| inviato il 18 Giugno 2019 ore 17:51
Lo so che parlare di vino qui ci si fa la figura dei poppanti, ma credo che vi si possa trovare l'esperienza sul campo o meglio "in vena", che mi abbisogna. Ricerche in internet non mi hanno dato gli esiti sperati... Dunque c'è un tipo di vino che mi fa male, ovvero mi cagiona un mal di testa del tipo del fastidio che si può percepire ai lati degli occhi, quando si respirano vapori di alcol etilico denaturato. Mi è successo due volte. Dieci anni fa circa, a Como in una cena con amici bevvi un paio di bicchieri di vino rosso molto alcolico tipo "amarone" e stetti male tutta la notte, con dolori di testa del tipo menzionato e impossibilità di coricarmi. Il punto è che gli altri commensali che ne bevvero anche di più, non ne ebbero alcunché di effetti del genere e di amaroni ne ho bevuti. Mi venne in mente il metanolo... Secondo caso una ventina di giorni fa, quando verso le ventuno (da giorni non avevo toccato un goccio...) bevvi una modesta quantità di vino rosso di 12,5 gradi che provavo per la prima volta e nel giro di qualche minuto mi tornò un mal di testa simile, ma meno intenso in quanto per fortuna lo stavo sorseggiando mentre ero occupato al computer e ne avevo ingerito pochissimo. Anche questo vino, che un noto supermercato vende in quantità, sembra faccia male soltanto a me. Premetto che un vino simile e ideale per il mio gusto, il Gutturnio, ne bevo spesso e senza problemi di sorta. Insomma c'è qualcosa che è presente in certi vini e fa male soltanto e me... o antropi simili... Ho pensato a vini "cotti" o procedimenti particolari per rafforzare il sapore, soprattutto in vini economici, ma non ne sono venuto a capo. Di questo vino ne presi una bottiglia per provarlo, "tanto per cambiare", confidando che seppure scontato in promozione, il suo prezzo ufficiale di 5 euro avrebbe dovuto cautelarmi dai vini in bustine... |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 18:08
“ Ho pensato a vini "cotti" o procedimenti particolari per rafforzare il sapore, soprattutto in vini economici, ma non ne sono venuto a capo. Di questo vino ne presi una bottiglia per provarlo, "tanto per cambiare", confidando che seppure scontato in promozione, il suo prezzo ufficiale di 5 euro avrebbe dovuto cautelarmi dai vini in bustine... „ Ciao Ulisse, ho quotato questa parte per due motivi, intanto sarebbe illegale quel procedimento in un vino "normale" e poi perchè non ci troverei nulla per cui dovresti sentirti male... e solo tu. Altri procedimenti per rafforzarne il sapore potrebbe essere l'uso di legno che si va ad aggiungere al vino in fase di affinamento per simulare o enfatizzare l'affinamento in legno, ma anche in questo caso, salvo tuoi particolari problemi non mi viene altro in mente. Mi verrebbe più in mente una tua predisposizione in determinati periodi a subire maggiormente l'effetto dell'alcol o di qualche altra sostanza presente, e ti consiglierei delle prove allergiche. Dicorso metanolo... si sarebbero intossicati tutti. |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 18:31
“ Mi verrebbe più in mente una tua predisposizione in determinati periodi a subire maggiormente l'effetto dell'alcol o di qualche altra sostanza presente, e ti consiglierei delle prove allergiche. „ Ciao Ninni. Quello delle prove allergiche è un buon consiglio. Dunque, il caso in questione concerneva l'acquisto di una bottiglia di Lambrusco e una di vino "fermo", quello in questione. Avevo prima stappato il Lambrusco, davvero ottimo, che avevo bevuto in una settimana sempre un bicchiere di sera e terminato, avevo iniziato la seconda bottiglia, peraltro a distanza di un paio di giorni. Eccessi qui neppure in tema. Di vini ne ho bevuto di ogni tipo ma soltanto in questi, entrambi del tipo "corposo e fermo", mi è accaduto ciò. |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 18:58
solfiti in eccesso? |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 19:12
La causa è da ricercarsi nell' anidride solforosa. (biossido di zolfo) libera, una sostanza usata massicciamente un enologia e che viene aggiunta ai vini sottoforma di sale solubile (metabisolfito di potassio). La legge fissa dei limiti massimi (diversi per bianchi e rossi), tuttavia alcune persone sono sensibili anche a concentrazioni minori e avvertono (tra gli altri) proprio i sintomi che hai elencato. P.s. stai tranquillo per il metanolo. Dopo il grande scandalo degli anni '80 i vini sono super monitorati sotto questo aspetto e solo un folle si azzarderebbe ad aggiungerlo per sofistificare un vino... Diverso il discorso per le grappe "fatte in casa": lì il rischio c'è ed è concreto. |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 19:46
“ La legge fissa dei limiti massimi (diversi per bianchi e rossi), tuttavia alcune persone sono sensibili anche a concentrazioni minori e avvertono (tra gli altri) proprio i sintomi che hai elencato. „ Il mio dubbio sul discorso solfiti è che i due casi si sono veriicati a distanza di anni e se non ho capito male sono due unici casi capitati. Poi con i rossi che sono quelli che hanno solitamente livelli più bassi i dubbi aumentano ulteriormente, per non parlare del fatto che molti prodotti che normalmente usano solfiti sono molto più comuni di quanto si pensi, a cominciare dalla frutta secca o disidratata... con livelli di gran lunga maggiori che nel vino. Purtroppo nel vino ci sono altre sostanze oltre ai tanti bistrattati solfiti, che inoltre vengono pure prodotti naturalmente... anche senza l'aggiunta da parte dell'uomo saranno sempre presenti nel vino in quantità variabili. |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 19:50
Escludendo il metanolo, che appunto avrebbe interessato tanti altri, rimane proprio il solfito. Mi chiedo però del motivo per cui in certi vini (di qualità) di solfito ce n'è poco e il altri tanto, anche se in termini di legge. Antonche, molto interessante la tua panoramica... me la segno... |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 19:53
“ Il mio dubbio sul discorso solfiti è che i due casi si sono veriicati a distanza di anni e se non ho capito male sono due unici casi capitati. „ Di fatto, problemi con i solfiti in altri alimenti, ne ho mai avuti. |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 19:57
“ per cui in certi vini (di qualità) „ Poco fa hai parlato di vini presi al super a 5€..., stai sempre parlando di quelli? I motivi per utilizzare più o meno solfiti sono vari ma solitamenti riconducibili alla conservazione del vino.. quindi spesso dipende dalla materia prima utilizzata. Una materia prima più sana e controllata prima di andare in vinificazione necessità di meno solfiti, o anche di nessuna aggiunta. |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 20:06
“ Poco fa hai parlato di vini presi al super a 5€..., stai sempre parlando di quelli? „ Sì, solitamente prendo vini di prezzo regolare tra 4 e 7 euro. “ Una materia prima più sana e controllata prima di andare in vinificazione necessità di meno solfiti, o anche di nessuna aggiunta. „ Quindi se una cantina si ritrova una cattiva stagione con uve deboli, deve usare più solfiti per il vino che ne otterrà? |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 21:07
Sono quasi sicuro che il problema di Ulisse sia una sensibilità o intolleranza ai solfiti: i sintomi sono comuni a tutti quelli che ne soffrono. E' vero quello che dice Ninni Barbera che il limite della solforosa è inferiore nei rossi rispetto ai bianchi (i primi sono dotati di antiossidanti naturali, polifenoli, tannini, antociani che li preservano maggiormente), ma innanzitutto bisognerebbe sapere se il nostro amico beve anche i bianchi e poi non è detto che un rosso abbia sempre meno bisolfiti dei bianchi (infatti la legge prevede un massimo, non un valore guida). È anche vero che nelle vendemmie in cui si raccolgono uve in cattivo stato sanitario, si usa una maggior quantità di metabisolfito in fase di pigiatura ed ammostamento, ma quello che si aggiunge in questa fase ha ampiamente il tempo di disperdesi o legarsi: infatti in tutte le fasi successive della vinificazione (fermentazione, stabilizzazione, filtrazione, affinamento, imbottigliamento, per citarne alcune) viene sempre aggiunto un ulteriore quantitativo di metabisolfito (in ogni fase sono previste concentrazioni ben precise). Detto questo, ciò che conta per la legge è la quantità di anidride solforosa TOTALE (somma di libera+combinata) del vino In BOTTIGLIA, mentre invece, ai fini delle intolleranze, sembrerebbe essere determinante la solforosa libera. Determinare, poi, la relazione precisa tra le due componenti è difficile perché dipende dalla natura chimica del vino (a sua volta in relazione alla quantità di solforosa combinata). Comunque, per non tirarla troppo a lungo, ti consiglio di trovare qualche contadino o qualche piccolo produttore locale, che vinifica "alla vecchia maniera", ovvero senza aggiunte di solfiti e verificare se i sintomi si ripresentano. |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 21:19
Il contadino che fa il classico vino di casa te lo sconsiglio fortemente... poi ad ognuno le sue prove.... per me vale la stessa regola della grappa in casa... da evitare Ma ripeto.. ognuno è libero di fare cosa meglio crede. Mi riferisco al contadino che fa il contadino, non al piccolo produttore che magari vinifica in biologico. “ Sì, solitamente prendo vini di prezzo regolare tra 4 e 7 euro. „ Ok, diciamo che non rientrano nei vini di pregio e nemmeno di media fascia, nella norma. In tutto ciò rimane sempre il problema che in dieci anni è successo due volte.....per me la cosa è strana e non dipendente da solfiti, soprattutto dato che Ulisse dice di bere generalmente gli stessi vini e sempre presi al super e nella stessa fascia di prezzo, ma non sono un medico. |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 21:55
Neanche io sono un medico, ma sono stato per tanti anni il responsabile controllo qualità di una grande azienda vinicola e la questione della solforosa l'ho studiata bene. Lungi da me consigliare il vino fatto "artigianalmente"...era solo un suggerimento per capire se il malessere provocato dal vino possa ricondursi o meno alla presenza di solfiti. Per quanto riguarda il vino sedicente "biologico", "biodinamico", "naturale" e amenità varie...beh, lasciamo perdere, che è meglio |
| inviato il 18 Giugno 2019 ore 22:07
Non voglio fare nomi, considerando che dissertiamo su un tema delicato, ma il "super" dove mi servo è tra i migliori e offre un'ampia gamma di vini e liquori di buona/alta qualità. Purtroppo non controllano ciò che vendono! Il mio "cruccio" consta nel capire come mi posso difendere dagli eccessi di solfito, perché a quanto sembra, qualsiasi produttore potrebbe trovarsi nella necessità di correggere il vino accrescendo il solfito a livello per me intollerabile. Chiaramente dopo questa esperienza di prove non ne farò più e mi affiderò a ottimi vini che conosco. Rifornirmi direttamente da un contadino non mi è fattibile. Circa i bianchi, ne bevo raramente. |
| inviato il 19 Giugno 2019 ore 12:56
Non hai modo di difenderti, perchè non viene dichiarata la quantità di solfiti presenti, aggiunti o meno. Alcune schede tecniche possono riportarlo, ma non è una regola. Scusa comunque la ripetitività, ma secondo me prima di dare la colpa ai solfiti dovresti fare delle prove allergiche e/o di intolleranze. 2 casi in 10 anni non sono significativi sulla causa del malore... suppur come effetti sembrerebbe rientrare nell'intolleranza ai solfiti. Ma sappiamo che tante cose condividino gli effetti e le allergie/intolleranze sono tra quelle. “ Rifornirmi direttamente da un contadino non mi è fattibile. „ Potrebbe essere una fortuna... io con quelli solitamente sto col mal di testa per giorni, e qualche volta per accontentare parenti ed amici ci tocca provarli, dato che la mia signora col vino ci lavora.... "Tu che ci capisci prova questo...."  |
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