user120016 | inviato il 06 Ottobre 2018 ore 22:15
Buona sera a tutti. Ieri, girando per un mercatino delle pulci, ho trovato una Voigtlander Vitoret con APO Lanthar 50 mm f/2.8 alla mirabolante cifra di 5,99 euro. Ovviamente l'ho comprata al volo. Alla mia domanda sul funzionamento, il venditore mi ha risposto che sì, la macchina è perfettamente funzionante e che all'interno c'era anche un rullino parzialmente esposto. Alla fine ho scattato le ultime 4-5 pose ed ho riavvolto il rullino. Pensavo fosse un normale negativo colore (dunque sviluppo C41) ma in realtà mi trovo di fronte questo.
 Sul rullino stesso non era indicata la classica dizione "Process in C41" bensì era indicato un indirizzo di spedizione per lo sviluppo nello Hertfordshire, UK. Mi è venuto il dubbio che non si tratti di qualcosa di diverso da dover sviluppare in maniera alternativa (es, C22?). Qualcuno mi sa dire qualcosa in più? Grazie! |
| inviato il 07 Ottobre 2018 ore 9:35
È metallico il cilindro? |
| inviato il 07 Ottobre 2018 ore 9:38
Se ricordo ai tempi qualcuno se l'è ribobinava.. non sono certo però |
user120016 | inviato il 07 Ottobre 2018 ore 14:15
Esatto... In metallo! |
user120016 | inviato il 08 Ottobre 2018 ore 10:15
Buon giorno a tutti. Ringrazio Skylab59, Simone Rota e Canopo70 per l'interessamento al problema. Non avendo trovato nulla in rete, ho provato a scrivere una e-mail alla 3M - Ferrania che al tempo produceva qualcosa di simile. Spero mi facciano sapere! |
| inviato il 08 Ottobre 2018 ore 11:01
Io tenterei di svilupparlo in rodinal col metodo stand e diluizione 1:100. Praticamente ci sviluppi tutto a qualsiasi ISO, anche pellicole per c41 a colori. |
| inviato il 08 Ottobre 2018 ore 14:49
Scusa alabamasmith, ma sta cosa del.rodinal che sviluppa tutto dove l hai sentita/ letta??? Perché bn e colori funzionano secondo principi diversi, ma già le pellicole bianco e nero necessitano di tempi diversi...Per cui, per le conoscenze che ho, hai scritto una cosa non vera. Per tornare in tema, molte catene di negozianti regalavano le pellicole quando se.ne portava a sviluppare una, e di solito erano 3M oppure afga. Cmq sempre c-41. Il supporto infatti mi sembra color arancione, come nelle pellicole a colori. Se fosse una pellicola in bianco e nero apparirebbe più grigio. |
| inviato il 08 Ottobre 2018 ore 15:04
“ Se fosse una pellicola in bianco e nero apparirebbe più grigio. „ C'è anche scritto "colorprint"! |
user120016 | inviato il 08 Ottobre 2018 ore 17:00
In effetti la mia idea è quella di tagliare la coda del rullino (le ultime 5 pose sono scatti fatti da me per finire il rullino stesso) e svilupparlo in C41. Se va bene sviluppo poi anche il resto ma se non viene niente almeno non ho sciupato gli scatti originali. In tal caso proverò il C22. Ho un vecchio libro sulla camera oscura (Cesco Ciapanna editore, il mitico!) che spiega come ottenere i reagenti partendo dai chimici puri (reperibili da Fotomatica.it a poco prezzo...) Magari non tiro fuori nulla ma ormai mi sono "incattivito" e voglio portare a termine questa mission! |
| inviato il 08 Ottobre 2018 ore 17:04
Print, eppure ho già sviluppato pellicole a colori in b/n con questo metodo... Che non ho inventato io, sia ben chiaro. |
| inviato il 08 Ottobre 2018 ore 17:20
Non sono in grado di fornire indicazioni utili, ma sono curiosissimo... |
user120016 | inviato il 08 Ottobre 2018 ore 19:41
“ Io tenterei di svilupparlo in rodinal col metodo stand e diluizione 1:100. Praticamente ci sviluppi tutto a qualsiasi ISO, anche pellicole per c41 a colori. „ In effetti non è del tutto falso. Lo sviluppo in Rodinal si può fare ma bisogna tener presente che un negativo colore sviluppato in BW non è stampabile con ingranditore, a causa del supporto colorato (remjet) che il rodinal non rimuove. E' possibile scannerizzarlo in scala di grigio e stamparlo in digitale. Ma ovviamente è un'altra storia. E' vero anche che mentre per il colore i tempi di sviluppo sono dipendenti dalla freschezza del bagno e richiedono temperature rigidamente costanti, per lo sviluppo in bianco e nero i tempi dipendono principalmente dalla sensibilità mentre consentono escursioni termiche molto più generose (tenendo conto anche della vecchiaia della pellicola). Ultima annotazione, non so se condivisibile in base alla vostra esperienza, le pellicole negative a colori sono relativamente più facili da sviluppare in bianco e nero e fare poi dei miglioramenti in fase di scansione, al contrario delle pellicole diapositive in cui le immagini vengono rivelate ma il "negativo" rimane poco trasparente, con una patina lattiginosa giallo-verdognola. Ma qui sto andando OT e di molto! |
user120016 | inviato il 08 Ottobre 2018 ore 19:43
Intanto, stranissimo a dirsi, ma siamo già alla seconda pagina... non ci avrei scommesso un centesimo, nell'epoca dell'uscita delle ultime mirrorless full frame, che una discussione puramente analogica arrivasse oltre il secondo o terzo commento! |
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