| inviato il 04 Febbraio 2018 ore 23:36
Mi stavo documentando sui ritrattisti più famosi ed influenti di quest'epoca tanto moderna, quando mi sono imbattuto in Martin Schoeller e nei suoi ritratti con luce frontale sparata a razzo e lente grandangolare; sono rimasto sorpreso da come queste "foto-tessere", che riprendono soggetti famosissimi senza espressione ( del calibro di Obama, Brad Pitt, Gheddafi, Woody Allen) possano avere tanto successo. Sono sicuro, e spero, che ci sia una spiegazione tecnica e artistica dietro a tutto ciò. |
| inviato il 05 Febbraio 2018 ore 7:48
Senza espressione non direi. comunque è il solito discorso: un fotografo che sa unire, capacità tecniche, molte perché per fotografare così devi essere bravo, idee nuove, e lo sono, capacità imprenditoriali, e le ha, con le giuste conoscenze, credo abbia pure quelle, inevitabilmente avrà successo |
| inviato il 05 Febbraio 2018 ore 8:09
Prima di tutto farei un ripensamento su quel "senza espressione ". Anche la luce non mi pare si possa definire come tu dici... Tolte di mezzo queste due cose, una "spiegazione" si inizia a intravvedere... |
user15476 | inviato il 05 Febbraio 2018 ore 8:45
La lente è un equivalente 70mm macro con lieve basculaggio. Lo stile è basato sulla Nuova oggettività tedesca; ritrarre soggetti che non accennano espressione, per metterli tutti sullo stesso piano a prescindere dalla loro razza, casta etc.."il re è nudo". Un tipo di lavoro che ha più senso in serie. La luce neanche si discute, perfetta (era assistenze di Annie Leibovitz). |
| inviato il 05 Febbraio 2018 ore 9:04
tra l'altro nella sezione Portraits del suo sito ha scatti molto interessanti |
user12181 | inviato il 05 Febbraio 2018 ore 9:38
Nelle informazioni autobiografiche noto: “ "The unknown and the too-well-known meet on a level platform that enables comparison, where a viewer's existing notions of celebrity, value, and honesty are challenged" „ Questo è molto vero, è la prima cosa che mi ha colpito. “ "Growing up in Germany, he was deeply influenced by August Sander's countless portraits of the poor, the working class, and the bourgeoisie" „ Anche questa presenza di Antlitz der Zeit mi aveva immediatamente colpito, però nei close up di Schoeller manca quasi totalmente il contesto che denota la classe e addirittura il mestiere/professione (il Beruf , elemento tipicamente tedesco-luterano, che si aggiungeva a quello marxista della classe), cosa che in Sander era fondamentale. Questa mancanza è un segno dei tempi, e diviene evidente nei ritratti ambientati (se si possono chiamare così), dove le foto approdano nell'estroso e nel ludico, perdendo totalmente (mi pare di aver notato) ogni caratterizzazione sociale; in effetti non sono propriamente ritratti. |
| inviato il 05 Febbraio 2018 ore 9:48
Questa non è esattamente una fototessera
 Da profondo ignorante, mi piace molto la sua maniera di sottolineare il colore dell'iride degli occhi... non so se più con le luci del set, la post, la sua abilità tecnica o la combinazione di tutti questi fattori. |
| inviato il 05 Febbraio 2018 ore 10:04
La penso esattamente come Davide. |
| inviato il 05 Febbraio 2018 ore 11:47
Siamo abituati a confondere la validità artistica di un'opera con il fatto che debba necessariamente piacere; "ovviamente" deve piacere a noi. Quelle virgolette stanno a significare che non ne sto parlando in senso spregiativo rispetto a chi non apprezza quelle immagini, ma che, effettivamente, un certo modo di intendere l'arte (nella nostra epoca il concetto "l'estetica per l'estetica"), quando inizia a mostrare i segni del tempo e ad incrinarsi di fronte a nuove filosofie che lo scavalcano, finisce inevitabilmente per indirizzarsi verso una visione "accademica" e quindi verso ciò che dovrebbe essere "bello" in senso universale, e perciò piacere a prescindere da qualunque altra considerazione. Ma non c'è motivo per cui l'arte debba per forza rappresentare il bello e piacere in senso puramente estetico. Il compito dell'arte è quello di mostrarci le cose in modo diverso da come le abbiamo sempre viste; viste interiormente, ovviamente, ma spesso questo aspetto è legato a doppio filo al modo in cui siamo abituati a vedere anche con gli occhi. Se attraverso la citazione delle banali "fototessere" si riesce a focalizzare l'attenzione del pubblico sulla sostanziale uguaglianza delle persone famosissime con la gente di strada, ben venga, ma non è detto che debba "piacere esteticamente". In un altra discussione facevo l'esempio di Guernica di Picasso, che "a pelle" non mi piace come non mi piace l'intero cubismo, ma che non posso non considerare un'opera d'arte per l'immediatezza e la crudezza di come trasmette il proprio messaggio e per l'uso simbolico di alcuni elementi |
| inviato il 05 Febbraio 2018 ore 12:18
“ Ma non c'è motivo per cui l'arte debba per forza rappresentare il bello e piacere in senso puramente estetico. Il compito dell'arte è quello di mostrarci le cose in modo diverso da come le abbiamo sempre viste; „ Grazie Daniele Ferrari, con la tua spiegazione mi hai aperto gli occhi. “ Se attraverso la citazione delle banali "fototessere" si riesce a focalizzare l'attenzione del pubblico sulla sostanziale uguaglianza delle persone famosissime con la gente di strada, ben venga, ma non è detto che debba "piacere esteticamente". „ Direi che non c'è altro da aggiungere. Inoltre, la prima spiegazione autobiografica citata da Marmunto, ha completato l'opera. Tanto di cappello a Schoeller! |
| inviato il 05 Febbraio 2019 ore 7:04
Che piaccia o meno penso che i suoi ritratti siano subito riconoscibili e non è cosa da poco. |
user158139 | inviato il 05 Febbraio 2019 ore 7:40
Sottoscrivo quello che ha scritto Daniele parola per parola. |
| inviato il 05 Febbraio 2019 ore 8:05
Se fotografi un volto noto, mettiamo uno che piace a me come artista, Ozzy Ousbourne, fotografi una storia, il valore tecnico della foto, viene superato, o almeno anche se azzardi con la creatività, hai sempre la "storia" che ti sorregge. Naturalmente uno che arriva a fotografare queste celebrità, non è un pincopallo qualunque,quindi gli azzardi eventuali penso siano condivisi,dal soggetto. Sempre solo un mio pensiero |
user148740 | inviato il 05 Febbraio 2019 ore 15:17
Lo conoscevo sommariamente, ma il sito con i ritratti visti in seguito ha una potenza enorme. Un grande. Vedrò di andare a vedere una sua mostra. Per quanto riguarda la luce penso sian semplicemente due softbox posti quasi a fianco del fotografo, come si intuisce dal riflesso nelle pupille, altre luci non le vedo. Per lo sfocato però dubito che usi flash se non molto bassi, è probabile che usi luce continua |
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