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noi e le nuove tecnologie


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avatarjunior
inviato il 06 Febbraio 2018 ore 10:22

Questo thread potrebbe essere il seguito di un thread inziato da Ettore Perazzetta che si intitolava "La tecnologia è aggressiva ? " che era arrivato alle 15 pagine.
Ho appena letto la traduzione di un articolo apparso su "This Digital World". Ve lo copio qui sotto perché è molto istruttivo e anche divertente.


Molti anni fa, anche nelle caffetterie americane, prima che venissero soppiantate Starbucks, si sentiva spesso chiedere: «Hai letto?». Facendo un salto indietro nel tempo, a quando i bar a conduzione famigliare erano ancora diffusi, ritrovarsi nei caffè universitari era non solo permesso ma promosso e i clienti erano considerati quasi come membri di una famiglia allargata del proprietario.
Al tempo capitava che quotidiani e giornali vari venissero lasciati in omaggio su qualche angolo libero dei tavolini da qualche abbonato che li aveva già letti; e se per caso si stava a quel tavolo, o a quello vicino, era possibile sentire qualcuno formulare quella domanda. Poteva essere la scusa per iniziare un garbato scambio di opinioni, in cui lo spirito delle parole, sia dette che scritte, viveva ancora.

Era un'altra epoca. Altri tempi, in cui la rivoluzione digitale era ancora agli albori: il modem in chiamata emetteva il tipico suono statico e il ritardo di connessione era considerato parte di un processo, che veniva accettato con pazienza. A quel tempo, 'C'è posta per te!' non era ancora una commedia romantica, ma un singolo avvertimento ben udibile che era arrivata una lettera. Allora, il monitor era ancora uno scatolone non ancora uno schermo piatto, e desktop voleva ancora dire solo 'ripiano della scrivania' in inglese.

Era un'epoca in cui, quando arrivava una telefonata suonava un vero campanello, e se nessuno rispondeva era perché non c'era veramente nessuno. Un'epoca in cui, le parole venivano lette su fogli di carta, appoggiandosi indietro sullo schienale, piuttosto che piegandosi in avanti verso il monitor, e un motto, un occhiolino, un sorriso o un cenno del capo non erano emoticon, icone stilizzate, ma gesti reali, sentiti veramente e senza filtri.

Ma se premiamo il tasto per l'avanzamento veloce e torniamo al presente, nel mondo di oggi molto di tutto questo è sparito. Infatti, anche se si usano ancora le parole, le connessioni, le telefonate, o mezzi di comunicazione tecnologicamente più evoluti, il modo di leggerli e di usarli è cambiato drasticamente.
I tempi di connessione si sono ridotti a nanosecondi. Le persone si spostano freneticamente alla velocità della luce – giorno e notte – da un dispositivo all'altro: dal computer fisso al portatile, da un'app a un'email, da un sms a un messaggio whatsapp. Il tutto senza chiedersi se stiano usando la tecnologia o se invece ne siano ormai schiavi.

I dispositivi, gli schermi e i computer sono diventati più piccoli e più veloci. I computer fissi si sono ridotti a portatili e, da quando gli enormi telefoni cellulari si sono ristretti in smartphone che scivolano facilmente in tasca o nelle borse, la gente li porta sempre con sé.

Ma, forse bisognerebbe chiedersi se i dispositivi tecnologici, oltre a essersi ristretti, ad aver ridotto tempi di connessione e distanze tra gli interlocutori, abbiano anche reso meno umani i loro utenti: la loro totale disconnessione dal mondo che li circonda, insieme ai loro movimenti contratti e pseudo-robotici manifestati pigiando sugli pseudo tasti dei loro dispositivi, sono sicuramente atteggiamenti che hanno poco di umano. Mentre, in un'era più 'tradizionale' – totalmente diversa da quella digitale odierna – veniva dedicato più tempo alle proprie cose, e si interagiva direttamente sia con il mondo fisico che con il prossimo.

Ora, invece di essere drastici cestinando tutto quello che c'è di nuovo, bisognerebbe trovare il giusto equilibrio tra questi due mondi e modi di vivere tanto diversi. Ma ci sono dei paletti da mettere per trovare una soluzione bilanciata.
I limiti, però, non possono essere creati dai leader tecnologici che sviluppano o producono tecnologia o applicazioni. Né ci si dovrebbe aspettare che loro o chiunque altro li crei: basterebbe decidersi a usare la tecnologia invece che essere usati da essa, e i limiti si materializzerebbero automaticamente.

Alla fine dell'anno, tra i soliti buoni propositi di Capodanno scritti da amici e parenti c'erano: perdere peso, bere meno, smettere di fumare, ma un certo numero di messaggi e post erano menzionati espressamente con «stacca la spina!».
Senza essere estremi, è il momento di fare una pausa: forse è proprio ora di staccare la spina, di prendere un caffè e di leggere un giornale.

A proposito: Avete letto?…

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2018 ore 11:55

si, un commento comune a molti nella sostanza.
diciamo che i monitor non si sono rimpiccioliti ma sono diventati più grandi per puntualizzare. ed anche i telefonini, prima si sono contratti al massimo intorno all'anno 2000, ma poi sono aumentati sempre di più di dimensioni proprio perchè sono diventati una cosa diversa da un telefono.

Anche sull'idea che siamo schiavi e che tutto ciò è meno umano occorre precisare una cosa.
L'assuefazione è creata da cose/attività/sostanze che riescono a coinvolgerci in modo massivo. Quindi puntare il dito contro la tecnologia solo perchè un telefono in bachelite di una volta aveva i suoi limiti (anche se bastava da solo per assuefarre la signora Cecioni interpretata da Franca Valeri) è un po' furoviante se non si considera quanto l'aumento della tecnologia possa coinvolgerci nei sensi.

Questo è disumano? no, siamo noi che forse abbiamo una idea dell'umanità molto affiancata alla vita in natura.
La natura umana ha una spiccata tendenza a connaturarsi con le creazioni stesse dell'uomo, sia mentalmente sia fisicamente.
La tecnologia entra nel nostro corpo, con protesi valvolari, tubi di teflon che sostituiscono pezzi d'arterie, protesi d'anca, ecc...
e siamo solo agli inizi. L'uomo pare destinato ad un'integrazione tecnologica non solo attorno a se ma anche dentro di sè, nella sua natura, non fuori natura. Abbiamo cominciato tra gli egizi, lamine in oro che sostituivano pezzi di cranio.
La realtà virtuale e quella reale saranno commutabili un po' come oggi puoi creare un paraluce come ti piace con una stampante 3D.
La tecnologia potrà certo drogarti e ammazzarti, non più ne meno sel sesso, del cibo, dell'alcol, ecc.
Tutto ciò che coinvolge notevolmente può farti vivere meglio o ammazzarti.

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2018 ore 12:13

Quello di cui dobbiamo diffidare di più non è la tecnologia in sé, ma il martellamento del marketing per obbligarti ad utilizzarla e, soprattutto, a sostituirla compulsivamente senza un reale bisogno.
Sono gli imbonitori i veri nemici MrGreen

avatarjunior
inviato il 06 Febbraio 2018 ore 12:18

Daniele Ferrari : sono al 100% d'accordo con il tuo commento anche se quelli che tu chiami imbonitori sono diabolicamene abili e cedere loro è abbastanza facile .

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2018 ore 12:29

purtroppo è il loro mestiere che gli richiede di essere
diabolicamene abili
; siamo noi che dobbiamo imparare e fare nostro quel detto "un tantino più cristiano" secondo cui: errare umanum est, perseverare ... è da co.g.l.i.o.n.i MrGreen

user14286
avatar
inviato il 06 Febbraio 2018 ore 13:01

La tecnologia potrà certo drogarti e ammazzarti, non più ne meno sel sesso, del cibo, dell'alcol, ecc.
Tutto ciò che coinvolge notevolmente può farti vivere meglio o ammazzarti.

Giusto.
La tecnologia come piaga sociale di questo secolo...
Mi piace!

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2018 ore 14:07

Un libro interessante per riflettere sul problema del lavaggio del cervello delle masse è "Mondo Nuovo/Ritorno al Mondo Nuovo" di Aldous Huxley. Un po' vecchiotto ma a maggior ragione lascia intendere che certe problematiche hanno radici più profonde e dove la tecnologia più che la causa in se è un mezzo utilizzato a large mani dai "manipolatori"...
In particolare Huxley, semplificando, punta il dito sull'incremento demografico come prima palla di neve che ha originato la "valanga".

avatarjunior
inviato il 06 Febbraio 2018 ore 14:46

Non ho letto né Huxley né Orwell e me ne dispiaccio .

Ieri sera vedevo al telegiornale francese FR2 un servizio terrificante sul programma di riconoscimento facciale attivo in Cina. Milioni di telecamere che premettono di riconoscere istantaneamente le persone. Il controlo è totale. Ti avvicini a un bancomat e solo tu puoi ritirare denaro. Superi la velocità in auto, moto e ricevi la multa a casa; persino un pedone che attraversa con il rosso viene multato. In certi luoghi l'accesso ti sarà negato se non sei codificato come OK .
Il governo cinese prevede che entro il 2025 tutti, dico tutti, gli abitanti anche quelli delle lontane campagne siano codificati.

Alcuni cittadini intervistati hanno dichiarato di essere assolutamente favorevoli a un controllo assoluto della loro vita e dei loro movimenti. Questa iniziativa dà loro sicurezza.

Sono preoccupato , non per me che sono avanti negli anni ,e nemmeno per i miei figli ma per i miei nipoti perché temo che nasceranno in una società che non offrirà che tecnologia invadente e subdola.



user35763
avatar
inviato il 06 Febbraio 2018 ore 14:49

Inoltre,l'esser sempre connessi,dispositivi,uffici,burocrazia digitale,carte e denaro digitale ecc,
è sempre più indispensabile,e non è gratis,non costa neanche poco per fasce sempre più ampie della cittadinanza;
Cittadinanza a rischio di ghettizzazione ed emarginazione.

quindi si sono così create nuove necessità primarie,(nuove vitali dipendenze senza che necessariamente debbano sfociare nel vizio e nell'abuso)non voluttarie ma fondamentali all'inclusione e partecipazione civica,burocratica,sociale.

Spese in più,quando il lavoro latita,il welfare è un terno al lotto,i salari e redditi medi inesorabilmente calano e la pauperizzazione di un ex classe media s'allarga.

Complicazioni in più,in tal senso.

Almeno il Soma del "mondo nuovo" di Huxley era distribuito gratuitamente dal sistemaSorriso

Ciò detto, inserisco un link che sull'argomento specifico offre tanti motivi di riflessione :

it.wikipedia.org/wiki/Ugo_Mattei

www.byoblu.com/post/2017/11/26/perche-non-ti-fanno-piu-togliere-la-bat

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2018 ore 15:58

Diciamo che è un po' serpente che si morde la coda. Si vendono finti bisogni e dipendenze con slogan. Ma è una specie di selezione naturale: l'approssimazione, il populismo, la demagogia, gli slogan, la ricerca del finto bisogno sono il modo più efficace per arrivare a una massa che non ha tempo voglia di informarsi. E il tutto è ormai scientificamente collaudato e studiato (Huxley fa l'esempio di Hitler come uno dei primi ad applicare scientificamente la propaganda).
E questo vale tanto nei prodotti tecnologici che nella merendina che nei programmi politici.
Sulla tecnologia in particolare il prodotto in mano al consumatore e lo strumento in mano al burattinaio si intersecano. Ma non farei di tutt'erba un fascio. Anche che ci sia più controllo e più monitoraggio per me non è affatto un male a prescindere. Certo, poi bisogna vedere come tutto viene poi implementato e con che finalità...

Almeno il Soma del "mondo nuovo" di Huxley era distribuito gratuitamente dal sistema

;-)

user90373
avatar
inviato il 06 Febbraio 2018 ore 16:26

Fino a quando ad ognuno basterà girare un interruttore su off sarà tutto sotto controllo, ma già si preannucia il giorno in cui saranno in pochi a poterlo fare e allora tutto sarà meno "giocoso". Penso agli esperimenti sull'intelligenza artificiale ed alla biomeccanica in grado di produrre replicanti, o alla manipolazone genetica per creare cloni da usare come pezzi di ricambio o per costruire un'umanità "altra". Questa non so cosa sia, ma non è più fantascienza. Confuso

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2018 ore 16:27

Aldous Huxley, ispiratore di Jim Morrison.
sosteneva che nel futuro avrebbero inventato una droga per schiavizzare la gente a piacimento.
George Orwell, famoso per "La fattoria degli animali" che desscrive sotto la metafora di una fattoira come i rivoluzionari russi rivestiranno i panni zaristi. ma noto anche per 1984, scritto nel '48, dove le persone sono osservate e quindi sono di fatto schiavizzate. Del filone "utopia negativa".
Hanno visto giusto, sono stati lungimiranti, avevano già capito al loro tempo, complimenti a questi genii.

La tecnologia grande significa "essere connessi", ovvero avere accesso a tutto, il meglio possibile. Se vuoi sapere la distanza percisa da casa tua a Roma oggi lo puoi sapere in un attimo. Ma ovviamente non sei connesso a tutto.
I dati, enormità di dati. Schedule, enormità di schedule.
Siamo schedulati e sanno i nostri movimenti, i nostri acquisti, le nostre preferenze.

Da una parte hai il vantaggio di cercare casa con facilità, di comprare un oggetto dall'altra parte del mondo, di comunicare in video con l'Australia, ma dall'altra paghi il prezzo della tua privacy. Vogliono togliere anche il danaro contante in modo che neanche 10 euro sotto la mattonella devono sfuggire al controllo.

di per sè il sistema è meraviglioso, per la condivisione mondiale, ma purtroppo la gestione porta ad una moderna schiavitù, ipotizzata dai grandi pensatori, da persone avvedute, che hanno saputo cogliere gli elementi negativi del progresso in corso in quei periodi, certamente più perspicaci dei futuristi che invece si esaltavano per la roboanza dei motori e della velocità.

sei connesso? si? significa che puoi affacciarti ad una finestra inimmaginabile un tempo, ma da quella finestra possono vederti, anche coloro che vorresti non ti vedessero.

avatarjunior
inviato il 06 Febbraio 2018 ore 16:27

Anche che ci sia più controllo e più monitoraggio per me non è affatto un male a prescindere. Certo, poi bisogna vedere come tutto viene poi implementato e con che finalità...

E proprio qui sta il problema. Già ora si vedono e si vedono all'orizzonte i problemi dell'utilizzo dei vari monitoraggi (Facebook è un esempio ma c'è anche Alphabet/Google , Amazon e altri).
Anch'io non sono a priori contro, ma francamente quando ricevo da Amazon messaggi che mi elencano prodotti che secondo loro mi interessano (e spesso è vero) la cosa non mi disturba, ma mi fa pensare.
L'esempio che ho fatto sopra della Cina lascia troppo spazio di discrezionalità a chi ha in mano il controllo.
Ad esempio sei in ritardo con un pagamento e non puoi più entrare a casa tua , non hai pagato il bollo e la tua auto non parte .

user35763
avatar
inviato il 06 Febbraio 2018 ore 16:53

"Il mondo nuovo" e "1984";visto che ne parliamo.

Entrambi i romanzi sono distopie(con occhi d'oggi assai meno distopiche a dir vero),ma assai diverse,quasi opposte.

Quella di Orwell era in fondo una condanna al totalitarismo dei soviet(della dittatura in genere qualsiasi colore fosse)in cui si era concretizzato il sogno dell'ideale comunista da lui condiviso,tramutatosi in un incubo(vedi anche "La fattoria degli animali",dove tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri);era violenza,annichilimento d'ogni libertà,idea,parola,sogno persino.

Huxley -membro della Fabian society,
en.wikipedia.org/wiki/Fabian_Society
it.wikipedia.org/wiki/Fabianesimo
-vedi il curioso stemma del lupo travestito d'agnello-

insieme al fratello biologo e genetista Julian- sentiva una vocazione da ingegnere sociale(ma con un pizzico di esotica spiritualità positivista,tra Steiner e la Blavatsky;una new age ante litteram),di una socialdemocrazia d'impronta "scandinava" alla Olof Palme (buonanima)di quelle che con l'amore di una mamma ti seguono e ti curano dalla culla alla morte,a patto e necessario compromesso di modificare,annichilire,ammorbidire almeno la tua limitativa,capricciosa,contraddittoria,maleducata umana psiche;

Niente esplicite violenze,sopraffazioni,gulag e torture nel mondo nuovo,

l'uomo nuovo è da costruirsi con le buone;tanto amorevole ordine superiore e paternalismo(da megadirettoregalattico lunga e bianca chioma,saio francescano,modi soavi).

Tecnologia invasiva e totalizzante,eugenetica,manipolazioni mentali e soprattutto un disponibile paradiso artificiale(oggi diremmo virtuale)-il soma appunto- fanno,ovviamente,la parte da leone del cocktail transumanista e migliorista descritto da Huxley.

Nessuno vorrebbe vivere nell'incubo orwelliano,ma a tanti in fondo non dispiacerebbe una società-alveare senza bisogni e conflitti,senza amigdala e adrenalina,come quella che Huxley ci descrive.

Il boom esponenziale di ansiolitici,tranquillanti eccetera fa pensare in proposito.

A pensarci su niente odio,guerre,egotica ambizione,invidie,;
pappa e gioco assicurate...non sembra poi malaccio,volendo,in qualche modo....

(In un racconto Stephen King "The End of the Whole Mess" nell'antologia di racconti "Nightmares & Dreamscapes", un capace ingegnere sociale decide di farla finita con violenza, ambizione, guerre; con l'adleriana-schopenhaueuriana volontà di potenza .
L'esperimento sociale riesce. L'umanità diviene ebete e buona. E' un male o un bene? Chissà!.)

Una sorta di nirvana.

Disanimato.

Involuzione o evoluzione (liberazione, inconsapevole, quindi non egotica e autoingannevole , universale illuminazione. Moksha)? Chissà.

Vista in una -certamente discutibile- maniera, smetteremmo. se non altro, di nuocere a noi stessi, di soffrire a vuoto e produrre danno e dolore. Una sorta di compassionevole, pragmatica grazia -e resa- per la nostra perniciosa e infantile specie, o maggioranza d'essa.
Un incruenta, soft, variante del diluvio universale, ma senza arca, senza previsto ritorno; solo per umani.
Passeremmo ad altro, a comunità per l'appunto d'alveare.

Un élite pur sempre gestirebbe il passo, certo. O magari un intelligenza artificiale?

Il romanzo sembra sussurrare,tra le righe,la contraddizione,l'ambiguità che Huxley stesso a tal proposito sentiva,la condannava certamente,ma,migliorando,affinando,volendo,in qualche modo,dopotutto,però...

Come si dice:le vie dell'inferno sono sempre lastricatete dalle migliori intenzioniSorriso

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2018 ore 16:54

non hai pagato il bollo e la tua auto non parte

sempre che sia tua e che, invece, tu non sia già entrato nell'ottica di "guidarla senza acquistarla" alla stregua di Photoshop CC.
Quello che ha sempre costituito il bene e il male della democrazia è che si basa sulla proprietà diffusa (più precisamente sarebbe la proprietà dei mezzi di lavoro, ma in fondo anche di beni materiali fondamentali come la casa ecc.), nel senso che se hai qualcosa di tuo hai qualcosa da perdere e sei più interessato e coinvolto nella gestione del sistema; più persone hanno qualcosa da perdere e più allargata sarà la base di consultazione. Idealmente la spinta dovrebbe essere nella direzione in cui tutti abbiano qualcosa da difendere.
Inizialmente la spinta alla creazione di finti bisogni da soddisfare con l'acquisto di tecnologia sembrava semplicemente un'aberrazione della democrazia, ma oggi che quei finti bisogni hanno creato dipendenza, ecco che inizia la fase in cui quella tecnologia ti viene "offerta" in modo da far si che non sarà mai tua; già la proprietà del nostro lavoro ce la siamo scordata dai tempi della Rivoluzione Industriale, quella della casa c'è chi teorizza che sia un'assurdità (Robert T. Kiyosaki - "Padre ricco, padre povero", tanto per citarne uno), e alla fine torneremo ad essere noi la proprietà di qualcuno o semplicemente del sistema, come ai tempi della servitù della gleba

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