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Prospettiva: questione solo tecnica o anche psicologica?


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avatarjunior
inviato il 24 Marzo 2017 ore 15:23

Prendo spunto da alcune recenti ed animatissime discussioni sulla prospettiva e dalla considerazione che non c'e' unanimita' sull'analisi "tecnica" del fenomeno, la quale, basandosi su modelli variamente approssimati (ed a volte bizzarri) della realta' fisica, ha portato a conclusioni diametralmente opposte.

Vorrei ora provare a cambiare...prospettiva (pun intended), passando a quella psicologica e citando Jung: "tutto dipende da come noi guardiamo le cose, e non da come le cose sono di per se stesse".
Alla fine cio' che noi "vediamo" e' l'idea che il nostro cervello ha creato, partendo dai segnali di quel "sensore", tutt'altro che perfetto (e dotato di una sua personalissima prospettiva), che e' il nostro occhio.
Propongo di discuterne in toni pacati, senza scadere in toni da "bar sport" ed insulti da curva calcistica.

avatarsenior
inviato il 24 Marzo 2017 ore 18:31

Qualsiasi processo visivo è legato ad aspetti non solo geometrici: neurofisiologia, psicologia e - non dimentichiamolo - cultura.
La «prospettiva» non può certo sfuggire a questo visto che il nostro cervello viene messo in crisi pure guardando banalissime immagini bidimensionali.

avatarsenior
inviato il 24 Marzo 2017 ore 18:45


















avatarsenior
inviato il 24 Marzo 2017 ore 18:46

il più interessante fotograficamente parlando




avatarjunior
inviato il 24 Marzo 2017 ore 18:49

Il meccanismo della visione a livello fisiologico nell'essere umano è standardizzato e perfetto. Come dite voi poi è la visione e l'interpretazione a livello della nostra psiche che ne diamo che modifica il tutto.

avatarsenior
inviato il 24 Marzo 2017 ore 19:29

Il meccanismo della visione a livello fisiologico nell'essere umano è standardizzato e perfetto.

Ne sei così sicuro?
Non ti bastano gli esempi che ha postato Simpson?

avatarsupporter
inviato il 24 Marzo 2017 ore 20:44

Ricordo di aver letto molti anni fa, probabilmente su questo testo:
www.ibs.it/occhio-cervello-psicologia-del-vedere-libro-richard-l-grego
(non ne sono sicuro al 100%, potrei averlo letto da qualche altra parte)... dicevo di aver letto dei nativi di non ricordo quale area geografica che, sottoposti a dei test, non attuavano quei meccanismi che attiviamo noi per percepire le line rette (che vengono proiettate come curve sulla retina), pareti a piombo, angoli retti, linee parallele, punti di fuga ecc. E come conseguenza di ciò non "cascavano" nelle illusioni ottiche generate da immagini come quelle che Simpson ha sopra postato.
Questo perché, secondo l'Autore, non vivevano come noi in quella che definiva una "civiltà ortogonale", ma gli era familiare un ambiente di foreste e radure, capanne disposte irregolarmente e dalla pianta arrotondata e pareti inclinate ecc.


P.S.:
www.google.it/search?sca_esv=d86a83e44be27561&sxsrf=AHTn8zpmmVJlFow-6Z

avatarsenior
inviato il 24 Marzo 2017 ore 21:06

Giustissimo Roberto.
Anche la prospettiva (si tratta di studi risalenti oramai a diversi decenni fa) non viene «riconosciuta» da alcune popolazioni.

avatarjunior
inviato il 25 Marzo 2017 ore 18:07

Certo, ne sono sicuro. Il resto è psicologia. Chiedilo agli oculisti e agli psicologi. Il vissuto é importante. Credo comunque che pensiamo tutti la stessa cosa, anche se la esponiamo in modo diverso

avatarjunior
inviato il 25 Marzo 2017 ore 18:21

Che il cervello umano possa essere facilmente ingannato non ci piove, e lo dimostrano le varie illusioni ottiche, però le leggi che regolano la prospettiva sono una scienza esatta, e questo non può essere messo in discussione...

avatarjunior
inviato il 25 Marzo 2017 ore 18:45

Le leggi che regolano la prospettiva e le illusioni ottiche sono determinate da un affinamento della conoscenza dei meccanismi di neurofisiologia, della fisiologia dell'occhio e della psicologia. Alcune patologie neuropsichiatriche e psicologiche si possono basare su test legati alla visione di macchie su un foglio

avatarjunior
inviato il 28 Marzo 2017 ore 23:07

L'occhio umano (ma non solo) tratta in maniera molto diversa le linee verticali (invertite a livello di fasci nervosi) da quelle orizzontali. Il motivo sembererebbe legato alla gravita'. La tricomia Rosso-Verde-Blu, con cui viene interpretato lo spettro continuo, sembra legata ai colori del sangue, dell'erba e del cielo. Insomma, cio' che vediamo e come lo vediamo, non e' spiegabile con la semplice geometria ottica. E quando guardiamo un'immagine, la distanza tra realta' e sua percezione, aumenta ancor di piu'.

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2017 ore 2:11

Se vi interessano foto di architettura (specialmente ponti) date un'occhiata a:

sharontenenbaum.com/services-products/products/ebook-left-right-brain/

Questa Sharon è un'architetta-fotografa che risiede a Vancouver, BC, Canada. Dato che ho vissuto anch'io a Vancouver, avevo a suo tempo comprato il suo ebook per rivedere i ponti e perché un mio amico era stato colpito da emorragia cerebrale nell'emisfero dx del cervello.

Non compratelo perché non dice molto di più di questa presentazione. Non è chiaro se vale anche per i popoli che scrivono da dx a sx. Devono essere fatti ben noti ai neurologi.

avatarjunior
inviato il 29 Marzo 2017 ore 19:25

Quoto un articolo trovato sul web "Walter Benjamin ricordava lo sconcerto dei primi spettatori di fotografie istantanee: che congelavano il movimento dei passanti in pose sbilenche e inverosimili. Parlò per questo di "inconscio ottico", spiegando che la fotocamera e l'occhio guardano le stesse cose ma le vedono in modo diverso, e che la velocità della cattura fotografica rivela aspetti "immobili" della realtà che noi, vivendo invece nella fluida durata dei movimenti, consciamente elaboriamo in una sintesi."

La velocita' dello scatto e' un'ulteriore, diversa prospettiva.

avatarjunior
inviato il 29 Marzo 2017 ore 20:22

concordo con Karl8. Infatti i meccanismi di fisiologia e psicologia che determinano la visione sono rapidissimi e molto complessi. Da questi meccanismi, banalmente, derivano le regole di base della fotografia (la regola dei terzi, delle diagonali e della posizione in cui inquadriamo ciò che vogliamo evidenziare)

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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