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Hasselblad Carl Zeiss C Sonnar 250/5,6 Superachromat


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avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2018 ore 8:03

Dopo tanto tempo speso in ricerca, ho finalmente trovato un obiettivo che cercavo da sempre, il famoso Hasselblad Carl Zeiss Sonnar 250/5,6 Superachromat, o Zeiss 250 SA, come viene chiamato per distinguerlo dal comune Hasselblad Zeiss Sonnar 250/5.6.
Questo obiettivo, prodotto in un numero limitato di esemplari, sembra su specifiche NASA, e non facile da trovare in ottime condizioni a prezzi abbordabili, venne realizzato negli anni '70 del Novecento dalla ditta tedesca per la fotografia e per applicazioni scientifiche in abbinamento ai corpi del formato 6x6 della famosa casa svedese, risultando corretto per tutte le frequenze comprese fra 400 e 1000 nm.

I principali campi di applicazione tecnica furono: architettura, ricerca geologica e idrologica, botanica, aerofotografia e tutti quei campi dove era possibile abbinare la ripresa IR ad alti ingrandimenti in fase di stampa.

L'obiettivo, prima realizzazione Zeiss ad incorporare una lente in fluorite ricristallizzata , risulta praticamente corretto per tutto lo spettro visibile e per IR e UV vicino, cioè la messa a fuoco sia nel campo visibile che invisibile coincide, semplificando di molto la possibilità di utilizzo nelle applicazioni tecniche.
Da un punto di vista ottico, questo obiettivo costituisce la massima vetta della correzione ottica, superando anche la correzione apocromatica (che, ricordo, è limitata a 3 radiazioni primarie).

La necessità di consentire alti ingrandimenti in fase di stampa impose la specifica di progetto all'obiettivo di fornire già a tutta apertura (f:5,6) la straordinaria capacità di risoluzione di oltre 200 l/mm!
Molte delle fotografie delle missioni lunari vennero realizzate da questa ottica.

Per poter utilizzare questo obiettivo completamente meccanico su corpi digitali, mi sono procurato degli anelli adattatori per Nikon F, Canon EF e Sony E.
La resa dei colori è fantastica e la risoluzione è ancora oggi da brividi.

Qui ho raccolto alcuni scatti fatti con Nikon D850, a mano libera e a tutta apertura:

www.flickr.com/photos/henry62/albums/72157701967968901/with/4492676703



avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2018 ore 8:08

Ecco alcuni scatti di prova fatti con D850:








avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2018 ore 8:13

Cromie pazzesche e risoluzione da favola, in un'ottica di quasi cinquantanni fa...

Se qualcuno avesse in corredo questo obiettivo, sarei felice se contribuisse alla discussione mostrando i propri scatti.
Commenti e interventi sono sempre graditi.
Ciao

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2018 ore 8:47

Ottica leggendaria caro Enrico, certamente, ma altrettanto certamente non è con ingrandimenti di queste dimensioni che esprime il meglio di sé.
Inoltre poi prima di cantare le lodi sperticate di un obiettivo del genere vorrei far notare che alla fin della fiera di un comunissimo 250/5,6 si tratta ... insomma stiamo parlando di una lente in Fluorite che al massimo potrebbe avere 45 mm di diametro quando sappiamo che, e pure qualche anno prima di Carl Zeiss, Canon già produceva lenti in Fluorite da 110 mm di diametro.
In definitiva: risoluzione eccezionale, si, correzione apocromatica eccezionale, si, ma facciamo anche attenzione a considerare bene, molto bene anzi, di cosa stiamo effettivamente parlando ;-) e anche di che livello di prezzo stiamo parlando!

avatarsupporter
inviato il 12 Novembre 2018 ore 9:08

Comunque era un 250 f/5.6 per medio formato VERO, quindi non proprio un mingherlino. ;-)
L'ho cercato anche io ma il prezzo minimo per un esemplare in buone condizioni era sempre da "fuori di testa". MrGreen

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2018 ore 9:18

Caro PaoloMcmix, non si tratta di un obiettivo con una lente di fluorite...
La composizione chimica delle sue lenti è stata tenuta segreta per decenni e solo grazie alle ricerche dell'amico Cavina è stata resa pubblica.
Tieni presente che Zeiss è sempre stata acerrima nemica della fluorite, ma per realizzare le straordinarie prestazioni ottiche richieste da progetto anche Zeiss dovette ricorrere alla fluorite.
Lo stesso Cavina, nell'articolo di cui fornisco il link in seguito, afferma: "la qualità ottica esibita dall'obiettivo in tutto lo spettro coperto, ritenuta tuttora difficilmente superabile" .

Qui trovi tutti i dettagli:

www.marcocavina.com/articoli_fotografici/Zeiss_250_SA/00_pag.htm

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2018 ore 10:10

Un ottica leggendaria...che non ho mai potuto provare Sorry

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2018 ore 10:26

Non lo sapevo Enrico, ero convinto che avesse una lente in Fluorite ma ero in errore, grazie per la delucidazione.

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2018 ore 10:36

Ciao PaoloMcmix, siamo qui apposta per condividere le informazioni e discutere del nostro hobby.
Sapessi quanti dettagli sconosciuti ho appreso dalla discussione con altri appassionati del forum parlando delle vecchie ottiche macro Zeiss con attacco C/Y, che pensavo di conoscere!

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2018 ore 10:49

Ecco, adesso le fotografie si apprezzano molto meglio Enrico.
Nitidezza ineccepibile, cosa ovvia del resto vista la risoluzione di cui è capace, la resa cromatica invece è quella tipica delle ottiche tedesche, ossia abbastanza freddina e che pertanto può piacere ... o meno.

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2018 ore 10:52

In ogni caso è un'ottica capolavoro ...

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2018 ore 10:54

Credo che il Superachromat appartenesse al tipo di ottiche per uso industriale, colorimetrico, spettrometrico ecc... che molti fabbricanti offrivano e spesso costruiti su richiesta o limitata serie (quando finiva "e se finiva", ne assemblavano un'altra...). Il Leitz 800 f6,3 e il Nikkor UV 105 f4 erano tra questi. La particolarità però, constava che per poter "funzionare" appieno come ottiche foto e nelle specifiche metriche, bisognava usare pellicole tarate che si potevano avere soltanto dal fabbricante e utilizzate in un periodo garantito. Insomma, per il fotoamatore possederle e usarle costituisce motivo di orgoglio, ma farle rendere per ciò che sono state previste, è altra faccenda.

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2018 ore 11:10

Ciao, lo Zeiss Sonnar 250/5,6 Superachromat nacque su specifica richiesta NASA e non era un obiettivo per uso industriale.

Sempre Cavina scrive:

" Va detto che la focale 250mm è stata estensivamente impiegata durante le missioni Apollo precedenti allo sbarco umano per documentare dettagliatamente la superficie lunare, grazie al suo ingrandimento 3x rispetto al classico Planar 80mm che consentiva di valutare meglio i dettagli; inizialmente venne adottato il classico Sonnar 5,6/250 risalente a metà anni '50, ma in determinate condizioni di esercizio la sua resa fu considerata insoddisfacente: ecco gli inediti retroscena che spinsero la NASA a chiedere esplicitamente alla Zeiss la realizzazione di una versione superacromatica, poi arrivata nel 1972. "

Questo è il link all'interessantissimo articolo sulle machine fotografiche e sugli obiettivi utilizzati nelle missioni spaziali, da cui è tratta la citazione precedente:

www.marcocavina.com/articoli_fotografici/space_cameras_and_lenses/00_p


ps:

colgo l'occasione per ringraziare pubblicamente Marco Cavina per l'enorme contributo che ha dato e continua a dare nello studio e nella divulgazione della fotografia. Grazie di cuore, Marco.

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2018 ore 11:26

Ciao, lo Zeiss Sonnar 250/5,6 Superachromat nacque su specifica richiesta NASA e non era un obiettivo per uso industriale.


Conosco Cavina e da qualche parte ho quasi tutti i suoi articoli scaricati, incluso quello delle ottiche per lo spazio. Per "usi industriali" lo intendo includente anche quello della Nasa. In genere tutte le ottiche particolari sono state sviluppate su richiesta di qualche "ente" che ne ha coperto i costi di sviluppo e poi prodotte anche per altri.

avatarsenior
inviato il 13 Novembre 2018 ore 6:18

Aggiungo un ulteriore dettaglio che può sembrare banale, ma non lo è: la prima serie C del Sonnar 250/5,6 Superachromat non aveva il trattamento T* delle lenti, brevettato da Zeiss e utilizzato proprio dal 1972 in sostituzione del precedente T.
Questa non è affatto una mancanza, ma una specifica richiesta di progetto, perché tale trattamento antiriflesso, ottimo nel campo del visibile, avrebbe però alterato le caratteristiche di trasmissione delle lenti, filtrando le frequenze UV e IR.

Una caratteristica specifica di questo obiettivo è la capacità di esprimere una alta risoluzione (superiore a 200 l/mm e secondo alcuni testi prossima a 250 l/mm) sul piano di fuoco, che però cala drasticamente anche solo per piccolissimi scostamenti dallo stesso; in altre parole, la profondità di campo "vera" e non solo teorica, non è determinata per un obiettivo dalla lunghezza focale, dalla distanza del soggetto e dal diaframma (come molti pensano), ma anche dal particolare comportamento ottico della specifica combinazione di vetri utilizzati per effettuare la correzione completa delle aberrazioni ottiche.

Posto un esempio di una fitta trama di dettaglio su una superficie segnaletica riflettente chiara con contrasto elevato (fare click per ingrandire l'immagine).

Si osservi la completa assenza di aberrazioni cromatiche dei contorni neri e la profondità del nero, tipica delle ottiche con correzione almeno apocromatica, nonché l'assenza di effetto moirè in un sensore ad alta densità come quello della D850.
Scatto a mano libera a tutta apertura, v=1/400s f=5,6




(Per i dati completi di scatto vedere la pagina Flickr-mostra Exif)

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