| inviato il 07 Dicembre 2021 ore 21:13
Visto che oramai da qualche settimana diverse discussioni si stanno polarizzando su uno dei componenti "core" delle fotocamere mirrorless, l' electronic viewfinder comunemente detto EVF, apro questa discussione con l'intenzione di condensare non solo informazioni prese dalla rete e dalle brochure delle varie case, ma anche l'esperienza sul campo, le soddisfazioni, ed anche - perché no? - le delusioni, dei numerosi utenti dello juzaforum che li utilizzano, da tempo, con soddisfazione spesso variabile. Prendete quindi questo post - che ha l'ambizione di essere anche serio, ma senza pretese di ortodossia - come un "contenitore" di informazioni (magari non tutte precisissime, le inesattezze sono certo verranno corrette ) per sviluppare un dibattito che potrà anche essere "appassionato", ironico, a tratti leggero ma con l'invito a mantenere i toni comunque nel perimetro di un civile confronto. Le prime ML avevano dei mirini oggettivamente mediocri, chi era abituato ai bei mirini ottici, soprattutto ai pentaprismi (non quei buchi della serratura dei pentaspecchio) delle fotocamere di fascia alta, all'inizio si trovava prevedibilmente spiazzato. Risoluzione meno che scarsa, latenza infima, dinamica imbarazzante ne facevano sostanzialmente un mero ed approssimativo ausilio all'inquadratura, anche se da subito se ne potevano intuire le potenzialità (simulazione dell'esposizione in primis). Quando le mirrorless si sono - a fatica - affrancate dal loro ruolo di fotocamere di serie B, dei giocattoloni zeppi di elettronica da nerd e gamers (preferibilmente di PS ) anche questo componente ha iniziato ad essere oggetto di maggiori attenzioni da parte delle case. Il primo upgrade oggetto di attenzione nella comunicazione delle case, è stato sul parametro che probabilmente - forse per similitudine con i sensori - andava per la maggiore, ossia la risoluzione . Si è passati da risoluzione da monitor SVGA dell'altro secolo a mirini con ben (!) 1000px sul lato lungo; ricordo la Sony a7r2, posseduta nell'oramai lontano 2015, e la Olympus em-1: già mi sembravano un altro pianeta rispetto alle fotocamere senza specchio della prima ora. Dai mirini da 2,36M (punti, così il numero sembra più grande, per ottenere i pixel bisogna dividere per tre...) di queste fotocamere, si è poi transitati per i 3,68M in tecnologia OLED della generazione delle Sony a9 e a7rIII, Nikon Z e Canon R (venute dopo), che secondo me hanno costituito il successivo, apprezzabile upgrade. Pur con tutti i limiti della vista tramite un pannello (tipicamente da 0,5'' di diagonale, un'unghia) ho per la prima volta avvertito apprezzabilmente meno, in quella generazione di EVF, la sensazione di "digitale", ossia di immagine pixellata, della realtà riprodotta. Su queste fotocamere, in particolare sulle Sony sopra citate, sulla risoluzione iniziano a comparire - o forse, ad essere dichiarati - alcuni distinguo a seconda delle condizioni di utilizzo. Soprattutto, inizia ad essere interdipendente con un altro parametro a lungo poco considerato, ossia la frequenza di aggiornamento del mirino, dove fanno la comparsa valori importanti - tipicamente 100-120fps - adottati per ovviare ad un altro dei "mali storici" del mirino elettronico, ossia la fluidità di visione, apprezzabile soprattutto su soggetti in rapido movimento. Scopriamo così, tra asterischi e "righe piccole", limitazioni incrociate tra alte risoluzioni ed alti fps, anche se sul quantum le case si rivelano non sempre così trasparenti. Abbiamo così, ad esempio, la Sony a7rIV che mantiene la risoluzione di 5.76M solo a 60fps mentre la coeva Panasonic S1/S1r - la quale adotta con tutta probabilità lo stesso pannello (sono tutti Sony) - non dichiara alcun degrado delle prestazioni. La fluidità di visione diventa un tema ancora più sensibile quando nel 2017 irrompe nel mercato la fotocamera che rivoluzionerà il mercato delle fotocamere ad ottica intercambiabile, segnando il punto di non ritorno nella transizione tra la vecchia tecnologia legata allo specchio e le fotocamere che, appunto, si affidano al mirino elettronico. Le quali d'un colpo vengono sdoganate anche su quello che era il "fortino" delle DSLR, ossia l'efficacia dell'autofocus nell'uso dinamico, ma su questo non voglio dilungarmi oltre, sarebbe un argomento troppo vasto. Il sensore stacked della Sony a9, la vera innovazione degli ultimi due-tre lustri dell'evoluzione fotografica, abbatte anche uno dei limiti condivisi tra le reflex e le prime ML, ossia il blackout durante lo scatto, rendendo di fatto l'esperienza d'uso delle ML simile (limitatamente al mirino) a quella di una videocamera. Tuttavia, le ML sono delle fotocamere che vengono utilizzate soprattutto per fotografare e quindi si è cominciato a porre il problema di come e quanto degradasse la visione DURANTE lo scatto, soprattutto nelle sequenze. Se con tutte le precedenti fotocamere questo aspetto è stato valutato, ma sino ad un certo punto, in quanto l'azione delle tendine o il reset del sensore interrompe in modo definitivo e macroscopico la visione, per cui parlare di "fluidità" durante lo scatto diventa un fatto puramente accademico (nel senso che tutte le fotocamere fanno dal malino al malissimo), con l'avvento dei sensori stacked si è cominciato ad indagare anche sulla costanza della qualità di visione, in tutte le diverse fasi: mera inquadratura, messa a fuoco, scatto. Ecco quindi apparire altre precisazioni/limitazioni, emerge ad esempio che l'ottima a9 mentre scatta riduce l'aggiornamento del mirino da 120 a 60fps, mentre con la a9II non ci sono più cali di risoluzione scegliendo il refresh più veloce. Solleticati da queste specifiche così variabili, anche gli utenti - come sempre accade - si sono messi alla ricerca di ulteriori limiti/distinguo, ed ecco quindi un fiorire di test atti a misurare (o meglio, a mostrare, misurare è altro...) cali di risoluzione/refresh/qualità nelle diverse condizioni di ripresa (messa a fuoco, scatto, raffica...), che ovviamente sono subito diventati campi di battaglia frequentati dalle opposte fazioni. Insomma il mirino è oggetto di sempre maggiori attenzioni da parte degli utilizzatori e elemento distintivo pubblicizzato dai costruttori. Con la a1 Sony infrange un altro standard, quello delle dimensioni del pannello, che passa dal canonico mezzo pollice agli 0,64''; questo si porta dietro anche un altro "salto epocale" della risoluzione, che con i 9,44M (quasi il doppio del precedente standard fermo a 5,76) supera il limite del FHD, e l'ingrandimento record dell'oculare, con un 0,9x degno dei migliori pentaprismi di altri tempi. La nuovo ammiraglia, dichiaratamente votata alla superiorità su tutti i fronti, costituisce anche il riferimento nella ripresa di situazioni ad altissima dinamica, ed il mirino si adegua anche sul fronte della "velocità", ossia dell'aggiornamento che raggiunge il valore record di 240fps, degno di riprese slowmotion. Per la prima volta, oltre al lag "zero" (che zero assoluto non sarà mai, ma si attesta sulle decine di ms, almeno fino ad ora), viene dichiarata anche la latenza nell'aggiornare l'esposizione, anche questo uno dei punti deboli delle ML, molto indietro alle DSLR nell'adeguarsi a cambi di illuminazione repentini, come un'auto che esce da un tunnel. Tuttavia, anche con questo modello le specifiche vengono declinate con gli oramai noti "asterischi" che stanno a significare una certa variabilità ed interdipendenza tra le varie opzioni: se si opta per il refresh a 240fps, si rinuncia al campo inquadrato "wide", se si scelgono i 9,44M il refresh scende a 60hz, se si mette a fuoco scendono risoluzione (ma non si sa di quanto) e refresh. Arriviamo quindi alle ultime nate, i "pesi massimi" dei marchi storici della fotografia degli ultimi trent'anni (se non altro, per diffusione), ossia la Nikon Z9 e la Canon R3. La prima, un po' a sorpresa, presenta un mirino con risoluzione che sembrerebbe d'altri tempi, con soli 3,67M, tuttavia fa proprio del suo EVF uno degli elementi distintivi della sua eccellente ammiraglia, con il "rivoluzionario" sistema "livestream", che a fronte appunto dei pochi mpx garantirebbe (a suo dire, ovviamente, come sempre accade ad ogni brand) una fluidità senza precedenti nelle situazioni più difficili, come durante la messa a fuoco e la raffica, dove invece i competitors dietro gli asterischi (che mai sono assurti così prepotentemente all'onore delle cronache ) e non solo, nasconderebbero prestazioni appunto subottimali. Se già prima la situazione era non del tutto chiara, con questa fotocamera deflagra definitivamente, perché - prevedibilmente - Nikon non dichiara a quali modelli - vecchi? nuovi? stacked? Sony? Canon? Panasonic? (no Panasonic no... ) - si riferisca per le sue affermazioni, ed è quindi tutto un fiorire di scontri all'arma bianca con testimonianze giurate e video che gli schieramenti portano a supporto delle proprie tesi, ovviamente contrapposte. Terreno di scontro in questo caso diventa il famoso refresh (che tra l'altro Nikon non dichiara...), con fps e hz che si rincorrono per le discussioni (dove 240 è meglio di 120 ma 60 sono meglio ancora, anzi no, forse, chissà se con l'asterisco o no), con spiegazioni dall'ortodossia tecnica spinta mischiate alle più fantasiose ipotesi (con dei richiami a racconti di orwelliana memoria, dove tutti gli fps sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri ), corroborate spesso dalla recensione del primo youtuber in cerca di fama. La Nikon Z9 pone anche al centro il tema della luminosità, fa capolino per la prima volta, ben esplicitato, il parametro in NITS (3000), dichiaratamente molto più elevato della concorrenza. La Canon R3 propone invece un tema più classico forse un po' usurato e quindi meno appassionante, promuovendo un mirino che come nessun altro (sempre a suo dire, come Nikon) sfrutta la dinamica del pannello OLED, simulando un HDR e puntando quindi sulla naturalezza di visione. Nemmeno questo sfugge, ovviamente, al "ce lo abbiamo anche noi, anzi meglio" con altrettanto pronta smentita. Tralascio volutamente l'eye-controlled-autofocus perché, pur impattando sulla fisicità del mirino, non ne costituisce a mio avviso un elemento caratterizzante in senso stretto. In tutti i casi, come da copione, ambassador, testimonial e recensori più o meno accreditati non fanno che confermare - salvo rarissime eccezioni - quanto dichiarato dalle case, con recensioni e feedback mai meno che entusiasti. Fino al successivo giro, quando quel che era top prima, improvvisamente diviene vecchio e superato tanto che quasi non si può utilizzare. |
| inviato il 07 Dicembre 2021 ore 21:30
Seguo con interesse |
| inviato il 07 Dicembre 2021 ore 21:42
Interessante... Mi raccomando siate buoni che siamo sotto Natale. |
| inviato il 07 Dicembre 2021 ore 22:09
A me pare che i sensori CMOS siano giunti al limite di sviluppo. Davvero vedo differenze minime tra le tre. Sui mirini, non vedo abissi nemmeno li'. |
| inviato il 07 Dicembre 2021 ore 22:11
Chris si parlava di mirini, sei sicuro di aver risposto alla discussione giusta? |
| inviato il 07 Dicembre 2021 ore 22:11
Vista la marea di minchi@te che sono state scritte dai molti "ingegneri elettronici" improvvisati nelle recenti discussioni credo che sarebbe opportuno chiarire PRELIMINARMENTE ovvero PRIMA di parlare di refresh, di risoluzione, di GD, luminosità e quant'altro quale sia il flusso di informazioni che, nelle ML e IN PARTICOLARE nelle ML con sensore stacked, passa dal sensore al mirino E all'LCD. Capito quello il resto viene di conseguenza Vi abbandono qui perché so già come andrà a finire. |
| inviato il 07 Dicembre 2021 ore 22:12
“ Chris si parlava di mirini, sei sicuro di aver risposto alla discussione giusta? MrGreen „ No |
| inviato il 07 Dicembre 2021 ore 22:13
Maurizio se qualcuno lo potesse chiarire con argomentazioni suffragate da prove o fonti attendibili, sarebbe assolutamente il benvenuto! |
| inviato il 07 Dicembre 2021 ore 22:16
“ Maurizio se qualcuno lo potesse chiarire con argomentazioni suffragate da prove o fonti attendibili, sarebbe assolutamente il benvenuto! „ Otto, lo farei volentieri, con i limiti della mia conoscenza, ma purtroppo tutti sappiamo come andrà a finire e, negli anni, ho capito che é meglio andare a vedere delle belle foto e commentare quelle. Le fonti, a mio avviso, NON sono le marchette che propinano le divisioni Market(tari) dei vari brand (vedi Dual Stream) e i vari you tuber o peggio qualche "personaggio" che popola (purtroppo) il forum, ma le nozioni di base di teoria dei circuiti (elettronici). Sono certo che hai (e avete) capito a chi mi riferisco e che pertanto mi scuserete. L'argomento é interessante al punto che avevo anche pensato di proporlo io ma poi, per i motivi di cui sopra, ci ho rinunciato. Seguirò comunque . Buona serata e buona continuazione. |
| inviato il 07 Dicembre 2021 ore 22:42
Aggiungo qualche informazione riguardo al mirino della a9. Il refresh di 1/60 di secondo si traduce nell'ottima capacità di poter seguire un soggetto anche ravvicinato contro cielo, cioè su uno sfondo uniforme, e la quasi assoluta incapacità di seguire lo stesso soggetto su sfondi disomogenei, come quelli di un bosco. In pratica la a9 ti permette di ottenere una raffica a fuoco di un pellegrino a pieno fotogramma che vola sullo sfondo del cielo e impedisce di inquadrare e seguire una upupa che vola in un bosco ben illuminato e con forti contrasti. |
| inviato il 07 Dicembre 2021 ore 22:43
Grazie otto per la tua intro anche divertente Mi hai risparmiato un bel po di tempo a cercare dettagli Ciao e buona continuazione qui ! |
| inviato il 07 Dicembre 2021 ore 22:45
Quando arriverà il mirino oled che davvero coprirà un gamut pari a tutto il rec709 e l'AdobeRGB con più di 8bit per canale avrá vinto la gara. (E sono molto lontani dal farlo) Per ora restano tutti buoni strumenti di mira che fanno il loro mestiere. |
user28666 | inviato il 07 Dicembre 2021 ore 22:54
Va bene Otto se passo solo a salutarti? Io personalmente tutte ste fisime per il mirino non l'ho mai avuto. Ho usato ed uso le reflex a pellicola e digitali, ma ho anche una ML da due baiocchi. Mi ricordo vagamente che nel mirino della Reflex appena diventa buio non vedi più nulla dentro. Se fai la raffica vedi l'oscuramento dovuto al sollevamento dello specchio. Della misera ML che ho con un EVF oramai obsoleto, a me pare migliore del OVF sia al buio che quando gioco a provare la raffica. Sotto la luce del sole forse ho avuto più problemi con la Reflex e OVF perché se devo riguardare lo scatto sotto al sole tramite il display esterno è una tragedia, mentre con EVF scatti e riguardi tutto da mirino. Ripeto, se siamo arrivati al punto di confrontare la qualità di una fotocamera per EVF... le case produttrici tarderanno a rilasciare il vero salto di qualità che sarebbe abbandonare il Bayer. Poi capisco l'interesse Técnico che hai per il EVF, ma non essendomene mai interessato, non posso aggiungere altro. Per cui ti saluto e buon proseguo. |
| inviato il 07 Dicembre 2021 ore 22:56
Non ho ben capito, a differenza di Z9, come gestiscono il flusso dati del mirino gli altri 2 brand (Sony/Canon), se il sistema e' analogo oppure no. Perche' appunto ne ho letto tanto, ma nessuna posizione “sicura” e' mai stata presa circa, nelle discussioni che ho letto. |
| inviato il 08 Dicembre 2021 ore 0:22
@Maurizio, conosco bene le polemiche che si sono sviluppate attorno al tema, ma vorrei comunque provare a sviluppare la discussione cercando magari spunti poco esplorati, ed ora che stanno arrivando sul mercato anche le due nuove ammiraglie, i primi riscontri degli utenti "comuni". @Full anche se l'EVF poco impatterà sulla qualità delle foto prodotte, credo che l'esperienza d'uso abbia comunque la sua importanza, soprattutto presso amatori che fotografano, appunto, per diletto e passione. @Banjo, è quello che vorrei capire anch'io, ma dalla letteratura, perlomeno quella che sono riuscito a reperire io, si evincono poche informazioni, e ancora meno certezze. Credo che dovremmo accontentarci di procedere in modo diciamo empirico, formulando delle ipotesi sulla base di osservazioni - queste reali, più precise saranno, più solida sarà la tesi - sul comportamento delle fotocamere. |
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