| inviato il 22 Ottobre 2012 ore 10:16
Ciao a tutti, mi trovo nella condizione di dover fornire la famosa "Libearatoria" per i soggetti ritratti per una foto scattata ad un giovane Himba lo scorso anno. Ovviamente non sono in grado di fornire tale documento, essenzialmente perché in questi casi NON è possibile far firmare ad un soggetto NON scolarizzato, in una remota regione della Namibia, un foglio sinceramente poco comprensibile anche a me (Riferimenti a testi di legge ecc...) National Geographic mi dice che in mancanza di questo documento non può pubblicare ne tanto meno esporre la mia fotografia..... La domanda è: ma per vari documentari messi continuamente in onda da varie reti televisive che ritraggono tribù primitive c'è ovviamente una croce è un osso come segno di accettazione da parte del capo tribù? Qualcuno di Voi ha avuto occasione di misurarsi con problematiche similari e mi può dare una dritta? Grazie anticipatamente |
| inviato il 22 Ottobre 2012 ore 10:31
Incuriosito dall'argomento ho trovato questo! |
| inviato il 22 Ottobre 2012 ore 10:47
Ciao, grazie della risposta: ho letto. Ovviamente quanto affermato nell'articolo vale per noi semplici amatori, ma non per tutti i giornalisti che si affollano sui luoghi delle tragedie e pretendono di ritrarre o intervistare i familiari di chi magari sta vivendo dei drammi.... La mia foto ritrae un ragazzo tra i 16 e i 20 anni, perfettamente in salute, con un'acconciatura tipica della sua tribù con cui abbiamo avuto uno scambio di "sorrisi", vista l'impossibilità di comunicare diversamente, per il regalo di qualche bottiglia di acqua, che in quel periodo scarseggia. Ciao. |
| inviato il 24 Ottobre 2012 ore 12:20
Grazie Veleno, non l'avevo vista! Cmq, in linea con quanto si evince dalla discussione che mi hai segnalato, mi hanno risposto che si devono attenere al regolamento, non ci sono eccezioni come invece mi pare di capire da altri forum, e quindi niente! Saluti. |
| inviato il 24 Ottobre 2012 ore 13:55
Ohibò... tempo fa ho posto la medesima questione su un altro forum, anch'io alle prese con roba di Himba e compagnia bella, e tra varie risposte di carattere legal-burocratico ne ricordo una in particolare, di un utente il quale sosteneva di avere proposto un reportage al NG specificando che trattandosi di Giappone (1) e di persone ignote né in alcun modo rintracciabili (2) non era logicamente possibile ottenere la liberatoria da parte di nessuno. Ebbene: pare che NG non abbia fatto troppe storie e che alla fine quel reportage sia stato pubblicato. Cioè non è che pare, il reportage l'ho visto io personalmente. Se ben ricordo l'autore aveva prodotto una documentazione in cui dichiarava di assumersi tutte le responsabilità del caso qualora i nipponici ritratti si fossero offesi e le reticenze di NG sarebbero così rientrate. |
| inviato il 27 Ottobre 2012 ore 20:16
Le "liberatorie" et similia mi hanno autenticamente rotto i gioielli di famiglia! Ancora un piccolo passo verso il political correct e dovremo pure chiederlo ad animali, alberi ed edifici Nel frattempo TV e altri fanno carne di porco di sensibilità e dignità ben più bisognose di tutela... |
| inviato il 05 Novembre 2012 ore 14:36
Ciao Edoardo, ho proposto anch'io al NG di firmargli una liberatoria e una presa in carico di responsabilità ma mi hanno risposto che "Questo è il regolamento!". Avrei voluto chiamare la RAI vedendo l'altro giorno un bel documentario sulle tribù della Tanzania, per vedere se avevano la liberatoria per ognuno di quelli ripresi! |
| inviato il 06 Novembre 2012 ore 13:09
il N.G. sul fatto delle liberatorie(concorso o no) è irremovibile....ma mi piacerebbe sapere se molte immagine pubblicate "etniche" di persone riconoscibili hanno la liberatoria (concorso e non)!!gio |
| inviato il 06 Novembre 2012 ore 18:37
Ma figuratevi se ce l'hanno. Vi voglio vedere a chiedere la liberatoria al genitore di un bambino Himba che non sa neanche cosa ci sia oltre l'Angola. E non sa leggere. E non sa scrivere. E non parla nessuna lingua oltre la sua. E non sa in che anno è nato. E in effetti non sa neanche bene quanti figli ha perché tiene cinque mogli ma nessuno gli ha mai insegnato a contare. Una volta mi hanno suggerito un video: un video in cui il genitore dice che non ci sono problemi, insomma, se io faccio circolare la faccia di suo figlio nel mio paese per far conoscere alla gente il suo popolo e la sua cultura. Perchè l'Italia è notoriamente piena di interpreti Himba, no, che possono confermare le parole del genitore ripreso una mattina a Opuwo. E chi me lo dice che quello era il genitore vero? Lo stato namibiano non sa neanche bene quanti siano 'sti qui perché quando arrivano per i censimenti loro pensano che ci sia la guerra e scappano sulle montagne. No, per dire. Qualcuno poi chiama in causa ragioni etiche, condivisibili o meno a seconda dei punti di vista, relativamente allo "sfruttamento" dell'immagine di queste persone e al loro utilizzo una volta rientrati in patria tanto loro non potranno mai permettersi un'azione legale nei miei confronti quindi io me ne frego che poi sarebbe il nocciolo della questione nevvero, l'azione legale e il pararsi il c*** nell'eventualità, a questo servono le liberatorie. Ma, alla fine della fiera, tra il motivo etico di uno che sbatte la bambina nera in copertina per vendere più copie e il sottoscritto che lo fa aggratis sul suo sito direi che è molto più etico il secondo. Comunque relativamente a NG così mi è stato raccontato, se poi fosse una bufala, questo non sono in grado di dirlo. Senonché la moglie insegna e pare che da qualche anno servano liberatorie anche per le foto di classe. PER LE FOTO DI CLASSE!!! Il bello è, dice, che alcuni genitori (malati di mente ndr) in alcuni casi rifiutano anche di concederle. Dice mio figlio quest'anno ha fatto la quinta elementare ma nella foto di classe non c'è, sai, la liberatoria, e se il fotografo fosse un pedofilo che prima scatta e dopo mette le foto su internette? |
| inviato il 06 Novembre 2012 ore 18:58
In Mali io le liberatorie le ho ottenute sempre e tutte quante (pagando). Andavo dal capo villaggio e facevo con lui. Alcune volte occorreva rivolgersi anche ad autorità "religiose" in caso di riprese a luoghi coinvolti, esempio i toguna o le moschee... La liberatoria serve anche per le foto di classe, sì. Da mio figlio la fanno firmare una tantum ad inizio anno, se non la firmi il bambino resta escluso dalle foto in questione. Il che significa che quando (come lo scorso anno) le foto di classe le fa il sottoscritto durante una recita poi è costretto a passare i RAW alle maestre per lo screening... se in una foto compare anche sullo sfondo un* bambin* senza liberatoria la foto viene cestinata... |
| inviato il 07 Novembre 2012 ore 7:53
Cioè tu hai avuto a che fare con capi villaggio dotati di connessione internet? No perché quelli con cui ho parlato io, alla domanda "Quanti anni hai?" rispondevano cose tipo "Sono nato quando faceva caldo...", cioè. |
| inviato il 07 Novembre 2012 ore 8:15
...proprio oggi sul sito del N.G. (sezione: la vostra foto: il meglio di ottobre)mi hanno pubblicato una foto di una pastotrella, ben visibile in volto, ma della liberatoria non ho proprio nulla...allora come la mettiamo???gio |
| inviato il 07 Novembre 2012 ore 8:51
Viaggiavo con un'anziana fotografa specialista in ritrattistica, questa aveva girato il mondo scattando ritratti a tema etnico, sapeva molto bene come muoversi in quelle situazioni. Comunque: le liberatorie erano su carta (le aveva la signora), una volta chiusa la contrattazione il capo villaggio forniva una guida e generalmente una modella (mediamente il tutto costava 500CFA, il prezzo di una CocaCola, eventualmente altri 500CFA andavano alle autorità religiose). Ho anche trovato un capo villaggio in un luogo sperso nel Sahel la cui figlia maggiore era laureata alla Sorbonne e viveva da anni a Parigi. Un altro ingegnere, sempre con laurea francese, credeva nelle potenzialità del suo popolo ed era tornato al villaggio come scelta di vita. La mia guida Dogon parlava 11 dialetti locali ed aveva un francese ed uno spagnolo da madre lingua. Non credere che siano tutti analfabeti, non sottovalutarli. Pure gli himba sono molto abituati al contatto con il turista e se NG ti dice una roba del genere c'è da credere che qualche problemino in passato lo abbiano avuto. Ah, sul "sono nato quando faceva caldo" io non ce l'avrei fatta a non ridergli in faccia... Giovaz: bravo, congratulazioni! |
| inviato il 07 Novembre 2012 ore 10:59
E chi sottovaluta, in passato per lavoro ho avuto spesso a che fare con medici africani che operano in Italia ed è successo che mi raccontassero dei tuguri in lamiera dove erano nati e cresciuti. Comunque il capo Himba a noi non ha chiesto soldi e le foto sono state barattate con qualche genere di prima necessità (riso, tessuti, eccetera) utile come merce di scambio. Tu dare cammello, io dare donna. Nessuna modella: il capo, a mia precisa domanda "Posso fare delle foto?", ha risposto qualcosa del tipo "Fai quello che ti pare..." che secondo me era abbastanza un consenso, ragione per cui non me lo sono fatto ripetere due volte! Non avendo tra l'altro intenzione di utilizzare le immagini che avrei scattato a fini di lucro una volta rimpatriato (in effetti non avevo neanche idea del mio siterello a venire, però questo è un altro discorso). Quindi ho cominciato a girare per il villaggio facendo foto a chiunque mi capitasse a tiro mentre mia moglie giocava con i bambini tutta contenta. La nostra guida quel giorno era un ragazzo Himba/Herero il quale ci spiegava come il suo "avere fatto carriera" nel turismo fosse dovuto soprattutto alla metà Herero - che di norma sono scolarizzati e perfettamente inseriti nel tessuto sociale - della famiglia in quanto gli Himba, salvo rarissime eccezioni, sono soliti rifiutare ogni forma di contaminazione esterna alla loro cultura. Pare che negli ultimi anni le cose stiano lentamente cambiando, ci raccontava il tizio, ma non sempre a loro favore. Non che gli Himba non conoscano la moneta. La conoscono eccome, soprattutto quando gli uomini la usano per andare a ubriacarsi in giro. Ecco, questo aspetto non è a loro favore. Fatto sta che parlando con quell'anziano capo villaggio e ascoltando le sue risposte pareva realmente che il signore venisse da un altro pianeta. Non credo mentisse dicendo di non conoscere la sua età, non vedo ragioni per cui avrebbe dovuto mentire. Quando ancora non facevo foto - anzi, diciamo, quando le facevo a caso sperando che venissero a fuoco - mi sono trovato altre volte in mezzo a etnìe varie ma lì si vedeva chiaramente, insomma, che alla fine della fiera a loro interessavano i soldi e che quella era la recitina quotidiana per il turista scemo venuto da lontano per vedere i negretti colorati. In questo caso non ho avuto questa sensazione ed è stata la prima volta. Senonché prossimamente andrò in Kenya e una volta sul posto tratterò con i Masai di liberatorie e permessi vari... staremo a vedere cosa mi risponderanno. Bravo Giovaz ! Appunto, come volevasi dimostrare, la famosa liberatoria. Però quelli del NG devono essere un po' fissati con i cieli stellati eh, tutti i mesi ce ne propinano almeno una tra i "migliori" e questo mese ce ne sono addirittura due, cioè. |
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