte funzionale, a volte no. |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 8:38
Devi usare il diaframma migliore dell'ottica in uso al momento. Anche se quel diaframma corrispondesse a f2... tanto con la messa a fuoco regolata accuratamente sul soggetto dello sfondo sfocato te ne freghi |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 9:02
Personalmente nella paesaggistica sia durna che notturna uso sempre il diaframma migliore della lente che uso, ciò lo puoi verificare controllando l'MTF di ogni ottica, che come hanno detto già gli altri amici in linea generale chiudendo di due stop dal diaframma di partezza dell'ottica. Ad esempio il mio canon 24-70 f/2.8 ha la sua massima resa ad f/8 :-) |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 10:07
Ma allora la profondità di campo esiste? Un giorno c'è un altro no, devo decidere con chi stare. |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 10:26
personalmente, con il 10-22 sulla 7D, in Islanda, ho fatto tutti i miei paesaggi ad f/11 (esclusi quelli notturni ovviamente dove aprivo al massimo possibile) potresti comunque fare una semplice prova scattando lo stesso paesaggio (su treppiedi, focale fissa) a diversi diaframmi e confrontando le foto su lightroom ;) trovo che lo sperimentare, nella fotografia, sia una parte molto importante per imparare e fare esperienza :) |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 10:38
La realtà è semplice SaroGrey: la PdC NON ESISTE ma l'occhio umano, che è una macchina certamente straordinaria ma tutt'altro che perfetta, in certe condizioni la percepisce... o si illude di percepi.rla. Da qui la mia personale filosofia in merito: la PdC non esiste, e su questo assunto mi regolo, se poi nella mia fotografia ne trovo un barlume è tanto di guadagnato... anche perché in questo caso essa è una nuova che mi giunge inaspettata, e quindi anche particolarmente gradita! |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 12:32
Pierpier, dipende dall'obiettivo... Parecchi di quelli per m4/3 danno il meglio a f/5.6... Su DXO Mark puoi vedere come risolvono in base alla apertura e lunghezza focale (se sono stati testati, ovviamente) |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 12:33
“ la PdC NON ESISTE „ il mio display segna 999 volte che lo hai detto in questi anni ... dovrò' comprare un display a 4 cifre :) ps: il diaframma migliore mediamente in tutte le ottiche si trova piu' o meno a meta' : 8-11 |
user226515 | inviato il 21 Dicembre 2021 ore 13:17
“ la PdC NON ESISTE „ No, esiste ed è misurabile attraverso calcoli trigonometrici, è legata a vari fattori, distanza di maf, lunghezza focale dell'ottica utilizzata, diaframma, circolo di confusione, ingrandimento finale, distanza di visione della stampa, capacità visive dell'osservatore... Comunque, anche senza lauree in matematica, che esista è evidente dalla semplice osservazione di un'immagine, tipo questa [IMG]https://i.ibb.co/T88Cn6c/diaframma-e-profondita-di-campo-copia.webp[/IMG] E' evidente che tutti gli elementi dell'immagine, molto distanti tra di loro e pertanto non facenti parte di un unico piano di fuoco, abbiano nitidezza più che sufficiente anche per occhi -esigenti-. |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 13:42
“ La realtà è semplice SaroGrey: la PdC NON ESISTE ma l'occhio umano, che è una macchina certamente straordinaria ma tutt'altro che perfetta, in certe condizioni la percepisce... o si illude di percepi.rla. „ Volevo mettere del peperoncino alla discussione Quello che dici è la spietata realtà “ E' evidente che tutti gli elementi dell'immagine, molto distanti tra di loro e pertanto non facenti parte di un unico piano di fuoco, abbiano nitidezza più che sufficiente anche per occhi -esigenti-. „ "Esiste" ma se accompagnata da quel più che sufficiente , unità di misura per umani come lo è la capacità di percepire la luce degli umani, più che sufficiente la dice lunga alla pari di un fuoco lungo , ovvio che per convenzione si usa la capacità dell'occhio umano visto che useremo quello per guardare le foto, quando arriveremo ad avere un comando stacking nel cervello da più che sufficiente passeremo a un 10-, utilizzando i vecchi voti. |
user225138 | inviato il 21 Dicembre 2021 ore 14:36
A me certe affermazioni apodittiche lasciano sempre perplesso. Sostenere che la profondità di campo non esista è come sostenere che il sapore agrodolce non esista: al tempo stesso una tautologia e una falsità. |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 15:14
son sempre interessanti le dissertazioni sulla profondità di campo, allo stesso tempo trovo molto interessanti quelle sulla diffrazione. l'aspetto, di tutto ciò, che trovo meno interessante, perchè ricade nella normalità delle cose, è quello legato al fatto che siano elementi che nel guardare una foto ad una mostra non passino mai nella mente di nessuno che le frequenta perchè impegnato nel dare una lettura propria di quel che vede.....di fronte ad uno scatto ci chiediamo mai se ha scattato ad f16 piuttosto che ad f11?? se si, cambierebbe qualcosa?? in un paesaggio tra f8 ed f16 cambia veramente poco per l'occhio dell'osservatore, tanto è praticamente tutto nitido quando il fotografo sa quel che fa. si può scegliere qualsiasi delle correnti di pensiero, l'importante è non dimenticare che la fotografia è un'insieme di arte e scienza, fisica per dirla tutta. i diaframmi andrebbero scelti innanzitutto in base a quel che nel proprio scatto si vorrebbe raccontare. |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 15:19
Ah però interessanti spunti.. mi veniva poi di riflettere su Ansel Adams ed Edward Weston.. nelle loro immagini non trovi mai uno sfuocato manco a pagarlo oro.. portatori di un' estetica precisa? tanto da fondare un gruppo denominato, non a caso, f/64..! |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 16:32
Siete sicuri che una foto con un po'di diffrazione (ammesso di vederla a occhio) sia meno bella? |
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