| inviato il 11 Gennaio 2019 ore 20:46
Ciao a tutti, vorrei mostrarvi l'ultima arrivata, direttamente da Lipsia. Si tratta di una Zeiss Ikon Contaflex Super B. Il mio esemplare è del 1963. L'ho acquistata più che altro per curiosità. La sua caratteristica più particolare è la parte ottica: dispone di un Tessar 50mm f/2.8 fisso. La lente frontale però si può togliere, e al suo posto ci sono delle componenti da applicare, che la trasformano in un 105mm, in un 35mm, o in altre focali. L'amico Marco Cavina descrive molto bene il sistema ottico. Il grande vantaggio era quello di poter avere un otturatore centrale, e un diaframma attaccato alla fotocamera. E qui sta la grandiosità di questo apparecchio: è AUTOMATICO !!! (priorità di tempi) E non basta: funziona senza batteria! Semplicemente con l'elettricità prodotta dalla cella al selenio, che si trova nella scritta Zeiss Ikon, viene impostato il diaframma (la mia purtroppo è esaurita). Si tratta di fatto della prima reflex automatica. Il mirino è spettacolare, molto ampio, forse più di quello della A7r, e al suo interno, sulla destra si possono leggere il diaframma e il tempo impostati.
 E' una macchina di peso: 1.366 grammi come la vedete sulla foto, con il 105mm montato e la mezza custodia. (La mia A7r col 24-105mm montato pesa 1.214 grammi) Qui di seguito trovate alcune descrizioni: Wikipedia Classic Cameras di Adam Costello Manuale d'uso Qui alcune fotografie dal sito Lomography.com Chi se l'aspettava di trovare una fotocamera automatica nel 1963? 56 anni fa!!! L'unico mio rammarico è quello di non poter provare le ottiche sulla A7r... Ciao! Roberto |
| inviato il 11 Gennaio 2019 ore 21:18
troppo affascinante! |
| inviato il 11 Gennaio 2019 ore 21:22
Ciao JJ Eh sì, l'hanno fatta di piombo e vetro!!! ... ora attendo quella con la F maiuscola... Buona serata! Roberto |
| inviato il 18 Marzo 2019 ore 17:33
Mi incuriosisce molto! Ma l'otturatore centrale si sicarica con la leva d'avanzamento come le reflex a tendina? |
| inviato il 18 Marzo 2019 ore 17:54
Ciao Michele, sì, si ricarica con la levetta di avanzamento, come tutte le altre. Una fotocamera molto particolare, piuttosto complicata, ma che anticipava molte cosa: l'automatismo e il fatto di poter leggere le impostazioni nel mirino. Il tutto senza batteria. Purtroppo nel mio esemplare la cella al silicio (superficie nera sotto la scritta Zeiss Ikon) è esaurita: a volte reagisce, ma dà valori sballati. Buona serata, Roberto |
| inviato il 18 Marzo 2019 ore 20:27
“ si ricarica con la levetta di avanzamento, come tutte le altre „ Bellissimo! Grazie |
| inviato il 18 Aprile 2019 ore 0:24
|
| inviato il 25 Maggio 2019 ore 7:29
Splendida, la ricordo nelle mani di un amico che l'usava con soddisfazione. Ciao e congratulazioni |
| inviato il 25 Maggio 2019 ore 7:32
Ciao Fabio, È veramente una strana creatura, con soluzioni insolite e fantasiose. Buona giornata, Roberto |
| inviato il 25 Maggio 2019 ore 7:38
Bellissima! Fa venir voglia di usarla |
| inviato il 25 Maggio 2019 ore 7:47
Non credo che la cellula al selenio sia esaurita, se ogni tanto si muove anche se con valori sballati, forse è problema di contatti, e dopo tanti anni, magari di non utilizzo, ci può stare. L'idea di mettere l'otturatore centrale su una reflex permetteva il sincro totale con il flash, però era realizzabile o mettendo un otturatore per ogni obiettivo, cosa dispendiosa, oppure permettendo l'intercambiabilità solo della parte anteriore, e limitando così la gamma di focali, e in parte anche la qualità finale. Pochi anni dopo la Topcon, con i modelli Uni e Unirex, fece delle macchine ad ottica completamente intercambiabile, ma con limitazioni della gamma possibile di focali, montando un otturatore centrale sul corpo macchina. La qualità, a causa dei limiti imposti alla progettazione delle ottiche, non era il massimo, a differenza delle altre ottiche "buone". Insomma se vi viene lo sfizio di provare qualche vecchia ottica Topcon, prendete in considerazione quelle marcate RE auto Topcor, e non le UV Topcor, ammesso che troviate un anello per le UV Topcor. |
| inviato il 25 Maggio 2019 ore 8:20
Ciò che manca un po' al giorno d'oggi è il coraggio di proporre soluzioni inedite e innovative. Insomma, a me sembra che tutti seguano lo stesso binario. |
| inviato il 25 Maggio 2019 ore 8:23
Fileo, purtroppo non ho le capacità tecniche per mettere le mani sull'esposimetro. Farei solo danni |
| inviato il 25 Maggio 2019 ore 8:42
Per carità, non toccarla, falla vedere solo se trovi un riparatore sicuro, che sa mettere le mani su vecchie macchine. Ad ognuno il suo mestiere. Parecchi anni fa lavoravo in un negozio di fotografia ed ogni tanto veniva il cliente con la macchina smontata in un sacchetto di plastica. "Si è guastata, l'ho smontata per ripararla, non sono riuscito ad individuare il guasto, così ho preferito non rimontarla per risparmiare al vostro tecnico la fatica di smontarla di nuovo." Traduzione: "si è guastata, ho preso il cacciavite e l'ho smontata tutta, ma proprio tutta, non ci ho capito un c..zo, non mi ricordo dove andavano tutte le viti e tutti quei pezzetti minuscoli che c'erano dentro, così ho ficcato tutto nella busta, vedete un po' voi che potete fare." Quando tornava dal laboratorio con un conto salato, perché il tecnico aveva bestemmiato per due giorni nel tentativo di rimettere insieme la macchina (perché per esempio due viti identiche ma di lunghezza diversa, non sono così perché è capitato, ma c'è un preciso motivo, e se tu non le hai tolte e messe in fila dovrai procedere per tentativi), si lamentavano: " ma come, così tanto? L'avevo pure smontata!" |
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