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Smaltimento chimici fotografici


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avatarjunior
inviato il 26 Marzo 2020 ore 13:11

Ciao a tutti, sono nuovo qui a juza ma vi seguo da sempre.
Sono un fotografo professionista ma anche amatore e per conto mio sviluppo e stampo sopratutto in bianco e nero.
www.berawstudio.com
Ho provato a fare una ricerca nel forum ma ho trovato poche informazioni al riguardo.
Ho diverse decine di litri di chimici da smaltire ma il comune dove abito, Pescara, non mi ha saputo dare informazioni al riguardo limitandosi nel dirmi che la loro azienda di rifiuti non se ne occupa.
Voi come fate, qualcuno nella mia zona ha idee al riguardo?

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2020 ore 14:08

Ciao, secondo me dovresti rivolgerti all'azienda che gestisce i rifiuti nel tuo comune.
E molto probabilmente portare i liquidi in un isola ecologica.
Io lo faccio spesso con l'olio esausto di cucina.

avatarjunior
inviato il 26 Marzo 2020 ore 14:23

Ci sono delle ditte che si occupano dello smaltimento dei rifiuti speciali, a pagamento ovviamente, potresti cercarne una nella tua città.

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2020 ore 14:27

Io per lavoro sviluppo molte pellicole radiografiche, usando soluzioni di sviluppo e fissaggio. Mensilmente smaltiamo i bagni esausti utilizzando azienda qualificata. Sono categorizzati come rifiuti pericolosi

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2020 ore 16:42

imaging.kodakalaris.com/photographers-photo-printing/film/black-white
imaging.kodakalaris.com/sites/prod/files/files/products/AJ-3.pdf

"Safe Disposal of Used Chemicals
Be sure to dispose of chemicals properly. To a large extent, exactly how you do that will depend on what the chemicals are, the volume of the solutions you discard, and whether you are discharging them into a sewer or into a septic system. Generally, you can pour small amounts of used photographic solutions down the drain without ill effect. Discard the solutions one at a time (to avoid unwanted chemical reactions). Rinse the sink thoroughly and flush the drain with plenty of clean water after dumping each solution. Because the discharge or disposal of spent
photographic solutions may be subject to local, state, or federal laws, contact the appropriate authorities to determine the requirements that apply to your area."

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2020 ore 17:10

Solitamente i prodotti chimici se non sono robe pazzesche vengono ritirati alle isole ecologiche\ecocentri a patto che quando li porti sia ancora presente l'etichetta che indica cosa siano.
Se invece porti un contenitore privo di indicazione non te lo ritireranno mai.

avatarsupporter
inviato il 26 Marzo 2020 ore 17:34

Ciao, io consumo mediamente 8-10 litri al mese di chimici bn, e6 e c41. Li porto all'isola ecologica che li accetta come "liquidi esausti da processi fotografici".

Edit: aggiungo che porto con me le etichette, come detto sopra

avatarjunior
inviato il 26 Marzo 2020 ore 17:41

Questa è sempre una questione spinosa per i privati che usano piccole quantità di queste sostanze; in teoria come già detto potresti lasciarli all'isola ecologica se hai cura di tenere le etichette dei prodotti che usi e di tenere i chimici separati, però la verità è che non tutte le isole ecologiche li accettano, dipende se hanno o no nell'elenco di prodotti ritirabili anche i chimici fotografici. Purtroppo come sempre in Italia le cose variano molto da regione a regione ma anche da comune a comune.

In alternativa esistono prodotti "eco" per il bianco e nero, ars-imago dovrebbe avere una linea apposita. Poi esistono altri metodi per arrangiarsi, ad esempio curarsi di prendere sviluppi senza le sostanze più inquininanti come l'idrochinone oppure per il fissaggio alcuni parlano di lasciare il residuo in un contenitore a parte con dentro una paglietta metallica (di quelle che si usano in cucina) che dovrebbe essere in grado di "raccogliere" l'argento inquinante, dopo alcuni giorni butti la paglietta nel secco e l'acqua residua non dovrebbe essere più inquinante. Altri lasciano i chimici in soffitta in grossi barili aperti, negli anni l'acqua evapora e rimane solo chimico in polvere sotto; ci vogliono anni e anni prima di accumularne una quantità da buttare (immagino nel secco). Questo quanto si dice nel web, poi sta alla coscienza/possibilità di ognuno.

avatarjunior
inviato il 26 Marzo 2020 ore 18:20

Alcune isole ecologiche li accettano nel settore "vernici", ma non tutte.

avatarsenior
inviato il 27 Marzo 2020 ore 8:10

Ai miei tempi la roba per il B&N si buttava tutta nel cesso, era legale, nessuno rompeva i maroni, e non è mai successo nulla, mai.

E' roba solubile in acqua, le concentrazioni sono basse, quando lavori in camera oscura oltretutto le respiri ed a volte ti ci bagni le mani e non succede nulla, non c'è traccia di stampatori morti o malati per aggressione chimica da chimica fotografica B&N (esclusa la sbianca, che però si usa pochissimo): non è di sicuro roba micidiale.

Oltretutto un fotoamatore ne produce quantità ben misere, non è un laboratorio industriale a ciclo continuo.

Non è che vi fate troppe pippe mentali su di un non problema sul B&N?

I chimici per fotografia a colori, sia film che diapositiva, sono invece molto pericolosi, soprattutto il cromogeno, non andavano toccati o respirati e già ai miei tempi, anche da fotomatore, bisognava smaltirli con contenitori separati presso l'azienda dell'immondizia.

avatarsenior
inviato il 27 Marzo 2020 ore 9:09

Del resto acneh l'acido cloridrico che si usa in casa per pulire, o l'ammoniaca, ecc. mica viene smaltita in modi particolari. E di quella roba se ne usa molta di più di quelli che usa qualche fotoamatore.

avatarsenior
inviato il 27 Marzo 2020 ore 13:03

è una questione di rispetto per l'ambiente, anche l'olio per frittura un tempo si buttava nello scarico e ora si raccoglie (generalmente) per essere portato all'isola ecologica o nei vari dispenser.
Se ragioniamo ancora con la logica "un tempo si faceva" o "si è sempre fatto così" gireremmo ancora tutti con un'auto non catalizzata e vivremmo ancora tutti in una bella casa col tetto in eternit...

avatarjunior
inviato il 27 Marzo 2020 ore 16:19

Secondo me è bene informarsi ma nemmeno fasciarsi troppo la testa. Il minimo che si può fare è informarsi se l'isola ecologica del proprio paese accetta i chimici e se la risposta è si il problema è risolto sia per il colore che per il bianco e nero.
Al contrario purtroppo per un privato è impossibile affidarsi a ditte di smaltimento specializzate e l'unica soluzione se si hanno problemi di coscienza sarebbe non sviluppare più in casa ed affidarsi ad un laboratorio professionista, sperando che con l'impennata di popolarità che sta vivendo la pellicola spuntino nuovi laboratori (più concorrenza c'è meglio è per i prezzi, ma anche perchè con più servizi locali banalmente si risparmia la spedizione) e magari anche la qualità (se aumentano i clienti esigenti si spera che i servizi si adeguino, come già avviene in altri paesi).

Una soluzione a questo riguardo a cui pensavo da un po' sarebbe una via di mezzo: camere oscure collettive. Ad esempio nei vari circoli locali si potrebbero istallare più camere oscure cosicchè con una quota associativa si potrebbe avere accesso ad una vera camera oscura e magari anche ad una più rapida e migliore diffusione delle conoscenze di ognuno. In questo modo immagino sarebbe più semplice avvalersi di veri servizi di smaltimento, ma forse sbaglio, è solo un'idea.

avatarsenior
inviato il 27 Marzo 2020 ore 16:43

a dire il vero già ora i circoli che fanno corsi sull'argomento sono già dotati di camere oscure aperte agli iscritti, un circolo che conosco la ha.

avatarjunior
inviato il 27 Marzo 2020 ore 16:59

Si per corsi ecc. lo sapevo anch'io; quello che immaginavo era più una specie di ambiente condiviso, cioè in cui ognuno porta il materiale suo e può scegliere se metterlo a disposizione oppure no, un po' come succede nei circoli di canoe in cui il circolo mette a dispozione lo spazio e ogni iscritto può portarci la canoa e decidere se usarla solo lui o metterla a disposizione di tutti (con quota differrente); cioè immagino più una specie di associazione di pari più che maestro-allievo, finora non mi è mai capitato di trovare una camera oscura gestita così, ma in realtà forse è perchè sono (relativamente) giovane e solo da poco comincio a guardarmi intorno per il discorso circoli/associazioni. Comunque se un circolo "tradizionale" allestisce una camera oscura da zero è ovvio che poi cerchi di fare corsi per rientrare nelle spese; già quello che riporti è qualcosa per qualcuno che cerca una soluzione alternativa allo smaltimento-nel-water.

Sapresti dirmi dov'è questo circolo comunque? Sarebbe bello avere una specie di elenco in cui ci sono i circoli dotati di camera oscura, o raccogliere le esperienze di qualcuno sull'argomento.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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