JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).
Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.
Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:
Vi segnalo un'incontro col fotografo Efrem Raimondi tenutosi sabato scorso al centro culturale Candiani di Mestre. Raimondi, molto conosciuto anche per il suo seguitissimo blog blog.efremraimondi.it/, mostra alcuni suoi lavori e ragiona sul suo modo di intendere la fotografia. Nel farlo coglie l'occasione per affrontare concetti CRUCIALI per chi intende affrontare un percorso fotografico personale. L'intera registrazione dell'evento dura quasi 2 ore ma ne vale la pena.
Buongiorno a Tutti. Io il filmato l'ho visto tutto e , non subito, conto di rivederne qualche spezzone per approfondire meglio qualche aspetto. Per ora mi risuonano ancora le parole di Efrem Raimondi quando dice: mettersi in gioco; voltare lo sguardo da un'altra parte; esprimere quello che si vuole dire e non quello che hanno da dire gli altri. C'é qualcuno che su questi tre aspetti vuole esprimersi in merito. Io ho una idea mia ma é un pensiero acerbo che non saprei rendere chiaro. Perdonatemi, é anche per questo che chiedo una discussione. Vi aspetto. Un saluto.
“ esprimere quello che si vuole dire e non quello che hanno da dire gli altri „
Non ho ancora visto tutto il video, sono più o meno a metà, comunque questa frase rispecchia quello che sto cercando di fare, onestamente i canoni di moda mi sono sempre stati stretti, tento, per quanto mi è possibile, di esprimermi secondo quanto mi dice la mia testa, non le teste che mi circondano.
A me ha colpito il discorso riguardante il ritratto: il soggetto non deve necessariamente essere famoso o piacerci, dobbiamo essere in grado di svolgere il nostro lavoro indipendentemente da gusti personali e notorietà. Anche quelli degli animali sono ritratti, quest'ultimo punto mi sta particolarmente a cuore, il ritratto di animali è spesso bistrattato e non considerato.
Anche io, tra le tante cose che ho sentito sono stato colpito dal concetto riguardante "la livella" (per'altro mi é venuto in mente Totò) e del fatto che la foto non é bella (o buona) perché il soggetto é più importante. Ma avevo già letto qualcosa in merito e ho solo potuto annuire su quanto espresso da Raimondi. In tema io mi allargherei al fatto che se ognuno di noi ha la necessità di dare importanza a qualcosa o qualcuno lo può fare trasversalmente (altra parola chiave di Efrem Raimondi) senza neanche relegarsi a tipologie come il ritratto, il panoramama eccetera .... Sono d'accordo con te Landerjak sul ritratto agli animali, io spesso ritraggo i miei cani e i gatti del mio quartiere senza remore; tuttavia è una categoria di ritratto che però mi fa riflettere. Perché é probabile che spesso io ritragga loro come li ritrarrebbe chiunque e non con uno sguardo mio. Non riesco a spiegarmi meglio e confermo una immaturità delle mie riflessioni. Attendo che completiate la vostra visione per qualche altro spunto. E' plausibile anche il recepimento delle questioni, perciò non c'é alcuna fretta. Un saluto.
Ciao Paolo, sì l'ho visto tutto. Confermo quanto ho scritto nel post precedente, nel senso che il discorso del rapporto con la committenza è un argomento abbastanza trito e ritrito, come anche quello relativo all'omologazione delle immagini, per carità entrambi di indubbio peso, ma l'analisi sul ritratto e il rapporto con il soggetto è quello che a me ha coinvolto maggiormente, oltretutto si collegava, in parte, all'altro video, di cui tu hai postato il link, Thorimbert, i suoi alunni e il ritratto, che ho trovato a tratti commovente.
Si Luca. Il video di Thorimbert scuote le fondamenta. Persino nel fotografare i miei figli mi pongo qualche interrogativo in più. Proprio per i significati di quel video, rivolti al fatto che prima di chiedere bisogna dare, e della faccenda di mettersi in gioco espressa da Efrem Raimondi, mi sarebbe piaciuto approfondire con una discussione sentendo qualche opinione di chi sopra ha apprezzato l'iniziativa. Ho appena finito di leggere il libro di Don McCullin, "un comportamento irragionevole". Egli ha forgiato il motto secondo il quale "Bisogna sempre restituire, dare qualcosa in cambio quando si è in una situazione da cui si sta solo prendendo". Ancora una volta un rapporto particolare con l'oggetto delle nostre fotografie. Anche per questo trovo interessante approfondire l'argomento. Un saluto.
Che cosa ne pensi di questo argomento?
Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 253000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.