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Non riesco a pulire i miei filtri


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avatarjunior
inviato il 11 Marzo 2013 ore 10:55

Salve ragazzi,
mi è successa una cosa un po' particolare...
A un certo punto, dopo un paio d'anni di utilizzo e pulizie andate a buon fine con semplice alito e pannetto in microfibra, giorni fa sono andato a fotografare una cascata e i filtri si sono un po' sporcati di schizzi d'acqua, così ho deciso di pulirli.
Beh, che dire... niente da fare, rimane sempre un alone come fosse di "unto", si vedono le "passate" del panno... Ho provato con acqua e sapone di marsiglia, col liquidino delle lenti, ho anche comprato un panno in microfibra nuovo, ma niente, se illumino i filtri con una torcia a led si vedono sempre sti aloni ×...
Sono arrivato al punto di considerare l'ipotesi di ricomprare i filtri, anche perché non credo che li potrò pulire ancora molto, prima o poi si "bucano" :P :P :P

Non è che qualcuno ha un'idea su cosa può essere accaduto?

user4758
avatar
inviato il 11 Marzo 2013 ore 13:22

Penso che alitarci sopra sia la peggior cosa che tu possa farci... comunque attendiamo gli esperti! Ho anch'io il tuo stesso problema! :)

avatarjunior
inviato il 11 Marzo 2013 ore 14:40

Se sono filtri senza coated puoi provare con sapone normale o shampoo .se hanno il rivestimento può essere che si sia rovinato .in qual caso obbligo sostituire.

user10190
avatar
inviato il 11 Marzo 2013 ore 14:41

Pulire a fondo è complicatissimo anzitutto se c'è un trattamento antiriflessi dove lo sporco penetra e fuoriesce gradualmente producendo gli aloni. Dopo "decenni" sono riuscito a trovare la soluzione (almeno la mia...) per caso, usando diversi prodotti. Per sgrassare bene e pulire a fondo uso il "CIF Gel con candeggina mit aktiv chlor" (così è denominato sul flacone) diluito uno a dieci con acqua demineralizzata. Faccio una passata con carta molto bagnata per sciogliere il grasso e altre passate per gradualmente asciugare. Nelle ultime, alito sulla lente per aggiungere umidità priva di calcare, allo scopo di sciogliere e asportare i residui del detergente. Temevo che come detergente fosse troppo aggressivo, ma ho pulito ormai parecchie decine di ottiche e non ho trovato danni sulle lenti, seppure osservandole parecchio ingrandite, mentre una lente zeiss jena pulita con acqua calda e detersivo al limone per piatti, ne è uscita totalmente "sbucciata" (quando si dice che il progresso comporta sacrifici...). Una parte importantissima del processo è il tipo di carta da usare. Le cartine classiche sono troppo fini e graffiano facilmente le lenti nel trasportare corpuscoli o acqua eccessivamente carica di minerali, quindi ho optato per la carta tipo scottex, dopo averne trovata una eccellente venduta in Esselunga, che non contiene solventi o additivi che sporcano le lenti. La si riconosce poiché c'è marchiato il gatto silvestro e il topolino alle prese con della pizza (alla diavola... con salami...). Soltanto questa ho trovato consona, giacché le altre lasciano i loro aloni. Così ottengo un pulito senza difetti apparenti. L'unico fatto che rimane un problema, se così si può definire, sta che questi prodotti non sono antistatici e quindi, ottenere il "rispetto" del micro macro ecc... particolato, l'è vana ambizione.

avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2013 ore 16:15

Liquido per pulire gli occhiali, panno degli occhiali e delicatezza.
In alternativa: sapone per i piatti a mano, senza nulla solo acqua tiepida corrente, asciugare con panno degli occhiali.

Se possibile... Mai alitarci sopra.


avatarjunior
inviato il 11 Marzo 2013 ore 22:00

grazie mille per i consigli.
Comunque sì, sono entrambi filtri multi coated... uno è un Hoya HD protector e l'altro è un B+W polarizzatore (mortacci sua costa l'ira di dio). Il protector lo sostituisco, tanto i Pro1 Digital ormai costano anche poco online, il pola sono più di 100 euro di roba... Penso che me lo terrò con qualche alone -_-'
Comunque sto fatto della pulizia è veramente drammatico, in giro si legge tutto e il contrario di tutto...
Vi ringrazio per i vostri pareri

avatarjunior
inviato il 12 Marzo 2013 ore 0:18

Prova con l'imbibente detto anche scolapellicola, si usava ai tempi dell'analogico.

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2013 ore 9:22

La realtà è che sono pezzi di vetraccio con trattamenti scadenti venduti a peso d'oro.
Un buon vetro con un coating applicato da gente seria lo puoi pulire in tutti i modi e difficilmente si riga...

avatarjunior
inviato il 12 Marzo 2013 ore 9:49

Beh, se anche ho hoya e b+w fanno questa riuscita a questo punto cominciò anche io a pensare che siano più o meno tutti uguali.
Dai almeno salviamo i pola della Zeiss con trattamento T* , quelli si che si puliscono per bene ;)

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2013 ore 10:35

" Salve ragazzi,
mi è successa una cosa un po' particolare...
A un certo punto, dopo un paio d'anni di utilizzo e pulizie andate a buon fine con semplice alito e pannetto in microfibra, giorni fa sono andato a fotografare una cascata e i filtri si sono un po' sporcati di schizzi d'acqua, così ho deciso di pulirli.


Non è che qualcuno ha un'idea su cosa può essere accaduto?
"
In due parole, l'acque era inquinata, con composti chinmici che ti hanno rovinato il trattamento antiriflessi dei filtri dove si è depositata, rovinato: buttali via e comprali nuovi.

La risposta con i motivi dettagliati è lunga e noiosa, se non ne hai voglia non la leggi, ma magari può essere utile, ci sono informazioni che potrebbero essere utili a te ed a altri utenti, quindi ci perdo un po' di tempo, alla fine il forum serve a questo.

La pulizia delle ottiche va fatta con materiale adatto e con tecnica adeguata.

Le strategie di pulizia di un obiettivo o di un filtro sono, in pratica, due:

1) tenere pulite lenti e meccanica e non doverle pulire quando sono sporche

2) toccare il meno possibile i vetri

Le ottiche, anche queste di uso civile, hanno un trattamento superficiale antiriflessi anche sulle lenti esterne.

Il trattamento antiriflessi è composto da più strati di deposito ottenuto, di solito ma non sempre, da evaporazione sottovuoto di ossidi metallici; si usano più strati e ciascuno diverso per abbattere il riflesso delle varie componenti di colore diverso della luce bianca.

Lo spessore di ciascun strato è di un quarto della lunghezza d'onda (colore) della luce della quale il trattamento deve assorbire il riflesso; la lunghezza d'onda della luce dei vari colori è piccolissima, e lo spessore è solo ¼ di quella, lo strato somma finale è di spessore molecolare sottilissimo.

Gli ossidi metallici usati non sono affatto sono duri: lo strato somma finale antiriflesso è sottilissimo e morbido: ne consegue che la superficie esterna delle lenti è MOLTO DELICATA.

Dato che alcuni tipi di ottiche debbono svolgere servizio anche in ambiente non certo delicato, tipicamente le militari, ci sono trattamenti superficiali aggiunti indurenti, per resistere agli sgraffi, ma tali trattamenti sono molto costosi e sul civile, giustamente, non vengono praticamente mai applicati.

Dunque la superficie vetrosa esterna delle ottiche NON andrebbe MAI toccata, con niente, dato che se anche usiamo panni puliti, a meno di non utilizzare procedure da camera bianca, puliti non lo sono mai e la righiamo a livello microscopico: non lo vediamo al momento, ma dopo alcuni anni lo vedremo, ed a quel punto, quando si vede, l'obiettivo ha già ha perso un po' di definizione ed è da sostituire.

Ditate: le ditate sulle ottiche non ci devono andare.

Bisogna farci attenzione e proteggerle sempre col paraluce; sarebbe bene non usare filtri di protezione neutri, dato che degradano, anche se di molto poco, l'immagine e possono procurare riflessi parassiti, ma dipende dal tipo di vita che fate fare alle ottiche ed è certamente meglio usare un filtro protettivo che mettere a rischio un'ottica.

Usate dunque i filtri di protezione sulle ottiche, sempre, in caso di particolari necessità di protezione in ambiente ostile (folla, vento forte, polvere, pioggia, neve, fango, vapori chimici etc).

Ma in pratica, ci sarà la necessità di entrare in contatto diretto con il vetro trattato.

In tal caso:
- Prima, sempre e comunque, di toccare un'ottica con qualsiasi tipo di panno, usate la pompetta e spompettate bene, per togliere la polvere.

- Se la polvere non se ne andata con la pompetta, usate un pennellino di pelo di martora o di fibra sintetica molto morbida, ben pulito, e spennellate gentilmente.

- Se infine ci sono macchie o ditate: usate tessuti di cotone puro molto morbido, ben puliti, versando prima una (1) goccia di un solvente ( il "lens cleaner") e lasciando che si sparga bene sul tessuto, per oltre mezzo minuto e strusciate dolcemente, senza premere, dal centro ai bordi, o viceversa, con moto ad alzare.
Un fazzoletto vecchio di cotone molto morbido, ben pulito, lavato con sapone neutro, sciacquato bene, ed asciugato in ambiente chiuso, senza correnti d'aria, fa al caso nostro.

Canon fa un ottimo kit di pulizia, compreso il solvente, il panno ed il pennello con la pompetta incorporata.

- I nuovi tessuti in microfibra sono ottimi, molto meglio del cotone, ma coi pannetti in microfibra NON va usato il solvente, dato hanno trattamenti chimici, il solvente li potrebbe sciogliere e depositare materiale sciolto sulla lente, con relativo alone: i pannetti in microfibra puliscono di più del cotone e da soli bastano a levare aloni nella grandissima maggioranza dei casi.

- Le cartine ottiche sono più dure dei tessuti ed i presenza di polvere, per loro costituzione, non la possono incamerare: tendenzialmente sono dunque più abrasive e dovrebbero essere riservate ad uso di occhiali.

- Non spruzzate liquido, MAI, direttamente sul vetro, dato che per applicazione diretta ce ne va sempre troppo; certo che si asciuga e sembra tutto pulito, ma se si appanna l'obiettivo, vedrete che ha lasciato un alone dove è stato dato, ovvero ha depositato uno strato molecolare suo, dei suoi componenti e, dato che era in eccesso, lo spessore è molecolarmente elevato, abbastanza da interferire con quello multistrato del trattamento antiriflessi, che ne è affetto negativamente e perde efficienza.

- Cercate di NON alitate sui vetri, per due motivi:

- se c'è dello sporco, che non avete tolto con la pompetta, rischiate di scioglierlo chimicamente, con l'umidità dell'alito, e di farlo aderire di più ai vetri.

- in bocca ci sono spore, le nostre, con le quali conviviamo da migliaia di anni, ed infettano le ottiche alitandoci, dato che si annidano nelle filettature.

Di solito, alle nostre latitudini, non succede assolutamente niente, ma se vivete in ambiente umido e lasciate le ottiche alitate in tale ambiente umido e non ventilato, le spore che gli abbiamo gentilmente rifilato, maturano.

Assieme ad altre spore sempre presenti nell'ambiente, le spore da alito contribuiscono in modo sostanziale a generare le muffe, molto dannose e difficili da togliere: aggrediscono perfino il trattamento antiriflessi, le colle e le plastiche, e tante volte rovinano irrimediabilmente l'obiettivo.

Conservate ottiche e fotocamere nel famoso luogo fresco, ben aerato ed asciutto, ma soprattutto asciutto e NON dentro sacchetti di nailon per lungo tempo, dato che se l'obiettivo viene immagazzinato per periodi relativamente lunghi in ambiente umido e non ventilato, possono insorgere le pericolose muffe di cui sopra.
Se vivete in luoghi molto umidi, scatole stagne grosse e silica gel, da cambiare spesso.

NON usate intrugli domestici sui vetri ottici, MAI, perché si danneggia in modo irreparabile, anche se non visibile, il trattamento antiriflessi, ed il danno è dovuto a deposito molecolare di materiale estraneo, dell'intruglio, che non ci deve essere e/o asportazione di molecole con la sua chimica destinata ad altri usi.

L'alone notato sul filtro dopo la pulizia è indicativo di trattamento antiriflessi danneggiato in modo irreparabile e se togli l'alone, porti via almeno uno strato melocolare di trattamento, lo rovini, non è più a specifica

L'acqua della cascata era inquinata, ti ha depositato uno strato molecolare di componente ignoto sul filtro dove è arrivata:
il deposito può aver aggredito o meno il trattamento antiriflessi sul quale si è depositata: se va via con un solvente per ottica ed una pulizia fatta come si deve, bene, il problema è risolto, non aveva aggredito il trattamento antiriflessi, mentre se ti resta un alone il danno è irreparabile, ha aggredito chimicamente il trattamento antiriflessi, ne ha alterato caratteristiche e spessore, e l'aggressione si manifesta come un alone visibile per interferenza (l'illuminazione addizionale che tu hai usato ha componenti laterali al tuo angolo di osservazione con l'occhio): come abbattimento frequenze di riflessi parassiti, quelle specifiche frequenze, il filtro è da sostituire, non è più efficiente come prima.

Se non lo sostituisci, ti fa ancora da protezione, ma con caratteristiche alterate, degradate, di prestazioni antiriflesso.

Sperando tutto chiaro, saluti cordiali

user10190
avatar
inviato il 12 Marzo 2013 ore 11:45

Un buon vetro con un coating applicato da gente seria lo puoi pulire in tutti i modi e difficilmente si riga...

Nell'era analogica ho provato parecchi filtri trattati multistrato, anzitutto dalla Hoya inclusi quelli curvi che furono prodotti per un breve periodo di tempo, e della b+w. In molte occasioni ad una pulizia approfondita rimanevano degli aloni più chiari impossibili da togliere anche con lavaggi con acqua calda e sapone e questi, a mio giudizio, erano danneggiamenti strutturali dell'antiriflessi (hoya e b+w stesso comportamento)poiché cambiavano il colore apparente del trattamento. Credo ovviamente che esistano antiriflessi di resistenza eccezionale, ma utilizzati sugli obiettivi e non sui filtri che verrebbero a costare troppo. Nella pulizia anzitutto dei filtri occorre essere un po pragmatici altrimenti si rimane nella teoria, che è poco utile se non per nulla. Un filtro usurato con qualche graffio comporta un danno ottico infinitesimale. Più importante è l'effetto rispecchiamento che può produrre in base alla distanza dalla lente frontale. Ad esempio il filtro montato su un helios 80 (in alluminio nudo) delle salyut produce un immagine fantasma di ogni lampadina o luce puntiforme e quindi "non si può usare" o bisogna porre molta attenzione in ripresa. Se il filtro è vicinissimo alla lente frontale allora le interferenze sono minimali. Ognuno può comunque sperimentare quanto: si accenda una candela in una stanza buia e poi si controlli nel mirino cosa cambia con filtro o senza inquadrando la fiamma nelle diverse parti del fotogramma. Se l'effetto è evidente o eccessivo lo si nota.

avatarjunior
inviato il 14 Marzo 2013 ore 11:21

Grazie mille per le risposte, mi avete aperto un mondo.
E' senz'altro accaduto qualcosa allo strato superficiale antiriflesso del filtro, perché gli aloni rimangono e non c'è modo di mandarli via.
Una cosa però ho notato, e cioè il 70-200 era senza filtro e ha ricevuto parecchia acqua nebulizzata dalla cascata anche lui, ma una volta a casa è bastata una passata di panno in microfibra per farlo tornare pulito e senza aloni...
Probabilmente sul filtro è finito dell'altro, in qualche altra circostanza, che ora non riesco bene a identificare, ma che mi pare di capire sia una eventualità molto frequente.
Vabbè, una cosa è certa: sapendo che sti filtri hanno vita più o meno breve, dipendente dall'uso che se ne fa, non spenderò mai più 70 euro per un filtro b+w sapendo che un Pro1 digital funziona grosso modo alla stessa maniera ma costa la metà.

avatarsenior
inviato il 16 Marzo 2013 ore 11:13

Io uso sempre e solo il panno in microfibra 3M per prodotti "tech".
Mai un problema e mai aloni.

avatarjunior
inviato il 26 Novembre 2014 ore 22:31

Io uso solo cotton fioc con un minimo di acqua e poi passo il panno in microfibra per lenti ....sempre come nuovi

avatarsenior
inviato il 26 Novembre 2014 ore 22:39

Io uso anche la lenspen alle volte. Fa miracoli

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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