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Parlare di/della fotografia - 6


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user39791
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inviato il 25 Marzo 2019 ore 17:22

Ho aperto il capitolo sei.

user39791
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inviato il 25 Marzo 2019 ore 17:23

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=3119935&show=15

user39791
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inviato il 25 Marzo 2019 ore 17:32

"Anche i musicisti a volte stonano apposta per sottolineare qualcosa. Ecco, presentare una foto "brutta" per accentuare la negatività di una situazione può significare questo. Ma in questo caso si tratta di un brutto "studiato". Cioè un brutto in qualche modo "bello". Non so se mi spiego... ;-) "

www.google.com/search?q=peter+witkin&safe=off&client=ms-android-samsun

Cercava il divino anche in ciò che ci fa spaventare.

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2019 ore 17:42

Beh... qui ce ne vuole già uno bravo... MrGreen

(di psichiatra intendo)

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2019 ore 17:45

riprendo dal topic predente facendo un esempio di fotografi che hanno avuto comunque una grande influenza sui successivi:

www.google.com/search?q=Robert+Adams&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ah

www.google.com/search?biw=1920&bih=969&tbm=isch&sa=1&ei=3wSZXP_iFuGmgg

www.google.com/search?biw=1920&bih=969&tbm=isch&sa=1&ei=gQWZXPbVDoXq_A

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2019 ore 17:58

forse semplifico eccessivamente, ma, guardando questi tre fotografi che proponi, pur nelle loro rispettive diversità, c'è da chiedersi quanto il colore sia significativo e, direi, essenziale a una certa Fotografia ( penso ancora ai due precedenti Ghirri ed Eggleston )

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2019 ore 18:41

Seguo, interessato anche al tema del colore/bianco e nero; personalmente prediligendo il primo ma per questo affascinato dal secondo (con un ricordo, anche, dei gloriosi tempi della camera oscura).

avatarsupporter
inviato il 25 Marzo 2019 ore 19:42

Beh per uno intonato stonare volontariamente è molto più complicato di quanto si pensi.
Analogamente, se seguo il discorso delle immagini già presenti al nostro interno che si cerca di riprodurre fuori di se, ritengo sia complicato farlo volontariamente, le immagini "brutte" da qualche parte sorgono e anche la volontarietà probabilmente fa parte di una certa struttura di pensiero preesistente,

user39791
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inviato il 25 Marzo 2019 ore 20:14

Ho trovato questo interessante articolo sui fotografi proposti da Matteo. Viste oggi le loro foto pagano a mio avviso dazio al tempo passato, cosa che non capita con la poetica di Ghirri, però è innegabile che nella metà degli anni settanta il loro lavoro sia stato di grande rottura.




Nel corso di una carriera di quasi 40 anni, Deal ha realizzato numerosi, celebri reportage, soprattutto in California. Nella primavera del 1975 Deal fu uno dei dieci giovani fotografi americani i cui lavori furono esposti nella mostra "New Topographics: photographs of a man-altered landscape" alla George Eastman House di Rochester.

Quella mostra fu un "evento artistico" destinato a mettere in crisi tutte le precedenti letture delle relazioni intercorrenti fra il paesaggio e la sua rappresentazione attraverso il mezzo fotografico. La mostra consacrò un fenomeno emergente: i fotografi abbandonavano la rappresentazione romantica del paesaggio naturale per documentare le trasformazioni impresse dall'uomo.

Oltre a Deal, esposero nella mostra-evento del 1975 Robert Adams, Lewis Baltz, Bernd ed Hilda Becher, Frank Gohlke, Nicholas Nixon, John Schott, Stephen Shore ed Henry Wessel jr. Appartenevano tutti alla generazione che era cresciuta in pieno boom post-bellico.

Nei loro lavori tendevano a dimostrare che l'affermarsi della cultura dei centri commerciali, dei motels e dei "parchi industriali" non necessariamente doveva essere intesa come un istanza di progresso, anzi la loro critica li indicava come segni estremi di un vero e proprio fallimento. I "Nuovi Topografi" attuavano un'approccio fotografico che non voleva, deliberatamente, avere pretese artistiche e si poneva in aperto contrasto con la visione popolare del paesaggio fatto solo si svettanti montagne, laghetti blu, cascate.

Allo stesso modo non condividevano le scelte estetiche di altri grandi fotografi come Edward Weston e Minor White che avevano evidenziato nei loro lavori una visione drammatica e sensuale del rapporto con la natura.



avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2019 ore 20:42

Il mio era un intento in parte provocatorio, cosa significa foto brutta? Per me è una definizione che non combacia con la bellezza o meno del soggetto.
In più come detto da filiberto professano la rappresentazione vera della realtà senza filtri o abbellimenti quindi dovrebbero essere apprezzati dai più puristi, ma mi rendo conto che spesso non è affatto così, quel tipo di rappresentazione pochi fotoamatori la seguono e spesso con risultati non esaltanti

user39791
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inviato il 25 Marzo 2019 ore 21:49

Matteo non è facile intraprendere un progetto simile. Se proponi oggi delle foto come quelle non ricevi nemmeno una visita su qualunque sito di fotografia. È un lavoro molto concettuale e privo di ogni concessione all'estetica, lontano anni luce da quello che vedo fare anche dai fotoamatori più evoluti.

Ad modo dei tre mi piace molto il lavoro di Joe Deal.

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2019 ore 8:36

È un lavoro molto concettuale e privo di ogni concessione all'estetica, lontano anni luce da quello che vedo fare anche dai fotoamatori più evoluti.


Premesso che considero il movimento new topographics e i suoi "eredi" una delle cose più interessanti che la fotografia ci ha ha dato negli ultimi decenni, credo che oggi occorra una riflessione attorno a quel genere di fotografia.

Come ricorda Filiberto nel post qui sopra, la fotografia dei NT non è semplicemente una proposta stilistica. C'è dietro molto chiaramente una visione del mondo, un'interpretazione della realtà che all'epoca in cui è nata era anche una critica a come la società si evolveva.

Tranne ovviamente alcuni eccellenti casi, oggi mi pare che molti eredi di quello stile lo abbiano cristallizzato nella produzione di immagini che sembrano avere come unico scopo un certo risultato estetico, senza che questo sia sostenuto da un'idea forte del fotografo sul mondo.

È vero: in generale viviamo in un periodo in cui è difficile trovare sistemi di idee forti e strutturate sulla realtà. Ci infinocchiano con semplificazioni facili da capire...
E la fotografia segue questo vento...

Detto questo credo che l'approccio "straight" sia ancora un valido strumento per il fotografo che vuole portare in primo piano la realtà che osserva.
E svelare agli altri quello che tutti hanno davanti agli occhi ma non riescono a vedere.


user39791
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inviato il 26 Marzo 2019 ore 8:49

È così. Dietro al loro lavoro c'è un concetto molto chiaro, l'essere umano che sottovaluta il rapporto con la natura. È un concetto che era in antitesi con la rappresentazione della natura come potenza incontaminata tipica della fotografia di Ansel Adams. A metà degli anni 70 questo approccio era rivoluzionario.

user39791
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inviato il 26 Marzo 2019 ore 9:06

Dato che si è parlato di fotografia a colori e bianco e nero Stephen Shore, unico del gruppo dei New Topographics, interpretó questo genere fotografico con il colore.


www.google.com/search?q=Stephen+Shore&safe=off&client=ms-android-samsu




avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2019 ore 9:50

Be potremmo parlare della serie Bathers di Rineke Dijkstra, molti non la apprezzeranno per come sono fatti i ritratti, non hanno l'effetto wow, non prende nè anziani rugosi, nè belle figliuole poco vestite in età da marito MrGreen
Però è un lavoro sensato con dietro molto di più che a uno sguardo superficiale appare, ecco credo che certe foto siano semplici solo a un primo impatto



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