| inviato il 30 Gennaio 2017 ore 20:48
Condivisibile, soprattutto la necessità di valutare la foto nel suo insieme. Sinceramente, come nella scrittura, non vedo limiti a priori, e il tutto alla fine si riduce, giustamente, al linguaggio e al racconto. Se quello non è banale, superficiale e scontato, tutto vale. ps. ho guardato le gallerie, decisamente di livello. |
user39791 | inviato il 30 Gennaio 2017 ore 20:59
E' un tema difficile perchè i limiti sono sopratutto culturali. Ciò che è volgare per determinate persone non lo è per altre, se poi ci mettiamo fedi religiose e ammennicoli vari non se ne esce. Dico volgare perchè è la volgarità lo spartiacque che determina l'accettabilità di una foto. |
| inviato il 30 Gennaio 2017 ore 21:13
Vero, ma ho postato articolo perchè lo trovo molto interessante, spesso non è quanto si mostra ma come |
| inviato il 30 Gennaio 2017 ore 21:23
Il limite è -sempre- culturale (da parte dell'autore e da parte dello spettatore). La questione non è digerire o no peni eretti e vulve divaricate (visivamente parlando), o necrofilia, o scene di guerra, fame e malattie devastanti... La questione è supportarle con la giusta testa, e veicolarle col vettore appropriato e possibilmente rivolgendosi ai referenti più idonei. A volte è anche solo una questione di tempismo storico: oggi può non essere accolto ciò che potrebbe esserlo domani. Io, ad esempio, mi dissocio rispetto alla definizione di cosiddetto 'nudo artistico', perchè... che roba è??! Il nudo è nudo, e se usato per fini artistici (fotografia, piuttura, scultura, ecc...) diventa nudo 'artistico', ma se un'opera contenente un nudo fa pena, resta penosa, sebbene artistica. In nome dell'arte, in questo e in molti altri casi (ahimè), si cerca spesso di sdoganare degli obbrobri che altrimenti verrebbero cestinati o messi al bando. |
| inviato il 30 Gennaio 2017 ore 21:25
Be per esempio Igor Amelkovich mi piace molto. Credo che domanda credo sia corretta, in certi casi come quello citato sopra credo risposta si, in altri casi... Concordo |
| inviato il 30 Gennaio 2017 ore 22:39
Per rispondere alla domanda, secondo me, bisogna pensare a come funziona l'emozione estetica che è il processo emotivo che si svolge quando uno pensa o esclama: "bella questa foto!". Nel caso specifico, "l'esplicito" è una delle tante chiavi di attivazione del processo. Le chiavi di attivazione posso essere narrative (denotazioni collaterali), simboliche (metafore), fisiche (nudo, macabro, violento, colorato, contrastato) o strutturale (geometrie). Il problema è che queste attivazioni devono far scattare altri processi (percettivi, esplorativi, semantici,...). Più se ne attivano e si combinano, più si scatena una specie di reazione a catena emotiva che lascia imbambolati a guardare un'immagine saldandola nella memoria. Le immagini "non buone" (alla Berengo Gardin) o volgari o inutili sono quelle che catturano l'attenzione e poi non fanno partire il resto del processo. Come una palla alzata sotto rete che nessuno schiaccia. Si dicono "volgari", cioè popolari, perchè chi non ha strutture mentali abbastanza articolate/addestrate, si accontenta di vedere la palla alzata. Questo è sufficiente a soddisfare la sua mente. Sembra un discorso fumoso, ma è costantemente applicato alle immagini pubblicitarie. Quindi niente di nuovo. Nella pubblicità, essere espliciti è una tentazione molto forte per catturare l'attenzione e tentare l'attivazione del processo, anche oltre i limiti socialmente accettati (Toscani docet). Un esempio: Decapitazione di Oloferne (Artemisia Gentileschi), indubbiamente una immagine esplicita. Le reazioni: - liv 0:  guarda, come sanguina, bello splatter  oppure che schifo, blahh - liv 1: E' Giuditta che decapita Oloferne. Guarda che belle luci. - liv 2: E' Artemisia che si vendica di chi l'ha stuprata. Ogni livello alza la quantità di processi mentali e l'emozione estetica. Se chi guarda non ha queste capacità (cultura) o se, peggio ancora, non ci sono nel'immagine gli elementi per queste letture a livelli diversi (una foto di testa mozzata o una gnocca al vento e basta), non parte il processo e ...si passa oltre. Amelkovich usa il nudo esplicito per agganciare lo spettatore, ma ha sempre almeno la componente geometrico strutturale che rende le sue immagini interessanti. |
| inviato il 30 Gennaio 2017 ore 22:50
Concordo con chi dice che il limite è esclusivamente culturale. Non si capisce infatti per quale motivo, se vogliamo fare una foto " che dice qualcosa", poi dobbiamo dare sempre giustificazioni sulla presenza o meno dei genitali. Il nudo è una materia a doppio taglio, dove vale necessariamente che " lo scandalo è negli occhi di chi guarda ". Personalmente considero il nudo in maniera più "naturalistica": il corpo umano è fatto in un certo modo, e sappiamo tutti come; fintanto che non si ostenta, per me un orecchio vale quanto un genitale, uomo o donna che sia. C'è un pene eretto ? Se parte integrante della posa ( geometricamente o simbolicamente ), che male c'è ? Non capisco la necessità di dover spiegare, giustificare, raccontare, le origini metafisiche di una foto, quando appare un nudo meno classico del solito. Poi deve essere la tecnica, a mio avviso, a fondere l'immagine col messaggio; è come avere gli ingredienti di una torta: devi saperli mischiare e cuocere tutti al punto giusto. Altrimenti puoi mangiarteli uno per uno separatamente e dire che hai assaggiato una bella torta: no. L'articolo proposto da Labirint, sebbene utile, mi appare molto capzioso: giustifica ( spiega ? Vedi apposito topic...) una foto abbastanza assurda per far vedere che lui l'ha capita e tu no, perché la mette sul piano del discorso socialfotografico della realtà nel mondo liquido eccetera. |
| inviato il 30 Gennaio 2017 ore 23:00
Buon articolo che per me affronta nel modo corretto lo spinoso argomento. Mi ricordo al riguardo una dichiarazione di Gastel " Il vero grande valore è abbattere il muro tra ciò che si è e ciò che si fa, se l'operazione riesce non si rischia nulla, neppure la volgarità" |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 10:06
Seghe mentali di un perfetto cristiano che non conosce la storia della fotografia, non ha menzionato che lo esplicito appartiene a discipline della fotografia del passato come la fotografia post mortem, alla fotografia delle cerimonie funerarie da decenni in disuso. Lo esplicito oggi si trova nel più importante e fiorente ramo della fotografia che è la pornografia, ma di cui pochi osano parlare, tipico tabu della cultura occidentale. |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 10:34
“ Vero, ma ho postato articolo perchè lo trovo molto interessante, spesso non è quanto si mostra ma come „ Tutto è opinabile |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 10:47
Fammi un esempio, non mi è chiaro cosa intendi |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 10:49
@Elmer Che una cosa sia fiorente (popolare) non ne indica il valore artistico nel tempo. Sarebbe come dire che McDonald, avendo molti più ristoranti di Cracco, capisce molto più di cucina. Forse è vero per la "cucina industriale di massa", ma qui si parla di Fotografia e del suo valore artistico nel tempo. L'esplicito che citi, come il post mortem, ha un grande valore di memoria storica, ma scarsissimo di valore artistico. Non scatena nessun processo di alto livello di quelli che menzioni nel post precedente. Tra 100 anni potrebbe essere utile per vedere come vestivano le persone, ma non per produrre un emozione estetica. Il porno, infine, lo sanno anche i sassi che fa reagire i neuroni specchio e si ferma lì. Quello è il suo scopo. Infatti il trend è verso il 3D che amplifica l'effetto, abbandonando la fotografia che è troppo debole. Anche il porno di qualità, non usa l'esplicito per l'estetica, ma il coinvolgimento e l'eccitazione che sono una parte minima dei processi estetici. Tanta gente guarda i porno, ma anche in un mondo libero da tatù, non si sognerebbe di mettere un foto puramente porno attaccata ad una parete perchè non avrebbe senso leggere il suo messaggio ogni volta che ci passi davanti. Possono esserci anche seghe mentali nell'articolo, ma non le dimostri con considerazioni superficiali. |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 11:56
L'articolo è interessante ma forse generalizza, sebbene non è il mio genere non credo ci sia niente di male nel genere esplicito/erotico se gli scatti sono ben realizzati, piuttosto si vedono in rete scatti di una banalità unica (anche qui su Juza) dove c'è praticamente solo la componente esplicita/volgare. |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 12:03
concordo Darp |
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