| inviato il 07 Giugno 2017 ore 0:04
Ciao a tutti,ho cominciato da qualche tempo a fare qualche rullino colore e dia Tramite il fotografo della zona mando a sviluppare e stampare un rullino 36 pose dia a photosí,torna dopo circa 10 giorni ed il prezzo finale è di 10 euro per lo sviluppo e 1,15 euro a foto per la stampa Per un totale di poco più di 50 euro Qualcuno conosce qualche laboratorio a Vicenza e provincia che svolga ancora questi lavori a prezzi umani? |
user94858 | inviato il 08 Giugno 2017 ore 16:13
I prezzi sono quelli; sei fortunato ad aver trovato qualcuno che sviluppa ancora le diapositive, se vuoi risparmiare buttati sui rullini a colori, io spendevo 3,50 per il solo sviluppo 8 per il CD. |
| inviato il 08 Giugno 2017 ore 16:26
Benvenuto nella stampa analogica....i prezzi sono esorbitanti se confrontati con il digitale. Anche il B&W è ugualmente caro. Purtroppo è così. |
| inviato il 08 Giugno 2017 ore 17:04
E' del tutto inutile adoperare dei rullini di diapositive per riaverne delle stampe che per forza di cose, non esistendo più la stampa diretta (il Cibachrome), saranno meno che mediocri. La diapositiva è fatta per essere proiettata, e se ti limiti a quello e ti attrezzi per farla al meglio la proiezione ti restituirà sensazioni irragiungibili da parte di qualsivoglia altro sistema di fruizione di una immagine fotografica. |
| inviato il 08 Giugno 2017 ore 18:00
Acquista un proiettore e goditi ingrandimenti impensabili in stampa! Poi le più belle falle stampare da un laboratorio professionale previa scansione "comediocomanda" e già che ci sei fatti restituire il file in alta risoluzione così se vorrai ristamparla spendi molto meno (quello che costa è la scansione, se fatta professionalmente con scanner professionali). |
| inviato il 08 Giugno 2017 ore 20:00
quindi per le dia meglio una scansione ad alta risoluzione o ancora meglio un proiettore di diapositive e se volessi stampare vado solo su rullini a colori grazie mille dei consigli! |
| inviato il 08 Giugno 2017 ore 21:58
No, puoi benissimo stampare da diapositiva, io come tanti lo faccio. Solo che non si fa (quasi) più in maniera tradizionale (ingrandimenti tramite carte apposite), ma non lo si fa neanche con i negativi a colori, infatti anche questi vengono stampati previa scansione. Almeno le diapositive hanno il vantaggio di avere un riferimento certo in quanto a colore e contrasto. E quelle che non stampi le proietti con un grande impatto visivo e a costo zero. Insomma le due strade (stampa previa scansione) e proiezione coesistono felicemente, da sempre, è solo cambiato il metodo di stampa. |
| inviato il 08 Giugno 2017 ore 22:02
Precisamente. A proposito: Photosì è un buon laboratorio e il loro trattamento delle diapositive è in genere abbastanza pulito. Se però vuoi dei risultati, nel trattamento E-6, assolutamente ineccepibili è meglio rivolgersi a laboratori artigianali che lavorano piccole quantità ma che proprio per questo motivo garantiscono pure dei risultati di qualità assolutamente alta: l'Agenzia Luce per esempio, o il mio amico Sandro Presta ... che tralaltro costa anche qualcosa di meno. |
| inviato il 08 Giugno 2017 ore 22:26
“ E' del tutto inutile adoperare dei rullini di diapositive per riaverne delle stampe che per forza di cose, non esistendo più la stampa diretta (il Cibachrome), saranno meno che mediocri. „ Anche all'epoca del vero Cibachrome metal i colori delle stampe erano molto diversi dall'originale. Sparati, contrastati, bianchi bruciati, neri chiusi. A me andava bene perché non facevo foto "realistiche" ma coloratissimi "fotomontaggi pop" su dia 6x9 e poi li facevo stampare (con prezzi da incubo) in grande formato, anche 50x70. Ma dovevo sempre farmi fare prove su prove di piccolo formato prima di arrivare alla stampa definitiva. Le stampe da negativo erano molto più naturali nei colori (trovando un bravo stampatore) e più accessibili come prezzi. Volessi fare qualcosa di analogico, e da stampare, oggi non sceglierei mai le dia. E comunque benedico il digitale, l'analogico era roba costosissima, e lo dico dopo aver portato in solaio tutta l'attrezzatura della camera oscura che ho usato per quasi trent'anni. |
| inviato il 09 Giugno 2017 ore 11:47
A parte il fatto, caro Trystero, che all'epoca della fotografia chimica esisteva anche l'Ilfochrome, decisamente meno contrastato del Cibachrome e che oltretutto restituiva dei colori in un certo senso più tendenti al pastello, bastava sovraesporre di 1/3 di diaframma (in fase di ripresa chiaramente) per avere dei Ciba decisamente meno aggressivi! |
| inviato il 09 Giugno 2017 ore 11:56
Oltretutto mi sembra decisamente uno spreco adoperare delle dia 6x9 nella prospettiva di stampare, sono parole tue: "in grande formato, anche 50x70" ... per stampe in quell'ordine di grandezze era strasufficiente una Velvia in formato Leica. |
| inviato il 09 Giugno 2017 ore 12:26
“ all'epoca della fotografia chimica esisteva anche l'Ilfochrome, decisamente meno contrastato del Cibachrome e che oltretutto restituiva dei colori in un certo senso più tendenti al pastello „ Il Cibachrome e l'Ilfochrome sono esattamente la stessa cosa (escludendo eventuali piccole modifiche di formulazione intervenute negli anni, come avviene per ogni prodotto). Quando la Ilford acquistò tale "business" (prodotto, marchio, ecc.) dalla Ciba, per un certo periodo (mi pare 10 anni) ha avuto la possibilità di continuare a utilizzare il marchio (e sul retro delle stampe veniva stampato "Cibachrome by Ilford"), allo scadere di tale permesso/licenza ha rinominato il prodotto in "Ilfochrome" (ad essere precisi "Ilfochrome Classic Deluxe" negli ultimi anni). Comunque, sebbene abbastanza rari, ci sono ancora laboratori che stampano su Ilfochrome; io fino al 2012 ho utilizzato Color Print di Torino, ma non so se lo fa ancora. |
| inviato il 09 Giugno 2017 ore 12:28
Dai ... in fondo non c'era chissà che grande decadimento qualitativo fra un 20x30 e un 48x72 quando la pellicola in uso aveva come punto d'equilibrio ideale (fra decadimento qualitativo e impatto visivo appunto) ingrandimenti compresi fra 40 e 50 X lineari. |
| inviato il 09 Giugno 2017 ore 12:42
PaoloMcmlx “ A parte il fatto, caro Trystero, che all'epoca della fotografia chimica esisteva anche l'Ilfochrome, decisamente meno contrastato del Cibachrome „ Quando facevo stampare le mie dia 6x9 (tra il 1985 e il 1992 circa) l' Ilfochrome non esisteva, c'era il Cibachrome " in 1992 the product was renamed to "Ilfochrome" " en.wikipedia.org/wiki/Ilfochrome “ Oltretutto mi sembra decisamente uno spreco adoperare delle dia 6x9 nella prospettiva di stampare „ Come ho già scritto, erano fotomontaggi formati da decine di esposizioni multiple sullo stesso fotogramma di immagini in bianco e nero su pellicole lith messe a registro, e per questo usavo pellicole speciali "da riproduzione" (mi sembra di ricordare un nome tipo Kodak Ektachrome Duplicating Film per luce artificiale , bassissima sensibilità, grana inesistente) formato 120 su una Mamiya Press montata su uno stativo sopra ad un banco da riproduzione luminoso con filtri colorati dicroici CMY... Un procedimento complicato, che provai anche con una semplice fotocamera 24x36 (con il pulsantino per le doppie esposizioni) con risultati molto scarsi. Di alcuni soggetti ho ancora sia la versione 6x9 che quella 24x36, differenza abissale. Il grande formato per grandi stampe non è MAI uno spreco. |
| inviato il 09 Giugno 2017 ore 13:11
“ No, puoi benissimo stampare da diapositiva, io come tanti lo faccio. Solo che non si fa (quasi) più in maniera tradizionale (i grandi torace carte apposite), ma non lo si fa neanche con i negativi a colori, i fatti anche questi vengono stampati previa scansione. Almeno le diapositive hanno il vantaggio di avere un riferimento certo in quanto a colore e contrasto. E quelle che non stampi le proietti con un grande impatto visivo e a costo zero. Insomma le due strade (stampa previa scansione) e proiezione coesistono felicemente, da sempre, è solo cambiato il metodo di stampa. „ Ars imago fa ancora tutto in modo tradizionale |
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