| inviato il 01 Ottobre 2021 ore 0:08
Ciao a tutti, è con profonda amarezza che apro questo topic. Ho una relazione con una donna più grande da quasi 2 anni, relazione con convivenza che non ha mai funzionato ma che ha dato alla luce un bambino di cui sono profondamente innamorato. Oggi il piccolo compie 4 mesi ed è ancora allattato al seno dalla madre. Purtroppo il mio rapporto con lei è gravemente incrinato e nonostante i tentativi resta comunque una conflittualità molto accesa con esplosioni di rabbia e offese anche pesanti da parte sua. Io ho un carattere molto pacato, cerco di evitare discussioni e di calmarla ma nonostante i tentativi e i sentimento che comunque provo per lei, a parte brevi periodi di serenità il rapporto tra noi è sempre stato difficile e conflittuale. Proprio questa sera ennesima discussione con minaccia da parte sua di farmi vedere il bambino solo due ore a settimana. Sono molto legato a mio figlio e so che non sopporterei l'idea di privarlo della mia presenza costante. Tra l'altro avendo due lauree in campo educativo credo di poter garantire a lui uno sviluppo sano ed equilibrato, al contrario della madre che pur prendendosi cura di lui in modo non discutibile, fatica comunque a gestire alcuni stati emotivi di forte stress e rabbia dando sfogo a reazioni di aggressività anche in presenza del bambino (cosa a sua dire che avviene solo in mia presenza). Proprio per questo motivo, credo sia arrivato il momento di andare a vivere altrove evitando così di esporre il bambino a situazioni conflittuali quotidiane che ne minano seriamente lo sviluppo. È una scelta molto difficile e sofferta che non riesco ad affrontare con leggerezza. Sono molto legato a lui, lo coccolo, ci gioco, gli faccio il bagnetto e cerco di stimolarlo molto al fine di accrescere il suo sviluppo, ma arrivati a questo punto non ho altre scelte. Ho proposto alla madre di sederci a un tavolo per trovare accordi comuni per la gestione del bambino ma lei ha espressamente detto che ci sentiremo tramite avvocati poiché l'intenzione è quella di limitare il tempo che io posso trascorrere con mio figlio. Lo dico con tutta sincerità e da persona matura: non sono minimamente un problema per lo sviluppo del bambino e anzi, sopperisco a tante sue mancanza dal punto di vista della gestione emotiva. Prima di contattare un legale, volevo sapere se qualcuno si è trovato in una situazione simile, cioè con un figlio nato da un rapporto difficile e senza matrimonio e di cosa effettivamente garantisce la legge per ciò che concerne il diritto del padre a trascorrere il tempo con il figlio in età così piccola. Io spero di poterlo vedere almeno 4g a settimana e di poter trascorrere anche una notte con lui presso la mia abitazione non appena sarà svezzato. So che la madre si opporrà a tutto questo e ho paura che mio figlio non mi riconosca come una figura principale bella sua vita e che preferisca la madre con la quale trascorrerà più tempo rispetto a me. Già dice che andrà una settimana dai suoi parenti, una settimana altrove..ecc..cosa che mi priverebbe anche dello spazio con il bambino. Nel 2021 trovo tutto ciò ingiusto. Ho telefonate, audio e messaggi a testimonianza anche della violenza psicologica che ho subito ma non vorrei mai arrivare ad esser costretto a difendermi in questo modo. Sarebbe una sconfitta per tutti quanti e una grave pecca nei confronti di nostro figlio. Sono anche spaventato dalle spese.legali a cui si potrebbe andare incontro e dal mantenimento che un giudice potrebbe richiedere. Lavoro a Milano e un monolocale in affitto non ha un prezzo inferiore ai 450-500€. Aggiungendo spese e altro con uno stipendio inferiore ai 1500€ non so come poter affrontare la cosa visto che il solo nido costa quasi 500€ al mese. Lei guadagna molto più di me, ha un mutuo e una situazione economica più solida essendoci 9 anni di differenza tra noi. Ha minacciato di chiedere un contributo economico mensile ai miei genitori qualora io non riuscissi a garantire una copertura mensile sufficiente per le spese del bambino. Altra minaccia che trovo assurda. Anche se i miei farebbero di tutto per il nipotino, trovo ingiusta una richiesta di questo tipo. Facendo qualche conto credo che per me sarebbe molto difficile andare oltre i 200€ al mese per il mantenimento..cifra che già comporterebbe una vita di stenti. Scusate per lo sfogo e per il tema delicato. Mi sembra assurdo dover vivere tutto questo quando vorrei semplicemente vivere mio figlio quotidianamente e in serenità. Anche solo tenerlo in braccio o vederlo al rientro dal lavoro è una gioia immensa..privarmene mi mette angoscia e profonda tristezza. Subire queste minacce e non riuscire ad avere un dialogo civile lascia una sensazione di fallimento totale. In questi giorni credo che andrò a vivere altrove..ho paura che lei fin da subito mi impedisca di vedere il bambino e prima.di arrivare davanti a un giudice, come posso far valere i miei diritti? |
| inviato il 01 Ottobre 2021 ore 0:30
Non so aiutarti, nel senso che il tutto è estremamente delicato e per forza dovrai rivolgerti a legali che possano dirti come muoverti. Ovviamente ci saranno delle spese, so che dopo i 30anni chiedere i soldi ai genitori è imbarazzante ma da canto loro, come ogni genitore, se potranno aiutarti lo faranno volentieri. Quello che posso dirti è che se il tutto è scoppiato da poco ovviamente il problema ti sembrerà enorme, però in casi del genere il tempo aiuta sempre, e visto che finché il bambino sarà allattato la madre è palesemente in vantaggio ti consiglio intanto di calmare le acque e vedere tra un paio di mesi se la situazione è ancora così incandescente. Il consiglio di sopra deriva dal fatto che la mia attuale compagna era precedentemente sposata e tutto il travaglio che ha portato alla separazione è stato sicuramente molto complicato all'inizio (tra minacce ecc) ma poi col tempo il tutto si è calmato. Insomma, un grosso in bocca al lupo, non buttarti troppo giù e inizia ad informarti su come muoverti. |
| inviato il 01 Ottobre 2021 ore 7:55
Ciao, prima di compiere qualsiasi passo, compreso quello di uscire di casa, senti un avvocato,possibilmente specializzato in diritto di famiglia. Poi avrai tempo anche per un accordo senza passare dal tribunale, una mediazione familiare o altre strade meno traumatiche. Il ricorso agli avvocati può anche moderare la conflittualità e indurre la signora a più miti consigli. A mio parere è la cosa migliore, anche in termini economici a lungo termine se si creano i presupposti per una gestione migliore della crisi. |
| inviato il 01 Ottobre 2021 ore 8:59
Lascia perdere qualsiasi consiglio possano darti sul web. Oltretutto ogni situazione è diversa dall'altra. Fatti assistere da un legale ed eventualmente richiedi una perizia da parte di un soggetto super-partes ( CTU-CTP ) che possa eventualmente stendere un rapporto di fattibilità effettiva da comunicare al giudice nel caso la questione finisca in tribunale. |
| inviato il 01 Ottobre 2021 ore 12:46
Se la tua compagna ha appena partorito ( 4 mesi sono veramente pochi pensa che la gravidanza ne dura 9)e sta allattando si trova in un periodo molto particolare e il subbuglio ormonale può causarle momenti di aggressività alternati a momenti di depressione. Il mio personale consiglio è quello di portare pazienza per amore soprattutto di tuo figlio ma anche verso la madre a cui un figlio inivitabilmente sarà legato per tutta la vita. Se lei sta muovendo delle minacce ma non ha ancora agito in alcun modo nemmeno chiedendoti di andare via , cerca di lasciare perdere per il momento e aspetta tempi migliori che arriveranno e in cui potrai parlare serenamente con lei. Per ora goditi il tuo bimbo e cerca di non farti coinvolgere in discussioni che non giovano a nessuno. Lo so che non sarà facile ma non è facile nemmeno imboccare la strada legale che oltretutto rischia di dividerti dal bimbo per il tempo delle causa civile che per esperienza so essere lunghissimo e con esiti incerti. Se lei non va dall'avvocato non andarci tu per primo e quando ti minaccia di fare questo dille che a te spiacerebbe tantissimo ma che sarà lei a decidere. L'amore sopporta ogni cosa, spera ogni cosa.... |
| inviato il 01 Ottobre 2021 ore 17:12
Devi per forza affidarti ad un legale. In bocca al lupo, vedrai che poi le cose andranno meno peggio di come sembrano al momento. |
user207512 | inviato il 01 Ottobre 2021 ore 17:27
Non è questo il luogo giusto per parlare di argomenti così delicati. Non voglio essere brutale, ma proprio non è questo il luogo adatto. Vai a bere una birra con qualche amico, parla con lui e rivolgiti a un legale referenziato. In bocca al lupo. |
user225138 | inviato il 01 Ottobre 2021 ore 17:38
Innanzitutto, mi dispiace molto per quello che stai passando. Come hanno detto altri, sono situazioni dalle quali si esce, in un modo o nell'altro, e poi diventano solo brutti ricordi, per quanto sia stato penoso viverle. Detto questo, sono almeno in parte d'accordo con Maila: la depressione post partum è molto comune, anche se non sempre correttamente diagnosticata. Certo, in una situazione di conflitto l'ultima cosa che si può dire ad una compagna che ha partorito da poco è "sei depressa, dovresti curarti", per cui bisogna armarsi di pazienza e aspettare che questa tempesta sia passata. Se poi la situazione rimane critica, ci si mette mano e - se non ci sono alternative - si termina il rapporto. Sicuramente ti consiglio di informarti con un legale specializzato in diritto di famiglia (per esperienza personale so che si tratta di un ambito nel quale serve molta esperienza, e anche una certa dimestichezza con gli orientamenti del tribunale dove verrà discussa la questione). Questo prima di lasciare l'abitazione comune. Non ti mettere in una condizione di oggettiva debolezza. |
| inviato il 01 Ottobre 2021 ore 18:07
Grazie intanto a tutti per gli spunti di riflessione. Non so quanto margine di speranza ci sia sul ristabilire il rapporto, di sicuro lei sta vivendo con molto stress questo momento e cerco comunque di fare qualcosa di carino per lei..come un regalo piacevole etc. Gli errori ci sono da entrambe le parti ma lei non lo riconosce assolutamente: sono sempre io il problema. Non è fattibile un rapporto in cui sempre e solo una parte viene accusata di qualcosa quando proprio per definizione, un rapporto lo si crea un due. Spero fino all'ultimo in qualcosa che migliori il rapporto ma lei fa veramente fatica a discutere di se o a mettersi in discussione, cosa che invece io faccio continuamente cercando di migliorarmi come uomo compagno e padre. Proverò a ristabilire un canale comunicativo, se poi lei preferirà chiudere contatterò prima un legale per tutelarmi da ulteriori situazioni spiacevoli. |
user207929 | inviato il 01 Ottobre 2021 ore 18:12
Secondo me Maila e FotografoAgnostico ti hanno dato buoni consigli. Cerca di portare pazienza, se ti è possibile. La tua compagna si trova in un momento molto particolare, in effetti. Io con la nascita delle mie bambine sono stato molto fortunato, ma conosco altri casi di amici che con il passare del tempo si sono risolti. Solo tu conosci bene la situazione in cui ti trovi, ma valuta se puoi sopportarla ancora, potrebbe valerne veramente la pena. |
| inviato il 01 Ottobre 2021 ore 19:54
il diritto dovrebbe garantire al padre pari diritti e doveri, in realtà l'usanza nelle sentenze vede la donna super tutelata, in tutto, quindi o sai come muoverti veramente bene o preparati al peggio, soprattutto con la controparte che fa casini senza problemi, potrebbe andare malissimo per inciso, quindi stai assolutamente attento a tutto quello che fai e dici, possibilmente in presenza di testimone affidabile. |
| inviato il 01 Ottobre 2021 ore 20:15
ma lei fa veramente fatica a discutere di se o a mettersi in discussione, Ha appena partorito e questo probabilmente non è il il momento giusto, credimi: che soffra o meno di depressione post partum poco conta nel senso che i primi mesi se non il primo anno dopo il parto, (soprattutto se si allatta) per una donna è sempre un periodo molto delicato psicologicamente ed anche fisicamente. Stalle vicino e cerca di sopportare quelle che potresti considerare offese: se non ti ha ancora intimato di andartene un motivo ci sarà e la cosa ti dovrebbe far riflettere. cerco comunque di fare qualcosa di carino per lei..come un regalo piacevole Bravo però se lo fai devi farlo senza aspettarti un risultato immediato, e evita di fargli notare il tuo gesto alla prima occasione. La gentilezza spesso paga a lungo termine. Pensa a tuo figlio e che lei è sua madre. Non è questo il luogo giusto per parlare di argomenti così delicati Forse è vero forse no...il fatto che Andre90s abbia deciso di farlo, lo ha reso per lui il posto giusto. Chiaro che poi la decisione finale di cosa fare spetta solo a lui. Non è detto che l'amico al bar possa dargli consigli migliori ( soprattutto se beve qualche birra di troppo ) e che l'avvocato sia la soluzione di ogni problema. |
| inviato il 01 Ottobre 2021 ore 20:26
il diritto dovrebbe garantire al padre pari diritti e doveri Però Andre90s ha già detto che non ha possibilità economiche per mantenere il figlio... |
| inviato il 01 Ottobre 2021 ore 21:40
Cosa dire? Non è facile da commentare...però dal di fuori....direi per prima cosa di cercare di mantenere la calma anche se si pensa di avere tutte le ragioni del mondo...la mamma pure lei è in un momento molto difficile...e direi molto di più rispetto al papà...a litigare ci perdete tutti e tre...se non si riesce a recuperare un rapporto,non è la fine del mondo...dicono che siamo dotati di intelligenza...allora usiamola...solo così si può far del bene veramente ad un figlio...che in fondo è la cosa che più ci sta a cuore... PS...mi permetto di darti un consiglio....sfoltisci un bel po il tuo corredo fotografico...tanto per iniziare dato che mi sembra molto ricco per uno che prende 1500 euro al mese... e portagli qualcosa di utile al bambino o alla mamma...non credo che porterà rancore...Non volermene...è solo un pensiero di uno che per fortuna ..non ha avuto questi tipi di problemi... |
| inviato il 01 Ottobre 2021 ore 23:49
La circostanza che non siate sposati ai fini dell'affidamento è irrilevante essendo del tutto parificata la posizione del figlio nato nel matrimonio o da coppie di fatto. Pur non essendovi giurisprudenza costante molte sentenze hanno riconosciuto il diritto del papà ad avere a casa in pernotto anche neonati. Chiaramente ogni caso, nel preminente interesse del minore, deve partire da un analisi del caso concreto. Abbandonare casa potrebbe per un certo periodo allontanarti dal minore semplicemente per i tempi tecnici del tribunale. C'è sempre la possibilità di fare denuncia penale ma si entra in alta conflittualità (da ponderare bene). Non essendo sposati non trova spazio la figura dell'addebito. In mancanza di accordo i tribunali tendono (ma anche qui ci sono aperture) a collocare prevalentemente i minori presso un genitore (per rimanendo l'affido condiviso). Quindi, pur dovendosi verificare in concreto la posizione, è più facile spuntare un permetto che non 4 giorni di visita al neonato. Es un pomeriggio a settimana e week end da sabato a domenica alterni. Ma questo varia anche da giudice a giudice e può essere progressivo con l'età. Insomma se reggi la situazione valuta di proporre mediazione con legale e poi regolamentazione in tribunale rimanendo in casa (sempre che non vada via lei). Ultimo punto : sempre per preminente interesse del minore l'assegno di mantenimento può essere "pesante" rispetto al reddito specie se altro genitore è in difficoltà ( nella coppia di fatto non si parla di assegno "per il compagno" ma solo di assegno per la prole) Cancella dal sito elenco attrezzatura e profilo basso sui social perché quando se deve provare il tenore di vita per ottenere un assegno ogni indizio/prova può essere utilizzato. |
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