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Scatto da wow, perché solo BIF o tarocchi?


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user68000
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inviato il 17 Ottobre 2019 ore 18:14

non mi piace sapere che qualcuno usi richiami, che allestisca set fotografici nei prati, o peggio attiri in stagioni diverse da quelle invernali ad es. i martini con acquari pieni di pesci, o i rapaci con prede vive o carcasse, perché oltre a creare disturbo ad animali che nelle stagioni normali devono trovarsi il cibo da soli, toglie dalla vita il sale dello studio, dell'osservazione, del ragionamento, della conquista, e anche della fortuna

trovo che i capanni abbiano senso se usati con animali veramente difficili da avvicinare, non certo con i passeracei o le anatre, e a maggior ragione con OB lunghissimi che consentirebbero tranquillamente di fotografare stando fuori dalle distanze di fuga degli animali

non ho nulla contro le mangiatoie, se queste hanno lo scopo principale di aiutare un po' alcuni pennuti o altri animali nella stagione invernale; io stesso ne allestisco una da anni per i passeracei ed è fra l'altro da lì che mi è nata la passione per la fotografia che non fosse un semplice ricordo delle vacanze; tuttavia, i pochi scatti da mangiatoia che ho pubblicato qui non li ho certo spacciati per foto wild

anche le oasi non mi dispiacciono perché le trovo rilassanti e istruttive, e pagando per entrare si contribuisce a tenerle in funzione in chiave di conservazione, ma non più di un paio di volte all'anno, perché preferisco di gran lunga camminare all'aria aperta in montagna, mare e altri posti

da quando sono in Juza ho assistito a molti flame che nascono per lo più intorno all'hardware e spesso all'autofocus, e proprio in questi giorni stavo riflettendo sul perché alla maggior parte dei cosiddetti "fotografi naturalistici" piacciano tanto gli uccelli in volo (o posati) ai quali si possono tranquillamente contare le piume del cu.., rispetto alle foto ambientate, cioè di "vita quotidiana", di alimentazione/riproduzione, ecc., o semplicemente alle foto degli altri zilioni di animali esistenti

sospetto che esista una spinta del mercato a vendere hardware, e anche software, sempre più performanti ma sostanzialmente illusori, e allo stesso tempo temo che l' invidia della foto da WOW altrui e la brama di vincere un concorso a tutti i costi (altrimenti non sei nessuno) faccia "perdere la bussola" della natura a troppi

purtroppo, vedo che anche molte associazioni di fotografia spingono più sui concorsi che sull'osservazione e l'amore per la natura, per non parlare dell'etica

ritengo ovviamente che tutto ciò non abbia nulla a che vedere con l'amore per la natura, e quindi non dovrebbe essere considerata foto naturalistica, ma mi domando più in generale perché questo edonismo/narcisismo (non solo nel campo della foto naturalistica, e non solo nella fotografia) sia tanto diffuso

alla fine però, mi consolo osservando che ci sono tanti altri che la pensano come me, e preferiscono un approccio diverso alla vita



avatarjunior
inviato il 18 Ottobre 2019 ore 0:10

+2

user68000
avatar
inviato il 18 Ottobre 2019 ore 0:17

grazie per il passaggio e l'opinione Surgeonfish

avatarjunior
inviato il 18 Ottobre 2019 ore 0:24

Ti assicuro che a chi fa fotografia veramente wild il problema principale è trovare i soggetti e non avere un eye af

avatarjunior
inviato il 18 Ottobre 2019 ore 0:56

Non ho mai fotografato aviofauna ma sono completamente d'accordo con il tuo pensiero...quindi +1

avatarsenior
inviato il 18 Ottobre 2019 ore 7:54

...non faccio avifauna, ma concorso anch'io il pensiero...g.+3

user23063
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inviato il 18 Ottobre 2019 ore 8:42

Io ho sempre sostenuto che sono interessato a raccontare una storia, quando tento di fotografare wild, e non è necessario avere la fototessera dell'animale se questa non è necessaria alla storia.

Chiaro che potersi avvicinare al soggetto è soddisfazione. Ma non a discapito dell'animale. E non come unico obiettivo del mio amore per la natura (che a quel punto andrebbe messo tra molte virgolette).

Ho assistito ad una serata di Nico Zaramella questa settimana, e diceva proprio questo, che al di là della tecnica necessaria per, se con le foto non racconti qualcosa rimangono immagini, pur bellissime, ma immagini e basta.

Per me questa




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3305927&l=it

e queste




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3272456&l=it




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3305938&l=it

sono tutte significative, perché hanno una loro storia, ma la prima mi emoziona di più, anche se non ero che a 50m e oltre, e la prima a meno di 4...

avatarsupporter
inviato il 18 Ottobre 2019 ore 8:50

Secco?

Perché trovare il soggetto, la luce, il contesto è portare a casa lo scatto è difficilissimo. Soprattutto in Italia.
Quindi chi fa ritratto ambientato sono: i pochissimi che ne fanno una priorità di vita e quasi 'vivono' nei nostri ambienti domestici più remoti, e i pochi che possono e vogliono viaggiare all'estero dove la densità è diversa. Gli altri si preparano il terreno. Purtroppo.

user23063
avatar
inviato il 18 Ottobre 2019 ore 8:55

Vero. E aggiungo, perché forse non è così scontato avere qualcosa da dire, e "costruire" il proprio racconto pian piano. Meglio quindi cercare l'effetto wow. Paradossalmente, più semplice e veloce (nonostante preparare certi set e appostamenti sia un lavoro lungo ed estenuante, lo scatto wow è quasi garantito, nel tempo)

avatarsenior
inviato il 18 Ottobre 2019 ore 9:33

Caro Claudio,

Sono -in parte- della tua opinione.

Ammetto di non possedere né voglia, né tecnica, né pazienza, né capacità per ottenere certe immagini, ma constato che spesso la bravura e la conoscenza scientifica di alcuni autori si disperde in mezzo ad una produzione di 'falsi d'autore' che di fatto screditano l'ambiente del vero ricercatore e fotografo naturalistico.

Penso, ad esempio, alle numerose e bellissime foto di insetti o rettili, di fatto congelati -fisicamente- in uno scatto ambientato (magistralmente), ma palesemente e gravemente artefatto. Un esempio: per me, che in 50 anni di alpinismo ho incontrato nella mia vita solo 4 vipere, sempre sfuggenti e timorose, certi scatti suonano fantascientifici al pari del film Avatar (bello ma... inverosimile quanto Biancaneve e i sette nani).

Tuttavia, non penso che tutto questo nasca da una precisa politica di marketing, ma piuttosto dall'inverso e cioè che le vendite si alimentino e sfruttino la necessità dell'appassionato di ottenere un riconoscimento sociale (da 'social network') che appaghi il proprio io. Sulla base di questo fenomeno, che si autoalimenta, si basa un mercato da fior di miliardi di lenti ed attrezzature che, per noi, solo 20 anni fa era più lontano di Marte.

Banalmente, mi sono reso conto di questo viaggiando spesso a Singapore, dove i numerosi parchi pubblici sono invasi da fotografi armati di 'pezzi d'artiglieria' che ritenevo retaggio esclusivo di super-fotografi sportivi (e invece...). A Singapore -prima- e frequentando questo sito -poi- ho preso coscienza delle dimensioni di questo 'business' che per carità... non è negativo in sé (quanto fabbricare armi? ;-) ) ma che alimenta e si alimenta, appunto, di questa moda/necessità della foto WOW che di fatto restituisce un'immagine falsata della realtà.

Poco male... fintanto che non usano il 'cannone' per spaccare la testa del prossimo, facciano pure come preferiscono. Avranno, lo ammetto, se non il mio plauso, almeno la soddisfazione di muovere la mia meraviglia, al pari di quanto possa riconoscere la -disonesta- bravura tecnica di un falsario d'arte (ma solo quella).

avatarsenior
inviato il 18 Ottobre 2019 ore 9:35

Le foto di natura non devono necessariamente raccontare qualcosa, spesso servono a far apprezzare dettagli e particolarità invisibili ad occhio nudo. Per ottenere questo bisogna avvicinare i soggetti alla minima distanza di maf dell' ottica, cosa non facile, soprattutto con soggetti nn appastabili. Io fotografo uccelli a Roma e litorale laziale, una zona estremamente antropizzata, le poche zone intoccate sono invase da rifiuti speciali abbandonati e bande di predoni dell' est europa che rubano rame e kerosene dagli oleodotti. Capite da voi quanto possa essere difficile operare in queste condizioni, spesso quello che c'è intorno ad un animale non é cosí affascinante qui. Credo che ognuno debba divertirsi fotografando, libero da vincoli, nel rispetto della natura. Molte delle mie foto sono scattate in latrine, vicino a carcasse di auto abbandonate, il fatto che molti pensino che io viva nel paradiso dei limicoli mi fa pensare che la missione sia riuscita, esaltare il bello che la natura ci offre, nonostante le avversità e l'inquinamento. Chi non pratica questo genere, chi lo fa nella sicurezza delle oasi o chi paga per avere il soggetto davanti a un vetro questo non lo potrà mai capire.

user23063
avatar
inviato il 18 Ottobre 2019 ore 9:50

Approcci differenti. Fino a poco tempo fa, pensavo anch'io che la foto potesse essere un mero ritratto estetico, fine a se stesso. Poi ho iniziato a sentire la necessità di qualcosa di più (non dico che ci sono riuscito, anzi), poi ho preso la decisione di affrontare la natura, da sempre il mio amore, ma fino a poco fa trascurato, anche per mancanze strumentali.

Appoggio la tua ultima affermazione

Chi non pratica questo genere, chi lo fa nella sicurezza delle oasi o chi paga per avere il soggetto davanti a un vetro questo non lo potrà mai capire.


mentre su questa non sono necessariamente d'accordo

Molte delle mie foto sono scattate in latrine, vicino a carcasse di auto abbandonate, il fatto che molti pensino che io viva nel paradiso dei limicoli mi fa pensare che la missione sia riuscita


nel senso che per come la vedo io preferisco un approccio più veritiero, anche se capisco il tuo punto di vista. Che però non è il modo in cui io voglio affrontare la fotografia di natura. Anche perché c'è parecchia gente molto più brava di me in quello MrGreen

avatarsenior
inviato il 18 Ottobre 2019 ore 9:53

nel senso che per come la vedo io preferisco un approccio più veritiero

È per questo che dico che bisogna fare quello che ci diverte, non produrre foto che piacciano alla massa. Anche perché dopo un pò l' inflazione crea stanchezza e senso di già visto.

avatarsenior
inviato il 18 Ottobre 2019 ore 10:11

Mah.. mi ritrovo per lavoro spesso in mezzo a foreste.

Mai come qui in Svizzera ho trovato animali fiduciosi che si avvicinano anche a pochi metri.
Raramente pero' ho avuto il tempo di fotografare questi incontri. Per ora non ne sono stato in grado.

Ho avuto un contatto con un cerbiatto di pochi giorni qualche mese fa.
Ero in giro con il furgone con su l'attrezzatura. Avevo appuntamento alle 2 ed ero in molto anticipo.
Mi son infilato in una foresta ed ho parcheggiato. Fermandomi poi su una di quelle poltroncine da camping a leggere.
Sento un rumore, alzo gli occhi e vedo un cerbiatto piccolissimo, dale zampette sottilissime che mi guarda incuriosito da non piu di due metri. E' durato un secondo, dalla foresta e' venuto uno strillo (piuttosto acuto). Era la madre,
son partiti tutti e due come razzi lasciandomi basito. Eppure avevo fior di attrezzatura sul furgone MrGreenMrGreenMrGreen
da mordersi le mani...

avatarsupporter
inviato il 18 Ottobre 2019 ore 10:14

Quelle due volte che ho fatto una serie di foto WOW, per una sorta di riconoscimento dell'altrui privacy, anche se animale, non ho pubblicato gli scatti. Neppure su Juza.
La prima volta ho trovato un airone affamato a casa dell'inquinamento eccessivo del fiume in cui abitualmente stazionava.. talmente affamato da mangiare delle farfalline sul greto del fiume.. si puó dire che aveva una espressione disgustata ?? forse no, è una mia interpretazione.
Ma ero lì col tele e ho messo a fuoco il becco.
Le foto mi fanno male a guardarle, il fiume era veramente uno schifo quel giorno.
La seconda scena WOW è opposta.. anatre che anatreggiano tranquille.. e un attimo dopo, otto maschi intorno ad una femmina.. danza nunziale ?? ma quale.. era un'orgetta improvvisata.. raffica con af e 300mm.. più di 500 foto.. se si attaccano insieme sembra un film.. se rivedo le foto.. mi si allarga il cuore.. ma non ne ho mai pubblicata una, per rispetto alla privacy delle anatre.. si, lo so, sono strano io.
Quoto Claudio.

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