| inviato il 16 Febbraio 2013 ore 19:48
Non sono un talebano, non discuto di richiami o mangiatoie, ma ormai siamo come ai laghetti di pesca alla trota... Ho visto molte foto scattate all'oasi di Cervara e sono andato sul sito per curiosità, ho trovato " the kingfisher experince". Un capanno davanti una pozzanghera con posatoio e pescetti riforniti giornalmente. Altri capanni con di fronte mangiatoie per picchi e ghiandaie...capisco chi si fa il capanno privato, ma qui siamo arrivati praticamente al laghetto sportivo... Vado in oasi anche io in inverno, ma gli animali passano (se passano ) per fatti propri. Non voglio scatenare polemiche, voglio solo sapere cosa ne pensate: è ancora fotografia naturalistica? |
user2626 | inviato il 16 Febbraio 2013 ore 19:59
tra Cervara ed il capanno privato qual'è la differenza ? che devi pagare ? non penso..rimane che hai la pappa pronta senza sudare, non ci vedo nulla di male non tutti hanno tempo, costanza, luoghi adatti etc. etc.; se poi vogliamo affermare che la mangiatoia non è "sportiva" siamo d'accordo....bisognerebbe andare tutti per boschi, studiare, appostarsi .....ma non tutti possono e vogliono |
| inviato il 16 Febbraio 2013 ore 20:05
Premetto che non uso mangiatoie, diciamo che almeno se vuoi la pappa e te la prepari, un pò te la sei sudata...la tristezza guardando quella pozzanghera per me è enorme: oltretutto fai la stessa foto, allo stesso martino, con lo stesso sfondo ogni volta? |
user2626 | inviato il 16 Febbraio 2013 ore 20:13
su questo devo darti ragione...ma ognuno fa foto per un suo motivo, personalmente avrò fatto qualche migliaio di scatti al picchio rosso qui al parco della piana di firenze...mi diverto ancora, mi piace ritrovarlo , vedere i suoi atteggiamenti di sospetto, paura ....mi sia consentito il paragone: ma te quando hai un rapporto con la tua compagna ti poni gli stessi problemi ? è sempre la stessa che noia .....per il prepararsi la pappa Ok ma ti pago e lo fai te ...intanto io mi sudo i soldi per pagarti i....non è che ci sia tantissima diversità, ma è un mio pensiero; come il sapere che al tot posto ci sono i fringuelli alpini...ci vai o siccome non te li sei sudati ti rifiuti ? tutto lecito ma molto personale |
| inviato il 16 Febbraio 2013 ore 20:16
Beh,io indubbiamente mi recherò in qualche oasi. Ma perchè sono privo di esperienza...in un futuro non lo so,ma la penso come sepofa! |
| inviato il 16 Febbraio 2013 ore 20:21
Non voglio assolutamente fare polemica, voglio solo capire come trovare divertimento in situazioni del genere: capisco l'osservazione della specie, ma le nostre foto devono evolversi, cambiare, rispondere a nuove sfide... Sulla compagna, è innegabile che il nuovo abbia sempre un solletico diverso, ma in quel caso entrano altri fattori che frenano gli "ardori da trasferta"... |
| inviato il 16 Febbraio 2013 ore 20:23
Mastro, io parlo di Cervara in particolare: anche io frequento oasi, ma la fauna vive con le proprie forze... |
user2626 | inviato il 16 Febbraio 2013 ore 20:30
infatti non è polemica....sono modi personali di vivere situazioni. Non penserai che sia peggio Cervara rispetto a chi fa foto con l'uso dei richiami ? forse avranno lo sfondo più bello, diverso certamente ma che razza di foto naturalistica è ? la stessa.... |
user2626 | inviato il 16 Febbraio 2013 ore 20:33
Cervara è una grande oasi dove per la prima volta in Italia si è cercato di fare qualcosa a misura di fotografo come in tutti i paesi del modo....magari ce ne fossero tante altre, gli animali sono liberi di venire o andare da altre parti |
| inviato il 16 Febbraio 2013 ore 21:20
Quoto Sepofa. L'oasi di Cervara è un progetto ben fatto ed a misura di fotografo. Certo non ti trasmetterà l'emozione di uno scatto realizzato in condizioni "selvaggie" però ci passi dei momenti comunque piacevoli e mai uguali. Se ne avrai voglia prova una volta ad andarci ed avrai sicuramente occasione di parlare con Erminio Ramponi, il responsabile dell'oasi, cogliendo tutta la passione che lo ha mosso a portare avanti un progetto di questo genere. Ciao Vittorio |
| inviato il 16 Febbraio 2013 ore 21:41
Non è fotografia naturalistica fotografare animali in cattività (checchè ne dicano a Nat Geo Italia), fotografare in ambienti controllati..dipende dall'ambiente (l'importante è dichiararlo), ma nei miei principi etici al riguardo non mi spingo oltre ciò (quindi non mi infastidisco per mangiatoie e similari). Semmai nel tuo discorso il problema è un altro, ovvero che il rifornimento delle mangiatoie venga fatto correttamente (segua la regola canonica del farlo solo in inverno, del non creare dipendenza negli animali etc.) Detto questo si, penso sia ancora fotografia naturalistica perchè si tratta di soggetti in ogni caso liberi. Che poi senza mangiatoie sia più difficile e quindi più encomiabile la foto fatta senza, certo. Ma la stessa cosa allora sul discorso: capanno/senza capanno. Ogni condizione che ha reso lo scatto difficile, quasi impossibile, premiato dalla costanza aggiunge valore in ogni caso. L'uso delle mangiatoie è comunque una pratica suggerita dalle associazioni a tutela delle specie. |
| inviato il 16 Febbraio 2013 ore 22:03
Capisco il tuo discorso Eleonora, ma secondo te il martin pescatore ha bisogno dei pescetti nella pozza? Secondo me, in quel caso, la tutela è solo per il fotografo... Ovviamente ho massima stima di chi si impegna a tutelare l'ambiente, come nel caso di Cervara. Il mio interrogativo era rivolto ai fotografi |
| inviato il 16 Febbraio 2013 ore 22:06
Spero prima o poi che tu M3m3nt072 , possa programmare una sessione fotografica in quest'oasi naturalistica e solo dopo aver visto con i tuoi occhi la struttura e vissuto in diretta l'esperienza tu possa trarre le tue oggettive conclusioni. Personalmente apprezzo l'opportunità offerta da questa struttura, frequento altre Oasi, Riserve naturali e alterno uscite nel territorio dove risiedo sia con appostamenti fissi (capanno mobile) che con riprese in movimento. Posso fare sessioni fotografiche di 6-12 ore senza portare a casa uno scatto decente e so che solo la passione fotografica e il desiderio di stare in mezzo alla Natura fino a sentirmi parte di essa riescono a giustificare il freddo, la costanza, il sudore e la stanchezza. L'importante è sapere che si possono alternare queste esperienze . Visto che hai aperto un topic riferendoti ad una location precisa posso assicurati, per esperienza personale, che la pasturizzazione è minimalista, non viene ripetuta durante la giornata e anche se vi sono maggiori probabilità di riprendere qualche involo o tuffo nessuno ti può garantire una certo numero di riprese dato che i soggetti non sono radiocontrollati. La pesca non crea dipendenza negli uccelli perchè è irregolare: segue le stagioni e le frammentazione del territorio tra martini. I Kingfishers pescano in lungo e in largo nei corsi d'acqua lontani dalla vista del fotografo o birdwatcher, a volte vicino ai capanni o nella pozza artificiale . Ogni giornata non è ripetibile ma ogni sessione fotografica può aiutare il fotografo a concentrarsi su alcuni momenti dei soggetti ed affiatarsi con la propria attrezzatura. ciao e buona luce, lauro |
| inviato il 16 Febbraio 2013 ore 22:07
“ L'uso delle mangiatoie è comunque una pratica suggerita dalle associazioni a tutela delle specie. „ Esatto, molte associazioni animaliste fanno appelli affinché d'inverno si aiuti l'avifauna a superare la rigida stagione. L'appello lo fanno a tutti, non ai fotografi. Io ho la grande fortuna di vivere in una zona montana proprio al confine del "selvaggio", in quanto la mia è l'ultima casa in fondo alla frazione montana del comune. Voglio mettere anche io le mangiatoie per aiutare gli uccelli, perché voi non avete idea la pena che mi fanno quando nevica e li vedo svolazzare intorno a casa in cerca di cibo. Ma ho il problema di avere dieci gatti che girano per casa, grazie a mia suocera. Non so chi fare fuori prima... I gatti non si fanno gli scrupoli che ci facciamo noi, se metto delle briciole sul balcone, metto a rischio la cinciallegra di turno che viene a mangiare. Giorgio B. |
| inviato il 16 Febbraio 2013 ore 22:24
Comunque, M3m3nt072, tu ti poni questi problemi, ma devi sapere che in questi posti controllati, la fauna è controllata da esperti che sanno molto meglio di noi come comportarsi nei confronti della fauna ospitata, sanno cosa ogni specie deve mangiare e quanto. Insomma, sanno "allevarli ed aiutarli". E' forse meglio nei grandi parchi naturali invasi di turisti che non possono essere controllati dagli scarsi guardaparco? Il mio riferimento è al Parco Nazionale del Gran Paradiso, dove vado spesso e spesso vedo volpi che, ormai abituate alla presenza umana ed alla loro "generosità", accettano qualsiasi cosa un turista gli da da mangiare, cioccolatini compresi. Giorgio B. |
|

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |